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N. 21 - Febbraio 2007

LE NUOVE LEGGI RAZZIALI IN RUSSIA

Gli immigrati sono ospiti indesiderati

di Leila Tavi

 

In Russia un lavoratore ogni dodici è un immigrato. Secondo un’inchiesta pubblicata dalla Banca mondiale (World Bank Report) il mese scorso, la Russia è la meta dell’immigrazione che proviene dalle ex repubbliche sovietiche, in particolar modo dal Caucaso e dall’Asia centrale.

 

Nella classifica dei Migrant-Receiving Country, effettuata dalla Banca mondiale, la Russia è seconda solo agli Stati uniti d’America.

 

Un tale incremento d’immigrati è facilmente spiegabile con il boom economico della Russia negli ultimi anni.

 

La diminuzione delle nascite in Russia ha richiesto una maggiore mano d’opera di stranieri per supplire alla domanda di lavoro, soprattutto a Mosca.

 

Di solito noi Europei siamo abituati a considerare il problema dell’immigrazione all’interno dell’UE come un’emergenza; in effetti, fino a pochi anni fa l’Europa occidentale accoglieva il 42% di cittadini dall’Europa centrale e orientale.

 

A livello globale però solamente la Francia e la Germania nell’UE, rispettivamente al 5. e al 3. posto della classifica stilata dalla Banca mondiale, hanno un numero d’immigrati tale da poter considerare il fenomeno come rilevante a livello mondiale.

 

In Russia il fenomeno ha assunto proporzioni enormi e si accompagna a problemi d’intolleranza razziale (Tavi, 2006).

 

Il governo ha deciso, all’interno di una campagna che mira a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di russi d’origine slava, di ridurre drasticamente le quote riservate agli stranieri.

 

Dopo l’entrata in vigore delle nuove leggi sull’immigrazione solo il 40% dei posti riservati alla vendita al dettaglio potrà essere occupato da stranieri.

 

Alla fine del 2007 le quote potrebbero diventare ancora più selettive.

 

Il Cremlino adduce come giustificazione a questa forte limitazione delle opportunità per gli immigrati la volontà di combattere il lavoro clandestino, che attraverso questo nuovo sistema di controlli e di sanzioni dovrebbe, a detta degli esperti russi, diminuire sensibilmente.

 

In realtà le categorie più colpite saranno i venditori ambulanti, la bassa manovalanza, i lavapiatti dei ristoranti; tutti lavori che i Russi slavi disdegnano.

 

Sembrerebbe che la nuova normativa voglia penalizzare proprio quelle categorie che più sono vessate all’interno del territorio russo; le nuove vittime dell’intolleranza razziale.

 

Marianna Ananieva ha  25 anni ed è cittadina della Repubblica di Mari El (in russo Марий Эл) . Ha studiato a Budapest e a Leiden; vive a Mosca da qualche mese, dove lavora nel settore marketing della multinazionale americana Procter&Gamble.

 

Abbiamo chiesto a Marianna di provare a descriverci con alcune risposte il clima che si respira oggi a Mosca, la nuova capitale multiculturale.

 

1)    Is it correct to say that Moscow is a melting pot?

 

Yes, I would say so.

 

2)    In a positive or a negative way?

 

In a negative way.

 

3)    In Moscow 1 worker out of 12 is a migrant. A large part of migrants comes from the former Soviet republics like Tajikistan, Belarus, Ukraine and Moldavia. Do you think that they are good integrated in the Russian society?

 

It depends where they came from. If they look like Slavic people (Ukraine, Belarus, Moldova), then they have more chances to integrate. If not – I believe it is more difficult for them to marry a Russian man or woman. Usually, migrants work like blue-collar workers, most of them do not have higher education. Some of them do not know Russian well enough. All these create barriers for the integration.

 

4)    You have a good job. Do you consider yourself an exception or migrants normally get the opportunity to find a qualified job easy?

 

As I said, most of the migrants who come to work to Moscow do not have higher education. Recently our government adopted the law about migrants and set quotas for migrant employees. According to this law companies should register their employees at the State Migrant Agencies, etc. This is why some companies make restrictions that their employees should be citizens of Russia. However, if a migrant has a good Russian education it should not be a problem to get a well-paid and highly qualified job.

 

5)    Do you think that it is easier in Moscow to find a job and avoid people’s prejudices for a migrant with a university degree than for a migrant without education?

 

If you do not have Russian education, it will be more difficult to find a highly-qualified job. However, there are a lot of vacancies for blue-collar jobs. I do not think that this would be a problem for a migrant to start working there.

 

6)    What is it your opinion on the new immigration law in Russia?

 

The new law is good in terms of the protection of migrants’ rights, because previously, a lot of migrants worked illegally and depended a lot on their employers. The only problem is that there is a lot of bureaucratic processes involved, which mechanisms are not very well-developed. I hope that in a few years they will be better.

 

7)    Which attitude do policemen have in Moscow towards the migrants?

 

They check their documents at the streets more often (especially of those who look like Caucasus people), because of the terrorism threat, etc.

 

8)    Have you ever been witness of violence against migrants?

 

No, despite the fact that there are a lot of migrants around.

 

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