La Palestina, uno Stato, una regione, una nazione o un campo di rifiutati? Una
terra che presenta un'estensione a macchia di
leopardo e che, ad oggi, non sappiamo quando e come
diverrà un vero e proprio Stato. Come vivono questa
condizione i palestinesi residenti in Italia?
Con dolore e speranza: dolore per quello che
subiscono in nostri familiari sotto l’occupazione
militare israeliana ogni giorno e ogni momento della
loro vita e speranza che finisca questa occupazione
militare illegale e nascano due stati che vivano in
pace e uguaglianza nel rispetto della legalità
internazionale.
Quanti sono i cittadini palestinesi residenti in Italia?
Non c’è un numero preciso, perché c’è un ricambio
continuo della presenza palestinese in Italia
determinato dal fatto che la maggior parte di noi
sono presenti per motivo di studio.
Sono concentrati in alcune regioni o sono distribuiti in
modo omogeneo sul territorio?
C’è una presenza palestinese in quasi tutte le città
italiane.
Come giudica il grado di integrazione dei Palestinesi in
Italia?
Viviamo in Italia da tanti anni e posso dire che
abbiamo tante cose in comune oltre il fatto che il
popolo italiano è un popolo solidale.
Quale difficoltà incontrano i Palestinesi come singoli
cittadini e come comunità?
I
problemi d’ogni giorno sono niente davanti alla
costante preoccupazione e paura che viviamo, quando
i carri armati israeliani con i buldozar
attaccano le nostre città e i nostri villaggi.
Il riconoscimento ufficiale da parte dello Stato italiano
nei confronti della Rappresentanza permanente in
Italia dell'Autorità palestinese è avvenuto solo di
recente? Perché?
È
un fatto politico, ci sono talvolta accordi tra gli
stati che richiedono tempi lunghi di attuazione;
faccio presente che lo stato di Israele è nato di
recente.
Parliamo del dialogo tra comunità israeliana e comunità
palestinese in Italia. Quali sono stati i passi
fatti sul piano informale della convivenza civile?
E' corretto dire che tra i giovani appartenenti alle
due comunità è più facile il dialogo che non tra
adulti?
La comunità palestinese in Italia convive e dialoga
con tutte le persone e le comunità che partono dal
principio che la legalità internazionale e i diritti
dell’uomo sono sacrosanti.
Come vive la comunità dei Palestinesi in Italia l'esodo?
Quanti tornerebbero in Palestina e quanti invece
ormai si trovano bene in Italia?
Il nostro sogno è quello di poter tornare e poter
uscire dalla nostra terra senza il permesso
dell’esercito d’occupazione israeliano. Insomma come
qualsiasi altra persona in qualsiasi altro paese
libero. Solo così potremmo consapevolmente scegliere
se tornare in Palestina o rimanere in Italia.
Riguardo alla questione dei profughi e del "diritto al
ritorno" cosa pensa Lei sia meglio: restare e
ottenere il "diritto alla residenza" o il diritto di
poter rientrare nei territori occupati? Come pensa
si risolverà tale questione in Giordania?
Penso che il diritto al ritorno è sancito dalla
stessa ragione che ha sancito la nascita dello stato
di Israele : i palestinesi che sono stati cacciati
dalla loro terra e dalle loro case hanno il diritto
di tornare alle loro terre e alle loro case, è un
diritto di tutti i popoli specialmente il popolo
palestinese ovunque sia.
In ogni caso deve essere consentito ai palestinesi
di scegliere il proprio destino.
La nuova storiografia israeliana fa partire il fenomeno
dell'esodo palestinese dal massacro di Deir Yassim.
Lei si trova d'accordo con questa teoria?
La storia dei massacri israeliani contro i civili
palestinesi per mano dei gruppi terroristi
israeliani inizia prima e dopo la nascita dello
stato israeliano e questo non è teoria ma è la
verità che non può essere cancellata.
L'ultima proposta di pace del re giordano Abdullah Il
incontra il favore sia del presidente palestinese
Abu Mazen che del premier israeliano Ehud Olmert, ma
gli incontri tra il re e i due rappresentanti si
sono svolti separatamente. Quali prospettive ha
secondo Lei questo piano di pace? Cosa ha di diverso
rispetto agli altri? O è il contesto a essere
diverso?
Per noi l’ultima proposta di pace araba, alla quale
erano favorevoli tutti gli stati arabi e non solo la
Giordania, è stata ignorata dal governo israeliano che fino ad ora rifiuta di
definire i suoi confini e continua a costruire il
muro sulle terre palestinesi e non sui confini
legittimi. Le faccio presente che negli ultimi sei
mesi lo stato israeliano ha distrutto più di 500
siti e luoghi archeologici nelle città palestinesi
di Nablus e Hebron.
Tra un'alternativa "due popoli-due Stati" e "uno Stato
binazionale" quale è la migliore e quale quella
realizzabile nel breve periodo?
La migliore soluzione, ipotizzata dalla Comunità
internazionale è due popoli e due stati, ma temo che
nel breve periodo, se non vi sarà un impegno
concreto da parte della Comunità Internazionale
stessa, la situazione non potrà che peggiorare per
il popolo palestinese, che continua a subire la
prepotenza unilaterale dello stato israeliano.
Una delle cause degli arresti da parte dei soldati
israeliani dei miliziani palestinesi potrebbe essere
la minaccia di attentati suicidi in Libano delle
brigate indipendenti di fatah al Islam legate ad
al-Quaeda?
Gli arresti che opera l’esercito israeliano, in
realtà, sono indiscriminati e rivolti costantemente
contro le popolazioni civili, mascherati con
l’arresto (comunque illegale) di miliziani. Per
quanto concerne la minaccia di attentati, sino a
quando non ci sarà uno stato palestinese, a cui
spetta il competo di impedire qualsiasi forma di
violenza e illegalità, la questione non sarà risolta
con la violenza repressiva esercitata da uno stato
occupante.
In ogni caso tengo a evidenziare che non esiste
alcun legame tra la causa del popolo palestinese e i
gruppi criminali delle brigate indipendenti di
fatah al Islam legate ad al-Qaeda che perseguono
tornaconti propri certamente contrari agli interessi
palestinesi.