N. 10 - Ottobre 2008
(XLI)
Un modello per
apprendere
L’atelier storico
interdisciplinare
di Gennaro Tedesco
Le
condizioni ecologiche, formative ed educative di un
atelier, in una logica di collaborazione e cooperazione
di protagonismo adolescenziale e giovanile, attivamente
ribaltano il concetto e la pratica di
insegnamento-apprendimento ad imbuto, come direbbe
Popper, di tipo aristotelico, essenzialistico,
unilineare e deterministico. L’allievo non è un
recipiente o un contenitore in cui il pirotecnico e
versatile maestro-docente-retore-oratore riversa la
splendida e magmatica malvasia del suo insostituibile
scibile. La boccuccia d’oro dell’infante,
dell’adolescente o del giovane, oggi più di ieri, non
assorbirebbe e metabolizzerebbe il prezioso nettare
lambiccato da un sapientissimo e chiarissimo maestro.
Al
contrario l’atelier lascerebbe e lascia libero l’allievo
di problematizzare, dare risposte essendo secondario
rispetto alle capacità di problematizzazione, a partire
dalle sue necessità e stimolazioni di scoperta ,
dall’interno del suo fare artigianale e laboratoriale.
Le sue energie apprenditive e le sue esigenze
attivistiche e protagonistiche sono consolidate e
canalizzate dagli obbiettivi e dalle impellenze che gli
pone e impone la costruzione collaborativa e cooperativa
del manufatto in elaborazione.
Tale
ecosistema laboratoriale si sviluppa e si configura
spesso come luogo collaborativo e cooperativo di
progettazione artistica e produzione multimediale
originale e coinvolgente. Gli eventuali ipertesti
prodotti, i diari di bordo del percorso didattico e
formativo, partecipati e condivisi da allievi, docenti
ed esperti rimessi in un gioco reciproco interattivo e
transattivo dalle tecnologie informatiche e a distanza,
le relazioni finali e in itinere, i video dell’intero
procedimento educativo, le eventuali esibizioni,
estrinsecazioni editoriali o coreografiche
contribuiscono a rendere l’atelier sempre più aperto,
metamorfico e dinamico, pur nella sua riproducibilità
ecologica, metodologica e tecnologica. Tali
strumentazioni e manifestazioni ne costituiscono le
caratteristiche predominanti insieme alle possibili
riproduzioni cartografiche, alle programmate, studiate e
previste visite archeologiche ed ecologiche che non
escludono domande di discenti e docenti scaturite dal
vivo della palpitante esperienza formativa e alle mappe
del pensiero riscontrabili e riproducibili non solo dei
testi.
Anche
nell’agito magmatico del laboratorio non va dimenticato
che l’adolescente ma anche il giovane non sono ancora
del tutto pienamente adulti. E quindi la
problematizzazione, per quanto baricentro del discorso
razionale e comunicativo, anch’essa soggetta alle
elastiche e flessibili regole della retorica e dell’arte
della persuasione, non esclude il ricorso al racconto
storico-affabulatorio, all’archetipico e stereotipico
flusso dell’immaginario collettivo, delle sue metafore e
delle sue prepotenti analogie, che si nutre, dilatandosi
all’infinito, soprattutto di suoni ed immagini non solo
elettroniche in rapidissimo e sconvolgente movimento.
Il
bisogno di ludicità e di metaforabilità, intrinseche
non solo all’adolescente ma anche al giovane e
all’adulto, incontra nell’atelier l’altra intrinseca
lucidità della tecnologia informatica che, attraverso il
computer ed Internet, mette a disposizione
l’inesauribile simulatività del mondo virtuale. Da
questo imprevedibile incontro nasce una realtà
elettronica, didattica, formativa ed educativa ancora
tutta da inventare e da scoprire che sta di fronte
all’allievo in tutta la sua prepotente e sconvolgente
dinamicità.
L’utilizzo delle fonti storiche e non storiche,
tradizionali ed elettroniche, non va inteso in senso
specialistico e tecnico anche perché nell’atelier non
facciamo né produciamo storia, ma mediazione didattica e
formativa della storia per l’apprendimento
interdisciplinare e soprattutto transdisciplinare della
storia. Perciò l’aspetto didattico, divulgativo e
formativo in tale laboratorio è prevalente e dominante.
E il laboratorio è una simulazione apprenditiva anche e
soprattutto virtuale entro cui si costruiscono , ma
soprattutto si motivano, si attivano e si mobilitano
disponibilità adolescenziali e giovanili all’approccio
parastorico più che in senso stretto storico.
L’interesse, la motivazione e l’attenzione di giovani e
adolescenti per la storia interdisciplinare va
guadagnato ponendo l’accento anche sull’importanza dei
legami che tale disciplina possiede e sviluppa nei
confronti dei problemi reali e quotidiani del mondo
della vita in cui gli allievi, proprio grazie allo
studio attivo, partecipativo, collaborativo e
cooperativo della storia, possono sperare di affrontare
meglio, una volta divenuti operativamente consapevoli
delle radici di un passato che riemerge costantemente e
continuamente per condizionare concretamente e
pesantemente la loro come la nostra effimera esistenza .
E
allora solo in questa prospettiva e in funzione anche
di obbiettivi vitalistici che di solito nel tradizionale
e unidirezionale insegnamento-apprendimento rimangono
fuori dall’ambito formativo ed educativo appare
determinante e strategica la predisposizione, la
strutturazione e l’architettura eco-formativa di un
laboratorio al cui interno adolescenti e giovani
possano sperare di sperimentare in prima persona e da
protagonisti l’intelligenza del cuore, l’apprendere per
emozioni, l’apprendere per esplorazione, per
problematizzazione, l’apprendimento incidentale e
riflessivo, per immersione, per simulazione reale e
virtuale, l’imparare facendo individuale, collaborativo
e cooperativo. Solo in un tale contesto, anzi
ecocontesto si può sperare di recuperare il rapporto tra
storia, narrativa, metafora, dati appresi, esperienza e
sapere comune contro le sirene e le chimere di una
pedagogia lineare e astratta.
Cerchiamo ora di immaginare la predisposizione e
l’architettura di tale atelier per un Biennio superiore,
cominciando proprio da un passato storico sempre meno
accessibile e quotidiano.
Perché
mai un adolescente dovrebbe essere interessato alla
civiltà antica e classica, al mondo greco-romano?
Se
riusciamo a dimostrare che la nostra epoca contemporanea
è una estensione e continuazione di quella greco-romana
con similitudini, analogie, metafore e differenze, con
un approccio dinamico, con un, nel senso ‘radicale’ del
termine, itinerario cinematografico, ipertestuale e
virtuale, con un’eventuale e non solo ludica
costruzione simulativa virtuale che diventi anche
un’avventura intellettuale e “reale”, credo che saremmo
già su una buona via per attirare la motivazione,
l’interesse e l’attenzione di giovani ed adolescenti.
Ma
come muoversi, come cominciare?
Squadernando una carta geografica coloratissima, la
retorica degli effetti speciali anche poveri non solo è
necessaria, ma è intrinseca soprattutto anche se non
solo alla giovane didattica, rendendola magari con
l’aiuto degli allievi e di qualche docente esperto
interno o esterno al laboratorio e alla scuola (se
esterno comunicando e richiedendo il suo intervento con
l’utilizzo della posta elettronica) multimediale, con
baricentro la Grecia antica e mostrando lo sviluppo
della colonizzazione in Occidente, ma anche in tutto il
resto del Mediterraneo, come una conquista di territori
‘sottosviluppati’ e quasi selvaggi, proponendo il
modello di penetrazione coloniale della Conquista del
West con la rivisitazione degli addentellati
cinematografici, ideologici e ciclici.
Attraverso la colonizzazione occidentale presentare uno
dei primi esempi di globalizzazione competitiva tra
Greci e Fenici per la ripartizione e spartizione dei
mercati ‘globali’ dell’epoca, ma non solo dei mercati.
‘Giochi’ di alleanze e strategie tra Fenici, Etruschi e
Greci, cogliendo l’occasione per introdurre gli allievi
ai primi rudimenti di una scienza estremamente
importante e pure dimenticata all’interno delle nostre
aulee, la strategia, lasciata in gran parte in appalto
ai soli militari. Spiegare i motivi della corsa e
dell’assalto all’Eldorado non solo occidentale del
Mediterraneo da ricercare all’interno del modello di
sviluppo della polis e del suo territorio. Cominciare a
far balenare agli allievi il ritorno di strutture
cicliche come quella di crisi interna-sviluppo
all’esterno in senso espansionistico e colonialistico :
prima schematizzazione di un percorso
reticolare-concettuale, prima definizione del modello di
colonia e di emigrazione organizzata.
Per
affrontare in modo storicamente ed evolutivamente
significativo e formativo tale quadro di riferimento, si
avverte la necessità da parte dell’eventuale equipe
docente interdisciplinare di fare un passo indietro per
inquadrare , delineare meglio le problematiche storiche
in corso di definizione con la partecipazione attiva,
collaborativa e cooperativa degli allievi. La
Rivoluzione agricola, ma anche tecnologica, iniziata in
Medio Oriente, Mesopotamia e Valle del Nilo con la ‘scoperta’,da
evidenziare con il contributo degli allievi,
dell’agricoltura estensiva e intensiva, la successiva
agglomerazione urbana, l’invenzione della scrittura e
dell’acciaiatura del ferro proseguita dai Fenici con la
diffusione mediterranea della tecnica alfabetica e degli
innovativi processi metallurgici, continua e si sviluppa
in Grecia, accelerandone le dinamiche interne. Le polis
democratiche e para-democratiche, a cominciare dal
grande e pervasivo laboratorio politico, sociale
culturale della democratica Atene, si dissanguano e si
disintegrano al loro interno a causa proprio del livello
critico raggiunto da una Rivoluzione agricola e
tecnologica per l’epoca senza prededenti. Né il modello
perfezionato dell’agricoltura intensiva, (‘ sistema
agro-manifatturiero ‘ : vigna-vino, olivi-olio, anfore
dipinte ) , né la colonizzazione, né la polis greca,
rimodulazione di quella fenicio-mediterranea,
contenitore e laboratorio politico, sociale e culturale
innovativo e problematico, riescono a riequilibrare una
situazione sociale ormai ai limiti della tollerabilità
antropologica. Inevitabile l’implosione del modello
suddetto : aristoi-latifondisti, opliti-piccoli
contadini e teti-nullatenenti si giocano le loro ultime
carte in una guerra fratricida che consente a Filippo il
Macedone e poi definitivamente a suo figlio, Alessandro
Magno, di impadronirsi del potere in tutta la Grecia.
Per
rendere operativo e chiaro non solo agli allievi il
quadro di riferimento storico e interdisciplinare in cui
ci si muove, si chiederà agli allievi una ricerca
Internet ed una elaborazione grafica computerizzata del
modello greco di sviluppo politico, filosofico,
sociale, culturale, urbano e tecnologico. Una
riconfigurazione grafica e non solo grafica, da parte di
allievi e docenti adoperando i mezzi della grafica
computerizzata , le opportunità di ricerca ampia e
approfondita fornite da Internet e le occasioni
simulative e anche ludiche della Realtà Virtuale, della
polis democratica ateniese con i suoi quartieri
popolari, il porto, i templi, l’agorà, le triremi e il
complesso dispositivo militare , tecnologico e sociale
della falange politica. Ciò consentirà operativamente
oltre che teoreticamente di porre in rilievo gli aspetti
anche scientifici molto avanzati dell’epoca e
sviluppare e rafforzare gli aspetti collaborativi,
cooperativi, sociali ed emozionali del gruppo
discenti-docenti così venutosi a creare consolidandone
le caratteristiche più propriamente didattiche ed
educative finalizzate alla necessaria elaborazione di un
artefatto elettronico e multimediale.
Ad
Atene si incontrano e si scontrano gli aristoi, gli
aristocratici latifondisti , ancorati agli interessi del
grande possesso fondiario, gli opliti-piccoli contadini,
consapevoli della loro importanza militare sui campi di
battaglia, la borghesia commerciale e manifatturiera
alla ricerca e alla conquista di nuovi mercati , i teti,
i marinai delle trireme, consapevoli del loro ruolo
strategico nell’ambito della logica politica democratica
e del suo consolidamento.
All’interno della polis democratica ateniese si formano
due correnti ideologiche contrapposte, di sostegno e di
rifiuto del modello democratico di sviluppo. Da una
parte il latifondismo aristocratico che trova la sua
espressione politica organizzata in tutti quegli
intellettuali e politici fuorusciti , desiderosi di
tornare in patria per assaporare la rivincita della
reazione politica al servizio di ideali e partiti
antidemocratici e di interessi agrari e territoriali.
Tale schieramento, e gli allievi ne diverranno
consapevoli a mano a mano che cercheranno e troveranno
non solo in Internet le fonti storiche di tale
prospettiva, si servirà di tutta la strumentazione
propagandistica dell’epoca, ‘libri’, ‘opuscoli’, opere
di oratori, retori, storici, drammaturghi e
commediografi, filosofi, iscrizioni, miti e altro ancora
per sostenere la legittimità di una conquista del potere
violenta contro la così detta tirannia altrettanto
violenta della maggioranza democratica. Sull’opposto
fronte, quello democratico, raccolto accanto alla
borghesia commerciale, marittima, manifatturiera, legata
all’espansione marittima , troverà espressione tutto
quel mondo ‘molteplice’, magmatico e fluido degli
intellettuali e politici popolari al servizio di una
politica antiterritorialistica e navalistica. Due
schieramenti ideologici, politici ed economici in cui si
troveranno a confluire con diverso, contrastante e
ambiguo esito opliti-contadini e teti-marinai della
flotta ateniese. Uno scontro politico titanico e
destinato a scardinare il sistema fino all’inevitabile
disintegrazione e dissoluzione della stessa civiltà
greca classica, che i nostri allievi allievi, ormai
edotti dalle fonti non solo elettroniche, non
tarderanno a porre in luce nella sua catastrofica
dimensione, cogliendone significative e notevoli
convergenze con la loro e la nostra società democratica
globale e allo stesso tempo denunciandone le profonde
divergenze in un sapiente e dinamico ‘gioco’ didattico,
formativo ed educativo di inclusioni ed esclusioni.
Il
modello di sviluppo triadico, olivo-olio, vite-vino,
anfora-ceramica, inventato e diffuso dalla polis
democratica ateniese penetra in tutti i mercati del
Mediterraneo antico, globalizzando l’economia dell’epoca
e non solo l’economia, innescando dinamiche sistemiche
tali che, come accade oggi nella contemporanea società
globalizzata, sulle onde del flusso commerciale, si
propagano anche e soprattutto immense e incontenibili
correnti ideologiche e culturali destinate a
trasformare società e mentalità e a cambiare il corso
della storia.
Inevitabile il conflitto imperialistico tra una Atene
democratica, dedita all’espansionismo marittimo e
commerciale e una Sparta oligarchica dedita
all’espansionismo territoriale : guerra del Peloponneso,
catastrofe irreversibile e totale della Grecia e della
Grecità, riflessione dei tragici e degli storici. Un
film già visto che i nostri allievi non tarderanno a
riproporre per reinterpretare gli avvenimenti della
modernità e della contemporaneità dalla prima e seconda
guerra mondiale ai nostri giorni alla luce del ciclo di
sviluppo greco.
Del
vuoto di potere creato dalla disgregazione politica
della Grecia ne approfitta Alessandro Magno non solo per
assoggettare una riluttante e litigiosa Grecia, ma anche
e soprattutto per conquistare l’Oriente dove
l’espansionismo dell’imperialismo culturale ed economico
dei Greci viene a contatto col melting pot orientale,
dando avvio all’inizio del periodo ellenistico. I Romani
nel loro nuovo Impero globalizzato integrano e
sviluppano l’eredità greco-ellenistica, attirandosi
addosso nei secoli a venire , come reazione, i primi
movimenti fondamentalistici e nazionalistici della
Storia, quello giudaico, siriaco, ecc…)
L’Impero romano-cristiano d’Oriente, proponendosi come
custode del modello greco-romano-cristiano, viene
ripreso e reinterpretato dai suoi eredi universali,
l’Impero russo-sovietico e l’Impero turco. |