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N. 29 - Maggio 2010 (LX)

PAesi dipinti

PARTE I - orgosolo

di Daria Addabbo & Giulia Gabriele

 

Quella racchiusa nei Paesi Dipinti è un’arte fresca e fantasiosa, intrisa di creatività e ironia. Affrescati a volte per protestare, a volte per decorare, altre per ricordare, raccontano sempre una storia e spesso, da luoghi anonimi e dimenticati, diventano opere d’arte.


Un paese dipinto è una vasta galleria senza pareti, che ha per tetto il cielo. È un museo all’aperto, visitabile gratuitamente ogni giorno dell’anno e ad ogni ora del giorno.
 

Piccole comunità, orgogliose delle loro origini, attente a conservare quasi con gelosia un patrimonio artistico consapevolmente voluto e integrato con perfetta armonia nel paesaggio circostante e nel vissuto.
 

In Sardegna molteplici sono i Paesi Dipinti, in particolare Orgosolo (in provincia di Nuoro) sorge in una posizione felice, entro una conca ricca di sorgenti montane, circondata da boschi selvaggi e da profumati pascoli: è la Barbagia, la zona più elevata della Sardegna, attorno al massiccio del Gennargentu.


È stata per lungo tempo un’area appartata, e ha conservato la natura aspra del paesaggio e il carattere fierissimo degli abitanti. La pietra a vista, i colori che la inzuppano e i volti che raccontano sono le scene di un viaggio attraverso i vicoli del paese e della memoria. Teneri riccioli biondi, occhi spalancati, una mano che strattona, piccoli passi incerti e frettolosi e un ultimo sguardo trafelato al vascello dalle vele fatte di stelle. Erano gonfie come l’ombrello nero lì accanto, pieno d’acqua. Ed era come una nuvola dentro una nuvola, uno squarcio nel reale, nel materiale.
Lo sguardo si sposta.

Sembra ci sia una rivoluzione. Gli orgolesi, in un ritorno al muralismo latino-americano, hanno affitto alle loro pareti la protesta contro le Istituzioni per non disperdere il sentimento e dimenticare il messaggio. Da vicino la donna che ricama, la mamma col bambino, la Sardegna dalla terra vergine come Natura volle e… un poeta. Chitarra in mano e versi d’ateo che parlano con Dio.

La Sardegna, forse per quel suo sapore ancora selvatico, non solo è lo scenario naturale, a mio avviso, per la tradizione dei Paesi Dipinti (luoghi ameni, cresciuti nella verità dell’isolamento e divenuti opere d’arte en plein air per la passione del racconto visivo), ma è anche capace di ammaliare l’anima del viaggiatore che non si ferma sulla costa, ma si inoltra tra le montagne e i boschi del suo ventre, per vederne storia e battaglie. Leggende e verità. Speranze e solitudini. Tutto nell’abbraccio amorevole di una terra dolcemente madre, giusto sotto l’ombra del cielo.

 

 

 

 

 



 

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