N. 132 - Dicembre 2018
(CLXIII)
STORIA DEI PAPI MEDIEVALI FINO ALL’ANNO MILLE
PARTE IV - I Tre santi, Gregorio II, Gregorio III e Zaccaria
di
Vincenzo
La
Salandra
San
Gregorio
II
(715-731)
era
già
stato,
prima
dell’elezione
al
soglio
pontificio,
suddiacono
e
bibliotecario,
oltre
che
consigliere
del
suo
predecessore
Costantino
I
(708-715)
durante
il
suo
viaggio
a
Bisanzio.
Gregorio
II
fu
l’unico
papa
romano
in
un
periodo
caratterizzato
dalla
presenza
costante
sul
soglio
pontificio
di
personaggi
d’origine
orientale.
Gregorio
II
si
trovò
a
fronteggiare
due
avvenimenti
cruciali
della
storia
del
Medioevo:
da
un
lato
fu
chiamato
ad
affermare
l’autonomia
della
Chiesa
romana
di
fronte
al
minaccioso
espansionismo
longobardo;
dall’altro
si
trovò
a
fronteggiare
la
politica
iconoclasta
perseguita
dall’impero
d’Oriente.
Quando
le
truppe
longobarde,
guidate
dal
re
Liutprando,
conquistati
i
territori
bizantini
dell’Esarcato
e
della
Pentapoli,
si
spinsero
fin
nei
pressi
di
Roma
a
Sutri,
Gregorio
II
riuscì
non
solamente
a
convincere
Liutprando
a
desistere
dall’avanzata,
ma
ottenne
anche
una
serie
di
donazioni,
e
tra
queste
lo
stesso
castello
di
Sutri,
nel
728:
a
quest’atto
si è
soliti
far
risalire
l’origine
dello
Stato
della
Chiesa.
Nei
confronti
dell’impero
d’Oriente,
Gregorio
II
si
oppose
energicamente
all’editto
con
cui,
nel
726,
Leone
III
l’Isaurico
(717-741)
aveva
vietato
il
culto
delle
immagini
sacre
e
cercò
di
distogliere
l’imperatore
bizantino
dal
proseguire
la
politica
iconoclasta.
Gregorio
II,
ormai
sicuro
dell’aiuto
longobardo,
arrivò
ad
aggredire
a
tal
punto
l’imperatore
da
dirgli:
“Se
ricorri
alla
violenza,
come
tu
dici,
e ci
minacci,
non
è
necessario
che
noi
dobbiamo
lottare
con
te.
Si
allontanerà
di
tre
miglia
il
Vescovo
di
Roma,
nella
Campania,
e
suvvia,
da’
la
caccia
ai
venti...
Ci
rattrista
il
fatto
che,
mentre
i
selvaggi
e i
barbari
si
sono
civilizzati,
tu,
persona
colta,
sia
diventato
selvaggio
e
incivile.
L’intero
Occidente
porge
al
principe
degli
apostoli
il
tributo
della
fede,
ma
se
tu
mandi
della
gente
a
distruggere
le
immagini
di
san
Pietro,
allora
sta’
attento.”
E
per
cinque
volte
le
truppe
italiane
si
mobilitarono
per
difendere
il
papa
dagli
sbirri
bizantini.
Addirittura,
nel
727,
venne
assassinato
l’esarca
Paolo.
Di
conseguenza
il
papato
andava
orientandosi
sempre
più
decisamente
verso
il
mondo
franco-germanico.
Il
missionario
anglosassone
Wynfrith
raggiunse
Gregorio
a
Roma
e
venne
da
lui
incaricato
dell’evangelizzazione
della
Frisia
e
della
Turingia:
il
papa
gli
cambiò
il
nome
in
quello
di
Bonifacio.
A
Gregorio
II
si
deve
quindi
l’invio
in
Frisia
e
Turingia,
nel
719,
del
nuovo
monaco
benedettino
Bonifacio
e di
altri
missionari
per
evangelizzare
i
germani
ma
anche
per
incoraggiare
il
monachesimo.
Ed è
proprio
in
questi
anni
che
venne
tenacemente
ricostruito
il
monastero
di
Montecassino.
Quando
Bonifacio
tornò
a
Roma
una
seconda
volta
nel
722,
Gregorio
lo
consacrò
vescovo.
Gregorio
II
fu
anche
un
prolifico
scrittore:
ci
ha
lasciato
un
monumentale
epistolario
in
quattordici
libri
con
la
storia
del
suo
pontificato.
Morì
nel
731.
Anche
Gregorio
III
(731-741)
è un
santo
della
Chiesa:
di
origine
siriaca
ereditò
la
politica
del
suo
diretto
predecessore.
Nel
sinodo
del
731
scomunicò
i
seguaci
della
dottrina
iconoclasta
perseguita
da
Leone
III
l’Isaurico.
Quando
il
re
Liutprando
riprese
ad
avanzare
su
Roma,
portando
le
milizie
longobarde
ancora
una
volta
alle
porte
dell’Urbe,
il
papa
chiese
l’intervento
del
franco
Carlo
Martello:
correva
l’anno
739.
L’operazione
fu
in
ogni
caso
prematura,
Carlo
infatti
non
raccolse
l’invito,
ma
fu
sicuramente
importante
perché
segnava
una
svolta
in
senso
francofilo
della
politica
pontificia:
e si
crearono
quei
presupposti
che
furono
poi
realizzati
da
Stefano
II
(752-757)
e
Pipino.
Nel
732
Gregorio
III
nominò
San
Bonifacio
arcivescovo
per
la
sua
opera
di
riorganizzazione
ecclesiastica
in
Assia,
Turingia
e
Baviera.
Fu
anche
il
primo
dei
papi
a
governare
l’esarcato
di
Ravenna.
Morì
a
Roma
nel
741
e fu
sepolto
in
San
Pietro.
Il
santo
papa
Zaccaria
(741-752)
era
di
origine
greco-catalana,
nato
a
Santa
Severina
in
Calabria,
e
succedette
nel
pontificato
a
Gregorio
III.
A
differenza
del
suo
predecessore
instaurò
una
politica
di
accordo
con
il
re
dei
longobardi
Liutprando,
che
era
allora
in
lotta
con
i
ducati
periferici
di
Spoleto
e
Benevento,
e
concluse
con
lui
un
importante
accordo
stipulato
a
Terni
nel
742.
In
forza
di
questo
accordo
tra
il
re e
il
papa,
in
cambio
dell’approvazione
pontificia
alla
destituzione
dei
duchi
ribelli,
Liutprando
si
impegnava
a
restituire
le
quattro
fortezze
di
Amelia,
Orte,
Bomarzo
e
Bieda,
riconsegnando
i
patrimoni
usurpati
e
stipulando
una
tregua
ventennale.
Zaccaria
intervenne
poi
presso
Liutprando
nel
743
a
favore
dell’esarcato
di
Ravenna,
che
i
longobardi
volevano
strappare
ai
bizantini,
e,
ancora,
presso
il
suo
successore
Rachis,
dissuadendolo
dalla
conquista
di
Perugia
e
della
Pentapoli.
Tuttavia,
ambedue
i
territori
bizantini
vennero
occupati
qualche
anno
dopo,
nel
751,
da
Astolfo.
Sempre
nello
stesso
anno
Zaccaria
accettava
la
proposta
avanzata
da
Pipino
il
Breve
di
riconoscergli
il
titolo
di
re
dei
franchi:
questo
episodio
è
significativo
perché
si
ponevano
così
le
basi
dei
futuri
rapporti
privilegiati
della
Santa
Sede
con
la
monarchia
franca;
e
d’altra
parte
veniva
sancito
in
via
definitiva
il
distacco
politico
di
Roma
da
Bisanzio.
Il
Liber
Pontificalis,
che
loda
forse
oltre
misura
la
figura
di
Zaccaria,
riferisce
anche
che
questo
papa
fu
l’ultimo
successore
di
san
Pietro
d’origine
greca
o
siriaca.
Poiché
simpatizzava
per
il
regno
greco-bizantino,
inviò
anche
a
Costantinopoli
una
notifica
della
propria
elezione.
Ma
fu
storicamente
l’ultimo
pontefice
a
seguire
questa
prassi.
Si
distinse
anche
nel
tentativo
di
evangelizzare
l’Inghilterra
e la
Germania;
l’incoronazione
di
Pipino
creò
un
importante
precedente
per
cui,
anche
in
seguito,
i
papi
affermarono
il
diritto
di
conferire
o
togliere
le
corone;
gli
si
attribuisce
la
storica
fondazione
della
biblioteca
vaticana.
La
sua
sepoltura
è in
San
Pietro.