N. 38 - Febbraio 2011
(LXIX)
polaroid
La magia in un istante
di Michele Broccoletti
Dopo un intero giorno trascorso a fotografare, la piccola
Jennifer
Land,
con
l'ingenuità
e
l'impazienza
propria
dei
bambini,
chiese
al
padre,
Edwin
Herbert
Land,
il
motivo
per
cui
non
era
possibile
vedere
subito
le
immagini
che
si
era
impegnata
a
scattare
con
tanto
entusiasmo.
Oggi sarebbe alquanto improbabile che a qualcuno venisse in
mente
di
fare
una
domanda
del
genere:
con
le
nostre
belle
macchine
fotografiche
digitali,
dagli
schermi
luminosi
e
brillanti,
è
subito
possibile
vedere
se
lo
scatto
è
ben
riuscito,
oppure
se è
necessario
rimettersi
nuovamente
in
posa.
“Sono
venuto
con
gli
occhi
chiusi?
La
foto
è
sfuocata?”:
queste
sono
al
massimo
le
domande
che,
ai
nostri
giorni,
può
sentirsi
rivolgere
chi
sta
dietro
l'obbiettivo
e
scatta
la
fotografia.
La situazione era invece ben diversa nel 1943, non solo
perché
il
mondo
era
in
piena
guerra,
ma
anche
perché
la
tecnologia
non
era
ancora
arrivata
ai
livelli
di
oggi.
Non
è
detto
però
che
la
società
di
allora
era
peggiore
della
nostra,
anzi...,
intorno
alla
metà
del
novecento,
forse
esistevano
ancora
i
geni
e
gli
inventori...
Edwin Herbert Land, da alcuni è stato proprio definito come
“l'ultimo
dei
grandi
geni”,
secondo
solo
ad
Edison
per
numero
di
brevetti
depositati,
ed è
stata
proprio
la
richiesta
della
figlia
che
ha
fatto
scattare
–
mai
come
in
questo
caso
il
termine
può
dirsi
più
appropriato...
– in
lui
l'intuizione
per
la
creazione
di
una
macchina
fotografica
a
secco,
con
la
quale
le
fotografie
sarebbero
state
visibili
subito
dopo
il
clic.
Edwin H. Land fin da subito ebbe ben chiara in mente l'idea,
ma,
come
sappiamo,
tra
la
teoria
e la
pratica
vi è
una
notevole
differenza.
Nonostante
ciò,
da
quel
dicembre
del
1943,
quando
la
piccola
Jennifer
“illuminò”
il
padre,
passarono
pochi
anni
e
già
nel
1947,
in
una
notte
tempestosa,
mentre
si
trovava
all'Hotel
Pennsylvania
di
New
York,
all'età
di
37
anni,
Edwin
Herbert
Land
scattò
la
prima
istantanea,
che
ritraeva
la
sua
figura
e
dava
origine
al
mito
della
macchina
fotografica
Polaroid.
In realtà, Edwin H. Land, nato nel Connecticut nel 1909,
prima
di
inventare
la
sua
rivoluzionaria
macchina
fotografica
istantanea,
aveva
già
messo
a
punto
una
serie
di
invenzioni
come
le
lenti
polarizzate,
i
filtri
ottici,
i
visori
notturni
e le
munizioni
potenziate,
molto
sfruttate
in
ambito
militare.
Nel
1937
aveva
inoltre
fondato
la
Polaroid
Corporation,
ma
senza
dubbio
il
suo
sistema
fotografico
istantaneo
è
stato,
e
resterà,
la
sua
invenzione
più
famosa,
in
quanto
per
la
prima
volta
ha
dato
la
possibilità
ai
fotografi
di
vedere
le
loro
immagini
subito
dopo
lo
scatto.
Più o meno ci vogliono circa cinquanta secondi di attesa,
prima
di
poter
ammirare
l'immagine
catturata,
che,
ovviando
al
lungo
e
complesso
procedimento
di
sviluppo
tradizionale,
nasce
grazie
ad
un
speciale
involucro,
contenente
la
soluzione
chimica,
il
quale
viene
applicato
ad
ogni
singola
pellicola
e si
rompe
dopo
lo
scatto,
quando
la
pellicola
stessa
passa
attraverso
due
cilindri.
Sembra che nel 1948, presso un grande magazzino di Boston,
sia
stata
esposta
la
prima
macchina
fotografica
Polaroid
in
grado
di
produrre,
col
solo
scatto,
le
fotografie
al
suo
stesso
intero.
Risultato?
La
macchina
fotografica
fu
venduta
dopo
poche
ore!
Da quel momento iniziò l'ascesa vertiginosa della Polaroid
che
ebbe
subito
un
grande
riscontro
popolare,
al
quale
presto
si
aggiunse
il
successo
riscosso
tra
i
fotografi
professionisti,
i
quali
vennero
conquistati
dal
fascino
delle
istantanee,
che
con
la
loro
tipica
cornice
bianca
impossibile
da
ritrovare
nelle
fotografie
tradizionali,
sono
presenti
in
quasi
tutti
gli
album
di
famiglia
ad
immortalare
i
ricordi
di
una
vita.
Nel 1966, nel giro di venti anni, la Polaroid raggiunse
probabilmente
il
suo
apice:
erano
state
vendute
tre
milioni
di
macchine
fotografiche
e
quindici
milioni
di
pellicole.
Ma
Edwin
Land
non
si
fermò
nemmeno
difronte
a
questi
sorprendenti
risultati
e
nel
1972
inventò
quella
che
forse
è
divenuta
la
più
intramontabile
tra
le
macchine
fotografiche
Polaroid.
La SX-70, superando le poche difficoltà legate ad un uso
non
proprio
immediato
dei
modelli
precedenti,
con
il
suo
caricatore
interno,
introduceva
il
primo
rullino
di
forma
quadrata,
e
scattava
immagini
anche
modificabili:
con
graffi,
tagli
ed
esposizioni
al
calore
ed
alla
luce,
le
istantanee
divennero
un
buono
strumento
creativo,
poiché
era
facile
ottenere
particolari
effetti,
rendere
strani
gli
scatti,
deformare
le
foto
ed
addirittura
riutilizzare
alcune
pellicole
per
successive
stampe.
In seguito, le pellicole Polaroid 600 garantirono una fedeltà
più
elevata
dei
colori,
e
nel
corso
degli
anni
la
Polaroid
è
diventata
il
simbolo
di
una
fotografia
“rapida
e
dinamica”,
come
la
generazione
che
usandola
immortalava
il
mondo.
Purtroppo però dal giugno del 2008 la favola ha rischiato
di
essere
interrotta:
proprio
la
voglia
di
vedere
subito
l'immagine
scattata...,
proprio
l'ansia
di
vedere
istantaneamente
la
fotografia
appena
realizzata,
ha
questa
volta
regalato
il
successo
alla
tecnologia
digitale,
che
ha
praticamente
mandato
in
pensione
le
vecchie,
care
Polaroid.
La favola potrebbe quindi finire qui, ma come sappiamo le
favole
non
sono
tali
se
non
hanno
il
lieto
fine.
Siamo
nei
primi
mesi
del
2010
infatti,
quando
ad
Enschede,
al
confine
tra
l'Olanda
e la
Germania,
un
gruppo
di
dodici
tecnici,
ingegneri
e
chimici,
uniti
proprio
dalla
passione
per
la
Polaroid,
ha
deciso
di
acquistare
un
ex
fabbrica
appartenuta
all'azienda
americana,
ed
ha
acquistato
i
macchinari
necessari
per
la
produzione
della
pellicola.
Il risultato? Sicuramente non verrà eguagliato il successo
ottenuto
dagli
storici
modelli
della
Polaroid,
ma
dal
2010
è in
vendita
la
nuova
Istant
Camera
Polaroid
300,
che
con
l'innovativa
pellicola
dalle
moderne
prestazioni,
si
promette
di
mantenere
in
vita
il
mito
delle
istantanee.
Ai più nostalgici infine, resta sempre qualche occasione da
scovare
tra
le
bancarelle
dei
mercatini,
o
tra
le
pagine
di
internet.
Ancora
è
abbastanza
facile
trovare
anche
le
pellicole
Polaroid,
che,
se
ben
conservate
con
la
confezione
integra,
sembra
riescano
a
garantire
buoni
risultati
anche
essendo
scadute.