[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

170 / FEBBRAIO 2022 (CCI)


moderna

MARIANO MEDICI

PROTAGONISTA NELLA BOLOGNA DELLA RESTAURAZIONE

di Riccardo Bonafè

 

Mariano Medici fu uno dei personaggi storici più importanti della Chiesa bolognese dei primi tre decenni dell’Ottocento, per via delle numerose e prestigiose cariche ecclesiastiche che in vita ricoprì: ciò nonostante, l’attenzione che gli storici hanno dedicato alla sua persona è stata molto scarsa. Dall’elogio funebre scritto in sua memoria da Luigi Zabardi nel 1833, la fonte più importante e dettagliata per ricostruirne la biografia, si apprende come egli nacque a Bologna l’8 settembre 1772 da Girolamo, maestro in una filanda di seta e da Antonia Rossi, fratello maggiore del Prof. Dott. Michele Medici, quest’ultimo annoverato come uno dei più importanti eruditi nelle scienze mediche e biologiche del tempo, professore universitario nell’ateneo cittadino nonchè primo primario dell’Ospedale Maggiore di Bologna.

 

Mariano Medici venne battezzato nella Parrocchia di San Lorenzo di Porta Stiera, una delle chiese più antiche della città felsinea, collocata al tempo in Via delle Lame, successivamente soppressa durante l’occupazione francese nel 1806. In gioventù si dedicò allo studio delle lingue classiche imparando il latino, l’ebraico e in particolare il greco sotto la supervisione del maestro ed erudito gesuita Manuel Rodriguez Aponte, giunto in città dopo il decreto di espulsione dei membri della Compagnia dalla Spagna nel 1767, presso la cui scuola, detta Ghefiriana, si formeranno importanti personaggi storici della Bologna ottocentesca come il cardinale Giuseppe Gaspare Mezzofanti e la poetessa Clotilde Tambroni.

 

Nel 1792 decise di dedicare la propria esistenza al servizio di Dio, svolgendo il periodo di noviziato presso il convento dei domenicani di Faenza, entrando nell’Ordine presso Parma l’anno successivo dove assunse il nome ‘‘Baldassarre’’ che nella lingua ebraica significa ‘‘tesoreggiar nascosto’’, rimanendo nel convento della città ducale sino al 1795, anno in cui andò a svolgere la sua attività predicatoria presso il Santuario della Beata Vergine di San Luca di Bologna, collocato sul Monte della Guardia, ove come riportato dal Zabardi si dedicò assiduamente alla scrittura di opere teologiche e di filosofia, acquisendo altresì grande fama in città per i sermoni che era solito pronunciare, tanto che in molti dal contado vi accorrevano per ascoltarlo.

 

Quelli furono anni turbolenti sia per la città di Bologna che in generale per il continente europeo: fu la fase storica segnata dalla dominazione napoleonica, durata quasi ininterrottamente sino al giugno 1815, anno in cui l’Imperatore Napoleone Bonaparte dopo il rocambolesco ritorno in patria dal breve esilio sull’Isola del Giglio, venne definitivamente sconfitto presso Waterloo e il Congresso di Vienna inaugurò la fase storica che sarà poi denominata dagli studiosi ‘‘Restaurazione’’, poichè riportò sul trono gran parte dei sovrani precedentemente spodestati, tra cui il pontefice Pio VII, ritornato al soglio di Pietro dopo la lunga e drammatica prigionia in Francia intercorsa tra 1809 e 1814.

 

A Bologna le truppe francesi fecero il loro ingresso il 19 giugno 1796: qualche giorno più tardi, il tribunale del Sant’Uffizio cittadino retto dal padre Vincenzo Maria Alisani, presente in città sin dal XIII secolo, venne soppresso: la stessa sorte spettò al convento domenicano due anni più tardi, nel giugno 1798.

 

Dopo la morte del padre Luigi Franchi avvenuta nel 1802, Mariano Medici divenne il nuovo vicario del Santuario mariano, il luogo di culto più importante e famoso della città presso il quale nel corso secoli e tutt’oggi ancora, i fedeli giungono per mostrare la propria devozione per l’immagine della Madonna, secondo la tradizione dipinta dall’Evangelista Luca e dopo diverse vicissitudini giunta dall’Oriente in città all’incirca tra il X e l’ XI secolo.

 

Nel febbraio 1824 dopo lunghi anni di scontri e tensioni con la potente persona del cardinale Oppizzoni, arcivescovo della città fin dal 1802, il convento cittadino dei Predicatori venne ristabilito e la persona sulla quale ricadde l’incarico di priore fu il Medici, eletto dai confratelli per la sua grande sapienza e zelo religioso, incarico che manterrà saldamente sino al 1827, impegnandosi assiduamente per restituire ai regolari dell’Ordine il secolare prestigio di cui godevano a Bologna.

 

Al contempo l’evento produsse un significativo risvolto nella futura amministrazione del Santuario, poichè siccome padre Medici compì la discesa dal Colle della Guardia per recarsi all’inaugurazione del rinato convento, venne prontamente destituito dall’ufficio vicariale da Oppizzoni che ne aveva interpretato l’atto al pari di una rinuncia, affidandone conseguentemente l’amministrazione al padre Domenico Gualandi, un sacerdote diocesano, ponendo così fine alla plurisecolare presenza dei frati Predicatori.

 

Nel mese di dicembre dello stesso anno papa Leone XII, al secolo Annibale Della Genga, eletto pontefice nel 1823, portò a termine il faticoso processo iniziato già nel settembre 1815 con il suo predecessore Pio VII, di riapertura delle sedi inquisitoriali periferiche, in totale nove, ristabilendo il Sant’Uffizio di Bologna e nominando per ricoprire quel prestigioso e al contempo delicato incarico proprio Mariano Medici, motivando la sua sentenza con un elogio all’erudizione e purezza spirituale che contraddistinguevano la sua persona che godeva di grande fama a Roma.

 

Sino alla sua nomina le funzioni inquisitoriali furono ricoperte da Oppizzoni, il quale prestò giuramento nel settembre 1814 e sul cui operato attualmente le conoscenze storiografiche sono molte scarse: ricordo infatti che si conoscono solamente i nomi due ecclesiastici denunciati dal vescovo, ovvero l’abate Angelo Ridolfi nel 1815 e l’ex gesuita Juan Ignacio Molina nel 1819, entrambi per la scrittura di due opere considerate controverse e sottoposte al vaglio del S.Uffizio, episodi riportati nel saggio scritto da David Armando intitolato L’arcivescovo Oppizzoni e l’Inquisizione Bolognese.

 

Sull’ufficio di Mariano Medici che mantenne la guida del tribunale fino all’anno 1832, le conoscenze storiche sono ancora più limitate : infatti l’unico procedimento noto dell’Inquisizione Bolognese di questo periodo fu il battesimo forzato e successivo trasferimento presso la casa dei Catecumeni di Roma di un bambino ebreo di nome Angelo Levi, vicenda intercorsa tra 1824 e 1825 e sulla quale hanno scritto Armando, Andrea Cicerchia e una recente tesi dottorale di Michele Armellini. In questo frangente temporale, il frate ricoprì anche l’incarico di revisore delle stampe (1825-1827), di esaminatore pro-sinodale (1825-1833) e di membro del Collegio filosofico-matematico della Pontifica Università di Bologna (1825 al 1833).

 

Nominato vescovo di Cervia il 17 dicembre 1832 da papa Gregorio XVI, padre Mariano Medici lasciò definitivamente Bologna intorno alla primavera del 1833 per assumerne la guida della Diocesi romagnola, tuttavia per un brevissimo lasso di tempo poichè l’1 ottobre egli morì, non avendo avuto il tempo materiale per lasciare un segno importante nel suo governo episcopale.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

D’Amato A., I domenicani a Bologna, Vol. II, ESD, Bologna 1988.

Arieti S., Medici, Michele, in Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 73, 2009.

Armando D., L’arcivescovo Oppizzoni e l’Inquisizione di Bologna, in Il cardinale Oppizzoni tra Napoleone e l’Unità d’Italia, Atti del convegno (Bologna, 18-20 novembre 2013), a cura di M. Tagliaferri, Edizioni di Storia e letteratura, Roma 2015.

Berselli A., Da Napoleone alla Grande Guerra, in Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, Vol. 4., Tomo 1., Bononia University Press, Bologna 2010.

Cicerchia A., Battesimi nascosti all’ombra del ghetto. Sant’Uffizio ed ebrei nello Stato pontificio della Restaurazione (1822-1825), in «Cadernos de Estudos Sefarditas», 18, I (2018).

De’ Buoi T., Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall’anno 1796 fino all’anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bononia University Press, Bologna 2005.

Gasnault F., La cattedra, l’altare, la nazione. Carriere universitarie nell’Ateneo di Bologna (1803-1959), Clueb, Bologna 2001.

Zabardi L., Elogio del defunto monsignore Mariano Medici, Tipografia Bisanzia, Cesena 1833.

RUBRICHE


attualità

ambiente

arte

filosofia & religione

storia & sport

turismo storico

 

PERIODI


contemporanea

moderna

medievale

antica

 

ARCHIVIO

 

COLLABORA


scrivi per instoria

 

 

 

 

PUBBLICA CON GBE


Archeologia e Storia

Architettura

Edizioni d’Arte

Libri fotografici

Poesia

Ristampe Anastatiche

Saggi inediti

.

catalogo

pubblica con noi

 

 

 

CERCA NEL SITO


cerca e premi tasto "invio"

 


by FreeFind

 

 

 

 

 


 

 

 

[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]