N. 77 - Maggio 2014
(CVIII)
NIRVANA
DA BLEACH ALLA ROCK AND ROLL HALL OF FAME
di Andrea Bajocco
Sono
passati
oltre
20
anni
da
quel
5
aprile
1994,
giorno
in
cui
ci
lasciò
Kurt
Cobain.
Tuttavia,
il
mito
dei
Nirvana
non
sembra
essere
intenzionato
a
placarsi...
La
storia
del
gruppo
“padre
del
grunge”
nasce
a
cavallo
tra
il
1986
e il
1987
dall’incontro
–
organizzato
da
Buzz
Osbourne
dei
Melvins
–
tra
Kurt
Cobain
(voce
e
chitarra)
e
Krist
Novoselic
(basso),
entrambi
intenzionati
a
seguire
le
orme
della
musica
punk.
I
due
formano
così
un
complesso
che
cambia
svariati
nomi
prima
di
diventare
“Nirvana”;
il
nome
viene
proposto
dal
frontman
in
quanto
“[...]
significa
liberazione
dal
dolore,
dalla
sofferenza
e
dal
mondo
esterno
e
questo
si
avvicina
al
mio
concetto
di
punk”.
Il
gruppo,
inizialmente
è
coadiuvato
da
Chad
Channing
alla
batteria,
con
il
quale
vengono
suonati
i
primi
live
e
inciso,
nel
1989,
Bleach,
album
anticipato
dal
singolo
Love
Buzz
(cover
di
una
canzone
degli
Shocking
Blue).
Tra
le
altre
tracce,
spicca
About
a
Girl,
dedicata
all’allora
ragazza
di
Cobain,
Tracy
Marander
“infuriata”
perché
fino
a
quel
momento
non
le
era
stata
dedicata
ancora
alcuna
canzone.
Il
disco
viene
registrato
a
Seattle,
presso
i
Reciprocal
Recording
Studios;
ed è
proprio
a
Seattle
che
i
Nirvana
cresceranno
come
artisti,
influenzando
profondamente
il
panorama
grunge
all’ombra
dello
Space
Needle.
Lo
stesso
anno,
Kurt
Cobain
conosce
Courtney
Love,
leader
delle
Hole
(gruppo
grunge
“al
femminile”)
dalla
quale,
nell’agosto
del
1992,
avrà
Frances
Bean.
Un
anno
dopo,
nel
1990,
Cobain
si
avvicina
alle
droghe,
divenendo
in
breve
tempo
dipendente
da
oppiacei.
Musicalmente,
iniziano
i
problemi
per
il
trio.
Cobain
e
Novoselic
si
lamentano
dello
stile
che
Channing
usa
nel
suonare
la
batteria,
e
provvedono
alla
ricerca
di
un
nuovo
batterista.
Ancora
una
volta
è
Buzz
Osbourne
a
proporre
al
gruppo
l’uomo
ideale.
Si
tratta
di
Dave
Grohl,
liberatosi
da
poco,
dopo
lo
scioglimento
del
precedente
gruppo:
gli
Scream.
Con
il
nuovo
batterista
si
aprono
per
i
Nirvana
le
porte
dell’Olimpo.
Il
24
settembre
1991
arriva
la
consacrazione;
per
l’etichetta
Geffen
Records
esce
Nevermind,
il
capolavoro
della
band
che
sarà
premiato
con
un
disco
d’oro,
dieci
dischi
di
platino
e un
disco
di
diamante.
La
copertina,
resa
celebre
dal
fotografo
Kirk
Weddle,
mostra
Spencer
Elden,
figlio
di
amici
dello
stesso
Weddle,
immerso
in
una
piscina
e
intento
a
raggiungere
una
banconota
da
un
dollaro
appesa
a un
amo.
L’immagine
è
stata
scelta
da
Cobain
e
Novoselic,
spinti
dalla
curiosità
in
seguito
alla
visione
di
un
documentario
sui
parti
in
acqua.
La
tracklist
non
ha
eguali:
12
tracce
(più
una
“fantasma”
che
inizia
circa
15
minuti
dopo
la
fine
dell’ultimo
brano).
Si
parte
con
Smells
like
teen
spirit,
si
passa
per
pezzi
del
calibro
di
Polly,
Drain
You
e
Lounge
Act
e si
conclude
infine
con
Something
in
the
Way.
Durante
il
tour
successivo,
il
30
agosto
1992,
il
terzetto
di
Seattle
calca
il
palco
del
Reading
Festival.
L’evento
–
registrato
e
andato
in
onda
in
diretta
–
risulta
probabilmente
la
più
grande
performance
live
del
trio,
e
per
questo,
nel
2009,
è
stato
messo
in
commercio
dalla
Geffen
Records.
Dopo
il
concerto-evento,
la
casa
discografica
spera
in
un
nuovo
album
entro
la
fine
dell’anno,
tuttavia
a
causa
dei
ritardi
nella
produzione
del
disco
si è
optato
per
la
pubblicazione
di
Incesticide,
disco
di
rarità
e
b-sides.
L’album
contiene
inoltre
le
tracce
Molly's
Lips
e
Son
of a
Gun
dei
The
Vaselines,
gruppo
tra
i
preferiti
di
Cobain.
In
Utero,
ultimo
lavoro
della
band,
slitta
quindi
al
1993.
Inizialmente
doveva
chiamarsi
I
hate
myself
and
I
want
to
die
(Odio
me
stesso
e
voglio
morire),
frase
con
cui
Cobain
puntualmente
rispondeva
a
chi
gli
chiedeva
come
stesse.
Il
titolo
definitivo
è
stato
invece
ripreso
da
una
poesia
di
Courtney
Love.
La
copertina,
disegnata
da
Robert
Fisher
su
un’idea
del
frontman,
presenta
il
disegno
di
un
manichino
trasparente
(anatomicamente
molto
fedele
alla
realtà)
con
le
ali
di
un
angelo.
I
singoli
estratti
dall’album
sono
Pennyroyal
Tea,
All
Apologies
e
Heart-Shaped
Box.
Nondimeno,
la
canzone
che
più
ha
generato
scalpore
è
stata
Rape
Me
(Stuprami),
seconda
canzone
in
cui
la
band
parla
di
violenza
sessuale
dopo
Polly.
Mentre
in
quest’ultima
lo
stupro
era
visto
dagli
occhi
dell’aggressore,
in
Rape
Me
è la
vittima
a
“prendere
parola”
nei
confronti
del
suo
aguzzino.
Il
18
novembre
dello
stesso
anno
i
Nirvana
si
esibiscono
nei
Sony
Studios
di
New
York
nel
celebre
MTV
Unplugged
in
New
York
durante
il
quale,
oltre
alle
solite
hit
vengono
suonate
cover
di
Curt
Kirkwood
(Plateau
e
Oh
Me),
Leadbelly
(Where
Did
You
Sleep
Last
Night),
David
Bowie
(The
Man
Who
Sold
The
World)
e,
ancora
una
volta,
degli
amati
The
Vaselines
(Jesus
Doesn’t
Want
Me
For
A
Sunbeam).
Il
disco
di
questa
performance
acustica
verrà
pubblicato
appena
pochi
mesi
dopo
la
prematura
morte
di
Kurt
Cobain.
Non
è
tutto
oro
quel
che
luccica.
Cobain
ricomincia
con
la
droga.
Torna
la
dipendenza.
E
con
lei
la
fine
dei
Nirvana
si
avvicina.
È il
4
marzo
1994.
I
Nirvana
affrontano
un
tour
europeo
e
fanno
tappa
a
Roma.
Courtney
Love,
tornando
in
albergo
scopre
il
marito
in
stato
di
incoscienza.
Dopo
la
corsa
in
ospedale
si
scopre
che
la
causa
era
un
mix
di
farmaci
e
alcool.
Si
tratta
di
un
tentato
suicidio?
La
risposta
arriva
appena
un
mese
dopo.
L’8
aprile,
dopo
giorni
in
cui
non
si
avevano
notizie
del
carismatico
cantante,
il
corpo
esanime
di
Kurt
Cobain
venne
ritrovato
disteso
nella
sua
casa
di
Seattle.
Fu
trovato
con
un
fucile
a
pompa
al
suo
fianco,
con
dosaggi
altissimi
di
eroina
in
corpo
e
con
una
lettera
di
addio
appena
scritta.
Un
investigatore
privato,
assoldato
da
Courtney
Love
per
cercare
il
marito,
sostenne
che
sembrava
più
una
lettera
di
addio
al
mondo
della
musica
che
una
lettera
scritta
prima
di
suicidarsi.
L’autopsia,
comunque
parlava
di
“colpo
di
fucile
autoinflitto
alla
testa”.
Il
decesso
è
stato
datato
al 5
aprile.
Krist
Novoselic
e
Dave
Grohl
sciolgono
immediatamente
la
band,
pur
non
abbandonando
la
musica.
Il
bassista
in
un
primo
momento
fonda
gli
Sweet
75.
Successivamente
suona
con
gli
Eyes
Adrift
e i
Flipper,
dopo
una
breve
parentesi
da
regista.
Dal
canto
suo,
Grohl
fonda
invece
i
Foo
Fighters
(con
i
quali
non
suona
la
batteria,
ma
canta)
e
collabora
saltuariamente
con
altri
gruppi
quali
Queens
of
the
Stone
Age
e
Killing
Joke.
Ha
inoltre
realizzato
il
suo
sogno:
fondare
i
Probot,
“supergruppo”
rock/metal
con
i
suoi
musicisti
e
cantanti
preferiti.
Questo
progetto
vanta
la
collaborazione,
tra
gli
altri,
di
Kim
Thayil (Soundgarden),
Max
Cavalera
(Sepultura),
Scott
“Wino”
Weinrich (The
Obsessed)
e,
soprattutto,
Lemmy
Kilmister,
bassista
e
inconfondibile
voce
dei
Motörhead
e
idolo
di
sempre
di
Dave
Grohl.
La
storia
dei
Nirvana
si
conclude
così,
dopo
appena
5
anni
e 3
album
in
studio.
Nel
2002
è
uscito
un
altro
disco
postumo,
Nirvana.
Si
tratta
di
un
greatest
hits
che
presenta
come
traccia
iniziale
l’inedita
You
Know
You’re
Right,
incisa
durante
l’ultima
session
di
registrazione
con
Novoselic
e
Grohl.
Il
10
aprile
2014
si è
svolta
la
cerimonia
per
l’ingresso
dei
Nirvana
nella
Rock
and
Roll
Hall
of
Fame.
Per
entrare
a
far
parte
di
questa
particolare
“istituzione”
è
necessario
che
siano
passati
almeno
25
anni
dalla
prima
incisione.
A
conti
fatti,
il
trio
grunge
per
eccellenza
è
stato
inserito
nella
prima
data
disponibile...
Un
ennesimo
capitolo
da
aggiungere
all’intramontabile
leggenda
dei
Nirvana.