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N. 61 - Gennaio 2013 (XCII)

nascita e sviluppo della e-mail
Una chiocciolina che ha fatto storia

di Vincenzo Grienti

 

“qwertyuiop”: apparentemente una sequenza di lettere insignificanti, ma che in realtà hanno segnato il passo nella storia del messaggio elettronico quando l’ingegnere americano Ray Tomlinson inviò a se stesso la prima rudimentale forma di e-mail da un laboratorio americano del Massachusetts.

 

Un nome sconosciuto, quello di Tomlinson, già indicato come il “Marconi dell’era informatica”, o meglio ancora come l’inventore della “@” cioè della ormai comunemente nota “chiocciola” degli indirizzi elettronici. Proprio Tomlinson, nel tardo autunno di quattro decenni fa, introdusse la “at”.

 

Il significato di questo simbolo vuol dire “presso” e precede il nome dell’host, ossia di un computer-server al quale si accede per utilizzarne i servizi.

 

Tomlison lavorava al miglioramento di un programma di messaggistica chiamato Sndmsg nei laboratori della Bolt Beranek and Newman (Bbn), una compagnia a cui il Pentagono aveva commissionato la costruzione di Arpanet, la progenitrice di Internet, grazie alla quale, nel ‘72, ben 37 Università statunitensi furono collegate fra loro dopo lo sviluppo di un programma per l’invio della posta elettronica.

 

In tutto questo c’era lo zampino di Ray Tomlinson. Paragonare Tomlinson a Marconi è certamente impresa ardua, ma anche lui ha potuto vivere il suo momento di gloria quando il quotidiano francese Le Monde qualche hanno fa gli ha dato l’onore della prima pagina.

 

«Ho mandato un certo numero di messaggi di prova a me stesso da una macchina all’altra. Cose di nessun conto. Molto probabilmente – ha detto l’ingegnere – il primo messaggio fu qwertyuiop e cioè la prima riga della tastiera americana».

 

Nel ‘71 magari questa operazione passò inosservata, ma oggi nessuno contesta l’importanza dell’evento: se ogni giorno su Internet transitano dieci miliardi di messaggi elettronici il merito è tutto del cervellone Tomlinson con tanto di laurea al Mit, il Massachussets Technology Institute di Cambridge.

 

«Aggiungere il pezzo mancante fu un gioco da bambini, soltanto un’addizione minore al protocollo di comunicazione» ha sottolineato con modestia l’ingegnere quando spiega la sua reinvenzione della chiocciola, un simbolo già usato dai contabili anglofoni come contrazione della parola latina “ad” (presso ndr) per designare il prezzo unitario delle merci.

 

In effetti quel pezzo mancante ha permesso il recapito delle e-mail in modo semplice ed efficace. Non a caso già nel 1973 tre quarti dell’attività di Arpanet consisteva nello scambio di messaggi elettronici da persona a persona.

 

Un ulteriore slancio in avanti si registra però nel 1975 quando Steve Walker (Net Manager di ARPANet) dà vita alla prima mailing list ARPANet, MsgGroup. Dopo poco tempo Einar Stefferud, fondatore di Network Management Associates, ne diventa il moderatore, in quanto all’inizio la list non era automatizzata.

 

Sarà in seguito l’ingegnere John Vittal a sviluppare MSG, il primo programma email completo di funzioni di risposta, invio e archiviazione.

 

Gli anni Settanta diventeranno una delle pietre miliari per chi studia la storia di internet e, in particolare, della posta elettronica. Anche i Governi si accorgono delle grandi potenzialità di questo nuovo strumento di comunicazione sociale.

 

Nel 1976, per esempio la regina Elisabetta II di Inghilterra invia una e-mail il 26 marzo dalla sede del Royal Signals and Radar Establishment (RSRE) a Malvern mentre più avanti nel tempo, nel 2001, Giovanni Paolo II invia per posta elettronica l’Esortazione Post-Sinodale “Ecclesia in Oceania”.

 

Tutto questo grazie a Ray Tomlinson il “Marconi dell’era informatica”. 



 

 

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