N. 1 - Gennaio 2008
(XXXII)
Moratoria contro la pena di morte
L'Assemblea generale dell'Onu approva la
risoluzione
di Stefano De Luca
L'Assemblea generale dell'Onu ha approvato,
il 18 dicembre scorso, la risoluzione per la
moratoria contro la pena di morte nel
mondo con 104 voti a favore, 54 contrari e 29
astensioni. Si tratta di un risultato storico,
frutto di oltre un decennio di sforzi che hanno
visto l'Italia protagonista.
Una
battaglia difficile, persa già nel 1994 quando la
risoluzione italiana venne battuta per soli otto voti
all'Assemblea generale e che venne poi ripresa ma
lasciata a metà nel 1999 quando un'altra risoluzione
dell'Unione europea fu ritirata all'ultimo momento.
Nel luglio del 2006 l’Italia ha deciso di riprovarci: la
Camera dei Deputati, infatti, ha approvato all'unanimità
una mozione che impegnava il governo italiano a “presentare
alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite,
dopo aver consultato i partner dell'Unione Europea, una
proposta di risoluzione per la moratoria universale
delle esecuzioni capitali”.
Il governo ha così affidato ad Aldo Ajello una missione
in Africa con l'obiettivo di raccogliere adesioni
all'iniziativa italiana. Nel maggio del 2007 l'Italia ha
ottenuto dai Ministri degli Esteri dell’UE un mandato
unanime per preparare la risoluzione sulla moratoria
che, nel mese di giugno, si è tradotto in una “decisione
formale” che impegnava l'Europa a presentare la
risoluzione in settembre.
Il 18
dicembre la svolta: “l'Assemblea generale ha esortato
gli Stati che mantengono la pena di morte ad abolirla
completamente e, nel frattempo, a stabilire una
moratoria sulle esecuzioni, considerando che la messa in
atto della pena di morte va a minare la dignità umana e
convinti che una moratoria sull'esecuzione della pena di
morte contribuisca alla promozione e al progressivo
sviluppo dei diritti umani, che non c'e' prova
definitiva del valore della pena di morte come
deterrente e che qualsiasi errore o fallimento della
giustizia sull'applicazione della pena di morte è
irreversibile e irreparabile”.
“E
ora l’abolizione” è stato il primo commento del
ministro degli Esteri Massimo D'Alema, che già
alla vigilia si era detto ottimista ma che ha definito
un risultato “più' grande di quello che ci si
aspettava” l’esito del voto al Palazzo di Vetro,
visto che l’obiettivo era stato fissato a quota 100. D'Alema
ha poi voluto esprimere gratitudine “alla società
civile, alle organizzazioni non-governative come Nessuno
tocchi Caino e Amnesty International che si sono
impegnate per l’approvazione della risoluzione”.
Il
Ministro del Commercio internazionale, Emma Bonino,
che con il Partito Radicale si è sempre spesa in questa
difficile battaglia, detto che si è trattato di “un
regalo all'umanità” che “ha premiato la nostra
cocciutaggine, oltre alla determinazione del governo”
nel raggiungere un risultato che “dà speranza a tutti
coloro che aspettano nei corridoi della morte”.
“Un
segnale storico, un successo dell'Italia e
dell'Europa che hanno fortemente voluto la moratoria”,
ha commentato il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, che ha voluto ringraziare il governo e
il Parlamento per averla sostenuta in tutte le sue
tappe.
Per la
comunità di Sant'Egidio la risoluzione “segna
una tappa decisiva per l'affermazione di una giustizia
capace di rispettare sempre la vita, una giustizia senza
morte. È una pietra miliare che segna un nuovo standard
morale largamente condiviso e che sarà sempre più
difficile e imbarazzante ignorare a livello
internazionale”.
Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di
Amnesty International, lo ha definito “un momento
importante come lo fu l'abolizione della schiavitù.
Questo non significa che fra cinque minuti sarà abolita
la pena di morte, ma intanto iniziamo a tirare fuori
circa 20 mila condannati dal braccio della morte in
quegli Stati dove la pena di morte è ancora in vigore”. |