.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

 

 

.

contemporanea


N. 45 - Settembre 2011 (LXXVI)

partigiani e opposizione al nazifascismo

resistere e morire per la libertà
di Giuseppe Formisano

 

La Resistenza italiana, quel coraggioso e glorioso movimento ritenuto come un nuovo Risorgimento, coinvolse buona parte dei cittadini italiani, e insieme con la Resistenza jugoslava e greca fu la più attiva e sentita fra le successive tradizioni delle sinistre.

 

Violenta e stragista fu la reazione dei nazisti e dei fascisti di Salò nei confronti dei sommovimenti libertari della popolazione che vi aderì.

 

I partigiani erano uomini e donne di diversa provenienza sociale e politica organizzati in gruppi spontanei di cittadini, impegnati in una lotta clandestina per liberare l’Italia dalla ventennale dittatura fascista e dalla più recente occupazione tedesca che oltre alla repressione della libertà e all’indottrinamento, alla persecuzione poliziesca e all’eliminazione fisica di avversari con fucilazioni, deportazioni e forni crematori, portò anche alle vergognose leggi razziali e alla guerra, con conseguenti lutti, fame e morte.

 

 

I civili che si rimboccarono le maniche per lasciare un paese più giusto e libero alle future generazioni, furono operai e studenti, contadini ed intellettuali che, uniti agli antifascisti tornati dall’esilio, lottarono soprattutto sulle montagne del nord ma anche nelle città e nelle campagne del resto del paese. Sono memorabili le quattro giornate di Napoli (28 settembre – 1 ottobre 1943) in cui i napoletani lottarono giorno e notte contro gli oppressori.

 

Un ruolo di spiccata rilevanza politica ed organizzativa lo assunsero le organizzazioni partigiane comuniste e socialiste, senza però dimenticare il ruolo combattivo e preziosissimo dei cittadini cattolici o liberali che, nei futuri anni della Repubblica, avrebbero osteggiato proprio i vecchi alleati antifascisti di tradizione comunista.

 

Un esempio è quello del democristiano genovese Emilio Taviani, in prima linea nella guerra partigiana ma anche paladino dell’anticomunismo e depositario del segreto di Gladio, l’organizzazione paramilitare anticomunista italiana.

 

Taviani nel 1978, durante il sequestro Moro, fu destinatario di uno scritto del prigioniero che oggi sappiamo era parte del memoriale messo su carta da Moro dal «carcere del popolo»: tale documento fu allegato al comunicato numero 5 delle BR nel quale Taviani fu definito «teppista di Stato».

 

Molte furono le rappresaglie dei nazifasciste contro inermi civili, come quella di Pietransieri (nota anche come “Strage dei Limmari”) nel 1943, o Sant’Anna di Stazzema. In quest’ultima perirono circa 560 persone tra civili e partigiani, mentre a Marzabotto, nel 1944, circa 1800.

 

Rappresaglie simili le subirono anche formazioni partigiane, come nel caso delle Fosse Ardeatine di Roma e Civitella in Val di Chiana. Sant’Anna di Stazzema, un paesino in provincia di Lucca abitato da contadini, subì la ferocia di nazisti accompagnati da fascisti italiani in camicia nera, che non risparmiò nessuno.

 

Una lapide posta nella piazza principale ricorda Anna Pardini. Essa Non era una eroina della resistenza, né una scrittrice locale. Anna Pardini era nata qualche giorno prima del 12 agosto 1944, il giorno della strage, quello più orrendo per il paesino toscano.

 

La lapide ricorda: Anna Pardini, la più piccola dei tanti bambini che la guerra ha qui strappato dai girotondi

 

Tutti gli antifascisti si organizzarono nel CNL, Comitato di Liberazione Nazionale, che aveva una sede centrale ma articolata anche in sottogruppi, come il CLNAI, Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.

 

La Sicilia fu il primo territorio ad essere liberato. Il 10 luglio 1943 sbarcarono le truppe anglo-americane che in meno di venti giorni arrivarono a Palermo. Secondo lo storico Claudio Pavone, dopo l’8 settembre 1943, giorno in cui a Cassibile - una frazione di Siracusa - il Generale Giuseppe Castellano e gli alleati angloamericano firmarono l’armistizio, la resa incondizionata dell’Italia e la fine del conflitto, ebbe inizio un altro conflitto: una guerra civile combattuta tra gli stessi italiani fascisti e antifascisti.

 

La firma dell’armistizio (che in realtà avvenne il 3 settembre ma solo il giorno 8 fu resa nota) provocò anche una feroce ritorsione dei soldati tedeschi sugli italiani di stanza nelle isole dell’Egeo: sull’isola di Cefalonia l’intera Divisione Acqui fu massacrata dai nazisti.

 

La vittoriosa marcia che dal Sud mirava a liberare la capitale, (Roma fu strappata ai nazisti il 4 giugno), fu caratterizzata da tanti episodi di giubilo da parte della popolazione liberata dal giogo nazifascista, da memorabili episodi come lo sbarco dell’armata del Generale Clark a Salerno (in realtà avvenne ad Agropoli, circa cinquanta chilometri più a Sud) ma anche, purtroppo, da tanti atti di violenza perpetrati sia dai nazifascisti in fuga che dagli alleati.

 

Quando nella primavera 1945 crollò la Linea Gustav, (la linea che tagliava in due l’Italia dalla Toscana, precisamente dalla zona di Massa Carrara, fino alla costa adriatica delle Marche), istituita dai tedeschi nel 1944 per impedire l’entrata degli anglo-americani nel Nord Italia, la guerra per i partigiani era ormai vinta.

 

La fucilazione di Mussolini, a quel punto, era ormai questione di giorni.

 

I valori della Resistenza, l’uguaglianza, l’antirazzismo, la libertà, sono stati adottati e tutelati dalla Costituzione Repubblicana del 1948 e dalle principali organizzazioni internazionali di pace, ma bisogna constatare l’indifferenza, soprattutto negli ultima anni in Italia, da parte dei cittadini nei confronti delle conquiste ottenute grazie alla spinta proprio di quei valori.

 

Forse oggi è da tale indifferenza che bisogna liberarsi, con un nuovo Risorgimento.


 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.