N. 78 - Giugno 2014
(CIX)
In memoria della memoria
A Roma un museo per gli internati militari
di Vincenzo Grienti
Nel
2015,
70
anni
dopo
la
fine
della
guerra,
Roma
potrà
finalmente
avere
un
museo
per
ricordare
gli
Imi,
i
militari
italiani
internati
sotto
il
nazismo.
Il
ministero
della
Difesa
ha
assegnato
i
locali
in
via Labicana.
La
realizzazione
di
questo
luogo
della
memoria,
assieme
alla
pubblicazione
del
‘lessico
biografico’
online,
sarà
curata
dall’Associazione
nazionale
reduci
dalla
prigionia
e
dall’internamento
(Anrp).
Dopo
70
anni
di
silenzio,
potrà
trovare
giusta
collocazione
la
memoria
dei
650.000
uomini
delle
forze
armate
italiane
che,
catturati
dalle
truppe
tedesche
dopo
l’armistizio
dell’8
settembre
1943,
furono
deportati
e
internati
nei
lager
del
Terzo
Reich
per
venti
mesi,
subendo
umiliazioni,
fame,
lavoro
coatto
e
vessazioni.
Circa
40mila
non
fecero
più
ritorno.
Il
progetto
dall’Associazione
nazionale
reduci
dalla
prigionia
(Anrp)
di
ricordarli
con
un
Museo
e un
Lessico
biografico
prende
ora
corpo
grazie
anche
alla
determinante
destinazione,
da
parte
del
ministero
della
Difesa,
di
un’area
nel
comprensorio
di
via
Labicana.
La
proposta
ha
poi
incontrato
l’interesse
e la
disponibilità
della
Presidenza
del
Consiglio
dei
ministri
e
dei
ministeri
degli
Affari
esteri
e
dei
Beni
e
delle
attività
culturali,
nonché
del
sen.
Andrea
Marcucci
e
dei
numerosi
cofirmatari
di
vari
schieramenti
che
il 6
agosto
scorso
hanno
presentato
un’apposita
proposta
di
legge.
Il
duplice
progetto
dell’Anrp
prevede
di
realizzare
a
Roma
un
museo
storico
sulla
vicenda
degli
Imi
e di
redigere
un
lessico
biografico,
una
banca
dati
con
accesso
on-line
su
tutti
i
militari
internati,
la
cui
prima
parte
sarà
un
‘Libro
commemorativo
degli
Imi
caduti
nei
lager
nazisti
1943-1945’.
Il
progetto
è
stato
concepito
con
la
collaborazione
della
Sapienza
università
di
Roma
e
del
Consiglio
nazionale
delle
ricerche
e
prevede
il
coinvolgimento
di
istituzioni
e
soggetti
pubblici
e
privati,
italiani
e
tedeschi.
“Auspichiamo
che
museo
e
albo
siano
realizzati,
almeno
parzialmente,
entro
il
2015,
per
il
70esimo
anniversario
della
fine
della
seconda
guerra
mondiale
e
del
rientro
in
Italia
dei
superstiti”,
spiega
Enzo
Orlanducci,
presidente
nazionale
dell’Anrp.
L’iniziativa
fa
seguito
alle
Raccomandazioni
della
Commissione
di
storici
istituita
dal
novembre
2008,
al
fine
di
“superare
pregiudizi
e
stereotipi,
sulla
via
della
riconciliazione,
solidarietà
e
integrazione”,
e
perseguire
una
comune
memoria,
“in
onore
delle
vittime
ma
anche
per
mostrare
che
da
quelle
tragedie
i
due
paesi
sono
riusciti
ad
uscire
e
oggi
lavorano
insieme
per
il
futuro
dell’Unione
europea”.
La
vicenda
degli
Imi,
anche
grazie
alle
istanze
dell’Anrp,
è
stata
infatti
oggetto
di
un
comune
lavoro
italo-tedesco
per
la
politica
della
memoria.
Quello
degli
Imi
è un
caso
controverso,
scomodo
e
difficile.
Il
regime
nazionalsocialista,
nel
disprezzo
del
diritto
internazionale,
modificò
il
loro
status
in
Internati
militari
italiani
e
successivamente
in
lavoratori
civili,
sottraendoli
alla
tutela
della
Croce
rossa
internazionale
e
all’assistenza
di
una
potenza
neutrale,
per
utilizzarli
coattivamente
come
forza
lavoro.
“Ma
la
loro
memoria
è
stata
lungamente
ignorata
anche
nel
dopoguerra
e ci
auguriamo
che
un
museo
con
allestimenti
altamente
tecnologici
e il
portale
web
siano
le
modalità
innovative
che
consentiranno
di
attualizzare
quel
passato,
ricostruire
il
filo
spezzato,
dare
agli
Imi
un
maggiore
riconoscimento
in
Germania
e in
Italia”,
ricorda
Orlanducci.
“L’idea
che
muove
il
progetto
non
è
solo
la
testimonianza
di
affetto
e
riconoscienza
nei
confronti
degli
Imi,
ma
quella
di
non
disperdere
il
patrimonio
storico,
culturale
ed
umano
legato
alla
loro
drammatica
vicenda,
nonché
di
valorizzare
un
materiale
documentario
per
gli
storici
e
soprattutto
per
le
giovani
generazioni”.