N. 136 - Aprile 2019
(CLXVII)
LA PASQUA, IERI E OGGI
FRA TRADIZIONI, SIMBOLI, SIGNIFICATI e ricordi
di
Giovanna
D'Arbitrio
Nei
miei
ricordi
degli
anni
Cinquanta,
la
Pasqua
– da
poco
passata
– si
svolgeva
secondo
precisi
rituali,
tra
cui
non
mancava
lo
“struscio”,
la
tradizionale
visita
ai
“sepolcri”
allestiti
nelle
chiese
per
commemorare
la
Passione
di
Cristo.
Nel
centro
storico
di
Napoli,
affollatissimo,
la
gente
camminava
lentamente,
“strusciando”
di
fronte
alle
vetrine
e
sfoggiando
i
nuovi
eleganti
abiti
primaverili.
All’imbrunire
si
tornava
a
casa
dove
allettanti
odori
uscivano
dalle
cucine
nelle
quali
le
donne
erano
indaffarate
a
preparare
la
pasta
all’uovo
per
le
lasagne
pasquali,
pastiere
e i
tradizionali
“casatielli”.
A
Pasqua
tutti
a
messa!
Poi
si
andava
a
tavola
e là
si
alzava
in
piedi
nonno
Mario
imponendo
il
silenzio
per
benedirci
con
un
ramoscello
di
ulivo
bagnato
nell’acqua
santa,
passandolo
subito
dopo
a
mio
padre
che
ripeteva
l’operazione
come
se
fosse
un
“comandante
in
seconda”
per
il
rispetto
che
allora
si
aveva
verso
gli
anziani.
Quanto
tempo
è
passato
dai
quei
lontani
anni
‘50!
Anni
duri,
anni
del
dopoguerra,
eppure
pieni
di
speranza
nel
futuro.
Eravamo
circondati
da
persone
oneste
e
coraggiose,
uscite
miracolosamente
“intatte”
da
un’orrenda
guerra,
sia
fisicamente
che
moralmente.
Tutto
cambia
e
ora
prevale
in
pieno
il
proverbio
“Natale
con
i
tuoi,
Pasqua
con
chi
vuoi”.
Perfino
a
Natale
oggi
un
numero
crescente
di
persone
preferisce
fare
un
viaggio
con
gli
amici
o
stare
insieme
a
ristorane,
piuttosto
che
ripetere
le
“grandi
adunate
familiari”.
Manca
il
passaggio
del
testimone
da
una
generazione
all’altra,
e
così
molte
tradizioni
gradualmente
si
perdono.
Proviamo
allora
a
riscoprire
i
profondi
e
antichi
significati
della
Pasqua
e
della
sua
complessa
simbologia.
Il
significato
della
Pasqua
è
certamente
spirituale,
ma
la
sua
celebrazione
include
tradizioni
antiche
e
significati
che
variano
da
paese
a
paese,
pur
essendo
una
festa
trasversale
condivisa
da
diverse
culture
e
religioni.
La
Pasqua,
in
effetti,
coincide
con
l’inizio
della
primavera
e
quindi
della
rinascita.
Perfino
nelle
antiche
religioni
pagane
c’era
sempre
una
festa
che
coincideva
con
l’arrivo
della
primavera:
nella
cultura
greca
pre-cristiana
la
vittoria
sulle
tenebre
era
rappresentata
dalla
dea
Persefone
che
tornava
alla
luce
del
giorno
dall’Ade;
i
romani
il 5
marzo
festeggiavano
il
Navigium
Isidis,
cioè
il
ritorno
della
primavera
e la
ripresa
delle
navigazioni
e
dal
22
al
27
marzo
con
le
Hilaria
celebravano
la
rinascita
di
Attis
e la
sua
vittoria
sulle
tenebre.
Il
termine
"Pasqua"
,
inoltre,
deriva
dall’aramaico
"pasha"
che
ritroviamo
in
"pascha"
della
tradizione
greca
e
latina.
Nella
versione
ebraica
"pesah"
significa
"passare
oltre"
e
deriva
dal
racconto
della
decima
piaga
d’Egitto,
nella
quale
il
Signore
comandò
agli
ebrei
di
segnare
con
il
sangue
dell’agnello
le
porte
delle
case
di
Israele
permettendogli
di
andare
oltre,
colpendo
così
solo
le
case
degli
egiziani
(Esodo,
12,21-34).
La
Pasqua
ebraica
ricorda
quindi
la
liberazione
dalla
schiavitù
degli
Ebrei
dall’Egitto
grazie
a
Mosè
e il
viaggio
verso
la
terra
promessa,
celebrata
con
due
riti:
l’immolazione
dell’agnello
e il
pane
azzimo.
Secondo
la
tradizione
cristiana
il
riferimento
è
alla
Passione
del
Cristo:
il
termine
deriverebbe
dal
verbo
greco
πάσχειν
che
vuol
dire
"soffrire".
La
Pasqua
cristiana,
quindi,
anche
se
affonda
le
radici
in
quella
ebraica,
celebra
la
resurrezione
di
Gesù
e la
Nuova
Alleanza
con
Dio
attraverso
la
passione
di
Cristo
che
si è
immolato
per
l’uomo,
liberandolo
dal
peccato
originale.
La
Resurrezione
simbolicamente
rappresenta
la
sconfitta
della
morte
e il
risveglio
alla
“vera
vita”.
Secondo
i
Vangeli,
Gesù
è
morto
in
croce
nel
venerdì
precedente
la
festa
ebraica,
che
quell’anno
cadeva
di
sabato,
ed è
risorto
il
giorno
successivo,
in
seguito
chiamato
domenica.
Nonostante
la
Pasqua
sia
per
noi
una
festa
religiosa
cristiana,
i
simboli
tradizionali
si
ricollegano
anche
alle
antiche
celebrazioni
di
rinascita
pagane,
a
cui
abbiamo
già
accennato.
A
cominciare
dall’uovo
di
Pasqua,
come
tutte
le
uova
in
genere,
è
senz’altro
emblema
della
nascita,
l’inizio
di
una
nuova
vita.
Gli
antichi
Egizi
avevano
consacrato
l’uovo
alla
dea
Iside
e
rappresentavano
il
dio
Ptah,
creatore
dell’uomo,
intento
a
forgiare
un
uovo.
I
Persiani
usavano
scambiarsi
uova
colorate
come
augurio
durante
alcune
cerimonie
religiose.
IL
coniglio
(come
la
lepre),
animale
molto
prolifico,
nell’antica
cultura
europea
era
il
un
simbolo
della
rinascita
della
natura
e
della
fertilità.
L’agnello,
simbolo
della
dalla
Pesach
ebraica,
si
ritrova
cultura
cristiana,
come
simbolo
del
sacrificio
di
Cristo,
mentre
la
colomba
è il
simbolo
dello
Spirito
Santo,
simbolo
di
pace,
come
il
ramo
d’ulivo
che
è
anche
simbolo
di
salvezza.
L’origine
infatti
è
nell’episodio
biblico
del
diluvio,
quando
Dio
inviò
a
Noè
una
colomba
con
un
ramoscello
di
ulivo
.Il
cero
pasquale,
infine,
è
simbolo
della
Resurrezione,
del
Cristo
Risorto.