N. 25 - Giugno 2007
LA
MONETAZIONE ‘D’IMPERO’ E ‘D’ALLEANZA’ DI
CROTONE
Ricostruzioni
e sopravvivenze
- Parte V
di Antonio Montesanti
Il ruolo di Poseidonia
In questo momento a
Poseidonia, dopo un periodo di interruzione
delle emissioni, viene adottato il piede
acheo, e si emettono consistenti serie a
doppio rilievo del tipo con toro stante al
R/, le quali confermerebbero l’arrivo di
profughi da Sibari II con la connessa
rivendicazione di Posidonia del ruolo di
Sibari.
Gli studi della Taliercio
Menstieri e Sternberg, hanno dimostrato che
le monete in questione risalirebbero a prima
del 470 a.C. e quindi bisognerebbe cambiare
l’ottica della visione d’insieme nella
prospettiva “siracusana”. Alcune monete
incuse denunciano chiaramente il ruolo di
Laos e Poseidonia nella rifondazione e nelle
esperienze monetali di Sibari III del
453-448 a.C.
Questa Sibari III di cui ce
ne parla solo Diodoro in due passi del XI e
del XII libro, sembra ignorare totalmente
l’esperienza di una precedente fondazione
dopo il 510. Egli dice che sotto l’arcontato
di Lisicrate (453/2), “ che 58 anni dopo la
distruzione di Sibari da parte dei
Crotoniati, raccogliendo i superstiti ,
fondò di nuovo Sibari, e “ 58 anni dopo (la
distruzione), la rifondarono alcuni Tessali,
e poco tempo dopo vennero espulsi dai
Crotoniati, cinque anni dopo la seconda
fondazione (Diod. XII 10, 2)”.
Inoltre una moneta ci riporta
all’alleanza tra Poseidonia e Sibari, che
non può essere quella distrutta nel 510.
D/Tipo parlante di Poseidonia
R/Toro stante e doppia
legenda MV
Collegabili a Laos, trioboli
a leggenda MV:
D/ Toro androcefalo
R/Ghianda
Ricollegabili all’azione
delle due città nella fondazione di Sibari
III del 453/2:
D/ toro stante e doppia
legenda PO- LAI
R/due patere e legenda MVBA
Ciò confermerebbe un
massiccio impegno delle due città per la
ricostruzione della madrepatria. Ma come fu
possibile un temporaneo successo della
coalizione Lao-Poseidoniate, nella
fondazione della Sibari III?
Diodoro si fa portavoce di
due tradizioni: 1) I nuovi coloni sibariti
sarebbero stati diretti e condotti nel luogo
della antica città da un tale Tessalo, 2) Un
aiuto ci sarebbe stato da parte dei Tessali,
che potrebbe far pensare ad una iniziativa
lontana e senza collegamenti logici di
sorta. Ma più semplice sembra la spiegazione
nel vedere nella più vicina Poseidonia
l’ipotetica portatrice dei coloni nel luogo,
e nella Tessaglia la patria dei Poseidoniati,
in seguito alla fondazione dell’Heraion sul
Sele, e del suo fondatore: Giasone il
Tessalo.
I Serdaioi e i superstiti
sibariti
Mi sembra giusto in questa
sede ricordare le miriadi di problemi ed
interpretazioni che ha suscitato l’epigrafe
che sicuramente ci fornisce dei dati di
notevole ed assoluta importanza.
L’epigrafe è in alfabeto acheo e benché
molti autori abbiano proposto una datazione
posteriore al 510 sembra impossibile poter
scendere al disotto della distruzione della
prima città.
La prima cosa, chiara ed
evidente è la prima espressione che balza
alla mente degli studiosi è proprio
l’espressione “I sibariti ed i loro
alleati”. Questo appare chiaro dall’epigrafe
di Olimpia in cui Sibari ed i Serdaioi
appaiono come firmatari dell’accordo. Solo
su questa che rappresenta la formula
iniziale si sono versati fiumi d’inchiostro
e fatti paragoni e si è cercato di capire
chi fossero questi summachoi, che
tipo di summachia fosse, che rapporto
intercorreva tra Sibari e gli alleati, in
che epoca furono stipulate, che fini avesse
e se realmente si potesse definire come
quella chiamata ‘Summachia
egemoniale’ definita come “alleanza
stipulata da uno stato potente con parecchi
altri, la quale non era limitata né nel
tempo né a determinati fini, e per la
posizione egemonica, in un primo tempo
militare e poi anche politica, di uno degli
stati e per un’organizzazione, sia pure da
principio, non molto rigida, rappresentava
un tentativo di forma superstatale”.
Nel testo è indicato il nome
di Poseidonia che è chiamata come garante o
testimone dell’alleanza, che non sembra
ridursi ad un numero definito di anni come
in altre, insomma sembra essere una amicizia
realmente “fedele ed eterna”.
Quattro sono le ipotesi
formulate riguardo i Serdaioi:
1) Etnico da identificarsi in
una popolazione della Magna Grecia e
precisamente in un luogo compreso tra le
città di Sibari e Poseidonia, fu proprio
colui che pubblicò il documento che propose
questa ipotesi, è anche sostenuta dalla
Guarducci molto energicamente. L’argomento
che supporta questo tipo di tesi sta nel
riconoscimento dell’etnico nelle monete con
leggenda SER o SERD in alfabeto acheo.
Queste monete raffigurano al dritto la
leggenda con Dioniso con un kantaros
nella mano destra ed un tralcio di vite,
molto ben identificabile dal grappolo d’uva,
riverso dietro la schiena e tenuto con la
mano sinistra; sul rovescio uno ‘zoom’
del dritto, di un tralcio di vite con un
ricco grappolo in primo piano. I pesi delle
monete rimandano all’ambiente magno-greco, e
sono datate ai primi anni del V secolo. Per
l’unica moneta di cui si conosce la
provenienza si veda il ripostiglio di
Roggiano Gravina IGCH 1887. (Kunze,
Guarducci).
2) I Serdaioi sarebbero
proprio i Sardi, popolazione isolana, poi si
è pensato di ridimensionare l’ipotesi
proponendo che si trattasse di Sardi
stanziatisi sulle coste del Tirreno, ipotesi
rivista in funzione del commercio sibarita
verso quel mare ed il ruolo fondamentale di
Poseidonia in questo caso.Supporti notevoli
a questa tesi sono i rapporti che
intercorsero tra le isole sarde e il tratto
costiero compreso nell’attuale Campania, i
riferimenti sono quelli ai Thespiadai
trasferiti dalla Sardegna a Cuma e la
fondazione di Velia.
3) Si sono anche identificati
con i cittadini di Herdonia in Apulia
4) Si è pensato ad una
popolazione illirica, i Serdiaioi
5) Inoltre non da meno è da
pensare agli Etruschi anch’essi tirati in
ballo
6) Un’ultima ipotesi che
rimette un po’ insieme le teorie sulle
monete di tipo Nassio e quelle sui sardi è
approfondita e buttata nel mucchio dall’Ampolo,
il quale propone di vedere concernenti allo
stesso etnico altre monete di bronzo ma con
dritto diverso, ossia testa femminile, che
per l’Hill si tratterebbe della
personificazione della Sardegna, di
provenienza siciliana, anche qui è presente
la leggenda SARDO ma con alcune varianti, in
alcuni casi anche notevoli. In ogni caso
viene chiamata in causa una notizia secondo
cui dei mercenari Sardi furono chiamati da
Terrillo e Anassilao ad Imera nel 480 (Hrdt.
VII 165), da cui avrebbero avuto luogo le,
monete d’argento che si accordano molto bene
con la data di Imera, oppure monete
ritrovate nella Sicilia Occidentale, di
bronzo, a cui fa riferimento un altro
episodio del 392 a.C. che ha come
protagonisti, ancora una volta i Sardi (Diod.
XIV 95). Da notare che nelle monete d’inizio
V sec. Si parla di SERDAIOI mentre in
quelle di un secolo più tardi di SARDAIOI.
C’è stato però chi, come il
Lombardo, ha considerato l’iscrizione di
Olimpia riguardante i Serdaioi, in
connessione con un’interessante teoria che
merita di essere presa in considerazione per
una serie di elementi tra di loro
interconnessi, ragionevolmente, e
soprattutto utili ai nostri fini. Vista la
datazione delle monete e dell’epigrafe dei
Serdaioi, e mettendo in rapporto i Serdaioi
con l’area Tirrenica del Golfo di Policastro,
il Lombardo ha ipotizzato che il trattato
sia un documento di fondazione della città
di Laos effettuata dai profughi sibariti nei
territori di Laos e Scidro (rintracciabile
nella stessa area), il tutto mediato da
Poseidonia che ormai raggiunta
l’indipendenza assoluta avrebbe avuto in un
certo qual modo, il protettorato sulla zona
(se non il dominio), e avrebbe acconsentito
all’innesto dei “profughi”, parte dei quali
si rifugiarono anche nella stessa città
(s.v. il “teichos dei Sibariti”, in
Strabone VI 1 1C 252), padrona di poter
dettare le proprie condizioni di fronte a
coloro da cui due secoli prima si erano
divisi.
La philotas di cui si
parla nel trattato non fu più lo strumento
di dominio della potenza sibarita, ma
elemento esprimente una nuova situazione,
dettata dalla necessità, secondo la quale i
Sibariti, di cui rimaneva solo il
nome-simbolo della città, sarebbero dovuti
scendere a patti, cosa inconcepibile prima
di allora.
Dunque intorno al 480 abbiamo
i seguenti ‘movimenti’:
1) Situazione oscura nella
Siritide
2) Indipendenza o tentativo
di essa da parte dei vecchi sibariti
3) Autonomia di Terina
4) Inserimento di Poseidonia
nell’economia meridionale.
Crotone dunque perderebbe
‘colpi’ in questo periodo e non è
improbabile la presa di Temesa da parte di
Locri. Vi è così un nesso ben preciso su
quattro avvenimenti: A) Egemonia locrese su
Temesa, B) Spedizione di Ierone verso
Sibari, C) Inserimento di Poseidonia, D)
Serie di rivolte antipitagoriche.
Questi avvenimenti sarebbero
legati alla politica siracusana di Gelone e
poi di Ierone nel Tirreno che avrebbe
portato a legami e trattati, con Locri
(alleata di Siracusa) e la sue colonie sul
Tirreno. Infatti si intravede una politica
ed una direttiva anticrotoniate di Siracusa,
nella quale si vede un riflesso
nell’episodio del pugile Astilo che
proclamandosi siracusano, attirò verso di se
l’odio dei suoi concittadini, che lo
punirono. Il valore atletico, la
organizzazione e la prestanza militare,
nonché la salubrità del luogo, vengono
valorizzate da Strabone nella direzione
della tradizione atletica di Crotone che
inizia con Glaukias nella 48° Olimpiade del
588e si conclude con la vicenda di
Astylos nella 73° Olimpiade (488), quando
egli si proclamerà Siracusano, con immenso
sdegno dei concittadini che lo condanneranno
all’esilio, anche se egli, ma questa volta
da isolano vincerà l’ultima gara nella 75°
Olimpiade nel 480 a.C. (Paus. VI 13, 1;).
Fu forse la conquista di Temesa da parte di
Locri (spinta probabilmente da Siracusa) ad
aprire le ostilità tra le due superpotenze?
Come abbiamo avuto modo di
vedere nella Sibaritide c’è un tentativo di
fondare una nuova Sibari, probabilmente cosa
che avvenne, da parte degli aristocratici
che si erano schierati dalla parte di
Crotone, e che li si erano rifugiati dopo
‘l’esproprio’ attuato da Telys. Perché
altrimenti Crotone non avrebbe avuto motivo
di coniare monete con la leggenda MV se la
città non fosse più esistita. Il termine
ante quem per questo avvenimento è il
477 a.C. Quando giunge a Ierone una
richiesta d’aiuto contro i Crotoniati che
assediano i Sibariti. Anche se parte dello
sganciamento era avvenuto almeno qualche
anno prima, in base alla notizia riportata
da Erodoto riguardo Temistocle e la Siritide.
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