MOSTRI MARINI
SUI giganteschi serpenti di mare,
tra mito e realtà
di Lorenzo Bruni
Gli abissi
marini hanno sempre attratto la
curiosità umana, sin dagli albori
della civiltà: quali meravigliosi
misteri si nascondono tra le cupe
profondità oceaniche? Cosa dimora là
sotto, dove neppure il più tenue
raggio di sole può arrivare e dove
regna un’oscurità sempiterna? A
oggi, grazie alla tecnologia in
nostro possesso, siamo in grado di
descrivere con maggiore accuratezza
il suolo lunare che i fondali
pelagici. Una delle domande che gli
esseri umani si sono sempre posti,
non senza una certa angoscia, è
relativa all’esistenza o meno di
mostri marini. D’altronde, essendo
le nostre conoscenze su questi
luoghi così scarse, come sarebbe
possibile escludere a priori la
presenza di creature mostruose che
ivi dimorino e che, all’occorrenza,
abbandonino il loro tenebroso regno
per cacciare in superficie? Se negli
ultimi anni l’industria
cinematografica ha fornito
un’elevata quantità di film
trattanti questo argomento, spesso
di infima qualità, è doveroso
ricordare che l’elemento marino
connesso al mostruoso popola la
letteratura sin dall’antichità:
esempi famosi sono la balena Moby
Dick e la piovra gigante in
Ventimila leghe sotto i mari di
Jules Verne. Questa tradizione,
mescolata alle testimonianze
dirette, delle quali al giorno
d’oggi è complicato verificare
l’attendibilità, è continuata per
tutto lo svolgersi della storia e,
per certi versi, continua fino ai
nostri tempi.
Uno dei mostri marini più famosi, e
dei quali esistono più
testimonianze, è il gigantesco
serpente di mare: corpo allungato,
che può raggiungere una lunghezza
che varia tra i dieci e i trenta
metri, coda di pesce, colore scuro
oppure verdognolo, occhi iniettati
di sangue e bocca sporgente, dalla
quale fuoriescono lunghe zanne. A
seconda della leggenda che si
racconti, queste creature sarebbero
in possesso di un potente veleno,
oppure sarebbero in grado di sputare
fuoco o di lanciare scariche
elettriche, come fossero gigantesche
anguille. Tra le più celebri
rappresentazioni mitologiche di
questi serpenti mostruosi vi sono il
dio norreno Jormungandr, salito agli
onori della ribalta con la recente
saga video ludica di God of War, i
mostri greci Scilla e Cariddi,
descritti nell’Odissea e situati
nello stretto di Messina, la dea
babilonese del mare Tiamat, gli
egizi Mehen e Apophis, esempi di
divinità positiva e negativa, e,
ovviamente, il Leviatano, creatura
presente nella religione ebraica e
cristiana come rappresentazione del
caos e della tempesta marina: è il
versetto della Bibbia, nella Genesi
1.21, a recitare “Dio creò i mostri
marini” . Se già in epoca romana,
invece, si trovano testimonianze di
esseri dal corpo allungato che
inseguivano le navi, queste si sono
fatte molto frequenti nel corso
degli ultimi due secoli.
Nel 1845 due pescatori al largo
della Nuova Scozia scorsero una
creatura lunga più di venti metri
che ondeggiava nell’acqua; negli
anni immediatamente successivi
all’avvistamento si susseguirono
racconti di attacchi a più
imbarcazioni perpetrati da una
misteriosa creatura con una gobba
coperta di crine, scaglie scure sul
dorso e pelle giallastra sul ventre.
Nella stessa area, nel 1883, dei
militari videro sporgere fuori
dall’acqua una testa simile a quella
di un serpente, lunga circa due
metri. La creatura si muoveva con
rapidità, tanto che non fu possibile
vedere il corpo per intero: collo
largo quanto un tronco, dal colore
marrone scuro con strisce bianche e
irregolari, i militari dichiararono
che in base ai loro calcoli la
bestia avrebbe dovuto misurare
almeno trenta metri. Ancora, nel
corso della Prima Guerra Mondiale la
vedetta della Hilary, una nave
mercantile armata, avvistò al largo
dell’Islanda una grande forma scura
in superficie. Temendo che si
trattasse di un sommergibile nemico,
il capitano diede l’ordine di
attaccare, ma, prima che i marinai
potessero mettere in pratica il
comando, dalle acque fuoriuscì la
testa di una creatura serpentiforme
che venne descritta come quella di
una mucca senza orecchie.
Il 5 luglio 1976, invece, Eisner
Penny, di Cape Sable Island, vide
un’enorme creatura con occhi
iniettati di sangue e due grandi
zanne, con corpo bitorzoluto e coda
verticale, passargli accanto alla
poppa della barca.
La testimonianza più importante e
famosa, però, resta quella del
fotografo Robert Le Serrec che, il
12 dicembre 1964, nel corso di
un’escursione nella baia di
Stonehavern Bay, in Australia,
assieme alla moglie e un amico di
famiglia, notò una creatura
misteriosa, lunga circa nove metri e
con capo molto grande, nuotare sotto
la barca. Il fotografo e la moglie
si immersero con una cinepresa, nel
tentativo di riprendere l’animale da
vicino, ma questi si dileguò subito.
Le Serrec descrive comunque la
creatura come priva di pinne e
squame, dalla pelle liscia e nera,
con striature di marrone. Cosa
ancora più importante, il fotografo
sarebbe riuscito a scattare una
fotografia da sopra la superficie
dell’acqua, oggi facilmente
reperibile online, che
testimonierebbe l’esistenza della
bestia. Se sono numerosi i
criptozoologi che considerano
veritiera quest’immagine, tuttavia,
alcuni pensano che in realtà sia
stata manomessa o appositamente
preparata: è il caso dello zoologo
belga Bernard Heuvelmans, secondo il
quale la creatura era fatta da
sacchi neri di plastica
accuratamente disposti, oppure del
paleontologo inglese Darren Naish e
del criptozoologo Loren Coleman,
secondo i quali sarebbero ciò che si
vede nell’immagine non sarebbe altro
che un branco di pesci o un
groviglio di alghe scure.
Non vi sarebbero, insomma, alcune
prove concrete relative
all’esistenza o meno di questi
misteriosi mostri marini, ma
soltanto delle testimonianze,
dirette e non confutabili, riguardo
l’avvistamento di giganteschi
serpenti o simili. La teoria più
plausibile, come precisato in
apertura di articolo, è che non è
possibile fornire una risposta
certa: l’unica cosa che mi sento in
potere di affermare è che là sotto,
nelle profondità abissali, esiste
senza dubbio alcuno un qualcosa del
quale non siamo a conoscenza. Mostri
marini? Serpenti mastodontici con
occhi iniettati di sangue? Chissà...
Forse un prossimo avvistamento saprà
darci risposta.