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N. 134 - Febbraio 2019 (CLXV)

Storia dei Papi medievali fino all'anno mille

PARTE vi - Leone III

di Vincenzo La Salandra

 

San Leone III (795-816) era un romano di modeste origini e venne eletto successore di Adriano I (772-795) con i soli voti del clero, mentre la nobiltà laica gli era contraria perché si riteneva minacciata nei propri privilegi. Ma Leone III si rivolse direttamente a Carlo Magno in termini di implicita soggezione e ne ricavò la promessa che i franchi avrebbero combattuto contro tutti i nemici interni ed esterni della Chiesa.

 

Negli anni seguenti scoppiarono a Roma tumulti e agitazioni, ed egli stesso, aggredito durante una processione, venne gettato giù da cavallo e ferito, riuscendo a stento a fuggire presso il campo dei franchi a Paderborn in Sassonia, nel 799.

 

Dalla Sassonia Carlo Magno lo fece riaccompagnare solennemente a Roma, aprendo nel contempo un'inchiesta sui fatti e sulle accuse che gli venivano mosse. L'anno successivo lo stesso Carlo Magno scese a Roma nel fatidico dicembre 800. Venne allora indetto un sinodo che decretò non potersi mai procedere contro l'autorità del papa; da parte sua, Leone III giurò in San Pietro di non aver mai commesso i crimini dei quali lo si accusava (purgatio per sacramentum).

 

Due giorni dopo nel corso delle funzioni della notte di Natale, Leone III procedette alla famosa incoronazione imperiale, vero momento periodizzante della storia europea nel Medioevo.

 

Non si è mai riusciti a stabilire se il rito sia stato in precedenza concordato tra le parti e nemmeno come siano andate realmente le cose: secondo una delle fonti, lo storico Eginardo, pare che Carlo ne fosse stato sgradevolmente sorpreso. Considerando i fatti che seguirono, certamente si può parlare di un vero successo di Leone III, che, attraverso il privilegio di incoronare i sovrani, conferiva un valore politico al primato dell'autorità religiosa del papa su quella politica dell'imperatore. E d'altronde, anche da un punto di vista più pratico e immediato, l'investitura imperiale riuscì di assoluto vantaggio per la Chiesa, che si assicurò nello stesso tempo il durevole appoggio dei franchi e una più sicura indipendenza dalle continue interferenze bizantine.

 

La morte di Carlo Magno, l'anno 814, segnò in effetti anche la fine della pace del pontificato di Leone III. Roma venne nuovamente sconvolta dalle fazioni e sembra che, senza neppure ricorrere al nuovo imperatore Ludovico il Pio, egli soffocasse nel sangue una nuova congiura. Tuttavia le fonti sono incerte per questi anni e per i complicati frangenti del primo scorcio del IX secolo.

 

Leone III, sul piano della dottrina e del sostegno all'ortodossia, confermò nel 799 la condanna contro l'adozionismo, che era già stata espressa da Adriano I e nell'809 prese posizione contro Carlo Magno, che era favorevole all'aggiunta del Filioque nel Credo niceno costantinopolitano. Per non rompere con la Chiesa d'Oriente, contraria a tale aggiunta e alla relativa dottrina, Leone III ribadì la verità di fede, ma dichiarò che non si dovesse esprimere obbligatoriamente la formula che, in quanto indubitabile, era da ritenersi sottintesa.

 

Morì nell'816 e fu sepolto in San Pietro. Dopo di lui Stefano IV, papa per un solo anno, venne eletto sotto l’imperatore Ludovico il Pio, e non attese la sua autorizzazione per insediarsi.

 

Stefano fece tuttavia in modo di non apprire troppo irrispettoso dell’autorità imperiale e fece pronunciare al popolo romano uno storico giuramento di fedeltà a Ludovico. In seguito si recò fino a Reims per incoronare l’imperatore e la sua consorte. Stefano IV morì poco dopo il suo rientro a Roma dalla Francia: anche lui fu sepolto in San Pietro.

 

Durante il pontificato di Leone III e Stefano IV i saraceni si organizzavano nel sultanato indipendente degli Aghlabidi: questa dinastia si rese autonoma da Baghdàd in Tunisia, fondando una nuova capitale a Kairawan nell’801.

 

Tutte le isole mediterranee vennero raggiunte e spesso saccheggiate dalle flotte musulmane: qualche anno dopo veniva desolata la Corsica con incursioni e saccheggi l’809; le incursioni si estesero alla Sardegna nell’810; Ischia venne saccheggiata con tre giorni di razzie nell’813; e nei due anni successivi le scorrerie interessarono Centumcellae, Civitavecchia. L’814 Jiaz ibn Abdallah al-Khurtubi si stabiliva in un angolo della Corsica e fondava il castello di Aljiaz, Ajaccio. L’episodio segnala che la provenienza delle incursioni era anche l’Al-Andalus Omayyade oltre che l’Ifriqiya Aghlabide.

 

Successivamente, tra l’814 e l’824, durante il pontificato di Pasquale I si progetta e si compie l’opera grandiosa di traslazione delle reliquie dei martiri dalle campagne, rese malsicure dalle ormai frequenti scorrerie saracene, verso le chiese cittadine di Roma. 



 

 

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