SI FA PRESTO A DIRE GIOCONDA
UNA MUSA DALL'identità misteriosa
di Matteo
Liberti
Qual è il ritratto più famoso di
tutti i tempi? Ovunque nel mondo, la
risposta a tale domanda sarà
probabilmente la stessa: la
Monna Lisa
di Leonardo, o Gioconda che
dir si voglia. Tale dipinto,
divenuto una vera icona pop,
nasconderebbe però ancora il mistero
di chi sia la sua vera “musa”.
L’esatta identità della donna in
esso ritratta, nota per l’enigmatico
sorriso e scrutata ogni anno
da milioni di persone nella sua teca
di vetro al Louvre,
è
infatti tuttora dibattuta, e
per saperne di più è utile partire
da quella che è l’attribuzione
canonica, secondo cui la dama in
questione sarebbe la nobildonna
fiorentina Lisa Gherardini, alias
Monna Lisa (il primo termine è un
diminutivo di “madonna”, da
intendersi come “signora”).
Incongruenze
A suggerire che dietro al dipinto di
Leonardo si celi la Gherardini fu
per primo il pittore e biografo
aretino Giorgio Vasari, nella
celebre opera Le vite de’ più
eccellenti pittori, scultori, e
architettori (1550). Secondo
tale versione della vicenda, a
commissionare l’opera fu il mercante
fiorentino Francesco di Bartolomeo
del Giocondo (1465-1538), il quale
volle farvi ritrarre la moglie Lisa
(1479-1542), detta anche Gioconda
con riferimento al nome del
consorte. Tra il 1503 e il 1506,
Leonardo elaborò quindi un olio su
tavola – di 77×53 centimetri –
dall’enorme impatto visivo. Ebbene,
nel descriverlo il Vasari si
sofferma su alcuni particolari come
il disegno delle sopraciglia della
donna, e qui cominciano le
incongruenze, dacché la donna del
quadro esposto al Louvre è priva di
ciglia e sopraciglia. Se ne dovrebbe
dedurre che la dama non sia Lisa?
Non è detto: dopo la prima
realizzazione del dipinto, Leonardo
vi praticò diversi ritocchi (le
analisi ai raggi X hanno rivelato
tre revisioni), portando con sé
l’opera in Francia allorché, nel
1517, si trasferì in località
Amboise su invito del sovrano
francese Francesco I, che acquistò
il quadro (finito al Louvre dopo la
rivoluzione francese). È dunque
possibile che il Vasari abbia
descritto il ritratto sulla base
d’un resoconto di altri, facendo
riferimento all’aspetto originario
del dipinto. Certezze però non ne
abbiamo, così come non si sa perché
Leonardo abbia portato in Francia il
dipinto anziché lasciarlo al
committente, e a partire da tali
domande sono emerse varie
ricostruzioni alternative.
Ipotesi alternative
Tra le donne chiamate in ballo quali
possibili muse alternative alla
Gherardini, spicca il nome di
Isabella d’Este, marchesa di Mantova
già ritratta da Leonardo attorno al
1500, in uno schizzo a carboncino,
dopo che questi era stato ospite
della nobildonna, nota mecenate. È
quindi possibile che la Gioconda sia
lei, ma anche in tal caso non
mancano le incongruenze, riguardanti
sia il colore dei capelli (quelli di
Isabella sarebbero stati chiari) sia
i lineamenti del volto, che in vari
ritratti della marchesa appaiono
diversi. Ecco allora spuntare
un’altra ipotesi, secondo cui il
dipinto sarebbe stato commissionato
da Giuliano de’ Medici, figlio di
Lorenzo il Magnifico. Questi avrebbe
chiesto a Leonardo d’immortalare il
volto della sua amante Pacifica
Brandani, morta nel 1511, dopo
avergli dato un figlio (Ippolito).
L’artista toscano avrebbe quindi
messo mano al quadro tra il 1514 e
il 1516, mentre soggiornava a Roma.
Tale teoria, pur suffragata da
illustri esperti, lascia però molti
dubbi inerenti proprio alla
datazione, che la maggior parte
delle fonti ritengono precedente.
Allo stesso modo, non reggerebbe la
teoria in base alla quale la
fanciulla sarebbe un’altra amante di
Giuliano de’ Medici, Isabella
Gualanda (o Gualandi), e ancor meno
credito hanno ricevuto le ipotesi
riguardanti, rispettivamente: Bianca
Giovanna Sforza, figlia del duca di
Milano Ludovico il Moro, Caterina
Sforza, signora di Imola e Forlì,
Isabella D’Aragona, duchessa di
Milano, e Costanza d’Avalos,
principessa di Francavilla. Senza
dimenticare due teorie direttamente
connesse a Leonardo: una secondo cui
la Gioconda sarebbe un suo
autoritratto al femminile; l’altra,
di natura psicanalitica, che vede
nella protagonista del dipinto la
madre dell’artista, Caterina.
Infine, c’è chi ha ipotizzato che il
ritratto, nella versione ultima, non
raffiguri alcuna donna in
particolare, costituendo una sorta
d’immagine idealizzata di volto
femminile, forse con intenti
allegorici.
Gli altri misteri
Ad accrescere il fascino della
Gioconda – il cui successo
internazionale è esploso dal 1911,
quando il quadro fu rubato
dall’italiano Vincenzo Peruggia,
venendo recuperato nel 1913 – ha
contribuito anche il fatto che ne
esistano più copie di eccellente
fattura, ognuna diversa in qualche
particolare. Su tutte, si segnalano:
la Gioconda esposta al Prado
(Madrid), attribuita a Francesco
Melzi, allievo di Leonardo, quella
dell’Ermitage (San Pietroburgo),
realizzata nel seicento da mano
ignota, e la cosiddetta Monna
Lisa di Isleworth, parte di una
collezione privata svizzera e
attribuita da alcuni allo stesso
Leonardo. Insomma, quando si parla
di Gioconda nulla appare certo, e a
togliere il sonno agli studiosi è
stato anche il paesaggio sullo
sfondo. Considerando la cura
dell’artista per i dettagli, molti
sostengono che si tratti di un luogo
preciso, ma anche in tal caso le
teorie sono varie. La più nota
rimanda a un punto dell’Arno oltre
le campagne di Arezzo, vicino al
ponte Buriano (che sarebbe visibile
nella parte destra del quadro),
mentre lo studio recente di alcune
carte geografiche disegnate da
Leonardo suggerirebbe che il luogo
sia nella campagna pisana, tra i
comuni di Calci e Vicopisano. C’è
poi chi ritiene che lo sfondo non
siano toscano, ma ispirato ad altri
luoghi d’Italia. Infine, è sempre
viva l’ipotesi che il paesaggio sia
frutto della fantasia dell’artista,
come potrebbe esserlo lo stesso
volto in primo piano. Tale doppio
alone di mistero ha ulteriormente
contribuito al successo del dipinto,
ma tra tanti dubbi una certezza
forse c’è: qualunque fosse il volto
che ha ispirato l’opera, essendo
essa stata modificata da Leonardo in
quasi ogni parte, è probabile che la
vera identità della Gioconda – non
volendo credere alla teoria
riguardante Lisa Gherardini – possa
non essere mai svelata.