[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

170 / FEBBRAIO 2022 (CCI)


moderna

MATTHEW HOPKINS

LA BRUTALE STORIA DEL "WITCHFINDER GENERAL"

di Enrico Targa

 

Matthew Hopkins (c. 1620 - 12 agosto 1647) fu un cacciatore di streghe inglese attivo durante la guerra civile inglese; nel corso delle sue indagini dichiarò di ricoprire l’incarico di Witchfinder General, anche se questo titolo non fu mai conferito dal Parlamento. Hopkins e i suoi collaboratorifurono responsabili dell’impiccagione per stregoneria di molte persone i cui casi aumentarono notevolmente rispetto al secolo precedente; si ritiene che a seguito delle sue indagini oltre 100 presunte streghe furono giustiziate tra il 1644 e il 1646 (è stato stimato che le esecuzioni per reati legati alla stregoneria tra l’inizio del XV e la fine del XVIII secolo portarono a circa 500 condanne a morte per tanto a Hopkins e al suo collega John Stearne sono imputabili il 20% dei provvedimenti di condanna a morte).

 

Le informazioni biografiche su Matthew Hopkins prima del 1644 sono scarne e non ci sono documenti contemporanei che riguardano lui o la sua famiglia; si sa solo chenacque a Wenham, nel Suffolked era il quarto di sei figli. Suo padre, James Hopkins, fu un pastore puritano e ricoprì l’incarico di vicario di San Giovanni di Great Wenham (la famiglia deteneva la proprietà di un buon numero di terre e case popolari a Framlingham). Suo padre era talmente popolare presso i suoi parrocchiani tanto che, nel 1619, uno di essi gliregalò dei soldi per acquistare 3 Bibbie per i suoi figli James, John e Thomas (questo fatto dimostra che Matthew Hopkins non poteva essere nato prima del 1619, e non poteva avere più di 28 anni quando morì).

 

Il fratello di Hopkins, John, divenne pastore di South Fambridge nel 1645, ma fu rimosso dalla carica un anno dopo con l’accusa di aver trascurato il ministero. Hopkins affermò nel suo libro The Discovery of Witches (1647) che suo fratello «non ha mai viaggiato lontano (…) per acquisire la sua esperienza». Nei primi anni del 1640, Hopkins si trasferì a Manningtree, nell’Essex, una città che sorge lungo il fiume Stour a circa 10 miglia (16 km) da Wenham.

 

Secondo le fonti studiate dallo storico inglese Malcolm Gaskill nell’opera Witchfinders: A Seventeenth-Century English Tragedy, Harvard University Press,2007,Hopkins utilizzò il centinaio di marchi ricevuti in eredità per stabilirsi come gentleman a Mistley. Non si hanno documenti che attestino i suoi studi in legge ma il modo in cui presentò le prove nei processi si è convenzionalmente ipotizzato che si laureò in legge.

 

Dopo i processi alle streghe di Lancaster (1612 e 1634) il medico del re Carlo I d’Inghilterra (1600-1649) William Harvey (1578-1659, fu il primo scienziato a descrivere accuratamente il sistema circolatorio umano e le proprietà del sangue pompato dal cuore in tutto il corpo nell’opera Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus del 1628) aveva il compito di esaminare le quattrodonne accusate con l’obbligo/dovere di trovare una prova materiale della loro colpevolezza.

 

Il medico allora interpellò Hopkins e John Stearne “il pungolatore” (c. 1610-1670) con il compito non di dimostrare che le accusate avevano compiuto atti di maleficium (malefici, ovvero la pratica di magia nera, tendente a danneggiare una persona o una comunità) ma quello di aver stipulato un patto con il Diavolo. Durante le ispezioni e gli interrogatori alle accusate di stregoneria era riservato lo stesso trattamento a cui erano destinati gli altri criminali perché il patto che le streghe stipulavano con il Diavolo era fondato sulla piena consapevolezza di recare un danno a singoli, gruppi o cose in cambio di poteri sovrannaturali (es. volare) in grado di dominare il mondo naturale.

 

Questo universo culturale era il risultato di opere come il Libro detto strega o delle illusioni del demonio (1523) di Giovanni Francesco II Pico della Mirandola, La Démonomanie des Sorciers (1580) di Jean Bodin, la Daemonolatreia (1595) di Nicolas Rémy, delle Disquisitiones Magicae or Disquisitionum Magicarum Libri Sex (1600) di Martin Delrio, il Tableau de l’inconstance des mauvais anges et démons di (1612) Pierre de Lancre e il Compendium maleficarum (1608) di Francesco Maria Guaccio.

 

Comunque, già nel Decretum di Graziano, del 1138, troviamo le pratiche della stregoneria accomunate e assimilate al potere diabolico. Iniziò così un lento processo di identificazione tra la lotta contro l’eresia e quella contro la superstizione e la magia, ispirate, in entrambi i casi, dall’avversario di sempre, il diavolo, con la sua capacità di ingannare e traviare chi non aderiva ai dettami della Chiesa, l’unico vero rifugio contro ogni tipo di tentazione.

 

La caccia alle streghe intrapresa da Stearne e Hopkins si svolse principalmente nell’Anglia orientale, nelle contee di Suffolk, Essex, Norfolk, Cambridgeshire e Huntingdonshire e nelle contee di Northamptonshire e Bedfordshire; tutta l’area era soggetta alle influenze puritane e parlamentari che formarono la potente e influente Eastern Association dal 1644 al 1647, che fornì e amministrò un esercito che alla fine divenne un pilastro dello sforzo militare parlamentare verso la fine del 1644.

 

Sia Hopkins che Stearne per i loro spostamenti richiesero dei salvacondotti per viaggiare in tutte le contee accompagnati da alcune donne che eseguirono la pratica del “pungiglione”: per i loro servigi furono ben pagati come affermato dallo stesso Hopkins: «il compenso consentiva di mantenere la mia compagnia e tre cavalli», e l’ammontare era pari a «venti scellini a città». I registri della città di Stowmarket, sempre nella contea di Suffolk, mostrano che le loro rimunerazioni ammontavano a 23 sterline (3.800 sterline nel 2022) più le spese di viaggio.

 

Gli archivi della città di Ipswich testimoniano l’introduzione, nel 1645, di una speciale imposta per sostenere i costi dei servizi prestati da Hopkins e dalla sua compagnia. Il Parlamento era ben consapevole delle attività di Hopkins e della sua squadra, come dimostrano le relazioni in materia del processo alle streghe, interrogate da Hopkins, di Bury St Edmunds del 1645 (si concluse con l’impiccagione di non meno di 18 persone, 16 donne e due uomini): prima del processo, in un rapporto, presentato al Parlamento, testimonia che: «alcuni uomini d’affari (cioè Hopkins e Stearne) fecero uso di alcune arti perverse per estorcere tale confessione».

 

L’uso della tortura era formalmente vietato in Inghilterra ma Hopkins ne fece ampiamente uso durante gli interrogatori di Bury St Edmunds come il togliere il sonno agli interrogati lasciandoli per giorni svegli grazie a una dispensa rilasciata da una speciale concessione rilasciata da una Commissione Oyer and Terminer (una commissione speciale composta dai giudici di assise che svolgevano il ruolo di commissari, da una grande giuria che vagliava i capi d’accusa e autorizzava le indagini e una piccola giuria che ascoltava insieme ai giudici gli imputati).

 

Dopo il processo e l’esecuzione degli interrogati, l’Intelligencer Moderate, il giornale ufficiale del Parlamento pubblicato durante la guerra civile inglese e diretto da Gilbert Mabbot (1622-1670) antesignano del moderno giornalismo, in un editoriale del 4-11 settembre 1645, esprimeva inquietudine per gli affari di Burynon solo da un punto di vista morale come si potrebbe credere ma la questione era anche politica perché i metodi di investigazione utilizzati da Hopkins si ispirarono fortemente alla Daemonologie di Giacomo I Stuart (1566-1625) re d’Inghilterra, opera citata nel The Discovery of Witches: Hopkins oltre a togliere il sonno alle interrogate (l’80% delle vittime furono donne e per questo uso il genere femminile) ad alcune di esse tagliò il braccio con un coltello smussato, e se non fuoriusciva del sangue l’imputata era ritenuta una strega.

 

Un altro dei suoi metodi consisteva nella prova del nuoto, basata sull’idea che siccome le streghe avevano rinunciato al loro battesimo, l’acqua le avrebbe respinte. Le imputate venivano legate su una sedia e gettate in acqua: coloro che «nuotavano» (galleggiavano) erano considerate streghe. Hopkins fu autorizzato a sottoporre le vittime alla prova del nuoto solo se queste avessero accettato un simile trattamento; in ogni caso data la crudeltà del trattamento la prova fu abolita entro la fine del 1645.

 

Oltre alla confessione estorta sotto tortura Hopkins e i suoi assistenti cercarono anche il marchio del Diavolo: un marchio che si pensava possedessero tutte le streghe o gli stregoni e si diceva che non sanguinasse. Rare volte il marchio poteva presentarsi come una voglia, un capezzolo o un seno extra. Se la strega sospetta non aveva tali segni visibili si procedeva a scoprire quelli invisibili: questo compito spettava ai witch prickersche pungevano l’accusata con coltelli e aghi speciali alla ricerca di tali segni normalmente dopo che la sospetta era stata rasata su tutto il corpo. Non era insolito per l’epoca credere che un familiare della strega o un animale come un gatto o un cane si abbeverassero del sangue della strega attraverso il marchio come un bambino beve il latte dal capezzolo della madre.

 

Uno dei principali critici dei metodi utilizzati da Hopkins fu John Gaule (c. 1603-1687) vicario di Great Staughton nello Huntingdonshire:il presbitero prese in cura una donna di St Neots trattenuta in carcere con l’accusa di stregoneria in attesa di essere giudicata proprio da Hopkins il quale dopo aver sentito che la donna era stata posta sotto la protezione di Gaule scrisse una lettera alla cittadinanza di St Neots chiedendo se sarebbe accolto con benevolenza. Gaule allarmato dal dilagante isterismo collettivo che stava prendendo piede in Inghilterra e contrario all’uso diffuso della tortura per estorcere la confessioni (le deplorazioni contro gli eccessi della caccia alle streghe sono contenute nei sermoni domenicali: scrivo “gli eccessi” perché Gaule non contestava l’esistenza delle streghe ma i metodi per stanarne e altre teorizzazioni non fondate sulle Sacre Scritture come la presenza dei famigli, folletti e gli spiriti guida) scrisse l’opera Select Cases of Conscience touching Witches and Witchcrafts pubblicata a Londra nel 1646 dedicata al colonnello Valentine Walton membro della Camera dei Comuni.

 

Le polemiche ebbero immediate ripercussioni: a Norfolk sia Hopkins che Stearne furono interrogati dai giudici sia per l’uso della tortura sia sui compensi richiesti: aHopkins fu chiesto se i metodi di indagine da lui utilizzati non abbiano creato essi stessi delle streghe e se li avesse praticati illegalmente. Gli interrogatori ripresero nel 1647 e si conclusero con l’assoluzione degli imputati ma Stearne e Hopkins preferirono ritirarsi a vita privata: Hopkins a Manningtree e Stearne a Bury St Edmunds. Matthew Hopkins morì nella sua casa di Manningtree, Essex, il 12 agosto 1647, probabilmente a causa della tubercolosi; venne sepolto in una tomba nella Church of St Mary a Mistley Heath.

 

Per studiare dettagliatamente i metodi utilizzati da Hopkins durante i suoi interrogatori basta leggere la sua opera The Discovery of Witches: le pratiche qui descritte furono riprese da alcuni libri di procedura penale dell’epoca ed ebbero un certo seguito anche nel Nuovo Mondo: ad esempio l’anno successivo alla pubblicazione del libro, i processi e le esecuzioni per stregoneria che iniziarono nelle colonie del New England e che culminarono con l’impiccagione di Alse Young di Windsor, nel Connecticut il 26 maggio 1647, e di Margaret Jones (come descritto nel diario del governatore John Winthrop il Vecchio, 1588- 1649), seguivano alla lettera le tecniche di «ricerca» e «osservazione» di Hopkins.

 

L’esecuzione di Jones fu la prima di una caccia alle streghe che durò nel New England dal 1648 al 1663 (circa ottanta persone in tutto il New England furono accusate di praticare la stregoneria durante quel periodo, di cui quindici donne e due uomini furono giustiziati). Un altro esempio è dato dai processi alle streghe di Salem, nel Massachusetts,nel 1692–1693 che si conclusero con 19 esecuzioni per stregoneria.

 

Un uomo, Giles Corey nell’aprile del 1692 fu accusato di stregoneria da Ann Putnam Jr., Mercy Lewis e Abigail Williams. Ann Putnam Jr. sostenne che il 13 aprile lo spettro di Giles Corey le si presentò, chiedendole di apporre la firma nel libro del diavolo. In seguito, la Putnam aggiunse che le era apparso un fantasma, che accusava Corey di assassinio. Vi furono altre ragazze che descrissero Corey come un terribile mago e narrarono di aver subito aggressioni dal suo spettro. Durante il processo alle streghe di Salem, Corey si rifiutò di fare qualsiasi dichiarazione. Sottoposto a tortura, morì soffocato per il peso delle pietre postegli sul petto per costringerlo a confessare.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

C. Cabell, Witchfinder General: The Biography of Matthew Hopkins, Sutton Publishing, 2006.

R. Deacon, Matthew Hopkins: Witch Finder General, Frederick Muller, 1976.

F. Matteoni, Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna, Aras edizioni, 2014. 

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]