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N. 149 - Maggio 2020 (CLXXX)

MICHEL HOUELLEBECQ, uno scrittore inquietante

Quale sarà il futuro dell’Umanità?

di Giovanna D’Arbitrio

 

In tempi di COVID-19 e sospetti su virus creati in laboratori scientifici, ci chiediamo con preoccupazione quale sarà il futuro dell’Umanità, se i progressi di scienza e tecnica non dovessero avere come obiettivo il bene degli esseri umani.

 

Mi son venuti in mente i romanzi di Michel Houellebecq, pseudonimo di Michel Thomas, scrittore, saggista, poeta, regista e sceneggiatore, considerato uno dei più rilevanti autori della letteratura francese contemporanea sia a livello nazionale che internazionale.

 

Cresciuto fino a sei anni in Algeria, Michel venne poi affidato dai genitori alla nonna paterna, Henriette Houellebecq, convinta comunista, della quale adottò il cognome. Conseguita la laurea in Agraria nel 1978, subito dopo si iscrive all’École nationale supérieure Louis-Lumière, nella sezione cinema, lasciata nel 1981. Si sposò ed ebbe un figlio, Étienne, ma poi divorziò e cadde in depressione.

 

Lavorò in seguito per 3 anni come informatico presso la Unilog, fonte di ispirazione per Estensione del dominio della lotta, il suo primo romanzo pubblicato nel 1994 in cui afferma quanto segue: “In una situazione economica perfettamente liberale, c’è chi accumula fortune considerevoli, mentre altri marciscono nella disoccupazione e nella miseria. c’è chi ha una vita erotica varia ed eccitante, mentre altri sono ridotti alla masturbazione e alla solitudine. Il liberalismo economico è l’estensione del dominio della lotta a tutte le età della vita e a tutte le classi sociali”.

 

Nel 1998 pubblicò con grande successo Le particelle elementari, romanzo che ispirò nel 2006 il film tedesco Elementarteilchen, diretto da Oskar Roehler, vincitore di un Orso d’argento. Il libro racconta la storia di due fratellastri Michel Djerzinski e Bruno Clément: il primo è uno scienziato che sogna di riuscire a clonare gli esseri umani per poter garantire loro una vita perfetta, mentre il secondo, insegnante e maniaco sessuale, entra ed esce dalle cliniche psichiatriche. Insomma due personaggi- simbolo di una civiltà occidentale decadente e agonizzante.

 

Nel 2000 Houellebecq pubblicò l’album Présence humaine, ricco di parti cantate e parlate, da lui interpretate in un concerto. Tra i suoi saggi ricordiamo Les Inrockuptibles, Perpendiculaire, L’Atelier du Roman, Immédiatement, Nel 2001 venne processato per islamofobia, vinse la causa, ma lasciò la Francia. Si risposò e visse per diversi anni in Irlanda, trasferendosi poi in Spagna e tornando solo nel 2012 in Francia, dove vive ancor oggi e continua a scrivere.

 

Nel 2005 apparve il suo romanzo La possibilità di un’isola (La possibilité d’une île) sostenuto da un gran battage pubblicitario dell’editore Fayard, un libro in cui l’autore, sempre analizzando la crisi del suo tempo, prefigura un futuro dominato dalla clonazione adottata dagli esseri umani per sfuggire a sofferenza, vecchiaia e morte, rinunciando a passioni, sentimenti ed emozioni.

 

Lo scrittore venne anche a Napoli alla Libreria Feltrinelli di via Santa Caterina per presentare il libro e la sottoscritta, scioccata da quanto egli affermava, gli chiese per quale motivo intravedesse un futuro così inquietante per l’Umanità. Pallido, magro, sguardo sfuggente e piuttosto ambiguo, mi rispose dicendo che perfino in Paesi molto religiosi e cattolici, come Irlanda e Spagna, aveva notato una deriva di valori etici e culturali, una ricerca edonistica di piaceri, un’ossessione per sessualità, cura del corpo e rifiuto della vecchiaia. Pensai alla pecora Dolly che suscitò tanto scalpore nel 2003, primo animale clonato dal Roslin Institute in Scozia, seguito da molti altri in campo zootecnico. Considerai con orrore la possibilità di clonazione per esseri umani

 

Comprai il libro che nel risvolto anteriore di copertina veniva così presentato: “In un futuro inquietante, dominato da cloni che sembrano aver pagato l’immortalità con la perdita della capacità di ridere, piangere e provare emozioni autentiche, due misteriosi personaggi, Daniel24 e Daniel25, trovano i diari del loro "originale", Daniel1, vissuto ai nostri giorni. La lettura commuoverà molto Daniel25 che conoscerà così la sofferenza, distruggendo il sogno dell’immortalità dei suoi creatori. Provocatorio, ironico, il romanzo di Michel Houellebecq è una riflessione sul senso della vita che viviamo e sulla possibilità di replicarla”.

 

In effetti il libro descrive un futuro dominato da progresso scientifico ed esseri umani clonati simili a robot, i Neoumani, costretti a leggere i resoconti dei loro predecessori per non perderne la memoria. Daniel25 legge la biografia di Daniel1, attore comico cinico e sarcastico, vissuto nel nostro tempo tra avventure erotiche, matrimoni falliti ed esperienze nella setta degli Elohimiti che sognano l’immortalità con l’aiuto del progresso scientifico. Incontra l’amore solo quando conosce Isabelle con la quale vive un periodo felice, purtroppo conclusosi per l’incapacità di accettare vecchiaia e declino fisico.

 

Daniel1 alla fine si suicida, lasciando una struggente poesia dedicata a Isabelle, una poesia che sembra comunque racchiudere una speranza, “La possibilità di un’isola”. Leggendola Daniel25 decide di uscire dalla vita programmata e asettica dei Neoumani per intraprendere un viaggio nei territori degli ultimi sopravvissuti dell’antica razza umana, ma rimane deluso dal loro modo di vivere ormai in totale incivile regressione, in territori desolati e devastati. Il suo viaggio allora termina “nel nulla di ciò che una volta era il mare”.

 

Ed ecco i bei versi di Daniel1:

 

Vita mia, vita mia,

mia antichissima vita,

mio primo voto mal richiuso,

mio primo amore infirmato,

sei dovuta ritornare.

Ho dovuto conoscere

ciò che la vita ha di migliore,

quando due corpi gioiscono della loro felicità

e si uniscono e rinascono senza fine.

Divenuto totalmente dipendente,

conosco il tremito dell’essere,

l’esitazione a sparire,

il sole che colpisce al limitare

e l’amore in cui tutto è facile,

in cui tutto è dato nell’attimo;

esiste in mezzo al tempo

la possibilità di un’isola.

 

In un mix di fantascienza, erotismo e nihilismo, Michel Houellebecq pone interrogativi inquietanti su progressi scientifici e tecnologici, solitudine, clonazione e vita eterna, assenza di un Dio troppo silenzioso e infine, in modo inaspettato, ecco apparire nel suo romanzo l’amore, l’unica possibilità in tanto squallore.



 

 

 

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