N. 73 - Gennaio 2014
(CIV)
L’OMOCAUSTO
LA PERSECUZIONE DEGLI OMOSESSUALI
di Giorgio Giannini
Gli
omosessuali
sono
altre
vittime
dimenticate
del
regime
nazista.
Il
numero
preciso
di
quanti
di
essi
so o
stati
condannati
e
internati
nei
Lager
non
si
conosce,
sia
per
la
distruzione
di
parte
degli
archivi,
sia
perché
molti
di
loro,
come
anche
altre
categorie
di
perseguitati
dal
regime
nazista,
sono
stati
catturati
dalla
Gestapo
e
fatti
sparire
in
base
al
Decreto
Nacht
und
Nabel
(Notte
e
Nebbia)
emanato
da
Hitler
il 7
dicembre
1941,
con
lo
scopo
di
eliminare
i
“soggetti
pericolosi
per
il
Reich”
senza
lasciare
alcuna
traccia.
Si
ritiene,
comunque,
che
gli
omosessuali
condannati
ed
internati
nei
Lager
siano
stati
almeno
50.000.
Sul
fenomeno
è
però
calata
una
coltre
di
silenzio
e
gli
storici
hanno
riportato
solo
alcuni
aspetti
folkloristici
dei
rapporti
tra
nazisti
e
omosessualità,
come
la
eliminazione
dei
principali
dirigenti
delle
SA
nella
Notte
dei
Lunghi
Coltelli
(Nacht
der
langen
Messer)
tra
il
29
ed
il
30
giugno
1934,
oppure
la
defenestrazione
del
generale
Werner
von
Fritsch,
Comandante
dell’Esercito,
oppure
la
vita
privata
di
alcuni
gerarchi
nazisti,
considerati
omosessuali,
quali:
Baldur
von
Schirach,
Capo
della
Gioventù
Hitleriana
(Hitlerjugend;
Hans
Franck,
già
avvocato
personale
di
Hitler,
Ministro
della
Giustizia
e
Gauleiter
del
Governatorato
Generale
di
Polonia
dal
1939
al
1945;
Rudolf
Hess,
Segretario
personale
di
Hitler
e
suo
“delfino”,
fuggito
nel
1941
con
un
aereo
in
Scozia;
Albert
Forster,
Governatore
di
Danzica,
amico
di
vecchia
data
di
Hitler,
che
egli
chiamava
affettuosamente
Bubi.
Forti
dubbi
sono
stati
espressi
anche
sulla
sessualità
di
Hermann
Goering
e
perfino
dello
stesso
Hitler
che
in
gioventù,
nel
suo
soggiorno
a
Vienna, aveva
alloggiato
nel
dormitorio
pubblico
per
soli
uomini
Männerheim
Brigittennau,
dove
certamente
dormivano
molti
omosessuali.
Inoltre,
due
importanti
episodi
della
storia
nazista,
sono
collegati
alla
natura
omosessuale
dei
loro
autori:
l’incendio
del
Parlamento
(Reichstag)
avvenuto
la
notte
del
27
febbraio
1933,
provocato
dai
nazisti,
ma
da
loro
attribuito
al
giovane
olandese
Marinus
van
der
Lubbe,
in
seguito
alla
quale,
il
giorno
seguente,
28
febbraio,
Hitler
ottiene
dal
Presidente
tedesco,
Paul
von
Hindenburg,
l’emanazione
di
un
Decreto
urgente
con
il
quale
sono
sospese
le
garanzie
costituzionali
e le
fondamentali
libertà
civili
e si
consente
alla
Polizia
di
arrestare,
anche
senza
prove,
le
persone
sospette;
il
ferimento
a
morte,
il 7
novembre
1938,
a
Parigi,
del
Segretario
dell’Ambasciata
tedesca,
Ernst
vom
Rath,
per
mano
del
giovanissimo
Herschel
Grynszpan,
un
ragazzo
ebreo
di
17
anni.
I
nazisti
preparano
un
grande
processo
a
scopo
propagandistico;
poi,
quando
si
comincia
a
diffondere
la
voce
che
i
due
fossero
amanti,
il
processo
viene
rinviato
all’infinito
e
non
si
celebrerà
mai.
La
morte
di
vom
Rath
è il
pretesto
per
scatenare
,nella
notte
tra
il 9
ed
il
10
novembre
1938,
la
Notte
dei
Cristalli
(Kristall
Nacht),
durante
la
quale
si
scatena
un
tremendo
pogrom
contro
gli
ebrei
che
porta
alla
distruzione
di
oltre
7.000
negozi,
di
250
sinagoghe,
di
170
case
di
ebrei,
di
14
centri
culturali
ebraici
ed
all’uccisione
di
un
centinaio
di
ebrei
ed
all’arresto
di
alcune
migliaia
di
essi
in
una
tremenda
caccia
all’uomo,
che
ricorda
quelle
attuate
nel
medioevo
contro
di
loro
ed i
Rom.
Come
colmo
della
beffa
contro
gli
ebrei,
il
12
novembre
1938,
Goering,
responsabile
del
Piano
Quadriennale
Economico,
emana
tre
Decreti
con
i
quali:
impone
la
multa
di
un
miliardo
di
marchi
alla
Comunità
Ebraica,
come
risarcimento
dei
danni
causati,
essendo
considerata
responsabile
di
quanto
era
accaduto;
ordina
ai
commercianti
ebrei
di
riparare
a
proprie
spese
i
danni
subiti
dalle
proprie
attività
economiche;
vieta
agli
ebrei
lo
svolgimento
di
ogni
attività
economica
dal
1
gennaio
1939.
La
situazione
prima
del
nazismo
Gli
omosessuali,
rispettati
nell’Antica
Grecia
e
tollerati
nella
Roma
repubblicana,
incominciano
ad
essere
discriminati
nel
periodo
dell’Impero
Romano.
Costantino,
nel
326,
li
condanna
a
morte,
come
anche
gli
Imperatori
Costanzo
e
Costante II,
con
una
Legge
del
342.
La
stessa
pena,
eseguita
con
il
rogo
è
disposta
anche
dagli
Imperatori
Valentiniano
II e
Teodosio.
L’Imperatore
Giustiniano, nelle
Novelle
(raccolta
di
Leggi
emanata
nel
538),
condanna
le
pratiche
omosessuali
tra
gli
uomini
(quelle
tra
donne
non
sono
punite
fino
al
XVI
secolo),
perché,offendendo
gli
Dei,
causano
la
loro
vendetta
provocando
calamità
naturali.
Carlo
Magno,
nel
marzo
789,
accusa
gli
omosessuali
di
favorire,
con
il
loro
“indegno
comportamento”,
le
invasioni
dei
territori
cristiani
da
parte
degli
Arabi
(i
Mori).
Nel
1532,
l’Imperatore
Carlo
V
pubblica
la
Constitutio
Criminali
Carolina,
che
prevede
all’art.116
la
condanna
al
rogo
per
le
“persone
coinvolte
in
condotta
lasciva,
sia
uomo
con
uomo,
che
donna
con
donna
o
essere
umano
con
animale”
.
è
la
prima
volta
che
viene
punita
l’omosessualità
femminile.
Nel
1620,
in
Prussia
(allora
Ducato),
il
Codice
penale
prevede
per
chi
è
condannato
per
il
reato
di
omosessualità
la
tortura,
seguita
dalla
condanna
a
morte
(eseguita
con
la
decapitazione
mediante
la
spada)
e
dal
rogo
del
cadavere.
Nel
1652,
il
giurista
tedesco
Benedictus
Carpzovius
pubblica
le
Praticae
Novae
Imperialis
Saxonicae
Rerum
Criminalium,
un
trattato
di
ben
216
pagine.
La
Parte
II,
intitolata
Questio
LXXVI,
tratta
dell’omosessualità
e
riprendendo
l’art.116
della
Constitutio
Carolina
prevede
il
rogo
sia
per
gli
uomini
che
per
le
donne
che
hanno
rapporti
omosessuali.
Nel
1770,
il
francese
J.J.
Pressavin,
nella
sua
opera
Nouveaux
traité
des
vapeurs,
considera
degenerati
gli
uomini
“che
hanno
fatto
proprie
le
abitudini,
le
tendenze
e
l’ozio
delle
donne”
e
ritiene
che
questa
degenerazione
aumenti
bevendo
il
caffè
importato
dalle
colonie.
Nel
1794,
in
Prussia,
sotto
il
Regno
di
Re
Federico
II,
viene
abolita
la
pena
di
morte
per
numerosi
reati,
anche
per
l’omosessualità,
che
è
punibile,
in
base
al
Paragrafo
(articolo)
1064
delle
Leggi
Generali
dello
Stato
Prussiano,
con
la
reclusione
fino
ad
un
anno,
con
la
fustigazione
al
momento
dell’ingresso
e
dell’uscita
dal
carcere
e
con
l’esilio.
Nel
1810,
il
Codice
Napoleonico,
applicato
anche
in
Prussia,
stabilisce
la
non
punibilità
dell’omosessualità
purché
attuata
tra
adulti
consenzienti
ed
in
privato.
Nel
1813,
in
Baviera
è
abrogato
il
vecchio
Codice
Criminale
del
1751,
per
iniziativa
di
A.
von
Feurbeach,
il
quale
nel
suo
Manuale
delle
leggi
criminali
tedesche
generalmente
prevalenti,
considera
reato
l’omosessualità
solo
se
causa
danno
all’individuo
o
allo
Stato.
Pertanto,
se
non
lede
alcun
diritto,
la
pena
non
si
applica.
Nel
1839,
il
nuovo
Codice
Criminale
del
Baden
Wurttemberg
dispone
che
la
“fornicazione
innaturale
non
è
punibile
di
per
sé,
ma
solo
in
quei
casi
nei
quali
provocasse
disordine
pubblico,
oppure
dietro
denuncia
di
una
persona
offesa
o
dei
suoi
genitori
o
del
coniuge
e,
in
tale
caso,
con
non
meno
di
sei
mesi
di
prigione”.
Lo
stesso
principio
è
ribadito
nel
Paragrafo
(articolo)
246
del
nuovo
Codice
Penale
introdotto
nel
Regno
di
Hannover
nel
1840.
La
situazione
per
gli
omosessuali
peggiora
in
Prussia
nel
1847
quando
è
introdotto
il
uovo
Codice
Penale,
che
alla
Sezione
(Articolo)
143
condanna
l’omosessualità
“perchè
tale
comportamento
dimostra
una
speciale
degenerazione
della
persona
ed è
così
pericolosa
per
la
moralità”.
La
pena
viene
aggravata,
da
sei
mesi
a
quattro
anni,
nella
Sezione
152
del
nuovo
Codice
Penale
approvato
nel
1851.
Nel
1866,
la
Prussia,
dopo
aver
sconfitto
l’Austria
a
Sadowa,
diventa
lo
Stato
leader
della
Confederazione
Germanica
Settentrionale
e
vuole
estendere
il
proprio
Codice
Penale
agli
altri
Paesi
della
Confederazione.
Per
scongiurare
questo
fatto,
Karol
Maria
Benkert
(meglio
noto
come
Kàroly
Mària
Kertbeny),
scrive
tre
lettere
al
Ministro
prussiano
della
Giustizia,
Leonhardt,
utilizzando
per
la
prima
volta
il
termine
omosessualismo
ed
omosessuale.
Il
14
marzo
1869,
il
Reale
Comitato
di
Studi
Medici
riconosce
che
non
c’è
“alcuna
ragione
di
punire
gli
atti
sessuali
tra
uomini”,
dato
che
questo
comportamento
non
è
più
dannoso
per
la
salute
di
un
rapporto
eterosessuale.
Probabilmente
questo
giudizio
è
influenzato
dagli
scritti
di
Karl
Heinrich
Ulrichs.
Intanto,
gli
studi
sull’omosessualità
fanno
un
grande
passo
in
avanti
in
seguito
alla
pubblicazione,
nel
1857,
della
monumentale
opera,
in
700
pagine,
del
francese
Benedict
Augustin
Morel,
intitolata
Trattato
sulle
degenerazioni
fisiche,
intellettuali
e
morali
nella
specie
umana,
che
è un
tentativo
di
superare
i
pregiudizi
religiosi
e
morali
cercando
di
spiegare
razionalmente
le
degenerazioni
dei
vari
comportamenti
umani.
Sempre
nel
1857,
il
medico
francese
Ambroise
Tardieu
pubblica
lo
Studio
medico-
legale
sugli
attentati
ai
costumi,
con
il
quale
sostiene
di
aver
trovato
le
cause
anatomiche,
e
non
più
psicologiche,
della
differenziazione
tra
gli
uomini
“normali”
e
gli
omosessuali.
Questo
fiorire
di
studi
sull’omosessualità,
da
parte
dei
medici,
è da
collegarsi
al
loro
tentativo
di
trattare
dal
punto
di
vista
medico,
cercando
di
prevenirli
e di
curarli,
i
problemi
sociali
più
gravi
del
momento
quali
l’alcolismo
e la
stessa
criminalità.
Così
l’omosessualità
acquista
una
connotazione
medica,
diventando
una
“malattia”.
Il
18
gennaio
1871,
è
costituito,
per
iniziativa
del
Cancelliere
Bismarck,
l’Impero
Tedesco
e il
nuovo
Codice
Penale
punisce
l’omosessualità
al
Paragrafo
(Articolo)
175.
Al
Reichstag
(il
Parlamento),
i
Deputati
socialdemocratici
cercano
di
impedire
l’estensione
del
Codice
prussiano
al
Reich,
sostenendo
anche
una
petizione
lanciata
dai
primi
Movimenti
organizzati
per
il
riconoscimento
dei
diritti
degli
omosessuali.
Il
Governo
della
Repubblica
di
Weimar,
nata
nel
novembre
1918
dopo
l’abdicazione
dell’Imperatore
Guglielmo
II
Hohenzollern
che
segna
la
fine
dell’Impero
Tedesco,
non
adotta
provvedimenti
repressivi
nei
confronti
degli
omosessuali,
i
quali
pertanto
possono
liberamente
costituire
associazioni
e
club.
Contro
l’introduzione
del
Paragrafo
175
nel
Codice
Penale
si
batte
l’umanista
Magnus
Hirschfeld,
che
ha
costituito
a
Berlino
il
Comitato
Scientifico
Umanitario.
In
particolare,
nel
maggio
1928,
Hirschfeld
invia
una
lettera
a
tutti
i
Partiti
tedeschi
per
conoscere
la
loro
posizione
in
merito
all’abrogazione
del
Paragrafo
175.
Il
Partito
Nazionalsocialista
(NSDAP)
gli
risponde
scrivendo
chiaramente
“l’omosessuale
è
nostro
nemico”.
Al
Congresso
della
Lega
Mondiale
per
la
Riforma
Sessuale,
tenutosi
nel
1928
a
Copenaghen,
la
legislazione
sovietica
in
materia
sessuale
viene
assunta
a
modello
per
una
riforma
normativa
internazionale
sulla
sessualità.
Infatti,
nel
Dicembre
del
1917
il
Governo
Bolscevico,
appena
due
mesi
dopo
la
Rivoluzione
di
Ottobre,
aveva
abrogato
tutte
le
leggi
del
regime
zarista,
e
quindi
anche
la
normativa
contro
l’omosessualità,
in
base
al
principio
della
“non
interferenza
dello
Stato
e
della
Società
negli
affari
sessuali
personali,
a
condizione
che
nessuno
ne
sia
danneggiato”.
Il
16
ottobre
1929,
la
Commissione
Penale
del
Reichstag,
approva
con
15
voti
contro
13,
la
Legge
di
Riforma
Penale,
abrogando
tutti
i
crimini
connessi
all’omosessualità.
Purtroppo,
la
Legge
non
verrà
mai
attuata
perchè
la
grave
crisi
economica
dell’ottobre
1929
ne
fa
rinviare
l’attuazione
a
tempo
indeterminato.
L’approvazione
della
Legge
è
duramente
criticata
sul
quotidiano
nazista
Volkischer
Beobachter
dal
teorico
Alfred
Rosenberg,
che
minaccia
severe
punizioni
per
gli
omosessuali
quando
il
Partito
prenderà
il
potere,
e
dall’avvocato
nazista
Hans
Frank,
futuro
Ministro
della
Giustizia
del
Terzo
Reich.
La
persecuzione
durante
il
nazismo
Con
l’avvento
del
nazismo,
l’omosessualità
è
severamente
repressa
ed
anche
utilizzata
come
arma
politica
o
per
distruggere
gli
oppositori
o
gli
antagonisti,
come
avviene
nella
Notte
dei
Lunghi
Coltelli
(Nacht
der
langen
Messer),
tra
il
29
ed
il
30
giugno
1934,
con
la
eliminazione
dei
dirigenti
delle
SA
oppure
con
la
defenestrazione
del
generale
Werner
von
Fritsch,
Comandante
dell’Esercito.
Il
23
febbraio
1933,
Hitler,
Cancelliere
dal
30
Gennaio,
proibisce
le
pubblicazioni
pornografiche
e
l’attività
della
Lega
per
i
Diritti
Umani,
che
sostiene
l’abrogazione
del
Paragrafo
175
del
Codice
Penale.
Lo
stesso
giorno,
è
emanato
un
Decreto
con
cui
si
dispone
la
chiusura
di
tutti
i
luoghi
pubblici
frequentati
da
omosessuali
(club,
bar,
alberghi…
).
Il 6
maggio
1933,
la
sede
del
Comitato
Scientifico
Umanitario
a
Berlino
è
devastata
dai
nazisti
che
bruciano
gli
oltre
10.000
volumi
della
biblioteca.
Nel
novembre
del
1933,
l’Amministrazione
di
Amburgo
chiede
alla
polizia
di
“tenere
sotto
controllo
i
travestiti
e di
inviarli
nei
Campi
di
concentramento,
se
necessario”.
Così
i
primi
omosessuali
vengono
rinchiusi
nel
Lager
di
Fuhlsbuttel.
Le
premesse
ideologiche
per
la
repressione
antiomosessuale
nazista
sono
enunciate
dal
giurista
Rudolf
Klare
al
convegno
della
Federazione
Internazionale
delle
Organizzazioni
Eugenetiche,
che
si
tiene
a
Zurigo
nel
luglio
1934.
Il
suo
pensiero
è in
seguito
enunciato
nel
libro
“Omosessualità
e
diritto
penale”
nel
quale
auspica
l’aggravamento
delle
sanzioni
a
carico
degli
omosessuali
maschi
ed
anche
la
repressione
dell’omosessualità
femminile
non
prevista
dal
Paragrafo
175
del
Codice
Penale.
Il
24
ottobre
1934,
la
Gestapo
invia
una
Circolare
segreta
a
tutti
gli
uffici
della
Polizia
con
l’ordine
di
inviare
l’elenco
delle
persone
considerate
omosessuali.
Il
22
maggio
1935,
il
giornale
delle
SS “Das
Schwarze
Korps”
(Il
corpo
nero)
propone
la
pena
di
morte
per
gli
omosessuali
maschi
che
si
ritiene
siano
il
10 %
dei
tedeschi
(circa
due
milioni
).
Nello
stesso
periodo
la
Commissione
Penale
del
Reichstag
si
esprime
di
nuovo
contro
l’irrigidimento
dell’interpretazione
e
dell’applicazione
del
Paragrafo
175,
nonostante
ne
facciano
parte
alcuni
giuristi
nazisti
(Roland
Freisler,
futuro
Presidente
del
Tribunale
del
Popolo,
Otto
Georg
Thierack,
futuro
Ministro
della
Giustizia).
Comunque,
il
28
giugno
1935
Hitler
introduce
l’articolo
175/A
del
Codice
Penale
con
il
quale
si
puniscono,
con
la
reclusione
di
sei
mesi,
le
semplici
“fantasie
sessuali”.
Scontata
la
condanna,
il
condannato
è
inviato
dalla
Gestapo
in
un
Campo
di
concentramento
“a
scopo
rieducativo”.
Il
10
ottobre
1936,
Himmler,
in
un
discorso
pubblico,
afferma
la
necessità
della
eliminazione
fisica
degli
omosessuali,
considerati
dei
“degenerati”
che
possono
distruggere
la
razza
tedesca
con
il
loro
comportamento
sessuale.
Il
26
ottobre
1936,
Himmler
istituisce,
all’interno
del
Servizio
di
Sicurezza
(Sicherheitsdienst-SD),
il
Dipartimento
della
Sicurezza
Federale
per
combattere
l’aborto
e
l’omosessualità
,denominato
Sezione
SD
II-S,
con
il
compito
di
controllare
e
reprimere
l’aborto
e
l’omosessualità
,
affidato
al
Capitano
delle
SS
Joseph
Meisinger.
Il
27
settembre
1939,questo
Dipartimento
viene
riorganizzato
nell’Ufficio
Centrale
per
la
Sicurezza
del
Reich
(RSHA),
diretto
da
Reinhard
Heydrich.
Il
17
febbraio
1937,
Himmler,
in
un
discorso
ai
Comandanti
delle
SS,
afferma
la
necessità
dell’eliminazione
degli
omosessuali
anche
se
militanti
nell’Organizzazione.
Il
28
maggio
1937,
Goebbels,
Ministro
della
Propaganda,
attacca
violentemente
le
organizzazioni
cattoliche,
considerate
“focolai
di
omosessuali”,
in
un
discorso
pubblicato
su
tutti
i
mezzi
di
informazione,
nel
quale
afferma
che
“la
sacrestia
è
diventata
un
bordello…
ed i
monasteri
sono
un
allevamento
di
omosessuali”;
accusa
inoltre
le
autorità
ecclesiastiche
di
conoscere
molto
bene
il
problema
ma
di
non
prendere
alcuna
iniziativa.
La
Gestapo
è
incaricata
di
arrestare
i
preti
omosessuali.
L’attacco
contro
la
Chiesa
Cattolica
è la
conseguenza
della
pubblicazione
dell’Enciclica
Mit
Brennender
Sorge
(Con
viva
ansia),
emanata
nel
Marzo
1937
dal
Papa
Pio
XI
per
condannare
le
limitazioni
all’attività
religiosa
decise
dal
regime
nazista.
L'internamento
nei
lager
e la
castrazione
Il 4
aprile
1938,
Himmler
dispone
che
gli
omosessuali
arrestati
per
“atti
contrari
alla
morale”
siano
inviati
direttamente
nei
Lager,
senza
processo.
Così
la
repressione
si
intensifica.
Il 1
gennaio
1939,
è
pubblicato
l’Annuario
del
RSHA
dal
quale
risulta
che
circa
33.000
omosessuali
sono
stati
processati;
la
maggior
parte
sono
stati
condannati
e
deportati
nei
Lager.
Il
29
febbraio
1940,
Himmler
pronuncia
un
nuovo
violento
discorso
contro
gli
omosessuali
affermando
che
molti
di
loro
sono
stati
puniti.
Il 4
novembre
1941,
è
emanato
un
Decreto
relativo
ai
“criminali
devianti”,
i
quali
devono
essere
eliminati
se
“minacciano
la
salute
del
popolo
tedesco”.
Il
provvedimento,
per
espressa
decisione
di
Himmler,
si
applica
anche
ai
poliziotti
ed
ai
membri
delle
SS
“sorpresi
in
un
comportamento
indecente
con
un
altro
uomo”.
A
questo
scopo,
il
15
novembre
1941,
è
emanato
il
Decreto
per
il
mantenimento
della
purezza
nelle
SS e
nella
polizia,
che
dispone
la
condanna
a
morte
di
ogni
membro
delle
SS o
della
Polizia,
indipendentemente
dalla
sua
età,
“che
si
abbandoni
in
un
comportamento
indecente
con
un
altro
uomo”.
Nel
febbraio
1942,
il
provvedimento
viene
esteso
a
tutti
i
civili.
All’interno
dei
Lager,
gli
omosessuali,
che
portano
sugli
abiti
un
contrassegno
a
forma
di
triangolo
di
colore
rosa,
con
chiaro
intento
spregiativo,
svolgono
i
lavori
più
ripugnanti,
come
lo
svuotamento
delle
latrine,
oppure
quelli
più
pesanti,
come
il
lavoro
nella
cave
di
argilla,
per
la
fabbricazione
delle
ceramiche
Klinker,
a
Sachsenhausen.
Sono
anche
utilizzati
come
cavie
negli
pseudo-esperimenti
scientifici
attuati
dai
medici
delle
SS.
Inoltre,
spesso
sono
vessati
ed
anche
stuprati
dai
loro
compagni
di
baracca.
Himmler,
ritenendo
che
gli
omosessuali
siano
recuperabili,
incaricato,
alla
fine
degli
anni
trenta,
vari
medici,
docenti
universitari,
a
fare
degli
esperimenti
a
questo
scopo
nel
Lager
di
Dachau,
ma
tutti
i
medici,
nei
loro
rapporti,
sostengono
che
gli
omosessuali
non
sono
recuperabili.
Essendo
rimasto
convinto
della
sua
teoria,
Himmler
istituisce
una
sezione
speciale
per
gli
omosessuali
nel
Lager
femminile
di
Ravensbruck,
incaricando
alcune
prostitute
polacche
di
dedicare
ad
essi
i
loro
favori
sessuali
per
cercare
di
“guarirli”.
Poiché
anche
questa
terapia
si
dimostra
inefficace,
Himmler,
nel
1943,
incarica
l’endocrinologo
danese
Karl
Vernaet,
che
presta
servizio
come
medico
delle
SS a
Praga,
di
trovare
una
soluzione
al
“problema”.
Vernaet
ritiene
che
gli
omosessuali
si
possano
guarire
attraverso
la
castrazione
e
poi
con
l’innesto
di
un
glande
artificiale
e
l’immissione
di
un
ormone
maschile
sotto
l’inguine
o
sotto
la
pelle
dell’addome.
Himmler,
pertanto,
gli
mette
a
disposizione
il
Lager
di
Buchenwald
ed
il
chirurgo
Gerhard
Schiedlavsky
per
gli
esperimenti
medico-chirurgici,
che
però
sono
interrotti,
probabilmente
in
seguito
ad
un’epidemia
di
febbre
gialla,
dato
che
nel
Lager
si
effettuano
anche
esperimenti
su
diverse
malattie
infettive.
Vernaet
così
continua
gli
esperimenti
nel
Lager
di
Neuengamme,
dove
molti
omosessuali
vengono
sottoposti
al
trattamento
chirurgico
ed
ormonale,
ma
non
“guariscono”.
Muoiono
invece
per
essere
stati
imbottiti
di
ormoni.
L’Operazione
Vernaet
si
rivela
quindi
un
completo
fallimento.
Alla
fine
del
1943,
Himmler
dispone
il
rilascio
dal
Lager
di
ogni
omosessuale
che
si
fosse
fatto
castrare
e
che
avesse
tenuto
una
buona
condotta.
La
castrazione
degli
omosessuali
diventa
così
una
pratica
molto
diffusa.
Gli
omosessuali,
dopo
l’intervento,
sono
inseriti
in
reparti
di
disciplina
ed
inviati
a
combattere
in
prima
linea.
Uno
di
questi
reparti
è la
Formazione
Dirlewanger,
dal
nome
del
suo
Comandante
Oskar
Dirlewanger,costituita
in
gran
parte
da
criminali
che
si
sono
arruolati
volontariamente
per
evitare
l’internamento
nei
Lager
oppure
la
pena
di
morte.
La
disciplina
è
ferrea:
il
Comandante
ha
il
potere
di
vita
e di
morte
sui
suoi
uomini.