N. 104 - Agosto 2016
(CXXXV)
Formoso
Il papa del Sinodo del cadavere
di Cristian Usai
Papa
Formoso fu
Pontefice
della
Chiesa
Cattolica
dall’anno
891
alla
sua
morte
avvenuta
nell’896.
È
tristemente
legato
al
cosiddetto
processo
post
mortem
a
suo
carico
noto
come
Sinodo
del
cadavere.
Le
fonti
più
antiche
riguardanti
la
sua
vita
risalgono
al
periodo
in
cui
era
ancora
canonico
regolare.
Secondo
il
liber
pontificalis,
nell’864
fu
consacrato
vescovo
di
Porto
e
contestualmente
elevato
alla
dignità
cardinalizia
da
Papa
Nicolò
I
Magno.
Formoso
fu
stimato
per
il
suo
spessore
intellettuale
e
per
la
sua
vita
rigorosa.
Intraprese
numerosi
viaggi
missionari
dapprima
in
Francia
e
poi
in
Bulgaria.
La
missione
bulgara
ebbe
un
successo
strabiliante,
il
principe
Boris
che
frattanto
aveva
fatto
aderire
tutta
la
sua
famiglia
al
cristianesimo,
chiese
a
Roma
di
nominare
Formoso
arcivescovo
della
Bulgaria.
La
richiesta
non
fu
accolta
e
Boris
per
rappresaglia
sottrasse
il
suo
principato
alla
potestà
pontificia
e lo
mise
sotto
quella
di
Costantinopoli.
Dopo
la
morte
di
Papa
Stefano
V,
l’elezione
di
Formoso
a
Sommo
Pontefice
fu
pressoché
unanime.
Dal
punto
di
vista
politico
Formoso
dovette
affrontare
l’annosa
questione
della
corona
imperiale,
che
dopo
la
morte
di
Carlo
il
Grosso
era
contesa
tra
Arnolfo
di
Carinzia
e
Guido
di
Spoleto.
Formoso,
finalmente,
porrà
la
corona
sul
capo
di
Arnolfo,
non
senza
colpo
ferire.
Egli
fu
uomo
colto
e
ambizioso
e
guidò
la
Chiesa
con
fermezza.
Nella
questione
francese
(893-898)
tra
Oddone,
conte
di
Parigi
e Carlo
il
Semplice,
che
si
contendevano
la
corona,
Formoso
si
schierò
con
Carlo,
che
sarà
incoronato
nell’898
col
nome
di
Carlo
III re
dei
Franchi
occidentali.
Sempre
in
territorio
francese
scomunicò
i
conti
della
Borgogna
per
le
violenze
perpetrate
nei
confronti
del
clero.
Morì
forse
a
causa
di
un
avvelenamento
il 4
aprile
dell'896.
Fu
sepolto
in
Vaticano,
tuttavia,
un
anno
dopo
la
sua
morte,
la
sua
salma
fu
riesumata
e
“sottoposta”
a
processo.
Il
summenzionato
processo,
storicamente,
conosciuto
come
Sinodo
del
cadavere
o
Concilio
cadaverico,
fu
voluto
da
Lamberto
figlio
di
Guido
di
Spoleto,
e da
sua
madre
Ageltrude,
spinti
dall’odio
verso
il
defunto
Pontefice
che
si
era
schierato
con
Arnolfo
di
Carinzia
circa
la
questione
della
corona
imperiale.
Il
cadavere
di
Formoso
fu
vestito
dei
paramenti
papali
e
posto
un
trono
della
Basilica
Lateranense
per
“rispondere”
delle
accuse
a
lui
mosse.
Il
processo,
che
in
realtà
aveva
assunto
gli
aspetti
di
una
macabra
messinscena,
si
concluse
con
la
condanna
di
Formoso
quale
traditore.
Tutte
le
decisioni
prese
da
Formoso
durante
il
pontificato
vennero
annullate.
La
salma
fu
spogliata
dei
paramenti,
le
furono
recise
tre
dita
e
successivamente
gettata
nelle
acque
del
fiume
Tevere.
Dopo
tre
giorni
un
monaco
rinvenne
i
resti
di
Formoso
nei
pressi
di
Ostia
e li
nascose
fintanto
che
Papa
Stefano
VI
fosse
rimasto
in
vita.
Dopo
qualche
tempo
furono
riportate
in
San
Pietro
per
la
definitiva
sepoltura.
Il
Sinodo
del
cadavere
rappresenta
una
pagina
nera
nella
storia
della
Chiesa,
se
non
di
autentica
barbarie,
che
si
sarebbe
definitivamente
chiusa
con
Papa
Sergio
III
il
quale,
ne
riapprovò
le
decisioni
e
dispose
una
nuova
consacrazione
degli
episcopi
ordinati
da
Formoso.
Prima
di
Sergio
III,
Papa
Giovanni
IX
aveva
annullato
gli
atti
del
Sinodo
del
Cadavere.
Numerose
fonti
storiche
narrano
lo
sconcertante
processo
cui
fu
sottoposto
Formoso,
ognuna
con
qualche
variazione,
tuttavia,
concordano
sul
fatto
che
Stefano
VI,
promotore
del
processo,
compì
un
atto
ignobile
per
la
sua
veste.
Riferimenti
bibliografici
B.
Mondin,
Nuovo
dizionario
enciclopedico
dei
papi:
storia
e
insegnamenti,
Città
nuova,
Roma
2006.