N. 65 - Maggio 2013
(XCVI)
Max Scheler: il fenomenologo complesso
Un breve stralcio di pensiero
di Dalia Fortini
Scrive
Hans-Georg
Gadamer
di
lui:
“Può
sembrare
incredibile,
eppure
se
oggi
si
interroga
un
giovane
o
anche
un
anziano,
interessato
alla
filosofia,
si
scopre
che
non
sa
chi
sia
Max
Scheler.
Vi
potrà
dire
molto
vagamente
che
egli
era
un
pensatore
cattolico,
autore
di
un’importante
etica
materiale
dei
valori”.
Una
fama
mancata,
quella
del
pensatore,
che
si
piega
in
questo
modo:
Max
Scheler
era
un
uomo
di
riflessione,
un
uomo
che
poneva
problemi
e
cercava
fondamenti,
non
uno
che
creava
sistemi
di
pensiero
e
che
li
proponeva
già
fatti.
Come
un
flusso
di
coscienza
di
tipo
fenomelogico,
attento
cioè
all’essenza
degli
“oggetti”,
il
filosofo
tedesco
spinge
la
mente
di
un
qualsiasi
lettore
a
riflettere
e a
dialogare
con
più
pensatori,
filosofie
e,
sì,
anche
posizioni
religiose.
Dunque
proprio
per
questo
il
suo
nome
non
è
alla
stregua
di
quello
di
un
filosofo
come
Husserl.
È
necessario
sottolineare
che
non
bisogna
“chiudere
Scheler
in
gabbie
cronologiche”,
è
nato
nel
1874
e
morto
nel
1928,
e la
sua
filosofia
ha
subito
cambiamenti
e
sviluppi,
ma
ogni
suo
pensiero
è
legato
al
precedente
e
cerca
in
qualche
modo
di
motivare
scelte
di
riflessione
non
sempre
felici,
anche
sofferte,
che
lo
hanno
poi
portato
alla
fine
della
sua
vita
a
protendere
per
il
panteismo.
Leggere
un
testo
di
Scheler
rende
subito
consapevoli
della
complessità
dello
stile
del
filosofo,
che
spesso
utilizza
neologismi
tedeschi
o
espressioni
non
facilmente
traducibili
in
altre
lingue.
Scriveva
lui
stesso
che
le
domande
che
lo
avevano
ossessionato
per
tutto
il
corso
della
sua
esistenza
e a
cui
aveva
dedicato
la
sua
filosofia
erano
incentrate
sull’uomo
e
quale
sia
la
posizione
di
questo
all’interno
dell’essere
che
si
traduce
nella
sua
relazione
con
il
divino.
Dove
finisce
l’uomo
e
dove
inizia
Dio?
Come
fare
a
riconoscerlo?
“I
lunghi
anni
di
lavoro,
dedicati
a
considerare
questo
problema
sotto
ogni
punto
di
vista,
si
sono
concretizzati
in
un’opera
dedicata
a
questo
argomento,
ed è
con
gioia
crescente
che
ho
potuto
constatare
come
in
essa
venissero
a
convergere
la
maggior
parte
dei
problemi
filosofici
che
avevo
trattato”.
Nel
passato,
dice,
sono
state
date
varie
definizioni
dell’uomo
che
però
Scheler
circoscrive
come
pressoché
insoddisfacenti
e
non
complete.
Considerare
l’essere
umano
soltanto
come
una
sostanza
razionale,
ci
dà
la
portata
di
ciò
che
lo
caratterizza
certo,
ma
in
parte,
perché
l’uomo
ha
anche
una
costituzione
corporea
che
non
può
dimenticare.
Questo
non
sta
a
significare
che
lui
stia
privilegiano
l’aspetto
fisico,
tutt’altro,
vuole
far
emergere
soltanto
una
parte
che,
se
considerata
in
eccesso,
quella
corporea,
potrebbe
apportare
problemi
esattamente
come
il
suo
contrario.
“L’uomo
[…]
è
l’intenzione
e il
gesto
della
trascendenza
stessa,
l’essere
che
prega
e
cerca
Dio.
Anzi
l’uomo
non
prega,
egli
è
la
preghiera
che
la
vita
eleva
al
di
sopra
di
se
stessa;
non
cerca
Dio,
egli
è
quello
X
vivente,
che
Dio
cerca!
E
tutto
ciò”.
La
vera
essenza
dell’uomo
non
è
definibile,
di
fatti
esso
è
passaggio
tra
inferiorità
e
superiorità,
tra
animale
e
divino.
La
sua
esistenza
è
come
un
ponte
e la
cosa
peggiore
è
che
non
può
sottrarsi
dal
scegliere
l’alternativa
che
lo
porterà
a
definire
chi
vuole
diventare
se
trascendenza
e
vera
umanità,
oppure
il
suo
esatto
opposto.
Il
rapporto
con
Dio
è
necessario
all’essere
umano,
proprio
perché
in
questo
è
connaturata
l’apertura
per
l’infinito.
Ed è
proprio
grazie
al
richiamo
di
Dio,
continua
Scheler,
che
l’uomo
si
trasforma
da
homo
bestia
naturalis
a
homo.
L’errore
che
si
fa è
quello
di
togliere
la
trascendenza
dall’essenza
umana,
un
grave
errore
del
positivismo
secondo
il
pensatore
tedesco,
che
tendeva
a
voler
eliminare
proprio
questo
aspetto.
“Il
fuoco,
la
passione
di
trascendersi
–
si
chiami
la
meta,
superuomo
o
Dio
–
costituisce
l’unica
sua
vera
umanità”.
Riferimenti
bibliografici:
Hans
Georg
Gadamer
Maestri
e
compagni
nel
cammino
del
pensiero.
Uno
sguardo
retrospettivo,
Brescia,
Queriniana,
1980.
Roberto
Racinaro,
Il
futuro
della
memoria:
filosofia
e
mondo
storico
tra
Hegel
e
Scheler,
Napoli,
Guida,
1985.
Max
Scheler,
La
posizione
dell’uomo
nel
cosmo,
Milano,
Franco
Angeli,
2000.