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ARTE


N. 98 - Febbraio 2016 (CXXIX)

MIRABILE IRAN
PATRIMONIO DELL’UMANITÀ - PARTE II

di Federica Campanelli

Tra il 2003 e il 2004 altri tre siti sono stati nominati Patrimonio dell’Umanità: Takht-e Soleyman, Pasargade e Arg-e Bam.

Takht-e Soleyman (criteria I, II, III, IV, VI)

 

I rappresentare un capolavoro del genio creativo umano.

 

II rappresentare un simbolo significativo dell’interazione umana che abbia influenzato lo sviluppo dell’architettura o della tecnologia delle arti monumentali, dello sviluppo urbano o della creazione dei paesaggi, in un dato periodo o in una determinata area culturale.

 

III rappresentare una testimonianza unica o almeno eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa.

 

IV rappresentare un esempio eminente di un tipo di costruzione o di un insieme architettonico o tecnologico o paesaggistico che illustri un periodo o dei periodi significativi della storia umana.

 

VI essere direttamente o materialmente associato a degli eventi o tradizioni viventi, a delle idee, a delle credenze, o a delle opere artistiche e letterarie che abbiano un significato universale eccezionale. 

 

 

Nel 2003 è stato inserito nella lista UNESCO il più importante santuario della religione zoroastriana: Takht-e Soleyman, il ‘trono di Salomone’. Eretto durante il principato di Cosroe I, sovrano della dinastia sasanide dal 531 al 579, il monumento fu parzialmente ricostruito durante l’Ilkhanato mongolo (1256-1335).

 

Il sito, circondato da mura alte 13 metri, dotate di 38 torri e due ingressi, si trova in una valle vulcanica nella regione dell’Azerbaijan, a nord-ovest del Paese.

 

Nella vallata è presente un pozzo artesiano, parte integrante del complesso. Gli edifici principali sorgono a nord del lago: il più importante tra essi è il Tempio del fuoco (Azargoshnasb), fiancheggiato a est da un altro tempio di epoca sasanide dedicato ad Anahita e a ovest dalle residenze reali. A nord-ovest del lago, si trova l’Iwan occidentale o “galleria di Cosroe”, una sorta di criptoportico voltato a botte, tipicamente sasanide.

 

 

 

Con la conquista islamica della Persia (VII secolo) il sito andò parzialmente distrutto e in seguito abbandonato. Secoli dopo il complesso verrà recuperato dai mongoli e ricostruito in alcune sue parti, tra cui il Tempio del fuoco e l’Iwan occidentale. Il sito venne inoltre arricchito da nuove strutture, tutte sorte intorno al lago: la residenza dell’Ilkhan Abaqa (1265–1282) e due torri ottagonali, erette dietro l’Iwan, decorate con piastrelle di ceramica smaltata; venne inoltre aperto un nuovo ingresso a sud del complesso.

 

Fanno parte della cosiddetta buffer zone: Tepe Majid, Zendan-e Soleyman e il picco Belqis con la relativa cittadella.

 

Il sito di Tepe Majid si sviluppa su una collina a circa tre chilometri a nord-est di Takht-e Soleyman; parzialmente scavato, da esso sono emerse reperti fittili del periodo partico.

 

La Zendan-e Soleyman, la ‘prigione di Salomone, è un suggestivo cratere profondo 80 metri che sorge a circa tre chilometri a ovest di Takht-e Soleyman. Intorno al cratere sorgono le rovine di santuari risalenti al I millennio a.C. Il sito di Zendan-e Soleyman perse importanza con l’arrivo dei Sassanidi nel VI secolo.

 

 

 

Kuh-e Belqis, il monte Belqis, alto 3200 metri, si trova a circa 8 chilometri a nord-est del lago. Sul punto più elevato del monte vi si trovano le vestigia di una cittadella datata al periodo sasanide, che si estende su un’area di 60x50 metri.

 

Pasargade (criteria I, II, III, IV)

 

I rappresentare un capolavoro del genio creativo umano.

 

II rappresentare un simbolo significativo dell’interazione umana che abbia influenzato lo sviluppo dell’architettura o della tecnologia delle arti monumentali, dello sviluppo urbano o della creazione dei paesaggi, in un dato periodo o in una determinata area culturale.

 

III rappresentare una testimonianza unica o almeno eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa.

 

IV rappresentare un esempio eminente di un tipo di costruzione o di un insieme architettonico o tecnologico o paesaggistico che illustri un periodo o dei periodi significativi della storia umana.

 

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Resti del palazzo reale di Pasargade

 

Il sito di Pasargade è stato inserito nell’elenco del Patrimonio UNESCO nel 2004. L’antica città persiana, fondata per volere di Ciro II il Grande nel 546 a.C., è stata la capitale dell’Impero Achemenide prima che questa fosse trasferita nella vicina Persepoli. Gli edifici della città, compresi i giardini e il mausoleo di Ciro, ben rappresentano gli stilemi della prima architettura achemenide nonché un’eccezionale testimonianza della civiltà persiana.

 

Il sito archeologico si estende per 160 ettari e contiene alcune tra le primissime manifestazioni dell’arte e dell’architettura persiana: il più celebre è senz’altro il mausoleo di Ciro il Grande, realizzato su sei livelli tramite grandi blocchi squadrati di pietra calcarea e copertura a doppio spiovente.

 

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Mausoleo di Ciro il Grande

 

Su una collina situata nel limite settentrionale del sito di Pasargade, è presente il Toll-e Takht, noto anche come trono di Salomone”, una piattaforma fortificata (98x79 metri) realizzata con grandi blocchi calcarei messi in opera tramite un accorgimento noto come anathyrosis, che prevede un’accurata levigatura dei blocchi lungo il loro perimetro affinché il giunto risulti il più preciso possibile.

 

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Toll-e Takht, si notino i blocchi lavorati con la tecnica anathyrosis

 

Occupano la parte centrale del sito i Palazzi Reali. Trattasi di un insieme di edifici originariamente situati all’interno di un sistema di giardini (i cosiddetti quattro giardini”) che ha dato origine al Chahar Bagh, il tipico assetto dei giardini nella cultura persiana che prevede la partizione dello spazio in quattro settori.

 

Arg-e Bam (criteria II, III, IV, V)

 

II rappresentare un simbolo significativo dell’interazione umana che abbia influenzato lo sviluppo dell’architettura o della tecnologia delle arti monumentali, dello sviluppo urbano o della creazione dei paesaggi, in un dato periodo o in una determinata area culturale.

 

III rappresentare una testimonianza unica o almeno eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa.

 

IV rappresentare un esempio eminente di un tipo di costruzione o di un insieme architettonico o tecnologico o paesaggistico che illustri un periodo o dei periodi significativi della storia umana.

 

V rappresentare un esempio eminente di insediamento umano tradizionale, di sfruttamento tradizionale del territorio o del mare, che sia rappresentativo di una cultura (o di culture) o dell’interazione umana con l’ambiente, specialmente quando questo è stato reso vulnerabile da un cambiamento irreversibile.

 

 

 

 

Nel 2004 è entrata a far parte della lista UNESCO Arg-e Bam (‘cittadella di Bam’), sito archeologico dell’antica città di Bam, situata a circa 1060 metri s.l.m. nella regione sud-orientale del Kerman, tra l’esteso Dasht-e Lut, il deserto di Lut, e la catena montuosa di Jebāl Bārez.

 

La cittadella fortificata, sorta sulla via della seta, è stata probabilmente fondata nel VI secolo a.C. e ha impostato la sua sopravvivenza su un sistema sotterraneo di canali d’irrigazione, i qanāt, di cui la città conserva ancora antichissimi esempi.

 

Il sito ha attraversato la storia del territorio iraniano vivendo fasi alterne di prosperità e decadenza: durante il periodo safavide Bam era uno dei maggiori centri religiosi e di commercio dell’intero paese e la sua popolazione crebbe fino a raggiungere le 13000 unità. Una prima fase di declino si registrò allorché cadde la dinastia reggente dei Safavidi con l’invasione afgana del 1722. Infine, nel XIX secolo, la città venne del tutto abbandonata.

 

Arg-e Bam rappresenta, o meglio ha rappresentato fino al terremoto del 2003 (evento che ha causato circa 30000 vittime), il più grande insediamento umano costruito totalmente con mattoni di terra cruda (khesht), messi in opera con una malta anch’essa a base di fango (chineh).

 

Il nucleo principale del sito, cioè l’area contenente i quartieri governativi, si estende per oltre 20 ettari, ed è cinto da un sistema di mura alte tra i 6 e i 7 metri, per un perimetro di oltre 1800 metri e ben 38 torri di guardia. Le fortificazioni includono poi un fossato largo tra i 10 e 15 metri.

 

Oltre alla cittadella vera e propria l’UNESCO tutela le strutture storiche situate nel circondario: la fortezza Qal’eh Dokhtar (VII secolo) e i due mausolei Imāmazadeh Zeyd (XI-XII secolo) e Imāmazadeh Asiri (XIIX secolo).

 



 

 

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