IL
MEDITERRANEO RIDOTTO A CIMITERO
UNA CONTINUA STRAGE
di Giovanna D’Arbitrio
“Méditerranée, mer morte”, titolava
nell’aprile 2016 il giornale
francese Libération, dopo la strage
di 700 migranti morti nel Mar
Mediterraneo. Speravamo che il mondo
si svegliasse dopo tale drammatico
evento, ma niente è accaduto e tutto
continua come sempre, come evidenzia
il naufragio avvenuto durante la
notte del 26 febbraio 2023, nei
pressi delle coste calabresi di
Cutro, dove sono morte persone più
di 80 persone tra le quali molti
minori.
Ed era il 2016 quando fu pubblicato
il libro Stranieri alle porte di
Zygmunt Bauman, così presentato
dalla casa editrice Laterza: «È
dall'inizio della modernità che alla
porta dei popoli bussano profughi in
fuga dalla bestialità delle guerre e
dei dispotismi o dalla ferocia di
una vita la cui unica prospettiva è
la fame. Per chi vive dietro quella
porta i profughi sono sempre stati
stranieri. Solo che oggi è stato
scatenato un vero e proprio attacco
di 'panico morale', il timore che un
qualche male minacci il benessere
della società. Quei nomadi – non per
scelta, ma per il verdetto di un
destino inclemente – ci ricordano in
modo irritante, esasperante e
raccapricciante quanto vulnerabile
sia la nostra posizione nella
società e fragile il nostro
benessere. Dovremmo soffermarci e
intendere le parole di papa
Francesco: “Cancelliamo ciò che di
Erode è rimasto anche nel nostro
cuore; domandiamo al Signore la
grazia di piangere sulla nostra
indifferenza, di piangere sulla
crudeltà che c'è nel mondo, in noi,
e chiediamoci: chi ha pianto? chi ha
pianto oggi nel mondo?”».
A quanto pare la strage di Cutro ha
spezzato molti legami familiari,
poiché tanti sono i bambini rimasti
soli per la morte dei loro genitori,
nonché di fratelli o sorelle. E ci
viene in mente il piccolo Aylan
Kurdi, un bambino siriano di tre
anni, quando anni fa la foto del suo
corpo senza vita su una spiaggia
destò commozione e sdegno. Ora
purtroppo sembra quasi che la gente
si sia abituata a tali tragedie dopo
tanti anni in cui esse si sono
ripetute e continuano a ripetersi,
trasformando il Mediterraneo in un
cimitero. Senz’altro le immagini più
toccanti sono sempre quelle dei
minori morti, ma anche quelle dei
superstiti, così indifesi, inermi e
innocenti.
Per l’ennesima una volta abbiamo
visto con angoscia tante bare
bianche. Bambini! E ci son venuti in
mente altri naufragi e le violenze e
i soprusi di ogni genere evidenziati
dai rapporti UNICEf che anno dopo
anno ci informano delle sofferenze
inflitte ai minori. Lavoro minorile,
sfruttamento sessuale, traffico
d’organi, adozioni illegali e
quant’altro fanno registrare
percentuali spaventose oltretutto in
costante crescita, in particolare
dall’inizio della guerra in Ucraina
e per tante guerre dimenticate. E
quanti sono quelli che muoiono per
fame e malattie?
Davvero non si riesce a comprendere
per qual motivo i bambini debbano
soffrire tanto, come scrisse anche
Albert Camus nel suo famoso romanzo
La Peste, simbolo del Male che
sconvolge all’improvviso la vita
quotidiana degli esseri umani,
ritornando ciclicamente qua e là con
guerre e flagelli di vario genere.
Come gli abitanti di Orano,
descritti nel libro, anche quelli di
tanti altri paesi colpiti da
disgrazie, hanno reazioni diverse.
Ci sono quelli che fuggono, quelli
che si avviliscono, quelli che
lottano, quelli che purtroppo ne
approfittano. Camus nel suo libro
arriva alla conclusione che
“indifferenza, burocrazia ed egoismo
sono i veri alleati della Peste, del
Male”.
E nella Francia di Macron che, come
tanti paesi europei, si mostra poco
sensibile ai problemi dei migranti,
due illustri personaggi cercano di
risvegliare le coscienze: Edgar
Morin, sociologo e filosofo (97
anni) Alain Touraine, sociologo (93
anni) amici ed entrambi lucidissimi
e impressionanti per la loro
vitalità, colpiti da ciò che accade
nel Mediterraneo, si sono incontrati
con alcuni intellettuali, come
Alexis Nouss, professore di
letteratura generale, Veronique
Nahoum-Grappe, antropologa e figlia
di Edgar Morin, a Philippe Bataille,
sociologo e umanista.
In effetti essi hanno deciso di
reagire, cominciando a discutere sul
progetto di una lista da presentare
alle elezioni europee, poiché come
spiega Jean-François Corty,
ex-direttore di Médecins du Monde:
«intorno al migrante che è un
soggetto politico diventato
centrale, occorrerebbe impegnarsi
per un nuovo progetto democratico
(…) Con i più poveri, i senzatetto,
gli esclusi (…) sono gli stessi
valori della solidarietà che sono in
gioco».
Non ci resta che sperare in un
cambiamento di rotta che coinvolga
tutta l’Umanità, non solo poche
persone illuminate e sensibili.