N. 63 - Marzo 2013
(XCIV)
vatican files
tra i meandri della diplomazia vaticana
di Vincenzo Grienti
I
Patti
Lateranensi
e
l’opposizione
di
Pio
XI,
l’opera
del
nunzio
Cesare
Oresenigo
nella
Germania
di
Hitler,
le
prove
di
disgelo
di
Giovanni
XXIII
in
piena
Guerra
fredda,
Paolo
VI e
il
comunismo,
la
Polonia
e
Giovanni
Paolo
II.
Tutti
files
che
Matteo
Luigi
Napolitano,
professore
associato
di
storia
delle
relazioni
internazionali
all’Università
degli
studi
“Guglielmo
Marconi”
di
Roma,
apre
dopo
un’attenta
ricerca
presso
l’Archivio
Segreto
Vaticano,
il
National
Security
Archive
di
Washigton,
l’Archivio
di
Stato
russo
di
storia
contemporanea
di
Mosca
e
quello
della
Commissione
per
la
Designazione
dei
Giusti
di
Gerusalemme
senza
tralasciare
le
fonti
Cia
e
delle
nunziature
apostoliche.
Nasce
così
The
Vatican
Files
(Edizioni
San
Paolo),
un “self-made
book”
che
guida
agevolmente
il
lettore
tra
i
meandri
segreti
della
diplomazia
della
Chiesa,
alla
scoperta
di
fatti
e
personaggi,
grandi
e
piccoli,
che
hanno
cambiato
il
corso
della
storia:
dalla
Conciliazione
e le
“ferite”
del
1870
alle
preoccupazioni
della
Santa
Sede
davanti
al
“dinamismo”
tedesco;
dai
luoghi
comuni
attorno
a
Papa
Eugenio
Pacelli,
sconfessati
dai
documenti
storici,
all’autunno
del
1943.
Ma
anche
a
fatti
storici
ancora
più
recenti
in
cui
l’attività
diplomatica
del
Vaticano
si è
dovuta
districare
all’interno
di
situazioni
non
facili,
specialmente
nei
rapporti
con
il
mondo
dell’est
europeo:
prima
con
l’avvio
dell’Ostpolitik
vaticana
e la
questione
sulle
“affinità”
elettive
tra
Krushev
e
Giovanni
XXIII
e
dopo
con
l’elezione
al
soglio
pontificio
del
cardinale
polacco
Karol
Wojtyla
il
16
ottobre
1978,
che
provocò
non
poca
ansietà
al
Soviet
Supremo
di
Mosca
innescando
un
processo
di
cambiamento
in
Polonia
con
la
nascita
di
Solidarnosc
e,
di
conseguenza,
la
l’implosione
del
regime
sovietico
e,
di
fatto,
il
crollo
dei
governi
dei
Paesi
dell’est
aderenti
al
Patto
di
Varsavia.
E
poi
il
rapporto
tra
Stati
Uniti
e
Vaticano
nell’era
di
Ronald
Reagan,
l’avvio
delle
relazioni
diplomatiche
tra
Santa
Sede
e
Usa.
Ma
anche
l’evento
storico
che
registrò
la
visita
di
Mikhail
Gorbaciov,
promotore
della
perestroika
e
della
glasnost,
in
Vaticano,
vere
e
proprie
prove
tecniche
di
realizzazione
della
pace.
Tutti
argomenti
che
hanno
scatenato
vivaci
polemiche
anche
nei
mesi
scorsi
con
le
rivelazioni
di
Wikileaks,
spesso
taciute
anche
dai
mass
media.
E
così,
dispaccio
dopo
dispaccio,
Matteo
Luigi
Napolitano,
che
è
pure
delegato
del
Pontificio
comitato
di
scienze
storiche
presso
l’International
Committee
for
the
History
of
the
Second
World
War,
ha
pubblicato
un
libro
user
friendly
che
non
resta
circoscritto
agli
addetti
ai
lavori.
Anzi,
proprio
a
questi
ultimi
sembra
lanciare
un
messaggio:
la
Storia
non
è
ancella
di
nessuno,
tantomeno
degli
storici;
né i
documenti
possono
essere
asserviti
ai
desideri
di
chi
li
compulsa.
Napolitano
tocca
i
momenti
più
delicati
dei
rapporti
tra
Stato
e
Chiesa,
ma
anche
l’attività
della
Santa
Sede
nei
rapporti
con
gli
Stati
e le
prove
di
disgelo
di
Giovanni
XXIII.
Tra
questi
anche
le
relazioni
tra
Giovanni
Paolo
II,
Ronald
Reagan
e
successivamente
Mikhail
Gorbaciov.
Un
volume
che
svela
tra
l’altro
perché
si
festeggia
non
la
data
della
breccia
di
Porta
Pia,
bensì
quella
della
conciliazione
al
tempo
del
fascismo
e
raccontando
la
vicenda
di
Giovanni
Frignani,
il
colonnello
dei
carabinieri
che
arrestò
Mussolini
dopo
la
notte
del
Gran
Consiglio.