N. 96 - Dicembre 2015
(CXXVII)
SULLA LETTERATURA INGLESE
LE ORIGINI STORICHE - PARTE II
di Vincenzo La Salandra
Le nostre conoscenze della prima letteratura anglo-sassone dipendono da quattro importanti gruppi di manoscritti medievali: i manoscritti collezionati da Sir Robert Cotton e conservati nel British Museum; il Libro di Exeter, donato alla Cattedrale di Exeter dal vecsovo Leofric intorno al 1050; il Libro di Vercelli, ritrovato nel 1822; e i manoscritti della Bodleian Library di Oxford, donati dall'erudito olandese Francis Dujon o Junis, Bibliotecario del Conte di Arundel.
Nella
collezione
di
Sir
Robert
Cotton
si
trova
il
manoscritto
di
Beowulf,
il
principale
poema
epico
anglo-sassone
ovvero
il
frutto
maturo
e
forse
lo
zenith
creativo
dei
bardi
e
poeti
angli.
Difatti
gli
Angli
portarono
con
sé
la
storia
di
Beowulf
in
Inghilterra
nel
sesto
secolo
e la
sistemazione
letteraria
del
poema
avvenne
intorno
al
700
d.C.
Come
affermava
il
Solazzi
già
alla
fine
dell'Ottocento:
“Ma
il
poema
pagano
più
considerevole
e
più
antico
del
periodo
anglo-sassone
è
il
Beowulf
scritto
nel
secolo
settimo,
e
recato,
dicesi,
dalla
Danimarca
in
Inghilterra.
Beowulf
è un
eroe
danese,
signore
de'
Schyldingi,
detto
l'Achille
del
nord.
Beowulf
può
considerarsi
come
il
primo
poema
cavalleresco
della
letteratura
moderna.”
(1879,
pp.
8-9)
I
poeti
della
società
anglo-sassone
erano
normalmente
girovaghi:
il
poeta,
lo
scop,
viaggiava
di
corte
in
corte
declamando
la
sua
arte
in
cambio
di
alloggio
e
sostentamento.
Accompagnati
dal
suono
dell'arpa
gli
scop
declamavano
e
cantavano
i
loro
versi
eroici,
occasionalmente
in
componimenti
molto
lunghi
e
memorizzati
anche
in
grazia
di
frequenti
allitterazioni:
ma
un
buono
scop
era
presumibilmente
navigato
nell'improvvisazione.
I
migliori
tra
gli
scop
erano
figure
rispettate
e
accolte
nell'alveo
delle
corti
anglo-sassoni,
finanche
signori
e re
si
cimentarono
nell'arte
degli
scop,
come
si
evince
da
alcuni
versi
del
Beowulf:
“Songs
and
feasting
followed,
and
the
lord
Hrothgar,
who
had
a
great
fund
of
stories,
told
anecdotes
about
bygone
tymes,
and
every
now
and
then,
played
a
pleasant
melody
on
the
harp.”
I
coevi
versi
dei
vichinghi
erano
cantati
dagli
skald,
le
loro
composizioni
erano
più
di
frequente
recitate
e
venivano
composte
in
occasione
dei
tributi
al
signore
o al
monarca,
non
erano
quindi
cantate
a
differenza
dei
canti
degli
scop.
Si
assiste
anche
alla
fioritura
di
una
letteratura
anglosassone
di
matrice
cristiana,
ci
rimane
testimonianza
di
due
poeti
a
cui
vennero
attribuite
molte
composizioni
dell'epoca:
Caedmon,
attivo
nella
seconda
metà
del
secolo
VII,
e
autore
di
un
famoso
Inno
nel
dialetto
della
Northumbria,
e
Cynewulf,
poeta
della
seconda
metà
dell'VIII
secolo,
alcuni
brani
delle
sue
composizioni
sono
ad
un
tempo
malinconici
e
soavi:
“Dolce
è
l'ospite
desiato
alla
frigia
consorte
quando
la
nave
tocca
la
sponda.
Giunta
è
alfine
la
nave,
e il
marito
suo
sotegno
e
conforto
ha
varcato
la
domestica
soglia.
Essa
lo
accoglie
con
tenero
affetto;
gli
toglie
i
panni
sdrusciti
e
bagnati
e lo
veste
di
nuovo.
Cara
è la
sponda
al
marinaio
dove
amore
l'aspetta.”
La
lingua
che
Angli
e
Sassoni
portarono
dalla
Germania
era
un
ramo
del
basso
tedesco
antico
(Altniederdeutsch),
anche
se
più
affine
al
fiammingo
e
all'olandese
che
non
all'alto
tedesco
antico
(Althochdeutsch).
L'antico
anglo-sassone
è
tanto
diverso
dall'inglese
moderno
quanto
il
latino
lo è
dall'italiano.
La
lingua
è
sintetica
e
ieratica,
basata
sull'allitterazione
e
sui
simboli.
Sembra
utile
riportare
una
valutazione
sintetica
del
Perosa:
“Esiste
uno
stacco,
sia
linguistico,
sia
culturale,
fra
la
letteratura
anglosassone
(650-1100
circa),
la
letteratura
medio-inglese
(1100-1500
ca.)
e
quella
inglese
moderna.
L'anlo-sassone
è
lingua
sintetica,
e
cioè
con
un
complesso
sistema
di
declinazioni
e
coniugazioni,
essenzialmente
germanica;
l'inglese
è
lingua
analitica,
e
cioè
quasi
priva
di
declinazioni
e
coniugazioni,
profondamente
modificta
nel
vocabolario
da
apporti
latini
e
francesi
fin
dall'epoca
normanna,
onde
risulta
la
meno
germanica
fra
le
lingue
germaniche.
Dopo
la
conquista
normanna,
l'anglo-sassone
diventa
ben
presto
incomprensibile;
inoltre
la
sua
letteratura
esprime
una
visione
'barbarica',
truce
e
melanconica
dell'eistenza,
che
è
agli
antipodi
della
visione
gaia
e
armoniosa,
raffinata
e
cortese
che
i
Normanni
portavano
dalla
Francia.
Dall'altro
canto,
però,
l'anglo-sassone
rappresenta
pur
sempre
il
vero
ceppo
linguistico
e il
nerbo
espressivo
dell'inglese,
l'elemento
che
gli
conferisce
la
tipica
concretezza,
mentre
già
nella
letteratura
anglosassone
compaiono
alcuni
dei
motivi
che
si
ritrovano
nella
letteratura
inglese:
il
senso
nordico
e
romantico
d'una
natura
selvaggia,
di
brughiere
sconfinate
e
brumose
foreste,
che
la
fantasia
popola
di
mostri
o
folletti,
la
malinconia
crepuscolare,
il
senso
eminentemente
drammatico
dell'esperienza
e
dell'espressione
artistica.”
Inoltre:
“Nella
letteratura
anglosassone
sono
le
origini
della
letteratura
inglese:
anche
perché
essa
rappresenta
il
polo
di
un
dualismo
fra
richiamo
del
germanesimo
e
propensione
alla
cultura
francese
o
italiana,
e
comunque
'romanza',
che
è
tipico
dell'esperienza
culturale
e
letteraria
di
questo
Paese
composito
e
insulare.”
Alle
numerose
descrizioni
auree
dei
tesori
nel
Beowulf
fa
da
contraltare
questa
descrizione
di
una
chiesa
ideale
da
parte
di
Re
Æthelwulf,
una
dimora
“in
cui
un
altare
rifletteva
la
luminosità
dell'oro,
i
vasi
sacri
luccicavano
d'oro
o
brillavano
di
pietre
preziose
e
una
croce
era
splendente
d'oro
rosso
e di
gemme
dai
colori
intensi”.