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[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 158 / FEBBRAIO 2021 (CLXXXIX)


antica

DIOCLEZIANO E LE PERSECUZIONI
CACCIA AI CRISTIANI
di Giovanni Pellegrino

 

Il Cristianesimo è una delle religioni più diffuse al mondo e nel corso della sua storia è stata vittima di forma di oppressione che purtroppo continuano ancora oggi XXI secolo. Durante l’impero di Diocleziano si perpetrò la persecuzione più feroce da parte dell’impero romano precisamente tra il 284/305 d.C.

 

Inizialmente la comunità cristiana fu vista come una società segreta illegale. Mentre i cristiani si allontanavano dalle cariche pubbliche, nelle famiglie cominciò a manifestarsi interesse verso il Cristianesimo. Nei primissimi anni le autorità ebraiche di Gerusalemme, lottarono contro di esso, tentando in tutti i modi di impedirne la predicazione. Il risultato fu che nell’impero romano le persecuzioni si diffusero sempre più, tanto da generare molti problemi ai cristiani.

 

Prendendo in considerazione le persecuzioni prima di Diocleziano, la persecuzione più feroce in assoluto fu quella scatenata da Nerone nel 64 d.C. Successivamente, questa la cronologia delle persecuzioni da parte degli imperatori successivi:

- 202 Settimio Severo emise un editto vietando la conversione al Cristianesimo e all’ebraismo;

- 235/238 Massimino il Trace perseguitò i capi dei cristiani;

- 249/251 Decio proseguì la persecuzione, i sudditi dovevano dimostrare di non essere cristiani e offrire un sacrificio agli Dei, in caso contrario sarebbero stati arrestati processati giustiziati;

- 258 Valeriano emise un nuovo editto, che stabiliva l’esilio e la condanna alle miniere, come punizione;

- 260 Gallieno emise il I editto imperiale riguardante la tolleranza verso i cristiani che portò quasi 40 anni di convivenza pacifica;

- 303 d. C. Diocleziano Massimiliano Galerio Costanzo Cloro emisero editti volti a revocare i diritti legali e a esigere che i cristiani si adeguassero alle pratiche religiose della tradizione romana.

 

Gli imperatori Decio, Valeriano, Diocleziano spinti da considerazioni politiche ordinarono persecuzioni sempre più severe che non sortirono tuttavia l’effetto auspicato. I cristiani erano accusati di sacrilegio poiché rifiutavano il culto degli dèi pertanto visti come minaccia alla Pax Deorum e all’imperatore. Le oppressioni attuate dai romani terminarono nelle 313 grazie all’imperatore Costantino.

 

Noi ci soffermeremo su quella di Diocleziano, la più dura, scatenata durante la storia del suo impero. L’imperatore comincia la sua attività persecutoria nei primi quindici ani del suo regno.

Diocleziano (ovvero Gaio Valerio Diocles), era un soldato dalmata nato da famiglia umile, divenne ufficiale dell’esercito romano, nel periodo dell’impero di Numeriano.  Alla sua morte fu proclamato imperatore dalle sue truppe.

 

Uno dei primi obiettivi di Diocleziano era riorganizzare l’impero, dal momento che il governo di un impero così grande non poteva essere gestito da un uomo solo, per cui nel 286 associò al trono un abile generale originario della Pannonia, Massimiliano. A questi affidò il governo dell’Occidente, riservandosi il controllo della parte orientale dell’impero la più ricca e popolosa.

 

Nel 293 varò una nuova forma di governo tetrarchia, in cui il potere era diviso tra due imperatori chiamati Augusti, Massimiliano e Diocleziano, ognuno affiancato da un cesare destinato a succedergli. Diocleziano scelse il generale illirico Galerio, Massimiliano Costanzo Cloro. Dopo un ventennio di governo i due imperatori avrebbero dovuto abdicare e lasciare il posto ai cesari, al fine di evitare le lotte dinastiche.

 

Per essere più vicini alle aree maggiormente esposte ogni tetrarca scelse come propria residenza e capitale una città diversa: Diocleziano Nicomedia (Asia Minore), Massimiliano Milano, Galerio si stabilì a Sirmio, Costanzo a Treviri sul confine renano.

 

All’interno di detta Tetrarchia, Diocleziano assunse il ruolo dominante e insieme, avviò l’ultima persecuzione contro i cristiani colpevoli di minacciare l’autorità imperiale e di provocare disgregazione sociale. Il Cristianesimo era giudicato una religione che andava contro l’impero, in grado di distogliere i cittadini dai culti delle divinità tradizionali.

 

A differenza di Aureliano, non promosse il culto di se stesso, ma si rifece a quello del Pantheon e degli dèi pagani, si associò a Giove capo del Pantheon stesso e inizialmente si mostrò tollerante verso i cristiani, Galerio al contrario s’identificava con Ercole, erano oggetto di adoratio, ogni persona alla presenza dell’imperatore doveva prostrarsi. Purtroppo, dobbiamo ricordare che Galeno fu chi accese in seguito l’odio di Diocleziano verso i cristiani poiché anticristiano, pagano, figlio di una sacerdotessa panteista, sotto l’imperatore Decio.

 

Diocleziano vietò anche le cariche amministrative e militari ai cristiani, alfine di placare gli dèi. Quando l’oracolo di Apollo confermò l’esistenza del “male sulla terra”, guarda caso furono proprio i cristiani a essere considerati il capro espiatorio. Nel 303 Galerio decise di intervenire contro essi, Lattanzio ne parla come un uomo bestiale, pieno di crudeltà pervaso di un odio fanatico spietato nei confronti dei cristiani.

 

Dopo la seconda fase persecutoria vi pose fine, solo nel 311, quando in punto di morte, dopo averli accusati di non aver capito le sue vere intenzioni li accusò di essere loro la causa di quello che gli stava accadendo, li scongiurò infine di pregare Dio per lui.

 

Il 23 febbraio del 303 fu emanato il I Editto di Diocleziano su proposta di Galerio, che indicava di bruciare le Sacre Scritture e di distruggere le Chiese. Per Galerio in realtà era un espediente per liberarsi di tutti i cristiani infiltrati della classe dirigente e della Chiesa intesa come organizzazione.

 

La persecuzione di Diocleziano ebbe inizio nel 303 con estrema ferocia a partire dall’Oriente, dove era maggiormente diffuso il Cristianesimo. Il risultato fu che nel giro di pochi giorni per ben due volte il palazzo e le stanze di Diocleziano furono incendiate. Da allora, sentendosi minacciato, lasciò perdere ogni cautela e si incattivì più duramente.

 

Questo editto fu seguito da un secondo che prevedeva pene sempre più dure in primis per i funzionari pubblici e per tutti i fedeli. La loro sofferenza rafforzò la determinazione verso questa nuova religione. Diocleziano ritenne quindi suo dovere riportare l’impero alla pace, instaurando una monarchia assoluta e assumendo le caratteristiche di quelle orientali attribuendo al sovrano un’origine divina.

 

Con il II Editto si decise l’arresto dei “capi delle chiese“ (tutta la gerarchia ecclesiastica); lo storico Eusebio racconta di carceri piene al punto di dover liberare i criminali comuni.

 

Il III Editto fu diffuso il 20 novembre 303. Con tale editto si decise l’amnistia generale, ovvero ogni sacerdote sarebbe stato liberato se avesse accettato di compiere un sacrificio agli dèi. Scopo di questo editto era il rinnegamento del Cristianesimo e quindi dividere la comunità.

 

L’ultimo editto divenne pubblico all’inizio del 304, i cristiani furono obbligati a radunarsi e a compiere un sacrificio comune, in caso di rifiuto sarebbero stati giustiziati. La persecuzione si protrasse fino alle dimissioni di Diocleziano il 1° maggio 305 insieme a Massimiliano, interrotta definitivamente con l’Editto di Milano con cui Costantino, nel 313, diede libertà di culto a tutti i cittadini. Si ritiene che le persecuzioni causarono la morte di circa 3.500 cittadini romani oltre a quelli perseguitati e torturati.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

A. Porcaro, La grande persecuzione cristiana di Diocleziano, ed. Open

B. Strauss, I 10 uomini che hanno fatto grande Roma, trad. di David Scaffei, Laterza, Roma 2019.

G. Castelli, L’imperatore guerriero: il romanzo di Diocleziano, Newton Compton, Roma 2015.

R. Gonzales, Le persecuzioni contro i cristiani nell’impero romano. Approccio critico, Graphe.it, Perugia 2009.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]