N. 61 - Gennaio 2013
(XCII)
La difesa dei principati crociati in Terra Santa
gli Aleramici di Monferrato - Parte I
di Christian Vannozzi
L’occidente
cattolico
e
feudale,
si
espande
a
discapito
dell’oriente
musulmano
e
cristiano
ortodosso,
tale
processo
va
analizzato
seguendo
le
vicende
e
gli
sviluppi
delle
signorie
europee,
e la
decadenza
politica
del
mondo
arabo
e
greco-ortodosso.
Nonostante
un
notevole
sforzo
economico
e
militare,
le
crociate
però
non
riuscirono
a
creare
stabili
possedimenti
territoriali,
ne
nell’oriente
musulmano
ne
in
quello
bizantino,
in
quanto
le
nuove
formazioni
politiche
in
Siria
e
Palestina,
e
l’impero
latino
d’Oriente,
furono
continuamente
minacciati
dai
vicini
ostili,
e
non
furono
mai
in
grado
di
difendersi
senza
l’aiuto
delle
armi
occidentali.
I
musulmani
e i
Greci,
riuscirono
infatti
a
riconquistare
il
territorio
perso
durante
le
crociate.
Le
crociate
però
riuscirono
seppur
per
un
breve
periodo,
a
ristabilire
l’unità
del
Mediterraneo,
aprendo
all’industria
europea,
soprattutto
tessile,
i
più
ricchi
mercati
orientali:
fu
per
certi
aspetti
una
notevole
rivoluzione
economica,
che
determinò
un
mutamento
nelle
strutture
sociali
Occidentali,
favorendo
l’ascesa
delle
classi
produttrici,
e
delle
popolazioni
urbane,
in
affrancamento
dalle
classi
feudali
e
dalle
organizzazioni
ecclesiastiche.
La
conquista
della
capitale
bizantina
e la
successiva
creazione
dell’impero
latino
di
Costantinopoli
è
dunque
al
centro
di
un
quadro
complesso
costituito
da
processi
di
relazione
fra
diversi
ambiti
culturali:
l’Islam,
la
Cristianità
Cattolica
e la
Cristianità
Ortodossa.
Nel
corso
dell’XI-XII
secolo
c’è
un
notevole
aumento
demografico
in
Europa,
ed
iniziano
movimenti
migratori
a
causa
delle
poche
risorse
a
disposizione.
Vi è
un
risveglio
delle
città
e
delle
attività
connesse
ai
centri
urbani,
come
il
commercio
e
l’artigianato.
I
commerci
marittimi
si
intensificano
a
beneficio
dell’intraprendenza
delle
città
marinare
del
Mediterraneo
e a
discapito
dei
porti
Bizantini,
che
però
mantengono
il
controllo
dei
traffici
nel
Mar
Nero,
lungo
le
cui
sponde
vengono
trasportati
grano,
minerali
e
spezie.
Con
le
invasioni
saracene,
infatti
i
traffici
nel
Mediterraneo
erano
notevolmente
diminuiti,
perché
le
navi
corsare
dell’Islam,
dominavano
il
mediterraneo
dall’Egitto
alla
Spagna,
situazione
che
iniziò
a
mutare
con
l’inizio
della
reconquista
spagnola,
e
l’occupazione
della
Sicilia
da
parte
dei
normanni.
La
situazione
palestinese
vedeva
nuovamente
Gerusalemme
in
mano
ai
Musulmani.
Il
comandante
militare
Salah
ad-Dìn
(il
Saladino,
come
lo
chiamavano
i
Latini),
che
aveva
la
sua
guarnigione
militare
in
Egitto,
aveva
approfittato
della
morte
del
suo
signore
Nùr
ad-Dìn,
per
impadronirsi
nel
1174
della
Siria,
creando
un
grande
stato
unitario
siro-egiziano
che
aveva
il
suo
centro
di
potere
a
Damasco.
Questo
rendeva
critica
la
sopravvivenza
del
regno
di
Gerusalemme
e
dei
principati
Latini
in
oriente.
La
sconfitta
dell’esercito
latino
ad
Hattin
aveva
aperto
le
porte
di
Gerusalemme
ai
musulmani,
che
proseguirono
la
loro
riconquista
occupando
le
terre
della
contea
di
Tripoli
e
del
principato
di
Antiochia.
Solo
Tiro
sembrava
essere
in
grado
di
resistere,
questa
era
infatti
la
piazzaforte
meglio
difesa
della
costa,
e lì
si
erano
radunati
tutti
i
nobili
e i
milites
che
cercavano
di
sfuggire
all’avanzata
delle
armate
del
Sultano.
Lì
era
giunto
il
marchese
Corrado
del
Monferrato,
fratello
del
primo
marito
della
regina
di
Gerusalemme
Sibilla,
Guglielmo
di
Monferrato
detto
lunga
spada.
La
famiglia
degli
Aleramici
di
Monferrato
era
strettamente
legata
alla
casa
regnate
di
Gerusalemme
e
all’impero
di
Costantinopoli,
in
quanto
Ranieri,
un
altro
fratello
di
Corrado,
aveva
sposato
Maria
Comnena,
figlia
di
Manuele
Comneno,
imperatore
di
Costantinopoli,
e
aveva
ricevuto
dei
diritti
sulla
città
di
Tessalonica
e il
titolo
di
cesare.
Dopo
la
morte
dell’imperatore
Manuele,
ricordato
nella
cronaca
del
Clari
come
saggio
e
giusto,
il
cugino
del
defunto
sovrano,
Andronico,
si
impadronì
della
corona
ed
eliminò
tutti
coloro
che
erano
stati
vicini
a
Manuele,
tra
cui
il
nipote
Alessio
II,
imperatore
legittimamente
succeduto
al
padre
ed
il
cesare
Ranieri
con
sua
moglie.
Isacco
II
Angelo,
che
sconfisse
l’usurpatore
Andronico,
in
virtù
della
vecchia
alleanza
maturata
tra
gli
Aleramici
e la
casa
di
Costantinopoli,
diede
sua
figlia
Teodora
in
moglie
al
marchese
Corrado,
che
dopo
aver
combattuto
contro
Alessio
Branas,
con
un
gruppo
di
cavalieri
Latini,
lasciò
la
capitale
bizantina
per
dirigersi
verso
la
Palestina
per
compiere
il
pellegrinaggio
ai
Luoghi
Santi,
e
per
sfuggire
agli
intrighi
di
palazzo
che
il
sovrano
aveva
ordito
contro
di
lui
a
causa
della
fama
che
lo
circondava
dopo
aver
sconfitto
da
solo
con
i
suoi
uomini
Branas
e i
suoi
cavalieri.
Il
marchese
non
sapeva
nulla
del
disastro,
e si
recava
con
la
sua
nave
verso
Acri,
ma
insospettito
dal
mancato
suono
delle
campane
all’avvicinarsi
di
una
nave,
si
spaccia
per
un
mercante,
e
scopre
che
il
Saladino
aveva
conquistato
Gerusalemme,
Acri
e
gran
parte
dei
principati
Latini.
A
quel
punto
si
dirige
verso
Tiro,
la
roccaforte
che
rimaneva
ancor
in
mano
ai
cristiani,
dove
fu
accolto
come
un
liberatore,
e
dove
grazie
al
suo
genio
militare
riuscì
a
respingere
i
musulmani.
Dopo
la
gloriosa
impresa
sposò
l’erede
al
trono
di
Gerusalemme
e
sorellastra
della
regina
Sibilla,
Isabella.
L’eroica
resistenza
di
Corrado
a
Tiro,
aveva
indotti
i
sovrani
Occidentali,
come
l’imperatore
Federico
Barbarossa,
il
re
di
Francia
Filippo
II
Augusto
e il
re
di
Inghilterra
Riccardo
Cuor
di
Leone,
a
reclutare
truppe
per
guidare
quella
che
sarà
ricordata
come
la
Terza
Crociata,
che
malgrado
la
morte
dell’imperatore
e le
rivalità
tra
il
re
di
Francia
e il
re
di
Inghilterra,
aveva
permesso
la
riconquista
della
costa
palestinese,
della
piazzaforte
di
Acri
dopo
un
assedio
durato
dal
1189
al
1191,
e
del
regno
di
Cipro,
strappato
ai
Bizantini.
Il
regno
di
Gerusalemme,
con
capitale
Acri,
fu
affidato
a
Corrado
del
Monferrato,
mentre
i
Lusingano
ottennero
il
regno
di
Cipro.
La
riunificazione
dei
regni
di
Gerusalemme
e di
Cipro,
nel
1197,
sotto
la
reggenza
di
Almarico
di
Lusignano,
quarto
marito
di
Isabella
di
Gerusalemme,
aveva
posto
fine
alle
ostilità
tra
i
due
regni,
e
posto
a
disposizione
della
Terra
Santa
tutte
le
restanti
forze
militari
latine.