.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

 

 

.

arte


N. 24 - Dicembre 2009 (LV)

Mary Cassatt
l’impressionista di Pittsburgh amica e allieva di Degas

di Michele Broccoletti

 

Nella seconda metà del 1800 e nei primi anni del XX secolo, si realizzò un sogno: il sogno di Mary Cassatt, che dalla Pennsylvania approdò in Europa e si stabilì a Parigi, per divenire probabilmente la più importante pittrice impressionista americana.

Era il 22 maggio del 1844, quando a Pittsburgh nacque Mary Stevenson Cassatt. Appartenente ad una famiglia abbiente e benestante, con il padre, Robert Simpson Cassatt, che era un facoltoso agente di cambio, e la madre, Katherine Kelso Johnston, che proveniva da una famiglia di banchieri, Mary Cassatt ebbe la possibilità di crescere in un ambiente in cui i viaggi erano considerati parte integrante della formazione. Durante i cinque anni che trascorse in Europa, la pittrice statunitense, oltre a visitare le più importanti capitali del vecchio continente, imparò il francese ed il tedesco, prese le prime lezioni di disegno e musica, ma soprattutto, all’età di soli undici anni, probabilmente in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1855, poté ammirare le opere di importanti artisti, alcuni dei quali diverranno, negli anni a seguire, suoi colleghi e maestri.

Mary Cassatt, dopo che la famiglia insieme con gli altri sei figli si trasferì, all’età di quindici anni, nel 1860, si iscrisse alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelfia, per iniziare a studiare pittura. I genitori si opposero con fermezza alla scelta della figlia, ma fin da subito fu chiaro che la decisione di Mary era ben diversa da quella delle altre ragazze sue coetanee che vedevano l’arte solamente come una conoscenza in più per poter arricchire la loro vita sociale: Mary aveva scelto la pittura come sue professione. Ben presto però la giovane artista decise di abbandonare la scuola, ed intraprese autonomamente lo studio dei grandi pittori europei, scegliendo poi di trasferirsi a Parigi.

Il padre Robert ostacolò nuovamente la scelta della figlia, ma, nonostante ciò, nel 1866, Mary, accompagnata dalla madre e da alcune amiche di famiglia, approdò a Parigi ed iniziò subito a prendere lezioni private di pittura. La statunitense si dimostrò affamata di arte: quotidianamente si recava al Louvre per ammirare e copiare i capolavori esposti, iniziando a socializzare con altre studentesse e giovani pittrici che nutrivano la sua stessa passione per l’arte. Nel 1868 iniziò a studiare prendendo lezioni dal pittore Thomas Couture, e proprio in quell’anno, la giuria del Salon di Parigi, accettò uno dei dipinti (Un suonatore di mandolino) che Mary aveva presentato per l’esposizione.

Verso la metà del 1870 però, la Cassatt fece ritorno in America, spinta anche dalla incombente guerra franco-prussiana. Tornata negli Stati Uniti, la pittrice si riunì ai familiari, che nel frattempo si erano trasferiti ad Altoona, ma, con il ritorno in patria, ricominciarono anche i contrasti con il padre che, non condividendo le sue scelte, non finanziava gli studi artistici della figlia. Nonostante questo Mary riuscì anche ad esporre due opere in una galleria di New York, ma presto, a causa della mancanza di denaro, si ritrovò a corto di materiali per dipingere. Nel 1871 l’americana decise di trasferirsi a Chicago in cerca di fortuna, ma, al contrario, perse la maggior parte dei suoi dipinti nel grande incendio dell’ottobre dello stesso anno. Fortunatamente, però, qualche tempo più tardi, l’Arcivescovo di Pittsburgh si trovò di fronte ad alcuni dipinti della Cassatt e le commissionò due copie di altrettante opere del Correggio.

Ecco quindi che Mary, finanziata dal suo committente, si imbarcò di nuovo per l’Europa, alla volta di Parma, dove erano conservate le opere del pittore italiano. Con il ritorno nel vecchio continente cambiarono le prospettive per l’artista americana: dopo aver concluso le due opere richieste dall’arcivescovo, Mary visitò la Spagna, precisamente Madrid e Siviglia, mentre nel 1874 decise di fissare stabilmente la sua residenza in Francia, dove prese in affitto un appartamento insieme alla sorella Lydia.

Da questo momento Mary iniziò a scontrarsi con una parte della realtà artistica parigina. L’americana si rese presto conto che le sue opere, come quelle di altre sue colleghe, venivano costantemente rifiutate con disprezzo dai membri della commissione del Salon di Parigi. È per questo motivo che decise di abbandonare la pittura di genere, per dedicarsi a soggetti più alla moda, allo scopo di attirare l’attenzione di qualche committente.

Il 1877 fu però un anno importante per Mary Cassatt: in quest’anno avvenne l’incontro con Edgar Degas, che faceva parte del gruppo degli Impressionisti, i quali, benché  bistrattati dal pubblico accademico, avevano da poco iniziato ad organizzare esposizioni indipendenti, riscuotendo un discreto successo. Degas, oltre ad introdurla nei circoli artistici e culturali del tempo, invitò Mary a partecipare alla successiva esposizione impressionista, che era in programma per il 1879, ed iniziò ad avere un’importante influenza sulla pittura della Cassatt che iniziò a realizzare le prime opere all’acquaforte e diventò molto abile anche nell’uso dei pastelli. I due artisti iniziarono a lavorare fianco a fianco ed ovviamente la Cassatt fu quella che trasse maggiori vantaggi dall’incontro, migliorando sia la tecnica che il disegno. Tra i due si instaurò un’amicizia molto intima, al punto che alcuni critici sostengono che ebbero anche una relazione amorosa, nonostante non ci siano segni evidenti del loro legame.        

L’esposizione impressionista del 1879 ottenne un discreto successo, ed anche se la critica continuò ad essere ostile, Degas e la Cassatt vennero definiti come “i soli artisti che si distinguono... e che offrono qualche motivo di richiamo e giustificazione in una pretenziosa esposizione di allestimenti per vetrine e scarabocchi infantili”.

Fino al 1886 Mary Cassatt lavorò a stretto contatto con il gruppo degli Impressionisti e con Edgar Degas, ma, a partire da quell’anno, l’americana cominciò ad impegnarsi anche per allestire alcune esposizioni negli Stati Uniti: pian piano il suo stile iniziò a discostarsi da quello degli impressionisti e la sua pittura divenne più diretta e semplice. Dal 1886, Mary Cassatt cominciò a sperimentare una grande varietà di tecniche diverse e non si identificò più con nessun movimento artistico.   

Possiamo comunque affermare che l’ultimo decennio del XIX secolo rappresentò il momento più creativo della carriera di Mary Cassatt. La sua popolarità deriva soprattutto da una lunga serie di stampe e dipinti che raffigurano scene appartenenti all’universo familiare: giovani madri con i loro figli e nonne con nipoti. Queste opere sono avvolte da un diffuso sentimento di tenerezza e di intimità, che però non sfocia mai nell’eccessivo sentimentalismo. Dopo l’avvento del XX secolo, la Cassatt realizzò quasi esclusivamente opere raffiguranti questo tipo di soggetto. Tra le sue figure fanciullesche, un famoso esempio è rappresentato dalla Bambina in una poltrona blu (1878) in cui la fanciulla mostra segni di disagio ed insofferenza, mentre è alla ricerca di una comodità che non riesce a raggiungere: è questa una chiara metafora del malessere che le giovani ragazze provano nel momento in cui sono in procinto di diventare donne.   

Nel contempo, oltre a mantenere i contatti con i pittori impressionisti, il cui gruppo si era ormai sciolto, Mary iniziò ad essere vista anche come punto di riferimento dai giovani artisti americani, i quali spesso le chiedevano consigli e suggerimenti.

Fino al 1910 la statunitense rimase particolarmente attiva e si può notare una costante crescita del sentimentalismo, nei suoi dipinti. Allo stesso tempo però, sembra essere svanito l’interesse per nuove tecniche e nuovi modi di dipingere: mentre i suoi colleghi impressionisti scomparivano uno dopo l’altro, Mary non si riconobbe nemmeno nelle nuove correnti artistiche quali il post-impressionismo, il fauvismo ed il cubismo.

Dopo il 1910 l’americana ebbe una profonda crisi creativa, ma nonostante ciò la sua produzione non rallentò. Il suo ultimo impegno fu volto a sostenere la causa del voto alle donne: nel 1915 presentò, nell’ambito di un’esposizione allestita per supportare il movimento femminile, una serie di 18 opere.

Mary Cassatt si spense, dopo circa dieci anni di inattività artistica dovuta ad una sopravvenuta cecità, il 14 giugno 1926, vicino a Parigi, a Château de Beaufresne.

Ripercorrendo la sua evoluzione artistica, emergono i punti forti del suo lavoro, che si basa sul rapporto della pittrice con l’infanzia e sull’immagine della donna rappresentata nei suoi dipinti. Mary Cassatt è stata un’artista eccellente, tenace, indipendente e di straordinario talento, che scelse di superare i modelli sociali dell’epoca, per dedicarsi completamente alla sua passione per l’arte.

 



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA  N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.