moderna
MATTHEW HOPKINS
LA BRUTALE STORIA DEL "WITCHFINDER
GENERAL"
di Enrico Targa
Matthew Hopkins (c. 1620 - 12 agosto
1647) fu un cacciatore di streghe
inglese attivo durante la guerra civile
inglese; nel corso delle sue indagini
dichiarò di ricoprire l’incarico di
Witchfinder General, anche se questo
titolo non fu mai conferito dal
Parlamento. Hopkins e i suoi
collaboratorifurono responsabili
dell’impiccagione per stregoneria di
molte persone i cui casi aumentarono
notevolmente rispetto al secolo
precedente; si ritiene che a seguito
delle sue indagini oltre 100 presunte
streghe furono giustiziate tra il 1644 e
il 1646 (è stato stimato che le
esecuzioni per reati legati alla
stregoneria tra l’inizio del XV e la
fine del XVIII secolo portarono a circa
500 condanne a morte per tanto a Hopkins
e al suo collega John Stearne sono
imputabili il 20% dei provvedimenti di
condanna a morte).
Le informazioni biografiche su Matthew
Hopkins prima del 1644 sono scarne e non
ci sono documenti contemporanei che
riguardano lui o la sua famiglia; si sa
solo chenacque a Wenham, nel Suffolked
era il quarto di sei figli. Suo padre,
James Hopkins, fu un pastore puritano e
ricoprì l’incarico di vicario di San
Giovanni di Great Wenham (la famiglia
deteneva la proprietà di un buon numero
di terre e case popolari a Framlingham).
Suo padre era talmente popolare presso i
suoi parrocchiani tanto che, nel 1619,
uno di essi gliregalò dei soldi per
acquistare 3 Bibbie per i suoi figli
James, John e Thomas (questo fatto
dimostra che Matthew Hopkins non poteva
essere nato prima del 1619, e non poteva
avere più di 28 anni quando morì).
Il fratello di Hopkins, John, divenne
pastore di South Fambridge nel 1645, ma
fu rimosso dalla carica un anno dopo con
l’accusa di aver trascurato il
ministero. Hopkins affermò nel suo libro
The Discovery of Witches (1647)
che suo fratello
«non
ha mai viaggiato lontano (…) per
acquisire la sua esperienza».
Nei primi anni del 1640, Hopkins si
trasferì a Manningtree, nell’Essex, una
città che sorge lungo il fiume Stour a
circa 10 miglia (16 km) da Wenham.
Secondo le fonti studiate dallo storico
inglese Malcolm Gaskill nell’opera
Witchfinders: A Seventeenth-Century
English Tragedy, Harvard University
Press,2007,Hopkins utilizzò il centinaio
di marchi ricevuti in eredità per
stabilirsi come gentleman a
Mistley. Non si hanno documenti che
attestino i suoi studi in legge ma il
modo in cui presentò le prove nei
processi si è convenzionalmente
ipotizzato che si laureò in legge.
Dopo i processi alle streghe di
Lancaster (1612 e 1634) il medico del re
Carlo I d’Inghilterra (1600-1649)
William Harvey (1578-1659, fu il primo
scienziato a descrivere accuratamente il
sistema circolatorio umano e le
proprietà del sangue pompato dal cuore
in tutto il corpo nell’opera
Exercitatio anatomica de motu cordis et
sanguinis in animalibus del 1628)
aveva il compito di esaminare le
quattrodonne accusate con
l’obbligo/dovere di trovare una prova
materiale della loro colpevolezza.
Il medico allora interpellò Hopkins e
John Stearne “il pungolatore” (c.
1610-1670) con il compito non di
dimostrare che le accusate avevano
compiuto atti di maleficium
(malefici, ovvero la pratica di magia
nera, tendente a danneggiare una persona
o una comunità) ma quello di aver
stipulato un patto con il Diavolo.
Durante le ispezioni e gli interrogatori
alle accusate di stregoneria era
riservato lo stesso trattamento a cui
erano destinati gli altri criminali
perché il patto che le streghe
stipulavano con il Diavolo era fondato
sulla piena consapevolezza di recare un
danno a singoli, gruppi o cose in cambio
di poteri sovrannaturali (es. volare) in
grado di dominare il mondo naturale.
Questo universo culturale era il
risultato di opere come il Libro
detto strega o delle illusioni del
demonio (1523) di Giovanni Francesco
II Pico della Mirandola, La
Démonomanie des Sorciers (1580) di
Jean Bodin, la Daemonolatreia
(1595) di Nicolas Rémy, delle
Disquisitiones Magicae or Disquisitionum
Magicarum Libri Sex (1600) di Martin
Delrio, il Tableau de l’inconstance
des mauvais anges et démons di
(1612) Pierre de Lancre e il
Compendium maleficarum (1608) di
Francesco Maria Guaccio.
Comunque, già nel Decretum di
Graziano, del 1138, troviamo le pratiche
della stregoneria accomunate e
assimilate al potere diabolico. Iniziò
così un lento processo di
identificazione tra la lotta contro
l’eresia e quella contro la
superstizione e la magia, ispirate, in
entrambi i casi, dall’avversario di
sempre, il diavolo, con la sua capacità
di ingannare e traviare chi non aderiva
ai dettami della Chiesa, l’unico vero
rifugio contro ogni tipo di tentazione.
La caccia alle streghe intrapresa da
Stearne e Hopkins si svolse
principalmente nell’Anglia orientale,
nelle contee di Suffolk, Essex, Norfolk,
Cambridgeshire e Huntingdonshire e nelle
contee di Northamptonshire e
Bedfordshire; tutta l’area era soggetta
alle influenze puritane e parlamentari
che formarono la potente e influente
Eastern Association dal 1644 al
1647, che fornì e amministrò un esercito
che alla fine divenne un pilastro dello
sforzo militare parlamentare verso la
fine del 1644.
Sia Hopkins che Stearne per i loro
spostamenti richiesero dei salvacondotti
per viaggiare in tutte le contee
accompagnati da alcune donne che
eseguirono la pratica del “pungiglione”:
per i loro servigi furono ben pagati
come affermato dallo stesso Hopkins:
«il
compenso consentiva di mantenere la mia
compagnia e tre cavalli»,
e l’ammontare era pari a
«venti
scellini a città».
I registri della città di Stowmarket,
sempre nella contea di Suffolk, mostrano
che le loro rimunerazioni ammontavano a
23 sterline (3.800 sterline nel 2022)
più le spese di viaggio.
Gli archivi della città di Ipswich
testimoniano l’introduzione, nel 1645,
di una speciale imposta per sostenere i
costi dei servizi prestati da Hopkins e
dalla sua compagnia. Il Parlamento era
ben consapevole delle attività di
Hopkins e della sua squadra, come
dimostrano le relazioni in materia del
processo alle streghe, interrogate da
Hopkins, di Bury St Edmunds del 1645 (si
concluse con l’impiccagione di non meno
di 18 persone, 16 donne e due uomini):
prima del processo, in un rapporto,
presentato al Parlamento, testimonia
che:
«alcuni
uomini d’affari
(cioè Hopkins e Stearne) fecero uso
di alcune arti perverse per estorcere
tale confessione».
L’uso della tortura era formalmente
vietato in Inghilterra ma Hopkins ne
fece ampiamente uso durante gli
interrogatori di Bury St Edmunds come il
togliere il sonno agli interrogati
lasciandoli per giorni svegli grazie a
una dispensa rilasciata da una speciale
concessione rilasciata da una
Commissione Oyer and Terminer (una
commissione speciale composta dai
giudici di assise che svolgevano il
ruolo di commissari, da una grande
giuria che vagliava i capi d’accusa e
autorizzava le indagini e una piccola
giuria che ascoltava insieme ai giudici
gli imputati).
Dopo il processo e l’esecuzione degli
interrogati, l’Intelligencer Moderate,
il giornale ufficiale del Parlamento
pubblicato durante la guerra civile
inglese e diretto da Gilbert Mabbot
(1622-1670) antesignano del moderno
giornalismo, in un editoriale del 4-11
settembre 1645, esprimeva inquietudine
per gli affari di Burynon solo da un
punto di vista morale come si potrebbe
credere ma la questione era anche
politica perché i metodi di
investigazione utilizzati da Hopkins si
ispirarono fortemente alla
Daemonologie di Giacomo I Stuart
(1566-1625) re d’Inghilterra, opera
citata nel The Discovery of Witches:
Hopkins oltre a togliere il sonno alle
interrogate (l’80% delle vittime furono
donne e per questo uso il genere
femminile) ad alcune di esse tagliò il
braccio con un coltello smussato, e se
non fuoriusciva del sangue l’imputata
era ritenuta una strega.
Un altro dei suoi metodi consisteva
nella prova del nuoto, basata sull’idea
che siccome le streghe avevano
rinunciato al loro battesimo, l’acqua le
avrebbe respinte. Le imputate venivano
legate su una sedia e gettate in acqua:
coloro che
«nuotavano»
(galleggiavano) erano considerate
streghe. Hopkins fu autorizzato a
sottoporre le vittime alla prova del
nuoto solo se queste avessero accettato
un simile trattamento; in ogni caso data
la crudeltà del trattamento la prova fu
abolita entro la fine del 1645.
Oltre alla confessione estorta sotto
tortura Hopkins e i suoi assistenti
cercarono anche il marchio del Diavolo:
un marchio che si pensava possedessero
tutte le streghe o gli stregoni e si
diceva che non sanguinasse. Rare volte
il marchio poteva presentarsi come una
voglia, un capezzolo o un seno extra. Se
la strega sospetta non aveva tali segni
visibili si procedeva a scoprire quelli
invisibili: questo compito spettava ai
witch prickersche pungevano
l’accusata con coltelli e aghi speciali
alla ricerca di tali segni normalmente
dopo che la sospetta era stata rasata su
tutto il corpo. Non era insolito per
l’epoca credere che un familiare della
strega o un animale come un gatto o un
cane si abbeverassero del sangue della
strega attraverso il marchio come un
bambino beve il latte dal capezzolo
della madre.
Uno dei principali critici dei metodi
utilizzati da Hopkins fu John Gaule (c.
1603-1687) vicario di Great Staughton
nello Huntingdonshire:il presbitero
prese in cura una donna di St Neots
trattenuta in carcere con l’accusa di
stregoneria in attesa di essere
giudicata proprio da Hopkins il quale
dopo aver sentito che la donna era stata
posta sotto la protezione di Gaule
scrisse una lettera alla cittadinanza di
St Neots chiedendo se sarebbe accolto
con benevolenza. Gaule allarmato dal
dilagante isterismo collettivo che stava
prendendo piede in Inghilterra e
contrario all’uso diffuso della tortura
per estorcere la confessioni (le
deplorazioni contro gli eccessi della
caccia alle streghe sono contenute nei
sermoni domenicali: scrivo “gli eccessi”
perché Gaule non contestava l’esistenza
delle streghe ma i metodi per stanarne e
altre teorizzazioni non fondate sulle
Sacre Scritture come la presenza dei
famigli, folletti e gli spiriti guida)
scrisse l’opera Select Cases of
Conscience touching Witches and
Witchcrafts pubblicata a Londra nel
1646 dedicata al colonnello Valentine
Walton membro della Camera dei Comuni.
Le polemiche ebbero immediate
ripercussioni: a Norfolk sia Hopkins che
Stearne furono interrogati dai giudici
sia per l’uso della tortura sia sui
compensi richiesti: aHopkins fu chiesto
se i metodi di indagine da lui
utilizzati non abbiano creato essi
stessi delle streghe e se li avesse
praticati illegalmente. Gli
interrogatori ripresero nel 1647 e si
conclusero con l’assoluzione degli
imputati ma Stearne e Hopkins
preferirono ritirarsi a vita privata:
Hopkins a Manningtree e Stearne a Bury
St Edmunds. Matthew Hopkins morì nella
sua casa di Manningtree, Essex, il 12
agosto 1647, probabilmente a causa della
tubercolosi; venne sepolto in una tomba
nella Church of St Mary a Mistley Heath.
Per studiare dettagliatamente i metodi
utilizzati da Hopkins durante i suoi
interrogatori basta leggere la sua opera
The Discovery of Witches: le
pratiche qui descritte furono riprese da
alcuni libri di procedura penale
dell’epoca ed ebbero un certo seguito
anche nel Nuovo Mondo: ad esempio l’anno
successivo alla pubblicazione del libro,
i processi e le esecuzioni per
stregoneria che iniziarono nelle colonie
del New England e che culminarono con
l’impiccagione di Alse Young di Windsor,
nel Connecticut il 26 maggio 1647, e di
Margaret Jones (come descritto nel
diario del governatore John Winthrop il
Vecchio, 1588- 1649), seguivano alla
lettera le tecniche di
«ricerca»
e
«osservazione»
di Hopkins.
L’esecuzione di Jones fu la prima di una
caccia alle streghe che durò nel New
England dal 1648 al 1663 (circa ottanta
persone in tutto il New England furono
accusate di praticare la stregoneria
durante quel periodo, di cui quindici
donne e due uomini furono giustiziati).
Un altro esempio è dato dai processi
alle streghe di Salem, nel
Massachusetts,nel 1692–1693 che si
conclusero con 19 esecuzioni per
stregoneria.
Un uomo, Giles Corey nell’aprile del
1692 fu accusato di stregoneria da Ann
Putnam Jr., Mercy Lewis e Abigail
Williams. Ann Putnam Jr. sostenne che il
13 aprile lo spettro di Giles Corey le
si presentò, chiedendole di apporre la
firma nel libro del diavolo. In seguito,
la Putnam aggiunse che le era apparso un
fantasma, che accusava Corey di
assassinio. Vi furono altre ragazze che
descrissero Corey come un terribile mago
e narrarono di aver subito aggressioni
dal suo spettro. Durante il processo
alle streghe di Salem, Corey si rifiutò
di fare qualsiasi dichiarazione.
Sottoposto a tortura, morì soffocato per
il peso delle pietre postegli sul petto
per costringerlo a confessare.
Riferimenti bibliografici:
C. Cabell, Witchfinder General: The
Biography of Matthew Hopkins, Sutton
Publishing, 2006.
R. Deacon, Matthew Hopkins: Witch
Finder General, Frederick Muller,
1976.
F. Matteoni, Il famiglio della
strega. Sangue e stregoneria
nell’Inghilterra moderna, Aras
edizioni, 2014. |