N. 129 - Settembre 2018
(CLX)
Storia dei Papi medievali fino ALL’ANNO mille
Parte
II -
Onorio
I
di
Vincenzo
La
Salandra
La
seconda
parte
di
questa
rubrica
sui
papi
medioevali
si
concentra
sulla
prima
metà
del
VII
secolo
altomedievale
e su
Onorio
I,
papa
dal
625
al
638
d.
C.;
prima
del
suo
pontificato
salirono
al
soglio
di
Pietro
cinnque
papi
in
pochi
anni,
e
precisamente:
Sabiniano
(604-605),
Bonifacio
III
(607),
Binofacio
IV
(608-6015),
Adeodato
o
Deusdedit
I
(615-618)
e
Bonifacio
V
(619-625).
Sabiniano
era
già
stato
il
rappresentante
di
Gregorio
Magno
alla
corte
d’Oriente,
come
anche
Bonifacio
III,
il
quale
ottenne
in
qualità
di
nunzio
apostolico
a
Costantinopoli
la
storica
promulgazione
di
un
editto
che
riconosceva
la
superiorità
della
sede
apostolica
romana
rispetto
alla
capitale
d’Oriente.
Nonostante
i
pochi
anni
di
pontificato,
Bonifacio
IV,
monaco
benedettino
nato
in
Abruzzo
e
santo
della
Chiesa,
passò
alla
storia
per
la
consacrazione
del
Pantheon
di
Roma:
ottenuto
in
dono
dall’imperatore
Foca
questo
‘simbolo’
di
Roma
pagana,
cristiana
e
universale,
lo
consacrò
al
culto
della
Vergine,
in
memoria
di
tutti
i
martiri
della
cristianità.
In
occasione
di
questa
cerimonia
storica
e
solenne
il
santo
padre
Bonifacio
IV
istituì
la
festa
di
tutti
i
santi.
Da
segnalare
durante
il
suo
potificato,
nel
614
la
profanazione
dei
luoghi
sacri
a
Gerusalemme
da
parte
dei
persiani
ancora
pre-islamici.
Anche
Adeodato
fu
santificato
ed è
ricordato
per
la
costruzione
di
chiese,
per
i
buoni
rapporti
con
i
bizantini
e
per
le
opere
di
carità.
Prima
di
Onorio,
Bonifacio
V
emanò
una
disposizione
in
base
alla
quale
non
potevano
essere
espulsi
dalle
chiese
coloro
i
quali
cercavano
asilo:
siamo
alle
origini
di
una
fondamentale
norma
che
sarà
di
‘diritto
ecclesiastico’
nei
secoli
successivi.
Onorio
I è,
dopo
Gregorio
Magno,
una
figura
emblematica
e
allo
stesso
tempo
suggestiva.
Onorio
I
era
di
nobile
famiglia
campana
e
accrebbe
con
un'avveduta
amministrazione
il
patrimonio
della
Chiesa
spendendo
comunque
ingenti
somme
nel
restauro
degli
edifici
di
Roma.
Si
adoperò
specialmente
per
rafforzare
il
cristianesimo
tra
i
longobardi
e
gli
anglosassoni:
infatti,
continuando
il
programma
missionario
di
Gregorio
Magno,
si
interessò
in
modo
particolare
alla
nuova
cristianità
anglosassone,
e
avviò
contatti
con
i
longobardi
ostili
al
clero
di
Roma,
anche
tramite
l'aiuto
della
regina
Gundeperga,
figlia
di
Teodolinda
e
sposa
del
re
Arioaldo
e
poi
del
successore
Rotari
(636),
entrambi
ariani.
Onorio
I è
particolarmente
noto
per
i
rapporti
che
ebbe
con
i
monoteliti:
nell'intento
di
conciliare
il
contrasto
tra
monofisismo
e
ortodossia,
il
patriarca
di
Costantinopoli
Sergio
gli
propose
una
formula
di
compromesso,
secondo
la
quale
la
natura
divina
e
umana
del
Cristo
sarebbero
state
mosse
da
una
sola
energia
e da
un'unica
volontà
(monotelismo).
Onorio
I
rispose
con
due
lettere,
una
del
633
e
una
del
634,
il
cui
linguaggio
poteva
prestarsi
ad
una
lettura
apparentemente
favorevole
al
monotelismo;
Onorio
scriveva
infatti
non
esservi
in
Gesù
Cristo
se
non
un'unica
volontà.
Ma
il
vero
senso
della
frase,
come
suggerito
dal
contesto
delle
lettere,
era
questo:
la
volontà
umana
operante
nel
Cristo
non
si
oppone
alla
volontà
divina;
le
due
volontà
concordano
pienamente.
Tuttavia
il
patriarca
Sergio,
interpretata
ad
arbitrio
la
formula,
se
ne
servì
per
elaborare
il
testo
dell'Ectesi
emanato
dall'imperatore
Eraclio,
in
cui
si
dichiarava
che
in
Cristo
esiste
un'unica
volontà,
senza
che
nasca
confusione
dalle
due
nature.
In
seguito
alla
morte
di
Onorio
I,
nel
638,
i
suoi
successori
Severino
(640)
e
Giovanni
IV
(640-642)
riaffermarono
la
tesi
tradizionale
della
Chiesa
di
Roma,
e il
terzo
concilio
di
Costantinopoli
(680-681)
condannò
Onorio
I.
Molti
secoli
dopo
gallicani,
protestanti
e
giansenisti
si
avvalsero
dell'episodio
medioevale
per
combattere
l'infallibilità
pontificia.
E si
arriva,
per
una
definitiva
riabilitazione
della
sua
figura,
fino
al
concilio
Vaticano
I
(1869-1870)
che
intese
risollevare
la
polemica
stabilendo
che,
esprimendosi
per
lettera,
Onorio
I
non
aveva
affatto
avuto
il
proposito
di
pronunciare
ex
cathedra
un'inequivocabile
definizione
dottrinale.
Il
tesoro
pontificio
da
lui
preservato
e
arricchito,
nonostante
le
ingenti
spese
in
opere
pubbliche,
venne
saggiato
in
Laterano
prima
della
definitiva
elezione
di
Papa
Severino
(640),
dilazionata
di
circa
venti
mesi.
Anche
Giovanni
IV
(640-642),
di
origine
dalmata
e
che
si
prodigò
specialmente
per
far
giungere
somme
di
denaro
nella
sua
terra
natale
e in
Istria,
per
liberare
i
prigionieri
fatti
dagli
Slavi
e
dagli
Avari,
difese
Onorio
I.
Giovanni
IV
condannò
infatti
il
monotelismo
del
patriarca
Sergio
e
pronunciò
un'accorata
apologia
di
papa
Onorio
I,
che
veniva
accusato
di
non
aver
represso
con
il
giusto
vigore
quell'eresia,
mentre,
secondo
Giovanni
IV,
si
trascuravano
le
sue
buone
intenzioni
che
consistevano
nella
volontà
di
smorzare
e
appianare
le
polemiche
con
un
atteggiamento
conciliante.
Onorio
I fu
sepolto
in
San
Pietro.