Recentemente, durante
un dibattito televisivo, si è accennato al museo
dell’ateismo di Mosca. Queste particolari
strutture erano in varie città dell’Urss , e dopo la
caduta del muro sono stati velocemente smantellate.
Ricordo quello di
Pietroburgo – allora chiamata Leningrado – forse il
museo più importante e il più visitato
A Leningrado, nel
centro della Nievski, c’è il Kazànskij Sabòr: una
chiesa costruita nel 1811 dal Voronikin e
trasformata nel 1932 in museo di storia della
religione e dell’ateismo.
Nelle prime sale sono
messe in risalto le opere degli scienziati di tutte
le epoche, che hanno aperto nuove vie alla
conoscenza dell’uomo e vengono riportate su
pannelli frasi di pensatori illustri contro la
religione e sulla necessità di avere fede in se
stessi.
Grosso richiamo per
Massimo Gorkij, che disse. “Chi può essere più forte
della nostra volontà e ragione? La nostra ragione,
la nostra volontà, ecco ciò che fa miracoli”.
Il visitatore
s’imbatte in dichiarazioni del Comitato Centrale
del PCUS inneggianti ai voli spaziali, ennesima
prova della superiorità dell’uomo.
La sezione sulla
Grecia presenta un certo di stacco nella
presentazione; molto polemiche, invece, quelle sul
giudaismo e cristianesimo. E’ indicato l’analogo
contenuto fra alcuni passi del codice di Hammurabi e
i Dieci Coimandamenti; segue una informazione
dettagliata sul ritrovamento dei manoscritti del Mar
Morto.
Per il cristianesimo,
l’impegno maggiore è contro la chiesa
greco-ortodossa
.
E’ presentata come
strumento di oppressione in mano agli zar, mentre il
popolo viveva nella miseria più nera, elemosinando
per un pezzo di pane. Di sicuro effetto un grosso
quadro a olio raffigurante Lev Tolstoij all’inferno.
Infatti, il grande scrittore fu “espulso” col
sinodo del 1901, ma continuò ad essere popolare fra
tutti i russi , che non lo ritenevano un peccatore,
e apprezzavano i suoi interventi di grande spessore
morale e filantropico.
I visitatori ridono
divertiti dinanzi al loro autore preferito fatto
sprofondare in un cattivo immaginoso aldilà.
Segue l’attività dei
rivoluzionari degli anni sessanta e ottanta, per
arrivare alla trionfale Rivoluzione d’Ottobre, con
la quale l’individuo vede finalmente la sua dignità
affermarsi.
Più avanti, un grosso
bronzo rappresenta una donna di campagna con un
bambino fra le braccia ed una pesante croce sulle
spalle.
“Vedete com’era
triste la vita per una donna, soltanto lavorare e
star male, pensare a vivere in questo inferno per
prepararsi a ben morire” Così dice il giovane
accompagnatore ad un folto gruppo di visitatori. E
aggiunge che sotto il socialismo la donna ha diritti
ben saldi, vive appieno la sua vita, collabora al
progresso della società.
Nel piano interrato è
rappresentata l’attività del tribunale
dell’Inquisizione e del mondo cattolico in generale.
E’ molto spinta la
polemica contro il Vaticano. Ci sono caricature,
espressioni irriguardose, l’indice dei libri
proibiti, ritagli di giornali.
Si vuole rappresentare
il Vaticano come strumento di potere in mano a pochi
gerarchi affaristi e capitalisti, che collaborano
con l’imperialismo ed aiutarono il nazismo.
In un volume in
vendita all’ingresso “Asnovy naucnavo ateizma” (
Principi d’ateismo scientifico), di ben 458 pagine
e pubblicato a Mosca a cura dell’Istituto di
Filosofia dell’Accademia delle Scienze, si legge
che il Vaticano effettuò una duplice montatura:
Lourdes, sfruttata a fini religiosi, e Fatima, di
pretta impronta antisovietica, giacché si chiedeva
la conversione della Russia al cattolicesimo proprio
durante la svolta decisiva della Rivoluzione
d’Ottobre.
Né il Vaticano
tralasciò la Cina, canonizzando i gesuiti e i
ragazzi uccisi nel 1900: “Questo atto – la
canonizzazione – fu una dimostrazione della chiesa
contro il popolo della Cina”.
Kazànski Sabòr è
visitata da migliaia di persone, alle quali si
vuole dare la possibilità di ripetere
mnemonicamente alcuni giudizi di forte effetto; si
vuole altresì inculcare nel loro animo che ormai le
religioni stanno per tramontare, unitamente al loro
malefico influsso, mentre il mondo volge verso il
comunismo, che ha segnato la liberazione
dell’individuo dai vecchi pregiudizi e dalle scorie
medievali, fin troppo numerose.
Diverse volte sono
entrato nelle chiese di rito ortodosso, scampate
alla furia di mani rapaci, piene di odio. Furono
abbattute chiese bellissime e il materiale impiegato
per orribili case del popolo. Mani pietose deposero
croci al posto di quelle chiese, autentiche opere
d’arte.
Incontravo, entrando
in quelle chiese, solo degli anziani e dei
bambini.
I pope, coi quali
parlavo, mi dicevano sconsolati che di cristiani ce
n’erano sempre meno e che le nuove generazioni non
si avvicinavano al messaggio evangelico, ma
s’imbevevano di cultura atea.
Solo una volta vidi
dei giovani: cantavano in coro e seguivano le lunghe
funzioni con trasporto; erano i seminaristi, a
Zagorsk.
Mi rimase impressa
l’espressione ascetica di un ragazzo: i suoi occhi
si riempivano di luce quando pregava.