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N. 34 - Ottobre 2010 (LXV)

il messico a due passi dal Tevere

a proposito di artigianato messicano
di Giulia Gabriele

 

Per chi è appassionato del Messico o per chi vuole approfondire la conoscenza di questo Paese, senza dover essere ‘costretto’ a passare per le sue leccornie, sicuramente Messicanissimo è il posto giusto.

 

Nel cuore di Trastevere, è ora possibile ‘respirare’ un po’ di ‘messicanità’ grazie a Nicholas Garcia Ayluardo e a sua moglie che, nel 2010, hanno deciso di aprire un negozio dove vendere articoli artigianali importati direttamente dal Messico.

 

Personalmente, mi è sembrata una scelta stravagante e degna di nota, ecco perché, attirata dai meravigliosi colori messicani, ho pensato di bussare alla porta di Messicanissimo e capirne la storia… del negozio e del Messico.

 

Questa di seguito è la breve intervista alla quale Nicholas Garcia ha gentilmente risposto.

 

1. Nicholas, Le dispiace raccontarmi la sua esperienza di vita in Messico?

 

In realtà, io sono di Città del Messico [la capitale del Messico, NdR] e suppongo che vivere lì sia come vivere in qualsiasi altra grande città, e anche lo stile di vita credo sia lo stesso rispetto ad altre metropoli.

 

Anche se, è giusto sottolinearlo, Città del Messico è una delle città più grandi del mondo con una popolazione che tocca quasi i 30 milioni di abitanti [nell’area metropolitana, NdR] e una superficie di circa 2000 kmq. Perciò, se riesce a immaginarsi come può ‘muoversi’ quotidianamente una città così densamente popolata, allora riuscirà a visualizzare il traffico costante, la quantità di automobili, camion e altri mezzi di trasporto che affollano le strade. Città del Messico ha 10 linee metropolitane e altre tre in costruzione.

 

Ha una linea Metrobus [è un sistema di trasporto pubblico di tipo Bus Rapid Transit (BRT) – più veloce rispetto al normale servizio pubblico su gomma poiché, avendo una sua corsia preferenziale, evita il traffico giornaliero – nato a Curitiba (Brasile) e ora diffuso in molte Nazioni, NdR] e anche la strada più larga del mondo, Avenida de los Insurgentes. Il servizio di trasporto pubblico, poi, è il migliore e il più economico. È una città che non si ferma mai e la gente ha sempre qualcosa da fare tutto il giorno.

 

Le infrastrutture della città sono una cosa impressionante: strade da 3 a 4 corsie, vie principali e autostrade urbane che ne hanno 7 o 8, edifici e centri commerciali giganti, case, musei… in una breve intervista, mi creda, è quasi impossibile enumerarLe tutto quello che contiene questa città.

 

Nemmeno io la conosco al 100%, questo perché ogni abitante trascorre la sua vita in una zona della città e fondamentalmente (come altrove) la quotidianità gira intorno al luogo dove si lavora e si vive. Città del Messico è una città moderna, con una qualità dei servizi paragonabile a quella degli Stati Uniti d’America, ma che conserva, comunque, le sue tradizioni e una grandissima quantità di monumenti antichi, rovine, case, chiese.

 

In più, Città del Messico è l’ottava città più popolosa del mondo [stando ai dati del 2007, considerando i soli confini comunali, è l’undicesima, NdR] e questo fa sì che sia un luogo cosmopolita, con persone provenienti da ogni angolo del globo, turisti e immigrati di tutte le nazionalità. Alla luce di questo, la città ha una diversità razziale e religiosa molto importante, ma è fondamentalmente una città cattolica tradizionalista, anche se all’interno di questo concetto c’è una tendenza progressista, visto che, ad esempio, i matrimoni gay sono in via di approvazione legislativa.

 

Poi, si possono notare sfumature differenti all’interno dei valori cattolici tradizionali quanto in quelli, più moderni, di oggi. A livello sociale, inoltre, la miscela e il contrasto tra tradizione e modernità è molto forte.

 

Città del Messico è anche il centro finanziario dell’America Latina e, come accade in Italia per Roma, essendo la capitale è tutto concentrato lì: governo, industria, cultura. In pratica, tutte le cose importanti che si verificano nel mio Paese, si verificano nella capitale.

 

Quello che, personalmente, mi ha sempre impressionato di Città del Messico, sono i contrasti che si vedono quotidianamente.

 

Nello stesso giorno è possibile attraversare i quartieri più poveri, con case fatte di cartone, in lamina o di mattoni grezzi con le infrastrutture più semplici, ma anche quelli ricchi con palazzi veramente lussuosi, belli, strade alberate e ben tenute; con centri finanziari impressionanti, edifici imponenti, centri commerciali, negozi realizzati dai migliori architetti al mondo, che sono valutati milioni… chiaramente, costa una vera fortuna comprare e affittare lì. O, a uno stesso semaforo, si possono incontrare persone realmente povere, di razza indigena, come persone molto ricche alla guida di una Bentley con tanto di autista, due auto con le guardie del corpo e tutte le altre persone che si trovano in mezzo a questi due antipodi.

 

In Messico, e specialmente nella Città, si mangia meravigliosamente. Ovunque si vedono frutta, verdura, carne e pesce freschissimo e delizioso. Ed esiste una grande varietà culinaria, infatti si possono trovare luoghi in cui mangiare tipicità messicane che variano dalle bancarelle che vendono i tacos fino ai ristoranti più prestigiosi dove si può mangiare il delizioso cibo messicano, ma anche italiano, francese, cinese, americano, giapponese, tailandese, argentino, indiano, tedesco, polacco… ed esistono pure i fast food.

 

Insomma, c’è tutto: dalla cucina tradizionale a quella più esotica.

 

La vita notturna nel D.F. [dai messicani Città del Messico è chiamata Mexico D.F., dove D.F. sta per Distrito Federal, NdR] è impressionante e molto divertente. La città è piena di bar e discoteche.

 

Ebbene, per quella che è stata la mia esperienza personale, posso dire che mi piace vivere nella capitale. Lì ho condotto un’esistenza abbastanza comoda, felice e tranquilla. C’è di tutto, per tutti i gusti e tutte le tasche.

 

2. Per quale motivo ha deciso di venire in Italia?

 

Per amore. Ora sono sposato, ho un figlio e un negozio con la donna della mia vita.

 

3. Da cosa nasce l’idea di aprire un negozio di artigianato messicano nel centro storico di Roma? 

 

In primo luogo, devo fare una precisazione sul termine ‘artigianato’. In Italia per artigianato si intende qualcosa di semplice, fatto a mano in maniera tradizionale. In Messico, invece, un articolo di artigianato è un oggetto veramente bello, realizzato da un artista e che fa parte di una tradizione millenaria.

 

All’interno di questo termine ci sono varie qualità artigianali e il Messico le ha perfezionate a tal punto che gli oggetti d’artigianato sono arrivati ad altissimi livelli di perfezione e bellezza, che ne fanno delle vere opere d’arte. Qui a Messicanissimo vendiamo unicamente i pezzi artigianali migliori del Messico.

 

Aprire un negozio messicano a Roma a me e mia moglie sembrava una buona idea… così è diventato un sogno per entrambi, che poi si è trasformato in realtà quando ho deciso di venire a vivere in Italia.

 

È qualcosa di diverso, di nuovo, di unico e che non si incontra né in Italia né in Europa. Forse sarà possibile incontrare persone che vendono cose messicane, però non con la qualità e la selezione degli oggetti che si trovano nel nostro negozio.

 

L’artigianato del Messico piace sia nel mio Paese che nel resto del mondo. La gente quando va a un mercato o a un negozio d’artigianato impazzisce per la bellezza delle cose fatte nel mio Paese.

 

Le persone che vanno in Messico, portano con loro più cose possibili che possono tenere in mano o mettere in valigia, ed è in base a questo che abbiamo pensato che aprire un negozio come Messicanissimo a Roma potesse essere una buona idea. Gli italiani spendono quasi 1/3 del loro stipendio per arredare casa, e ora, se vogliono, sono facilitati anche nel comprare articoli messicani [senza spendere gli altri 2/3 dello stipendio per andare in Messico, NdR].

 

Messicanissimo è un negozio per chiunque cerchi qualcosa di originale, bello e diverso… e abbiamo deciso di testare come può funzionare in una città come Roma.

 

4. Da quanti e quali luoghi prende gli oggetti che vende? Sono tutti manufatti o ci sono anche degli articoli industriali?

 

Ci sono pezzi tipici di alcuni posti come: Puebla, Oaxaca, Guerrero, Jalisco, Nayarit, Hidalgo, Città del Messico, Estado de Mexico, Michoacan, Chiapas e Yucatán.

 

Abbiamo anche dell’artigianato caratteristico che è difficile da trovare in Messico e molto apprezzato nel mondo, e una particolarità di Messicanissimo è che qui vendiamo oggetti, gioielli e borse fatti da gruppi emarginati e vulnerabili del Messico, come sono gli indiani Huichol di Nayarit, o sacchetti realizzati con materiale riciclato, fatti dalle donne del carcere di Santa Marta a Città del Messico.

 

Tutti i nostri prodotti, appunto, sono fatti a mano, al punto che la maggior parte degli articoli tessili che vendiamo sono stati intessuti con vecchi telai secondo le antiche tecniche dei nativi del mio Paese.

 

5. Visto che la cultura messicana è così varia, mi può descrivere alcune caratteristiche dei luoghi dai quali attinge per l’artigianato e le peculiarità degli oggetti stessi?

 

Ti cito alcuni esempi, anche se, per questa intervista forse le cose da dire sono troppe: bisognerebbe fare un numero solo per l’artigianato messicano…

 

Puebla (detta Ciudad de los Ángeles, ‘Città degli angeli’): localizzata a est della capitale, è una città coloniale del XVI secolo.

 

È conosciuta a livello mondiale per la sua particolare architettura, che va dallo stile rinascimentale al barocco messicano. E anche se è una città fondamentalmente industriale, è famosa per il suo cibo (mole poblano, peperoncini in salsa di noci) e per la ceramica di Talavera, che trae il suo nome dall’omonima città spagnola, annessa al Messico durante la conquista degli spagnoli. A Puebla si adotta questo stile di ceramica che è molto semplice e simile a quello di Amalfi (per darLe un’idea), solo che in Messico questa tecnica viene perfezionata, convertendola in un’arte ben più elaborata e sofisticata tanto nel modo di cottura (la ceramica viene cotta otto volte, ottenendo delle colorazioni e una texture uniche) quanto nei colori, nelle forme e nei disegni.

 

Oaxaca: localizzata nel sudest del Messico, è la culla più importante della civiltà mesoamericana, come quella mixteca e zapoteca, mazateca e mixe.

 

Ha un’antica tradizione millenaria tra le più ricche del mondo. A Oaxaca si produce una fetta importante di tutto l’artigianato messicano, inclusi il Barro Negro (‘fango nero’) e l’Alebrije (che vendiamo a Messicanissimo). Il Barro Negro è un tipo di ceramica nera, molto particolare, che ha le sue origini nel popolo dei Mixtechi e degli Zapotechi. Proviene da una qualità di fango molto mineralizzato, tipico della regione, che non si trova in nessun’altra parte del mondo. È una ceramica con disegni molti fini, tipici di Oaxaca che a un primo sguardo appaiono metallici, ma che indubbiamente trasferiscono, tramite il tatto e la vista, tutto il sapore di un antico popolo preispanico. Gli Alebrijes sono colorate sculture in legno, che rappresentano animali fantastici e chimere del subconscio degli indigeni di Oaxaca. Si tratta di vere opere d’arte, alcune in miniatura, altre di medie dimensioni. Inoltre questi oggetti sono riconosciuti a livello mondiale per la loro elaborazione e bellezza. A Messicanissimo abbiamo opere di Jacobo Ángeles, che è uno degli artisti di Alabrije più famosi e riconosciuti di Oaxaca.

 

Hidalgo: situato nella regione messicana di Huasteca, si trova a nordovest della capitale.

 

Hidalgo è la culla della civiltà otomi, che era il popolo dominante nel centro del Messico, prima dell’arrivo di quella nahuatl (azteca). Ha un’antica tradizione tessile e la reputazione di fare i tessuti in cotone ricamati a mano più belli di tutto il Messico. Grazie alla sua particolare tecnica di cucire animali colorati su una base di cotone bianco, si è guadagnata una fama mondiale e alcuni dei suoi tessuti sono esposti nei musei di molte nazioni. Attualmente si continua a lavorare con la stessa tecnica che si usava nell’antichità: con i telai di legno e facendo tutto a mano dalla filatura dei fili che compongono il tessuto alla tessitura stessa, fino al ricamo finale.

 

Nayarit (cito questo stato non per la ricchezza del suo artigianato, ma per l’unicità degli indigeni che abitano questa regione e dei prodotti che qui elaborano): localizzato sulla costa centro-orientale, nello stato di Nayarit si incontra dappertutto l’originale cultura degli Huichol, che si trova in vari stati del Messico, tra cui San Luis Potosí (di dove sono originari), Durango, Zacatecas e Jalisco.

 

Questa tribù è stata allontanata e dimenticata dalla storia, per secoli ha vissuto al margine della conquista e dell’industria del rame in Messico. Sono persone povere, per alcuni primitive, che vivono nelle grotte o nel deserto, ma che hanno una cultura molto ricca, come lo è anche la loro arte; hanno dei valori e una religione che si sono rifiutati di perdere nonostante l’avvento della modernità. Per questo motivo si sono mantenuti al di fuori del mondo moderno e la loro cultura è rimasta intatta per migliaia di anni anche dopo l’arrivo degli spagnoli, della Chiesa e la nascita dello Stato messicano.

 

Noi compriamo il loro artigianato non solo per la sua bellezza e ricchezza, ma anche per realizzare nel nostro negozio una sorta di Fair Business [‘commercio equo’, NdR] e aiutare un popolo così meraviglioso e bisognoso.

 

Gli Huichol sono quelli del culto del peyote [la ‘carne degli dei’ è un piccolo cactus che cresce nelle zone semi-desertiche del centro e del nord del Messico che, se ingerito, a causa della mescalina dà effetti allucinogeni; gli indigeni messicani lo impiegavano nei riti, NdR]: pregano il dio del Mais, il Cervo azzurro e il dio del Peyote. E ogni anno si incontrano nel deserto di San Luis Potosí per compiere i loro rituali magici, dove nascono alcuni oggetti che noi vendiamo a Messicanissimo come le Nieli’ka (o tabelle degli Huichol), di origine sciamanica, che sono oggetti sacri che si trovano sugli altari delle case, nei templi e nelle caverne. Si tratta di quadri in legno ricoperti di cera d’api o di resina di pino, che vengono decorati con dei fili colorati a creare un disegno. Vengono fatti ogni anno per gli sciamani huichol per realizzare il rito del peyote nel deserto di San Luis Potosí. Questi sono oggetti che, attraverso il simbolismo huichol e il rito sciamanico, trasferiscono la magia e il potere spirituale dello sciamano huichol al proprietario della tabella.

 

Degli indigeni Huichol abbiamo anche gioielli, bauletti e maschere in chakiras [composizioni di perline di vetro colorato, NdR].

 

6. Quale, tra gli oggetti che Lei vende, crede che possa rappresentare meglio la cultura messicana?

 

Le potrei citare gli oggetti messicani di fama mondiale di cui abbiamo parlato sin d’ora, e che vendiamo a Messicanissimo, come la ceramica di Talavera, il Barro Negro, gli Alebrijes, i tessuti Otomi e gli oggetti degli Huichol. Ma la verità è che la cultura del mio Paese è tanto vasta e ricca, che non può essere rappresentata da uno o più oggetti.

Però quello che Le posso dire, in breve, è che quello che hanno in comune le cose che noi vendiamo sono i colori brillanti, le forme e il design che prendono vita e trasmettono gioia e bellezza.

 

7. C’è un manufatto che ancora non è riuscito a importare in Italia?

 

No, fino ad ora non c’è stato ancora niente che non siamo riusciti a importare. Abbiamo avuto qualche difficoltà nel far arrivare in Italia alcuni oggetti in ceramica e in vetro, che si usano principalmente per mangiare e bere (piatti e tazze), perché tutto ciò che esce dal Messico deve avere un certificato sanitario, per ogni modello, che soddisfi gli standard europei. L’intero processo deve essere seguito scrupolosamente: analisi, scartoffie e burocrazia.

 

Le uniche cose che, a dire il vero, pur volendo non abbiamo potuto importare in Italia sono oggetti come i pezzi d’antiquariato o pre-ispanici che, a causa dei loro stessi prezzi, sarebbero troppo costosi per venderli in negozio.



 

 

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