.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
|
N. 21 -
Settembre 2009
(LII)
OPPIACEI
...E DERIVATI
di Cristiano Zepponi
L’oppio
è il
succo
lattiginoso
del
Papaver
Somniferum,
estratto
per
incisione
dalle
capsule
non
mature
e
condensato
all’aria.
Il
nome
deriva
infatti
dal
termine
greco
opos,
“succo”:
gli
oppioidi
comprendono
le
sostanze
derivate
dal
papavero
(come
l’oppio
stesso,
la
morfina
e la
codeina,
sostanze
semisintetiche
come
l’eroina,
e
sostanze
sintetiche
come
la
meperidina
e il
metadone).
L’oppio
grezzo
contiene
circa
20
tipi
di
alcaloidi,
composti
organici
azotati
dotati
di
elevata
azione
farmacologica
a
livello
del
sistema
nervoso.
La
morfina,
il
principale
alcaloide
del’oppio,
venne
isolata
per
la
prima
volta
nel
1804
da
un
farmacista
tedesco,
F.
W.
Serturner.
Nel
1874,
in
Inghilterra,
l’eroina
fu
prodotta
attraverso
una
modificazione
chimica
della
morfina.
Entrambe
furono
sviluppate
inizialmente
per
fini
terapeutici,
ma
presto
ci
si
rese
conto
della
dipendenza
prodotta
dalle
due
sostanze.
Per
questo
venne
firmata
nel
1925
la
“Convenzione
Internazionale
dell’Oppio”,
vietando
la
produzione
e
vendita
dell’oppio
nelle
nazioni
firmatarie.
Nel
corpo,
morfina
ed
eroina
– il
cui
effetto
principale
consiste
nella
rilassatezza
e
nella
riduzione
della
risposta
emotiva
al
dolore,
all'ansia,
al
disagio
(per
dirla
con
De
Andrè,
“con
due
gocce
d’eroina
si
addormentava
il
cuore”)
-
sono
molto
simili:
la
prima
supera
la
barriera
emato-encefalica
e si
lega
ai
recettori
oppioidi
delle
cellule
cerebrali,
specialmente
nel
talamo
e
nel
sistema
limbico.
L’effetto
che
si
riscontra
consiste
in
una
potente
azione
analgesica
e
nel
tempo
si
sviluppa
dipendenza
e
assuefazione:
per
questo
il
tossicomane
è
costretto
ad
aumentare
gradualmente
la
dose
per
avere
gli
stessi
effetti.
Alla
dipendenza
psicologica
segue
la
dipendenza
fisica.
Anche
l’eroina
supera
la
barriera
emato-encefalica,
dopo
la
quale
perde
i
gruppi
acetili
ritrasformandosi
in
morfina:
si
presenta
come
una
polvere
finissima
o
granulosa,
bianca
o
marrone
a
seconda
della
purezza.
L’assunzione
può
avvenire
per
via
endovenosa
e/o
inalatoria;
la
sostanza
può
essere
anche
fumata,
provocando
una
sensazione
di
benessere
diffuso,
la
scomparsa
di
paure
o
angosce
e
eliminazione
del
dolore
fisico.
L’assunzione
di
eroina
provoca
uno
stato
di
benessere
che
dura
4-6
ore
con
deficit
dell’ordinazione
motoria,
dell’attenzione,
stitichezza
e
inappetenza.
La
dipendenza
si
genera
molto
velocemente
anche
assumendo
eroina
per
un
periodo
relativamente
breve,
facendo
scomparire
gli
effetti
piacevoli
e
portando
ai
primi
tratti
della
dipendenza:
l’assunzione
combatte
solamente
i
sintomi
dovuti
all’astinenza.
Di
fatto
il
problema
maggiore
a
cui
può
portare
l’eroina
è
sicuramente
l’overdose
ossia
il
sovradosaggio,
che
può
portare
a
morte
improvvisa.
Tale
effetto
dipende
dal
grado
di
purezza
dell’eroina
(quasi
sempre
tagliata
con
altre
sostanze)
e
dalla
quantità
assunta.
I
sintomi
dell'overdose
sono
incoscienza
o
coma,
depressione
respiratoria,
pupille
"a
spillo".
I
disturbi
da
oppiacei
comprendono
due
quadri
ben
distinti:
nel
primo,
detto
anche
Disturbi
da
Uso
di
Oppioidi,
sono
compresi
l’Abuso
e la
Dipendenza;
il
secondo,
detto
Disturbi
Indotti
da
Oppiacei,
comprende
l’Intossicazione,
l’Astinenza,
il
Delirium
da
Intossicazione,
il
Disturbo
Psicotico
Indotto
da
Oppiacei
con
Deliri
o
con
Allucinazioni,
il
Disturbo
dell’Umore
Indotto
da
Oppiacei,
le
Disfunzioni
Sessuali
Indotte
da
Oppiacei,
i
Disturbi
del
Sonno
Indotti
da
Oppiacei.
L’abuso
di
oppioidi
consiste
nella
incapacità
di
ridurre
o di
interrompere
l’uso
di
eroina/morfina
assunta
giornalmente
da
almeno
un
mese
con
conseguente
stato
di
intossicazione
continuata,
con
episodi
di
sovradosaggio
e
con
compromissione
delle
attività
sociali
o
professionali.
La
dipendenza
comprende
le
condizioni
di
tolleranza
e di
astinenza:
per
tolleranza
si
intende
la
necessità
di
aumentare
le
dosi
della
sostanza
per
avere
lo
stesso
effetto
o la
diminuzione
dell’effetto
per
dosi
costanti,
mentre
per
astinenza
si
intende,
dopo
riduzione
o
cessazione
dell’uso,
la
comparsa
di
una
sindrome
di
astinenza.
Sia
l’abuso
che
la
dipendenza
possono
portare
a
stati
di
intossicazione
acuta.
Alcuni
tra
gli
alcaloidi
presenti,
come
la
morfina,
sono
usati
in
medicina
tradizionale
per
la
terapia
del
dolore.
|
|
|
GBe
edita e pubblica:
.
-
Archeologia e Storia
.
-
Architettura
.
-
Edizioni d’Arte
.
- Libri
fotografici
.
- Poesia
.
-
Ristampe Anastatiche
.
-
Saggi inediti
.
.
InStoria.it
|