attualità
UN NATALE TRA COVID E VARIANTI
BREVI SPUNTI DI RIFLESSIONE
di Giovanna D’Arbitrio
Quest’anno speravamo in un Natale
sereno, Covid free, e pertanto in
molte città i negozi avevano inondato le
strade con gioiose e premature luminarie
per attirare clienti. E anche se le
vaccinazioni ci evitano almeno di finire
in rianimazione, purtroppo la variante
Omicron rinfocola le preoccupazioni in
particolare in alcune regioni già finite
in zona gialla.
Dobbiamo riconoscere che noi italiani ci
siamo mostrati responsabili
nell’accorrere numerosi a vaccinarci:
comportamento lodato perfino dal The
Economist, giornale non sempre
gentile verso l’Italia. Ci voleva la
pandemia!
Esiguo per fortuna il numero dei NoVax
in Italia, anche se compatto e rumoroso
per le manifestazioni non certo
pacifiche. Pur rispettando democrazia e
libere scelte, non si comprendono le
loro motivazioni di fronte a
preservazione e rispetto del Bene
comune, come pure appaiono
incomprensibili la mancanza di controlli
e assenza di blocco del green pass per
coloro che, pur essendo stati vaccinati,
hanno contratto il virus in forma lieve,
continuando a circolare e infettare gli
altri.
Insomma finché non arriveranno vaccini
capaci di assicurare una più duratura
protezione, tutti dovremo stare più
attenti e rispettare le misure
anti-Covid. Ci chiediamo, inoltre,
quante varianti dovremo affrontare e
quante dosi di vaccino dovremo fare
ancora?
E quante varianti arriveranno dai paesi
poveri se i brevetti non verranno
liberalizzati e i vaccini non saranno
loro forniti. I virus non conoscono
barriere, soprattutto in un mondo
globalizzato.
Insomma il Covid sta eliminando non solo
i vecchi, ma anche i cosiddetti
“fragili” di tutte le età, bambini
inclusi che ora dovranno vaccinarsi. Ci
viene in mente il Monte Taigeto che un
tempo veniva citato sui libri di storia
per mettere in rilievo la dura cultura
militaresca dell’antica Sparta. Secondo
Plutarco a Sparta i neonati storpi
venivano abbandonati sul suddetto monte
o addirittura buttati giù da una sua
scoscesa rupe. E anche se recenti
indagini hanno rivelato la sola presenza
di scheletri di adulti puniti forse per
gravi motivi, alcuni affermano che non
ci sono prove che smentiscano gli
infanticidi, poiché feroci animali
carnivori potrebbero aver cancellato
ogni traccia di tale barbara usanza.
Insomma in una società egoistica,
globalizzata e disumanizzata che punta
ai profitti, in fondo il Covid ha reso
un gran servigio agli avidi sfruttatori,
liberandoli da improduttivi “pesi
morti”, abbandonati in case di cura e
ospizi e non considerati più esseri
umani.
E con quale coraggio ancora si
imperversa sulle pensioni, dal momento
che migliaia di anziani sono stati
falciati dalla pandemia come mosche,
azzerando così il pagamento di numerose
pensioni, pensioni che tra l’altro
l’attuale generazione dei precari non
avrà mai il diritto di percepire?
Pertanto ci chiediamo ancora una volta
dove ci stia conducendo l’attuale
distruttiva civiltà globalizzata e
supertecnologica, tutta protesa verso
interessi economici e geopolitici, senza
rispetto di diritti umani e incurante di
inquinamento (causa di gravi malattie,
pandemia inclusa) e di disastri
climatici che sempre più coinvolgono la
terra in modo drammatico.
Inquietanti anche le reciproche accuse
che Cina e Usa si sono scambiate circa
l’ipotesi di un virus sfuggito a un
laboratorio scientifico. Insomma non
bastano i virus già esistenti, bisogna
anche crearne di nuovi in laboratorio?
E un’ulteriore riflessione ci porta a
considerare che la “difesa della
privacy” ormai è davvero una chimera con
il crescente incremento delle nuove
tecnologie che va dalle schede
scolastiche delle “prove Invalsi” munite
di codice a barre per ogni alunno, ai
registri elettronici e quant’altro, ai
documenti di tipo elettronico, alle
registrazioni dei nostri dati negli
studi medici, alle firme digitali
pretese in banca e in altri luoghi,
senza contare le informazioni che
forniamo ai social, e last but not
least vaccinazioni e green pass
necessari per arginare il Covid: ormai
siamo finiti tutti nei grandi database e
di noi si sa “vita, morte e miracoli”,
come si sul dire.
Senza dubbio l’umanità è giunta a
un’importante svolta, segnata da
progressi tecnologici e scientifici che
ci coinvolgono a un ritmo vertiginoso,
lasciandoci stupefatti e spesso
frastornati, pieni di dubbi e di
interrogativi per il futuro: è il
momento delle grandi “scelte etiche” che
devono essere fatte con senso di
responsabilità.
Manipolazioni genetiche, OGM, potere
nucleare, fisica quantistica e
quant’altro, richiedono regolamentazioni
e controlli a livello internazionale,
nel rispetto di fondamentali libertà
dell’uomo, diritti umani e civili, beni
comuni.
Non tutti sanno che l’esistenza di
sistemi di monitoraggio non solo a
livello nazionale, ma internazionale,
erano usati già dai lontani tempi della
cosiddetta Guerra Fredda. Dopo la II
guerra mondiale, infatti, USA, UK,
Canada, Australia e Nuova Zelanda
stabilirono, con un accordo segreto
(patto UKUSA), di utilizzare un sistema
chiamato Echelon, collegato ai servizi
segreti, per un controllo globale
strategico contro il comunismo.
A quanto
pare non è stato mai smantellato, anzi
reso più efficiente con le nuove
tecnologie, come si legge nel libro
Il mondo sotto sorveglianza. Echelon e
lo spionaggio elettronico globale di
Duncan Campbell, nel quale Echelon viene
definito
“un sistema di sorveglianza elettronica
mondiale che permette di spiare le
comunicazioni private e commerciali. Con
la giustificazione ufficiale della lotta
al terrorismo, comunicazioni
telefoniche, fax, e-mail vengono
intercettate e analizzate per fini
economici e politici. Questo libro è una
versione aggiornata del rapporto che
Campbell ha redatto nel 2000 per il
Parlamento europeo”.
Incredibile ciò che si può rilevare
attraverso l’ampio uso di satelliti,
reti a microonde sulla terraferma
(catene di tralicci e antenne) e
soprattutto potenti computer, chiamati
“dizionari” che, avvalendosi di keyword,
sono in grado di intercettare,
selezionare e decodificare il flusso
delle comunicazioni: telefonate, fax,
e-mail, cellulari (anche se spenti),
bancomat, carte di credito, telepass e
documenti vari forniti di chips.
Un’imponente quantità di dati viene ogni
giorno registrata nei grandi “data base”
mondiali.
Negli USA coloro che vogliono sapere
troppo, vengono spesso derisi e definiti
“GrassyKnolls”, colline verdi.
L’espressione fu coniata per quelle
persone che durante le indagini
sull’assassinio di Kennedy, asserirono
che i proiettili provenivano da una
vicina collina, non dalla finestra
dell’edificio in cui era Oswald.
Non vogliamo certo fare la fine dei
grassyknolls, né ci riteniamo
complottisti, rispettiamo leggi e
regole, in particolare se esse
preservano Bene comune e diritti umani e
civili, ma crediamo che la ricerca della
Verità attraverso informazioni corrette,
sia non solo un diritto, ma anche un
dovere di ogni essere umano. Ci
auguriamo pertanto che i progressi di
scienza e tecnica siano messi al
servizio dell’Umanità, soprattutto in
questo drammatico periodo storico,
segnato da una devastante pandemia. E
pertanto continuiamo a sperare che il
2022 possa essere davvero un anno
migliore.
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