N. 85 - Gennaio 2015
(CXVI)
Un cammino sul mare
Storia e pittura di marina
di Leonardo Merlini
“La nave in mare è da sempre, in poesia, la metafora della
vita.
E
l’arte
figurativa
non
è
stata
da
meno:
dai
mosaici
romani
sino
ai
giorni
nostri,
il
tema
è al
centro
dell’agire
pittorico
di
molti
artisti
che,
a
pieno
titolo,
possono
essere
definiti
‘maestri
di
marina’,
da
non
confondere
con
i
generici
paesaggisti
di
marine.
Il
pittore
di
marina
si
distingue
da
questi
ultimi,
infatti,
proprio
per
l’approfondita
conoscenza
tecnica
dell’imbarcazione
raffigurata,
frutto
di
studio
e
passione,
nonché
delle
variazioni
climatiche
e
delle
condizioni
del
mare”.
In questo modo la storica dell’arte Carla Isabella Elena
Cace
introduce
il
libro
di
Paolo
Bembo
e
Salvatore
Grillo
La
pittura
di
marina
in
Italia,
edito
da
Fergen
srl
nel
maggio
2013,
una
delle
poche
pubblicazioni
dedicate
a
questo
filone
dell’arte
figurativa
nazionale.
Sebbene
infatti
il
nostro
paese
sia
dedito
alla
cultura
marinara,
la
pittura
di
marina
è
sempre
stata
trattata
superficialmente
se
non
addirittura
travisata,
al
contrario
di
ciò
che
accade
nei
paesi
nordeuropei
a
spiccata
propensione
marinara
quali
l’Olanda
e il
Regno
Unito,
per
citarne
i
più
importanti,
ma
anche
Francia
e
Spagna.
Le
arti
figurative
in
generale,
e la
pittura
in
particolare,
ci
hanno
documentato
la
storia
nei
minimi
particolari,
tramandando
ai
posteri
non
solo
gli
eventi
“nudi
e
crudi”,
ma
anche
e
soprattutto
stati
d’animo,
sensazioni,
gioie
e
dolori
dei
protagonisti.
Ed è
proprio
per
questa
ragione
che
difficilmente
la
fotografia
potrà
mai
sostituirsi
alle
arti
figurative,
perché
tutto
ciò
che
l’obiettivo
fotografico
non
riuscirà
a
scattare,
sicuramente
potrà
essere
immortalato
su
una
tela,
o su
altro
materiale,
dai
pennelli
di
un
abile
maestro.
Tale
concetto
è
ancor
più
valido
se
si
considera
un
elemento
ostico
all’essere
umano
quale
il
mare,
elemento
di
straordinaria
bellezza
e
ispirazione
con
cui
da
sempre
l’uomo
ingaggia
per
varie
ragioni
una
strenua
lotta
alla
sopravvivenza.
Ed è
così
che,
come
ci
viene
raccontato
nel
libro
di
Bembo
e
Grillo,
dal
XV
secolo
numerosissimi
artisti
italiani
ci
hanno
lasciato
in
eredità
dipinti
di
marine,
di
navi,
di
marinai,
con
dovizia
di
particolari
tecnici
e
umani,
che
ci
hanno
permesso
di
scrivere
e
tramandare
emozionanti
pagine
di
storia.
Dal
Carpaccio,
ai
vedutisti
veneziani
come
Canaletto
e
Guardi,
ai
più
recenti
De
Martino
e
Claudus,
passando
per
chi,
come
Ippolito
Caffi
nell’infausta
battaglia
di
Lissa,
perse
la
vita
per
soddisfare
il
desiderio
di
essere
imbarcato
per
poter
ritrarre
al
meglio
la
vita
di
bordo
e le
navi
in
navigazione.
Un
filone
sempre
vivo,
quello
della
pittura
di
marina,
incoraggiato,
stimolato
e
sostenuto
da
istituzioni
quali
la
Marina
Militare
e la
Lega
Navale,
che
ancora
oggi
presenta
artisti
di
valore,
spesso
poco
conosciuti.
Un
esempio
ci è
dato
dalla
mostra
Un
cammino
sul
mare
del
maestro
Paolo
Grillo,
tenutasi
a
fine
novembre
2014
nelle
sale
del
Circolo
Ufficiali
Marina
“Caio
Duilio”
a
Roma.
Ufficiale
di
Marina
e
successivamente
dirigente
della
SIRM
(Società
Italiana
Radio
Marittima),
Paolo
Grillo
ha
dedicato
una
vita
al
mare
condividendo
con
il
“grande
fratello
blu”
le
gioie
e i
dolori
che
solo
i
“marinai”
possono
provare,
acquisendo
quella
particolare
sensibilità
che,
unita
alla
vena
artistica,
gli
hanno
consentito
di
intraprendere
senza
clamori
e
ricerca
di
notorietà
la
carriera
artistica
al
motto,
ben
noto
alla
gente
di
mare,
che
“pochi
sono
coloro
che
possono
dare
del
tu
al
mare,
e
quei
pochi
non
lo
fanno”.
Dopo
vari
tentativi,
acquisisce
sempre
maggiore
fiducia
nei
propri
mezzi
e
inizia
ad
intraprendere
prove
sempre
più
impegnative
realizzando
dipinti
di
vari
periodi
di
storia
navale,
soprattutto
militare.
Vengono
così
realizzati
quadri
sulle
navi
della
tradizione
velica
della
Marina
quali
l’Amerigo
Vespucci,
ancora
oggi
ambasciatrice
dell’Italia
e
del
Fondo
delle
Nazioni
Unite
per
l’Infanzia,
e la
Stella
Polare;
sommergibili
di
varie
epoche
quali
il
Toti
e il
Platino,
protagonista
di
vittoriose
azioni
durante
l’ultimo
conflitto,
in
navigazione
di
guerra
nel
1942;
la
torpediniera
Lupo
nell’ardita
azione
di
Creta
del
maggio
1941
per
la
quale
il
comandante
Francesco
Mimbelli
ricevette
la
Medaglia
d'oro
al
valor
militare,
e la
bandiera
del
Lupo
la
Medaglia
d'argento
al
valor
militare;
le
navi
da
battaglia
della
seconda
guerra
mondiale
Littorio
e
Vittorio
Veneto
che
sono
tuttora
le
navi
più
grandi
che
la
Marina
italiana
abbia
mai
avuto;
gli
incrociatori
pesanti
classe
Zara,
sempre
utilizzati
durante
il
secondo
conflitto
mondiale
e
universalmente
considerati
i
meglio
riusciti
e i
più
equilibrati
in
corazza,
armamento
e
velocità;
l’incrociatore-esploratore
Libia,
nave
veloce
e
con
un
buon
armamento
ma
con
una
corazzatura
scarsa
che
venne
per
questo
destinato
a
crociere
di
rappresentanza
o
per
missioni
di
lunga
durata
in
luoghi
lontani
che,
oltre
a
compiere
una
crociera
intorno
al
mondo
dal
1921
al
1923,
nel
1925
risalì
il
fiume
Yang
Tze
Kiang
fino
al
Hankow.
Non
mancano
anche
rappresentazioni
delle
navi
di
ultima
generazione,
vanto
della
nostra
Marina,
quali
la
portaerei
Cavour
e il
sommergibile
Todaro,
ma
anche
estranee
alla
tradizione
militare
e
lontane
nel
tempo
come
alcuni
vascelli
del
Settecento
e
l’Elettra
da
cui
Guglielmo
Marconi,
con
il
patrocinio
e il
fattivo
contributo
della
Regia
Marina,
sperimentò
gli
apparati
radio
di
sua
ideazione;
infine,
l’autore
non
disdegna
raffigurare
scene
di
vita
di
bordo,
vissute
direttamente
dall’autore,
quale
una
vedetta
sull’Amerigo
Vespucci
e il
Brigantino
dell’Accademia
Navale
di
Livorno.
In
ogni
opera
traspare
una
evidente
carica
di
nostalgia,
quasi
che
l’artista
voglia
evadere
dalle
inquietudini
del
nostro
tempo
e
trovare,
proprio
sul
mare,
sulle
navi
e
nei
personaggi
rappresentati
una
propria
armonia
interiore.
Un
percorso,
quello
di
Paolo
Grillo,
che,
attraverso
i
suoi
quadri,
ci
ha
condotto
a
rivivere
momenti
navali
di
diverse
epoche
storiche
con
dovizia
dei
particolari
ed a
provare
le
forti
emozioni
che
solo
gli
uomini
di
mare
riescono
a
vivere
intensamente
e
per
sempre
perché
la
nave
in
mare
è da
sempre
la
metafora
della
vita.