[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

180 / DICEMBRE 2022 (CCXI)


moderna

OLYMPE DE GOUGES
SUI DIRITTI "DELLA DONNA E DELLA CITTADINA”

di Matteo Liberti

 

Tutti hanno sentito parlare della “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”, testo simbolo della rivoluzione francese pubblicato il 26 agosto 1789 e alla base di molte costituzioni successive. In pochi sanno però che, nel 1791, a questo documento se ne affiancò un altro espressamente pensato per la parte femminile della cittadinanza: la Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne (o “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”) firmata da Olympe de Gouges, scrittrice d’oltralpe decisa a mettere i puntini sulle “i” in tema di parità di diritti tra uomini e donne.

 

Battezzata come Marie Gouz, Olympe nacque nel 1748 a Montauban, nel sud della Francia, da una famiglia di umili origini. Costretta a sposarsi neanche diciottenne, divenne velocemente sia madre sia vedova, ripromettendosi di non abbracciare più la vita matrimoniale. Trasferitasi a Parigi, frequentò il bel mondo, ebbe storie con uomini facoltosi e si appassionò al teatro e alla scrittura.

 

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Ritratto di Olymper de Gouges realizzato dal pittore polacco Alexandre Kucharsky

 

I suoi testi, teatrali e non solo, avevano forti connotazioni sociali ed erano diretti in particolare a denunciare la schiavitù dei neri. Frequentando i salotti parigini, dov’era all’ordine del giorno il tema dell’emancipazione femminile, la battagliera Olympe si avvicinò poi alla causa delle donne.

 

Nel 1789, con lo scoppio della rivoluzione, le speranze di molti si aggrapparono al motto “Liberté, Égalité, Fraternité”, ma nonostante le molte riforme di stampo illuminista, si andava respirando ben poca “uguaglianza” tra uomini e donne. Queste ultime erano ai margini della società, prive del diritto di voto e dell’accesso alle istituzioni pubbliche.

 

La stessa Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino non conteneva riferimenti alle donne, e Olympe decise di sopperire a tale mancanza preparando un testo giuridico ad hoc. Nacque così la nuova dichiarazione “al femminile” (prima nel suo genere), ultimata il 5 settembre 1791, dedicata alla regina Maria Antonietta e pensata come imitazione ironica e allo stesso tempo critica della Déclaration del 1789 e dei suoi diritti “per soli uomini”.

 

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Parigi: targa commemorativa dedicata all'impegno di Olymper de Gouges in favore dei diritti delle donne

 

Scopo del documento era demolire ogni pregiudizio sul mondo femminile. Il primo articolo, senza giri di parole, affermava che “la donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’uomo”. Si ribadiva poi che la nazione è “riunione della donna e dell’uomo” e, con riferimento alla partecipazione femminile alla vita pubblica, si sottolineava che, se “la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di salire sulla Tribuna”.

 

Olympe si fece inoltre promotrice del divorzio, divenendo nel corso dei decenni un simbolo delle battaglie per i diritti delle donne. Nel frattempo, il 3 novembre 1793, con la rivoluzione ormai degenerata in “terrore”, finì sulla ghigliottina accusata di aver parteggiato per la monarchia, anche se a detta di molti pagò proprio il suo “femminismo” (sgradito soprattutto ai giacobini di Robespierre).

 

Il quotidiano di propaganda Le Moniteur universel, nel necrologio, ribadirà con tono misogino che Olympe “si era dimenticata le virtù che convengono al suo sesso”.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]