N. 102 - Giugno 2016
(CXXXIII)
LA
MORTE
DEL
GENERALE
LA
HARPE
BREVE
CRONACA
DI
UN
EPISODIO
DELLA
CAMPAGNA
D'ITALIA
di
Davide
Galluzzi
La
République
perd
un
homme
qui
lui
était
très-attaché;
l'armée
un
de
ses
meilleurs
généraux,
et
tous
les
soldats
un
camarade
aussi
intrépide
que
sévère
pour
la
discipline.
Napoleone
Bonaparte
Voglio
dedicare
qualche
riga
a un
episodio
avvenuto
a
Codogno,
città
dove
sono
nato
e
vivo,
nella
notte
tra
l’8
e il
9
maggio
del
1796.
Un
avvenimento
non
decisivo
all’interno
della
campagna
d’Italia,
ma a
suo
modo
importante,
soprattutto
per
la
mia
città
(anche
se
nessuno
ne
parla
mai).
Mi
riferisco
alla
morte
del
generale
La
Harpe
e
alla
piccola
battaglia
avvenuta
nel
centro
città.
Le
fonti
in
mio
possesso
per
scrivere
questo
breve
articolo
sono
sostanzialmente
due:
Cenni
storici
del
r.
borgo
di
Codogno
in
correlazione
colla
storia
dell’alta
Italia
narrati
dal
pr.
Davide
Palazzina
(che
presenta,
però,
diverse
imprecisioni
per
quanto
riguarda
il
contesto
generale)
e
Codogno
e il
suo
territorio
nella
cronaca
e
nella
storia
di
Cairo
e
Giarelli.
Vediamo
di
iniziare
esaminando
brevemente
il
contesto
generale.
Siamo,
come
già
detto,
nel
maggio
1796,
quindi
in
piena
campagna
d’Italia.
Le
armate
francesi
guidate
dal
generale
Napoleone
Bonaparte,
passate
attraverso
il
ducato
piacentino,
si
apprestano
a
entrare
in
Lombardia
attraversando
il
fiume
Po.
Prima
di
arrivare
alla
battaglia
di
Fombio
e
all’entrata
dei
francesi
in
Codogno
è
forse
necessario
soffermarci
brevemente
su
come
la
notizia
della
Rivoluzione
francese
venne
presa
dai
ceti
alti
cittadini.
Inutile
dire
che
la
notizia
non
fu
presa
benissimo.
La
reazione
principale
fu
religiosa
e,
come
ci
ricordano
Cairo
e
Giarelli,
«in
Codogno,
come
altrove,
moltiplicavansi
i
tridui
e le
novene,
e
cantavasi
nella
parochiale
un
solenne
Te
Deum
per
una
vittoria
dei
tedeschi
e
“prussi”
sui
francesi».
A
rassicurare
gli
animi
dei
codognesi
e
dei
signori
cittadini
stava,
dall’aprile
1793,
il
reggimento
ulano
di
Giuseppe
d’Orosz.
Di
più,
quando
nel
1795
il
papa
Pio
VI
ordinava
il
giubileo
anche
in
Codogno
ci
fu
una
lunga
processione
per
chiedere
a
“Dio
aiuti
contro
i
francesi”.
Ma
torniamo
al
maggio
1796.
Come
dicevamo
le
armate
francesi
si
apprestavano
ad
attraversare
il
fiume
Po.
Mentre
il
nostro
generale
La
Harpe
si
fermava
a
Guardamiglio
l’avanguardia
francese
guidata
dai
generali
Lannes,
de
la
Magne
e
Lanusse
arrivano
a
Fombio,
trovandosi
davanti
le
truppe
austro-napoletane
del
colonnello
Federici
e
dai
tardivi
rinforzi
che
il
generale
Beaulieu
inviò
in
difesa
del
paese
(i
rinforzi
erano
guidati
dal
generale
Lipthay).
Gli
austriaci
furono
sbaragliati
e si
ritirarono
verso
Pizzighettone.
Qui
entra
in
gioco
il
generale
La
Harpe
che,
nel
pomeriggio
dell’8
maggio,
occupa
Codogno.
Ma
chi
era
Amédée
Emmanuel
François
La
Harpe?
Nato
in
Svizzera
nel
1754
era
il
fratello
di
Frédéric-César
de
La
Harpe,
precettore
dello
zar
Alessandro
I.
Il
nostro
simpatizzò
da
subito
per
la
Rivoluzione
francese
e
per
questo
fu
costretto
a
scappare
in
Francia.
Arruolatosi
nell’esercito
partecipò
alla
campagne
d’Italia
col
grado
di
generale
di
divisione.
Ma
torniamo
di
nuovo
agli
avvenimenti
del
maggio
1796.
La
Harpe
occupa,
nel
pomeriggio,
la
città
di
Codogno.
Le
truppe
francesi
non
furono
accolte
in
modo
particolarmente
caloroso
dalla
popolazione,
timorosa
di
eventuali
saccheggi
o
violenze.
Mentre
il
generale
si
installava
nel
palazzo
Lamberti
(e
gli
ufficiali
presso
altre
case
private)
le
truppe
si
acquartierarono
presso
il
castello
(che
ora
non
esiste
più),
la
loggia
(che,
quella
sì,
esiste
ancora)
e la
piazza.
Nella
notte
si
ode
la
cavalleria
austriaca
giungere
dalla
strada
di
Casalpusterlengo.
Era
la
scorta
a un
carro
di
medicinali
diretto
da
Pavia
a
Cremona.
Subito
le
sentinelle
francesi
danno
l’allarme,
si
corre
a
chiamare
il
generale
che,
rapidamente,
riunisce
le
truppe
e le
spinge
contro
il
nemico.
Gli
austriaci
arretrano,
i
francesi
occupano
l’allora
contrada
Grande.
Cosa
fanno,
allora,
gli
austriaci?
Si
muovono
per
una
via
parallela,
ossia
il
vicolo
Cardazzi
(una
traversa
dell’attuale
via
Roma)
e
sbucano
nei
pressi
delle
truppe
francesi.
Inizia
la
breve
battaglia.
I
francesi
hanno
la
meglio,
ma
durante
lo
scontro
una
salva
di
moschetteria
colpisce
il
generale
La
Harpe
che
cade
a
terra
morto.
Assieme
a
lui
morirono
altri
dodici
soldati
(sia
francesi
che
austriaci).
Tutte
le
vittime
trovarono
sepoltura
presso
il
cimitero
cittadino.
Inutile
dire
che,
fin
da
subito,
un’aura
di
mistero
circondò
la
morte
del
generale.
Sebbene
taluni
affermarono
che
il
colpo
che
lo
uccise
fu
sparato
da
parte
austriaca,
fin
da
subito
vi
fu
chi
affermò
che
La
Harpe
fu
colpito
da
truppe
francesi.
Di
sicuro
si
sa
che
il
generale
era
molto
caro
a
Bonaparte
che,
arrivato
a
Codogno
il
giorno
seguente,
parve
inconsolabile
(come
ci
ricordano
ancora
una
volta
Cairo
e
Giarelli)
e
che,
in
un
dispaccio
al
Direttorio,
dedicò
alla
sua
memoria
le
parole
poste
come
introduzione
a
questo
articoletto.