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N. 41 - Maggio 2011 (LXXII)

nuovi segni dei tempi
riflessioni "cardinalizie”

di Emanuela Ferrari

 

Questo agile libro raccoglie alcune riflessioni del Cardinale Camillo Ruini. Nella premessa del testo l’autore evidenzia quali sono i temi principali che ci troviamo ad affrontare nel nostro tempo storico.

 

Nello specifico, le questioni salienti sono due: i nuovi scenari mondiali venuti drammaticamente alla luce con l’attentato dell’11 settembre 2001 e la questione antropologica relativa ai nuovi comportamenti etici.

 

Alla luce di quanto evidenziato è importante “capire” il ruolo della Chiesa partendo proprio – spiega l’autore – da quel grande tornante che è stato il Concilio Vaticano II, quindi ripercorrere vari aspetti dei rapporti tra Chiesa, cultura e politica in cui la democrazia, la libertà e la pace diventano ingredienti basilari.

 

Il Cardinale Ruini modula la sua riflessione suddividendo lo scritto in quattro parti, o momenti. La prima, la Chiesa in Italia: da Loreto ai compiti del presente, ricorda appunto il Convegno di Loreto nell’aprile 1985 in cui Giovanni Paolo II apre una fase denominata Nuova Evangelizzazione rivolta, in prevalenza, ad una società pluralistica e parzialmente scristianizzata dove la fede cristiana dovrebbe recuperare un ruolo-guida per il futuro.

 

La caduta del muro di Berlino nel 1989 ha “prodotto” un cambiamento profondo nel mondo. Questi obiettivi sono stati rinnovati nel Convegno di Palermo nel 1995, dove la Chiesa si adopera per una crescita complessiva del popolo italiano e comunque – precisa l’autore – la fiducia di cui gode la Chiesa tra la gente è confermata dall’altissima percentuale di alunni che usufruiscono dell’insegnamento della religione cattolica e dell’8 per mille destinato ad essa. Ci sono molte spiegazioni in merito, tra cui quella di far avere ai propri figli una sana educazione, oltre ad un riconoscimento dell’impegno caritativo.

 

In questa prima parte del libro tra le grandi questioni emergenti si ricordano le tensioni geopolitiche divenute manifeste con l’attentato dell’11 settembre, tanto tremendo quanto inaspettato e la questione antropologica che coinvolge il soggetto umano, in particolare il funzionamento del nostro cervello e i processi della generazione con richiami alla dignità dell’individuo nel mondo in contrapposizione al risveglio identitario provocato dalle minacce del terrorismo islamico e con un riconoscimento condiviso della fede cristiana che è profondamente amica dell’uomo, della sua libertà e della sua intelligenza.

 

Nella seconda parte, A quarant’anni dal Concilio: ripensare il Vaticano II di fronte alle attuali sfide culturali e storiche, il Cardinale precisa che il Concilio segna un’epoca nuova nella vita della Chiesa, attingendo però molto dalle esperienze e dalle riflessioni del periodo precedente, in particolare dal pensiero di Pio XII.

 

La Chiesa si apre al mondo contemporaneo, quindi si rivolge a tutti i popoli e a tutte le culture e questa e tale visione è già presente nella redazione dei testi conciliativi.

 

Lo scenario mondiale in cui la Chiesa si trova ad operare è molto cambiato; presenta una articolazione molto complessa, infatti l’umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti che progressivamente si estendono all’intero universo.

 

L’apertura della Chiesa si rivolge: ai paesi ex comunisti con cui non si vuole tagliare tutti i ponti, alle nazioni in via di sviluppo, agli immigrati, a quelle nazioni come l’India e la Cina molto popolose e alle grandi religioni del mondo.

 

Per quest’ultimo punto si ricorda il contributo fornito dal Papa attuale, quando al tempo era conosciuto come il Cardinale Ratzinger, attraverso il suo libro pubblicato nel 2003 dal titolo Fede Verità Tolleranza. Il Cristianesimo e le religioni del mondo, rivolto appunto al dialogo tra cattolici e le altre religioni.

 

In La democrazia: nuovi scenari, nuovi poteri l’autore evidenzia un terzo grande fenomeno che prende il nome di globalizzazione, mentre il quarto è relativo alle biotecnologie che fanno parte dell’ultima rivoluzione scientifico-tecnologica.

 

I governi quindi devono “confrontarsi” con questi quattro fenomeni della contemporaneità e su questo punto si era concentrato il discorso alle Nazioni Unite, tenuto il 5 ottobre 1995, dal Papa precedente. La pace non è soltanto l’assenza di conflitti armati, ma essa si costruisce su quattro pilastri: verità, amore, libertà e giustizia per creare appunto un’autentica democrazia a livello nazionale e internazionale come una famiglia di nazioni.

 

Le ultime pagine del libro sono raccolte nella sezione intitolata Religioni e culture: il coraggio di un nuovo umanesimo.

 

Il tema della pace necessita di essere tradotto in termini politicamente efficaci, dall’etica si deve passare alla politica.

 

È tempo di realizzare un “nuovo” umanesimo a livello planetario; le solide fondamenta della pace e della concordia tra i popoli hanno bisogno della solidarietà per promuovere appunto il primato dell’uomo non in contrapposizione con il primato di Dio.



 

 

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