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N. 2 - Febbraio 2008 (XXXIII)

NAPOLI, NUOVO MILLENNIO

SI SALVI CHI PUò

di Luigi Buonanno

Chissà in quanti si stanno rivoltando nella tomba in questo periodo. Già perché ormai giusto la storia ci è rimasta, il passato, i morti, quei pochi vivi che sono rimasti e che da “futuristi” sono scappati in anticipo su tutti, come se già sapessero… o forse infondo, si stava male anche prima. Però adesso si sta peggio.

Una volta ci si andava in giro per il mondo con la testa alta, da napoletani fieri. Consapevoli di essere invidiati, nonostante gli insulti e le azioni razziste dei mai sterminati limitati mentali. Sapevamo che i nostri problemi, infondo erano gli stessi problemi di tutte le metropoli, solo che per le televisioni, Napoli fa più rumore… già perché secondo le tv italiane, Noi eravamo quasi in guerra civile.

Adesso la testa alta non possiamo meritarcela. È un lusso. Non è solo il problema della “monnezza”, ma è la somma che fa il totale.

Sapere che lo Stato se ne frega e che mai farà niente per migliorare la situazione, è un brutto colpo. Sentire il nostro sindaco rispondere alle lamentele sul problema della spazzatura “…ma per favore, non è morto nessuno…”. Già perché a lei cosa interessa, nel suo vicinato di spazzatura non c’è neanche l’ombra. Infondo essere sindaco di Napoli o essere impiegato al comune comporta la stessa strafottenza, il campare per lo stipendio e che tutto il resto possa andare in malora. Bassolino poi, anche in Cina è risaputo che probabilmente è un corrotto e che mangia a destra e a sinistra da 14 anni… e nessun pseudo-personaggio che conta nello Stato gli da un calcio nel di dietro.

A questo punto cosa dovrei pensare? Che la camorra è più intelligente della mafia? Eh si… la mafia rompe i rapporti con lo Stato e adesso viene combattuta con rigore e senza tregua in Sicilia. E a Napoli? A Napoli no, gli accordi probabilmente esistono ancora, in tanti mangiano, in troppi e pure bene. La camorra riesce ancora ad accontentare tutti e quindi comanda lei.

Esiste il problema della disoccupazione? Della spazzatura? Della delinquenza? Del degrado? Che gli frega, tanto il sazio continua a mangiare e chi sta a digiuno più che lamentarsi non può.

La colpa è soprattutto nostra, perché noi siamo un paese che ride, quando invece dovremmo piangere ed essere tristi, e reagire… ma se aspetti il popolo…

Già perché è lo stesso popolo (parlo della maggioranza, perché le mosche bianche stranamente esistono pure a Napoli) che si vende il voto per 20 euro o per una futura promessa di raccomandazione mai mantenuta. Lo stesso popolo che come pecore corre dietro a qualsiasi idiozia gli venga detto. Gli stessi che a furia di pensare per se stessi se ne fregano più di chi dovrebbe farlo. Coloro che a loro scelta rimangono nell’ignoranza e con la presunzione di essere i migliori, di far bene… quando invece non sanno neanche come funziona il resto del mondo. Le stesse persone che non fanno niente, non reagiscono, in attesa che qualcuno scenda dal cielo e gli dia una mano. Troppi impegnati ad aspettare quello che ancora deve accadere.

Quelli che abitano nei quartieri ricchi di Napoli e credono di trovarsi in un altro stato e fanno finta che il problema non li riguarda (perché stranamente in quei quartieri la spazzatura non esiste). Chi non ha voglia di lavorare e si fa chiamare disoccupato e per pochi euro si butta in qualsiasi mischia in cui si trovino le forze dell’ordine, mandati indovinate da chi.

La gioventù di adesso che pensa esclusivamente alla discoteca, alla macchina giovanile, alle lampade, alle droghe, ai vestiti firmati e a sperperare i soldi dei genitori che si fanno il mazzo e che infondo gli sta bene, perché la colpa è loro se hanno cresciuto dei figli superficiali e senza neanche sapere cosa sia la protesta. Perché sono loro in primis a dover far qualcosa, il futuro è loro a Napoli, sono loro, i giovani che ci devo abitare e magari crepare, ma non di tumore. Ma al limite di vecchiaia o di qualsiasi disgrazia che vada oltre il male che noi stessi ci procuriamo.

Io? Io mi sono stufato, sono stanco. Non voglio più vivere in un paese che non viene considerato dallo Stato, perché di conseguenza io stesso non mi sento considerato dallo Stato. Anch’io sono italiano e voglio sentirmi tale, perché mi ritengo tale. Sono stanco di aspettare che tutto si risolvi, sono vent’anni che aspetto. Perché io (e non solo) purtroppo devo aspettare, perché il potere è in mani sporche e non da spazio a nessuno, soprattutto a chi potrebbe danneggiarli.

Io almeno un minimo di reazione la butto fuori. Me ne vado, e chi resta senza far niente che non si lamenti.

Ciao...

Articolo 35 della costituzione francese:

“QUANDO IL GOVERNO VIOLA I DIRITTI DEL POPOLO, L’INSURREZIONE è PER IL POPOLO E PER OGNI FRAZIONE DEL POPOLO, IL PIù SACRO E IL PIù IMPRESCINDIBILE DOVERE”

 

 

 

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