N. 5 - Maggio 2008
(XXXVI)
LA I CROCIATA
da Clermont a Gerusalemme
di Riccardo Angeletti
Dopo dieci giorni di
Concilio, il 27 novembre 1095 Papa Urbano II chiamò
tutta la cristianità alle armi. Il suo non fu solo
un appello per la difesa della fede minacciata dalle
nuove invasioni turche,ma anche un appello del vero
erede degli imperatori Romani per la difesa
dell’Occidente. L’appello di Urbano capitava al
momento giusto: infatti se fosse stato lanciato
qualche anno prima durante la dominazione
Selgiuchida (dinastia araba carnefice),
probabilmente le cose sarebbero andate diversamente.
L’impero turco infatti si
era molto rafforzato dopo la disfatta Bizantina di
Malazgerd(1071) conquistando i due terzi dell’Asia
minore. Molte furono le cause di tale appello: in primis
era stata minacciata la fede cristiana,poi si aggiunsero
le richieste dei consumatori che spinsero i mercanti in
Medio Oriente e infine i pellegrinaggi vietati in Terra
Santa.
Molto prima che si potesse
creare un vero e proprio esercito,un gruppo di
quindicimila uomini formato da contadini donne e bambini
capeggiati da Pietro l’Eremita partì alla volta di
Gerusalemme pensando di trovarvi fortuna e prosperità;
non mancarono durante la spedizione di commettere azioni
crudeli nei confronti del popolo ebraico;ben prima di
giungere a Gerusalemme furono decimati davanti Bisanzio,
il cui imperatore aveva capito le loro intenzioni.
Arrivati in Terra Santa allo scuro di Pietro L’eremita
attaccarono l’esercito arabo e furono completamente
annientati. Pietro aveva sbagliato sin dall’inizio:
poteva un esercito formato di contadini sconfiggere la
famosa cavalleria araba?
Mentre gli uomini di
Pietro perivano sotto le frecce arabe in Europa era
stato formato un potente esercito formato da gruppi
capeggiati dai rappresentanti dei Paesi più potenti: il
primo gruppo era capeggiato da Goffredo di Buglione.
Quest’uomo oltre che la rappresentanza dell’amicizia
franco-belga(era infatti imparentato con famiglie di
entrambi i paesi)fu un uomo saggio e valoroso senza la
cui presenza sarebbe costata molto ai crociati.
Dimostrazione della sua
grande saggezza l’abbiamo durante la traversata
dell’Ungheria:infatti entrò in rapporto con il loro Re e
non ci furono incidenti strada facendo o addirittura con
i Bizantini le relazioni furono facilitate grazie ai
suoi imponenti discorsi. Un secondo gruppo crociato
sbarcò in Epiro capeggiato da Boemondo di
Taranto;sapendo di questo sbarco Bisanzio entrò nel
panico:infatti quindici anni prima Boemondo insieme al
padre Roberto il Guiscardo aveva cercato di invadere
l’Impero Bizantino.
Epico soldato,ancora
ardente della foga dei re, Boemondo si rivelerà,sin
dalle prime battaglie,un comandante pieno di
risorse,sicuramente il miglior stratega dell’esercito.
Altro importante
personaggio fu Raimondo Saint-Gilles: descritto come un
tipo lunatico e perennemente nervoso sarà giudicato in
maniera diversa di battaglia in battaglia:basta pensare
che si comportò benissimo durante la prima crociata,ma
scappò durante la campagna di Anatolia(1101).Mentre
Goffredo e Boemondo partivano anche per conquistare
nuovi regni,Raimondo rischiava di perderne uno:il Regno
della Francia del Sud minacciato dalle rivolte
nobiliari.
Altri gruppi crociati
erano arrivati a Costantinopoli e fra loro i Francesi
della Lingua d’oil: il Conte Ugo di Vermandois, fratello
del Re di Francia Filippo Augusto,il Conte Stefano di
Blois e il conte di Normandia Roberto Courte-Heuse
figlio di Guglielmo il conquistatore. L’esercito
crociato era un esercito internazionale.
“Franchi” fu la comune
denominazione che includeva tutti i crociati presenti e
fu proprio ai capi Franchi che Alessio Comneno
Imperatore di Bisanzio fece fare un giuramento: tutte
quelle città che erano state strappate ai bizantini dai
turchi sarebbero tornate a Bisanzio.
E fu proprio per quel
giuramento che il primo obiettivo fu la città di Nicea
che tempo prima era stata bizantina. L’assedio non durò
più di un mese: infatti il 26 giugno 1097 prima
dell’attacco finale franco la città fu ceduta ai
Crociati.
Subito dopo la presa della
città furono innalzati gli stendardi Bizantini come da
patto; ciò però provocò scontenti tra i capi franchi
che si sentirono defraudati della loro vittoria.
Poco tempo dopo iniziarono
la traversata dell’Asia Minore essendosi divisi in due
scaglioni:
il primo marciava con
Boemondo,suo nipote Tancredi e Roberto Courte-Heuse, il
secondo con Goffredo e Raimondo.
I turchi essendo venuti a
sapere di tale divisione cercarono di trarne
vantaggio:la mattina del primo luglio le truppe arabe si
scagliarono sull’armata di Boemondo che fu accerchiato.
Un attacco tipo dei turchi era così: una prima armata di
arcieri a cavallo si avvicinava a tiro di freccia,
vuotate le faretre avanzava una seconda armata di
arcieri e infine stancato l’esercito nemico attaccava la
cavalleria. E così accadde a Boemondo; ma quest’ultimo
ebbe il tempo di mandare un messaggero all’altro
scaglione crociato. Goffredo avendo capito che non c’era
tempo di portare anche la fanteria,prese con se 50
cavalieri e si diresse verso l’armata di Boemondo. Una
volta arrivato Goffredo riuscì a rivoltare la situazione
e a mettere in fuga le truppe arabe. Questa battaglia
fece capire al mondo arabo che i cristiani al contrario
degli arabi erano uniti e solidali tra loro. Dopo la
conquista della Grande Armenia l’esercito Franco si
diresse verso la seconda conquista per importanza:”Antiochia”.
Questa era considerata una
delle città più potenti dal punto di vista militare ed
economico.
Antiochia era il sogno di
ogni stratega Franco; in primis di Boemondo.
Quest’ultimo che non voleva cedere la città ai Bizantini
(per il giuramento di Alessio Comneno) convinse il
contingente Bizantino presente che vi era una congiura
contro di loro e li costrinse a scappare; Boemondo aveva
così la strada libera per la conquista di Antiochia.
L’assedio iniziò
subito:tutti i forti attorno Antiochia furono rasi al
suolo,ma mancavano le armi d’assedio per distruggere le
famose mura della città.
Dopo vari mesi d’assedio
l’esercito cristiano a causa della mancanza di
cibo,delle epidemie e della paura della sconfitta si era
demoralizzato. La svolta arrivò quando da Genova
arrivarono finalmente i materiali per costruire le
macchine d’assedio;senza tardare furono costruite
imponenti torri e grandi baliste e si procedette subito
all’assedio. Distrutte le mura le milizie arabe si erano
rifugiate nella roccaforte dove avevano libagioni a
sufficienza per sopravvivere per molto tempo.
Intanto un esercito arabo
di 70.000 uomini, essendo venuto a sapere dell’accaduto,
marciava su Antiochia. Lo sgomento si stava diffondendo
tra i Franchi che sapevano di non poter sopravvivere ad
un esercito così numeroso e così potente. Boemondo
sapeva che quella era la sua opportunità: riunendo un
comizio fece giurare a tutti i capi crociati di
lasciargli Antiochia se lui avesse sconfitto quell’esercito
così imponente. I capi giurarono e Boemondo si diresse
con 15.000 uomini contro 70.000. I soldati di Boemondo
erano sconfortati e scoraggiati ma grazie al
ritrovamento della “lancia di Longino” (la lancia del
centurione romano che uccise Gesù; conservata oggi a
Vienna), gli animi salirono alle stelle e anche se con
grandi perdite Boemondo sconfisse con 15.000 uomini un
esercito di 70.000.
Nel frattempo la
roccaforte di Antiochia era caduta e la città fu
consegnata a Boemondo.
Dopo la conquista della
città nel 1098 l’esercito ripartì solo dopo un anno con
meta Gerusalemme.
Importante fu la reazione
dei soldati alla vista della città: si dice che non
poterono trattenere le lacrime e gettandosi a terra
resero grazie a Dio di aver loro permesso di arrivare in
quella Terra Sacra.
Gerusalemme dieci mesi
prima era stata presa ai Turchi dagli arabi d’Egitto.
Quest’ultimi venendo a sapere dell’assedio avevano messo
frettolosamente la città in stato di difesa e si
prepararono all’assedio.
L’assedio fu
eccezionalmente penoso: si era già a meta giugno e il
caldo era torrido, mancava l’acqua,i rifornimenti, e
come ad Antiochia mancavano le macchine d’assedio.
Furono sempre le navi
Genovesi che portarono le macchine per l’assedio.
Il vero e proprio assedio
poteva avere inizio: nella notte tra il 9 e il 10 Luglio
Goffredo e Roberto di Normandia portarono le loro
macchine sulla porta di Santo Stefano e solo cinque
giorni dopo la porta fu distrutta.
Grappoli di soldati
Franchi penetravano nella città e sommersero
completamente l’esercito arabo che fu costretto a
fuggire. Il 15 luglio 1099 Gerusalemme era stata presa e
la Crociata era così terminata; non mancarono i Crociati
di commettere azioni molto poco eroiche come l’uccisione
di molte donne e bambini (ma niente in confronto a
quello che fecero gli Arabi quando riconquistarono
Gerusalemme).
Dato che Boemondo era
rimasto ad Antiochia l’unico uomo che avrebbe potuto
governare Gerusalemme era Goffredo di Buglione che per
la sua umiltà si fece proclamare “protettore del Santo
Sepolcro”.
Terminata la Crociata
arrivava forse la parte più difficile:mantenere i
territori conquistati;
e fu qui che sbagliarono
le forze Franche:a eccezione di Boemondo che rimase ad
Antiochia i restanti strateghi cristiani fecero ritorno
in patria lasciando Goffredo solo e con pochi uomini a
Gerusalemme.
La I crociata fu uno degli
eventi più significativi della storia: infatti per la
prima volta ci fu una vera e propria alleanza tra tutte
le potenze “europee” contro un unico nemico. |