[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

164 / AGOSTO 2021 (CXCV)


contemporanea

ORSO MARIO CORBINO

SCIENZIATO, MANAGER E UOMO POLITICO

di Francesco Cappellani

 

Nel settembre del 1927 si svolse a Como, nel quadro delle onoranze ad Alessandro Volta nel primo centenario della morte, il “Congresso Internazionale dei Fisici” che avrebbe assunto un’importanza straordinaria nella storia della fisica moderna, per la presenza di quegli scienziati che stavano creando le basi della nuova fisica, la fisica quantistica. Dei 61 partecipanti, 12 avevano già vinto il Premio Nobel e altri tre l’avrebbero preso in seguito.

 

Unico assente fra i grandi fu Albert Einstein, per la sua decisa opposizione al regime fascista e a Mussolini che aveva caldeggiato il convegno. È stato affermato che la meccanica quantistica ha avuto la sua inaugurazione ufficiale al Congresso di Como e, con l’appellativo di “Como Lecture”, passerà alla storia la prima trattazione ufficiale di questa materia presentata dal danese Niels Bohr. Al congresso aveva partecipato un fisico siciliano, Orso Mario Corbino, con una dotta esposizione sulla pila di Volta (CORBINO).

 

L’argomento trattato porterebbe a pensare che l’autore fosse interessato a sceverare in profondità temi oramai acquisiti, ma vedremo che l’attività vulcanica del nostro non si limitava alla fisica “classica”, ma abbracciava la nuova fisica che stava germogliando in quegli anni e inoltre spaziava in altri campi come l’elettrotecnica nella quale diventerà uno dei massimi esperti italiani; il suo impegno scientifico “fu costantemente intramezzata con un vivo interessamento per lo sviluppo dell’industria e per la vita politica. Aveva particolari tendenze e capacità non comuni per le attività industriali, in genere, ed in particolare per quelle costituenti l’industria idroelettrica italiana” (TRABACCHI).

 

Ciò gli permise di arrivare a posti direttivi sia a livello statale che industriale culminati nella nomina a senatore nel 1920, a presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel 1923, poi alla direzione del ministero dell’Economia Nazionale e in seguito eletto consigliere di società come Edison e Pirelli, e membro di svariati consigli d’amministrazione.

 

Sono passati oltre 80 anni dalla scomparsa di Orso Mario Corbino e come dice U.Sanzo nella ricchissima introduzione alla raccolta di testi di Corbino “Scienza e Società” (CORBINO) «salvo un certo numero di necrologi, alcuni agiografici, nessuno si è preoccupato di tracciare il ritratto di un uomo che sicuramente ha avuto un grandissimo rilievo nella vita sociale, politica, industriale e scientifica dell’Italia della prima metà del secolo XX».

 

Perché la peculiarità di questo grande siciliano era di assommare in sé la capacità di essere un docente universitario e scienziato di alto livello e al contempo un manager scientifico, dirigente industriale e politico di eguale livello, una caratteristica che nell’Italia degli anni trenta del secolo scorso, ma anche oggi, era assolutamente unica e irripetibile.

 

Attività scientifica

 

Orso Mario Corbino era nato ad Augusta il 30 Aprile 1876. Il padre aveva partecipato alla battaglia di Custoza del 1866 e nel 1868, congedato dall’esercito, era rientrato ad Augusta dove aveva acquistato una fabbrica artigiana di maccheroni e nel 1872 aveva sposato una proprietaria terriera benestante. La coppia ebbe sette figli: Orso Mario fu il secondo; Epicarmo, il quarto, divenne un valente economista e, dopo la seconda guerra mondiale, fu deputato all’Assemblea Costituente e ministro del tesoro nei primi due gabinetti retti da Alcide De Gasperi.

 

Conseguita la licenza ginnasiale ad Augusta, Orso Mario proseguì gli studi liceali a Catania e poi alla locale università che lasciò dopo il primo anno per andare a Palermo che aveva una fama migliore nel campo scientifico grazie alla guida del professore Macaluso, buon fisico, colto e al corrente della fisica contemporanea. Laureatosi a 20 anni insegnò brevemente al liceo di Catanzaro per poi rientrare a Palermo dove rimase cinque anni insegnando al liceo Vittorio Emanuele II e parallelamente lavorando all’università col professor Macaluso.

 

Insieme scoprirono nel 1898 un particolare effetto magneto-ottico, legato all’effetto Zeeman scoperto due anni prima, noto oggi come effetto Macaluso-Corbino (CORBINO), che ebbe vasta eco nel mondo scientifico internazionale. Pubblicò ancora altri lavori su questi argomenti acquisendo presto grande fama; nel 1900 consegue la libera docenza in fisica sperimentale e nel 1902 in elettrotecnica; nel 1904 vince i concorsi a cattedra per entrambe le discipline e nel 1905 opta per la cattedra di fisica sperimentale all’università di Messina. Salvatosi con la famiglia miracolosamente dal terremoto, fu chiamato a Roma nel 1908 dal senatore Pietro Blaserna, direttore dell’Istituto di Fisica di Roma, alla cattedra di fisica sperimentale.

 

Nelle parole di Giovanni Vittorio Pallottino (PALLOTTINO): “«La chiamata a Roma, decisiva per i successivi sviluppi della sua carriera e la sua evoluzione da scienziato puro a organizzatore della ricerca, uomo politico e grand commis dello stato, avviene anche grazie all’apprezzamento della sua personalità, fisico sperimentale di grande capacità ma anche sicuramente aperto e sensibile alle novità di natura teorica che caratterizzano gli anni a cavallo dei due secoli (…)».

 

La sua attività scientifica copre studi sull’elettromagnetismo (“l’effetto Corbino”, una variante dell’effetto Hall), sull’elettronica (analisi di circuiti oscillanti con valvole termoioniche), sul calore specifico a elevate temperature di alcuni metalli, sulla fotoelasticità, sugli esplosivi (nitroglicerina) durante la prima guerra mondiale e, più tardi, sulla progettazione e realizzazione di alimentatori per i tubi a raggi X usati in medicina, e infine prosegue con la lungimirante fondazione, nel 1936, dell’Istituto di Elettroacustica.

 

Musicista appassionato “pochi giorni prima di morire, aveva pubblicato i risultati di una elegante soluzione di uno dei problemi fondamentali sulla riproduzione elettrica dei suoni: la taratura dei microfoni elettrostatici” (TRABACCHI).

 

Il suo impegno nella ricerca viene riconosciuto nel 1914 col premio per la Fisica dell’Accademia dei Lincei e con la nomina dal 1914 al 1919 a presidente della Società Italiana di Fisica. Nel 1918, in seguito alla morte di Blaserna, diventa direttore del Laboratorio di Fisica di Roma, carica che manterrà fino alla sua scomparsa, e l’anno dopo viene nominato membro dell’Accademia dei Lincei. Dirigerà dal 1925 la rivista “Il Nuovo Cimento”, all’epoca una delle migliori pubblicazioni scientifiche a livello europeo, e, dal 1928, la rivista “Energia Elettrica”.

 

L’ultima onorificenza la riceverà nel 1933: il premio Mussolini dell’Accademia d’Italia. Corbino ci ha lasciato oltre 160 pubblicazioni di cui un centinaio sono lavori originali e gli altri riguardano conferenze e articoli di rassegna. Il ricordo di un suo allievo, il premio Nobel Emilio Segrè, è basilare per capire Corbino come uomo e scienziato: «Corbino aveva un’intelligenza scientifica eccezionale, che colpiva chiunque conversasse con lui; tale impressione era condivisa da Fermi e da tutti i fisici della nuova generazione. Riusciva ad orientarsi su qualsiasi questione con rapidità prodigiosa e riconosceva immediatamente i punti essenziali di ogni problema sia scientifico, sia umano. Verso il 1920 era praticamente il solo professore di fisica in Italia che fosse aggiornato e apprezzasse gli sviluppi della fisica che avvenivano in quegli anni. Eccellente oratore, con uno stile un po’ fiorito e personale in cui si riconosceva spesso l’origine siciliana della frase, era spiritosissimo e aveva la risposta fulminante. La sua altezza d’ingegno era accompagnata da una personalità e simpatia e da una certa propensità alle manovre accademiche. Gli piaceva organizzare promozioni, trasferimenti e cose simili e in generale i suoi piani riuscivano. Era astutissimo, ma ciò che lo distingueva dai molti politicanti universitari, era l’elevatezza dei suoi fini e la sicurezza del suo giudizio» (SEGRÈ).

 

È curioso anche il ricordo di Giorgia de Cousandier, amica dei fisici romani, che raccontando delle nozze di Emilio Segré nel 1936 annota: «Testimoni per lo sposo furono Tullio Levi Civita e Orso Mario Corbino. Fu una festa semplice. Il senatore Corbino era lieto come un ragazzo quel giorno e scherzò tutto il tempo. Lo rivedo sempre tanto piccolo di statura che, con la bombetta calcata sulla testa, non arrivava all’altezza del bar!» (DE COUSANDIER).

 

Attività politica e amministrativa

 

Parallelamente all’attività scientifica, alla quale, dalla fine degli anni venti, Corbino ebbe sempre meno tempo da dedicare, si svolse la sua attività politica e amministrativa. La continua ascesa in questi campi è merito senza dubbio delle sue grandi capacità tecniche ma anche, come sottolinea Sanzo (CORBINO), «al momento storico nel quale si trovò ad operare, il periodo d’industrializzazione del paese. Non deve, infatti, sfuggire all’occhio dello storico che la fortuna di Corbino è tutta legata alla sua passione per l’elettrotecnica e all’aver compreso, appena giunto a Roma, che la partita dell’ammodernamento della nazione si giocava tutta nel settore della ricerca energetica. Gli alti incarichi che egli ha ricoperto a livello industriale, politico e accademico, sono tutti connessi al problema della produzione di energia, settore nel quale aveva acquisito, sin da giovane, un’altissima competenza tecnica che lo rese uno dei massimi elettrotecnici italiani e un collaboratore appetibile, sia a livello pubblico, sia a livello privato».

 

Nel 1910 entra nel Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda Elettrica Municipalizzata di Roma. In seguito allo scoppio della prima guerra mondiale e la conseguente penuria energetica e quindi la necessità di gestire efficacemente il settore idroelettrico, il ministro dei Lavoro Pubblici Ivanoe Bonomi crea nel 1917 il Consiglio Superiore delle Acque affidandone la presidenza a Corbino. L’abilità di Corbino nel gestire questo incarico spingerà Giolitti, nel 1920, a nominarlo senatore del regno. Nel Giugno del 1921 Bonomi, divenuto Presidente del Consiglio, insiste affinché Corbino accetti la poltrona di ministro delle Pubblica Istruzione che era stata di Benedetto Croce nel governo precedente.

 

Ma il fascismo è alle porte. Corbino rifiuta allora e in seguito di prendere la tessera del partito e nel 1922, in qualità di senatore, vota contro il governo Mussolini. Il duce nel 1923 crea il Ministero dell’Economia Nazionale accorpando i due dicasteri dell’Agricoltura e dell’Industria e Lavoro e vi mette a capo proprio Corbino, cioè un avversario politico.

 

La spiegazione di questa scelta apparentemente contraddittoria, secondo Renzo de Felice, dipendeva dal fatto che Mussolini “tendeva ad assicurare al proprio governo personalità di prestigio e tecnici di valore che con la loro presenza dessero ad esso autorità, legittimazione e, quindi, gli assicurassero nuovi consensi” (SEGRÈ).

 

Dopo il delitto Matteotti, nel 1924, il Duce elimina alcuni ministri “scomodi” tra cui Corbino e Giovanni Gentile. Ma l’ascesa di Corbino prosegue ininterrotta con nuovi incarichi: diviene membro del consiglio d’Amministrazione dell’Edison, dell’I.M.I. (Istituto Mobiliare Italiano) e del Credito Italiano di cui seguirà, nel 1934, il passaggio all’I.R.I. (Istituto per la Ricostruzione Italiana). Nel 1931 viene nominato presidente della Commissione per le Direttive Artistiche e la Vigilanza delle Radiodiffusioni, organismo che, nel 1936, passa dalla dipendenza del Ministero delle Comunicazioni a quella del Ministero per la Stampa e la Propaganda diretto da Galeazzo Ciano.

 

Corbino, privo di tessera del PNF (Partito Nazionale Fascista), si dimette ma è costretto a riprendere l’incarico su iniziativa personale di Mussolini. Il commento in proposito di Laura Fermi è illuminante: «Corbino apparteneva a quella prestigiosa categoria di personaggi talmente illustri a livello nazionale e internazionale che nessuna dittatura avrebbe mai osato discriminare» (DE COUSANDIER).

 

Corbino non si ferma, ha intuito l’importanza fondamentale che la radio e la televisione potranno assumere nell’imminente futuro: partecipa al primo Congresso Internazionale di Televisione tenutosi a Nizza nel 1935 e l’anno dopo si reca negli Stati Uniti per studiare le prime trasmissioni televisive. Rientrato in Italia si interessa alla realizzazione a Roma di una stazione trasmittente sperimentale, ma non arriverà ad assistere alle prove iniziali perché una banale polmonite ne stroncherà in pochi giorni, il 23 gennaio del 1937 a 61 anni, l’instancabile fibra.

 

La scuola di Roma

 

Forse, in una visione retrospettiva, il lascito più importante di Corbino fu quello di avere creato le condizioni ottimali per la nascita della “Scuola di Roma”. Malgrado gli impegni crescenti in altri campi, Corbino rimase attentissimo al mondo della nuova fisica, cioè relatività e meccanica quantistica, che fioriva nei primi decenni del novecento e ne era il massimo difensore tra i fisici della sua generazione.

 

«Il suo intento di portare la fisica italiana a livello di eccellenza si manifesta allora con una scelta che si rivelerà decisiva e che costituisce veramente il maggior merito di tutta la sua opera. Cioè la decisione di istituire a Roma una cattedra di fisica teorica, la prima in Italia con questa denominazione, e di chiamare a ricoprirla nel 1926 Enrico Fermi, appena venticinquenne ma già affermato a livello internazionale. Decisione che riesce ad attuare grazie al potere di cui disponeva» (DE FELICE).

 

È la mossa vincente, ma non basta, Corbino raccoglie attorno a Fermi un gruppo di giovani capaci e entusiasti tra cui Edoardo Amaldi, Ettore Majorana, Emilio Segrè e Bruno Pontecorvo. In pochi anni l’istituto di fisica romano di via Panisperna assurge a fama internazionale al punto che il primo Congresso Internazionale di Fisica Nucleare si terrà proprio a Roma con la presenza dei massimi scienziati del tempo come Maria Curie, Niels Bohr, Werner Heisenberg e Wolfgang Pauli.

 

Corbino non partecipa direttamente alle ricerche di Fermi e dei “ragazzi di via Panisperna”, ma ne segue con attenzione l’attività scientifica discutendo quotidianamente con loro i risultati ottenuti. Amaldi trova “sconvolgente” che Corbino “dopo il 1930, quando aveva ormai quasi del tutto abbandonato la ricerca, fosse ancora in grado di discutere di qualsiasi problema scientifico con gli allievi della scuola di Roma” (FERMI).

 

Inoltre si prodiga per ridurre l’impegno didattico dei suoi “ragazzi” in modo che possano fare ricerca quasi a tempo pieno, e li spinge ad andare all’estero a perfezionarsi nelle migliori università con i fisici di maggior prestigio dell’epoca. Solleva il gruppo da ogni impegno amministrativo, organizzativo e finanziario, reperendo fondi e risorse grazie anche al suo stretto rapporto con gli industriali elettrici e appoggiandosi al Laboratorio di Fisica della Sanità Pubblica che aveva creato quando era ministro dell’Economia Nazionale, per ottenere il costosissimo radio necessario per le esperienze di fisica nucleare. È straordinaria la preveggenza di Corbino che, in occasione di un discorso pronunciato nel 1929 a Firenze, afferma: «È indispensabile che gli sperimentatori possiedano la conoscenza rapida e sicura dei risultati che va conseguendo la Fisica Teorica, e che siano muniti di mezzi d’indagine sempre più larghi. Pretendere di fare della Fisica sperimentale senza conoscere giorno per giorno i risultati dei lavori di Fisica teorica e senza grandi mezzi di laboratorio equivale a voler vincere una battaglia moderna senza aeroplani e senza artiglieria» (CORBINO).

 

Si può immaginare che il suo allievo Edoardo Amaldi ricordasse queste parole quando, subito dopo la guerra, si batté caparbiamente per la creazione del CERN (Centro Europeo di Ricerca Nucleare) a Ginevra dove si riuniranno i migliori fisici teorici e si costruiranno le più potenti “macchine” al mondo per svelare i misteri dell’atomo, con risultati straordinari come la scoperta ultimamente del bosone di Higgs.

 

Nel 1934, a seguito della scoperta della radioattività artificiale, cioè la possibilità di creare elementi radioattivi bombardando elementi stabili con particelle nucleari, da parte dei coniugi Joliot-Curie a Parigi usando particelle cariche (raggi alfa), Fermi intuisce che i neutroni, essendo, a differenza delle particelle alfa, privi di carica, avrebbero superato indenni il campo elettrico del nucleo bersaglio; riducendo poi l’energia dei neutroni rallentandoli mediante spessori di acqua o paraffina, si aumentava a dismisura la probabilità di creare nuovi elementi radioattivi. Fermi e il suo gruppo irradiano parecchie decine di elementi creando una quarantina di radionuclidi. Tale risultato sarà fondamentale per la successiva scoperta della fissione nucleare e per la creazione dei tanti radioisotopi oggi largamente usati in medicina e in metallurgia.

 

Irraggiano anche l’uranio e pensano, senza troppa convinzione, di avere scoperto due nuovi elementi più pesanti dell’uranio. Corbino, senza informare Fermi, annuncia con grande entusiasmo nel 1934 all’Accademia dei Lincei, la scoperta dei due elementi transuranici (CORBINO); la notizia, subito diffusa dalla stampa italiana e estera, infastidisce Fermi che aveva sospetti sulla fondatezza della interpretazione delle misure e non voleva dare nomi ai due presunti nuovi elementi.

 

Segrè ricorda: «Credo che ci siano stati suggerimenti, se non pressioni, per aggiungere una gloria al Regime fascista e battezzare un elemento “Littorio”. Corbino, che era di risposta prontissima, pare che abbia fatto notare che la vita delle sostanze era troppo breve (solo un quarto d’ora) per associarle al regime!» (SEGRÈ).

 

Corbino credeva nei due nuovi elementi e, intenibile, concluderà enfaticamente così un’altra sua conferenza: «La scienza italiana non aveva finora avuto la ventura di contribuire alle scoperte di nuovi elementi chimici fatte nei vari paesi del mondo. Oggi interviene, con la creazione di due elementi nuovi, che non esistevano sulla terra; e saluta l’evento nell’anno dell’impero apponendo ad essi i vetusti nomi che simboleggiano il nome sacro d’Italia» (CORBINO).

 

I nomi assegnati erano ausonio e esperio. Forse, se pure in minime quantità, si erano prodotti effettivamente negli esperimenti di Fermi, ma in realtà la radioattività misurata era dovuta alla fissione dell’uranio che sarà scoperta nel 1938 da Hahn e Strassmann a Berlino. I due transuranici saranno definitivamente prodotti e studiati nel 1940 a Berkeley (USA) e battezzati con i nomi di Nettunio e Plutonio.

 

Per la scoperta della radioattività indotta da neutroni lenti Fermi otterrà, nel 1938, il premio Nobel per la fisica. Corbino non c’è più e non potrà godere, lui che era un uomo totalmente privo di invidia, di questo massimo riconoscimento a uno della sua scuola. Ma forse il destino gli ha risparmiato la delusione di vedere disperdersi i suoi “ragazzi” a cominciare da Fermi che nel 1938, ritirato a Stoccolma il Nobel, proseguirà direttamente con tutta la famiglia per gli Stati Uniti; gli eviterà l’angoscia di constatare l’asservimento dell’Italia alla Germania con la promulgazione delle leggi razziali; il fratello Epicarmo dirà in proposito: «Mi sono chiesto quale sarebbe stata la sua reazione alla lotta contro gli ebrei, fra i quali aveva colleghi eccelsi e amici e discepoli carissimi» (CORBINO).

 

Corbino riuscì a operare nel difficile ventennio fascista senza mai piegarsi passivamente al regime totalitario ma nel contempo, sempre però con grande onestà intellettuale, scendendo a quei compromessi che riteneva potessero giovare a sostenere i suoi progetti per l’università e per l’industria italiana.

 

Muore, “alla vigilia di un periodo che avrebbe verosimilmente messo a dura prova la sua capacità di navigare attraverso le turbolente acque dell’ultimo periodo del fascismo” (BATTIMELLI-PAOLONI); per un alto funzionario come lui, continuare a restare “non allineato” a un regime sempre più truculento e becero sarebbe stato terribilmente difficile.

 

A conclusione di una conferenza all’Accademia dei Lincei, riferendosi alla nuova fisica e alla conversione di massa in energia “al cambio di 25 milioni di kilowattora per grammo di materia”, prefigurando l’avvento dell’energia atomica, aveva detto: «L’uomo non appare ancora degno di avere in suo dominio sorgenti così formidabili di potenza e di distruzione: il progresso scientifico gliene ha fornito già troppi, forse al di là di quanto era compatibile col progresso morale raggiunto» (CORBINO).

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

O.M. Corbino, L’effetto Volta e la teoria elettronica della pila, Atti del Congresso Internazionale dei Fisici, 11-20 Settembre 1927, vol. II, Zanichelli, 1928.

G.C. Trabacchi, In memoria di Orso Mario Corbino, Il Nuovo Cimento, vol. XIV, 1937.

O.M. Corbino, Scienza e Società, a cura di U. Sanzo, Barbieri Editore, 2003.

O.M. Corbino e D. Macaluso, Sopra una nuova azione che la luce subisce attraverso alcuni vapori metallici in un campo magnetico, Il Nuovo Cimento, vol. VII, 1898.

G.V. Pallottino, Orso Maria Corbino, un fruttuoso intreccio fra scienza, politica e industria, Nuova Secondaria, n. 8 , 2011, anno XXVIII.

E. Segrè, Enrico Fermi, fisico, Zanichelli, 1971.

G. de Cousandier, Les enfants terribles, Civiltà delle Macchine, IV, n. 5, settembre-ottobre 1956.

R. De Felice, Mussolini il fascista. La conquista del potere (1921-1925), Einaudi, 1955.

L. Fermi, Atomi in famiglia, Mondadori, Milano 1954.

O.M. Corbino, I nuovi compiti della fisica sperimentale, Atti Società Italiana Progresso delle Scienze, 18, I, 1929.

O.M. Corbino, Conferenze e discorsi, Roma, E. Pinci, 1937.

E. Segrè, Personaggi e scoperte nella fisica contemporanea, E.S.T., Mondadori, Milano 1976.

O.M. Corbino, Il Radio artificiale: l’Ausonio e l’Esperio, Nuova Antologia, n. 71, 1936.

E. Corbino, Racconto di una vita, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1972.

G. Battimelli, G. Paoloni, Il ministro scienziato, Le Scienze, n. 484, dicembre 2008.

O.M. Corbino, Risultati e prospettive della fisica moderna, Nuova Antologia, n. 69, 1934. 

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]