MARE NOSTRUM
Riflessioni INTORNO AL SAGGIO
MEDITERRANEO CONTESO
di Giovanna D'Arbitrio
Nella Roma antica, dopo le guerre
puniche contro Cartagine, il termine
“Mare Nostrum” venne usato
per riferirsi al solo Mar Tirreno.
Dal 30 a.C., quando il dominio
romano si estendeva dalla Penisola
iberica all’Egitto, la stessa
espressione cominciò a essere usata
per riferirsi a tutto il
Mediterraneo. Col passare dei
secoli, più che “Mare Nostro”, in
particolare oggi in mondo
globalizzato e dilaniato da guerre,
il Mediterraneo appare più che mai
come un “Mare Conteso”, come afferma
Maurizio Molinari – noto giornalista
e saggista italiano, dal 2020
direttore del quotidiano La
Repubblica – che nel suo saggio
Mediterraneo conteso. Perché
l’Occidente e i suoi rivali ne hanno
bisogno (Rizzoli, 2023) si
occupa prevalentemente di
geopolitica nelle dinamiche attuali,
più che di radici storiche e
antropologiche.
Ecco come il libro viene presentato
nel risvolto anteriore di copertina:
«”Tre potenze globali, una dozzina
di medie potenze in competizione e
cinque conflitti in corso fanno del
Mediterraneo il cuore strategico del
Pianeta”». È un’affermazione secca
nella sua dimensione descrittiva
quella da cui parte Maurizio
Molinari analizzando la situazione
geopolitica del nostro tempo. Al
centro c’è un Mediterraneo allargato
che da Gibilterra arriva fino al Mar
Nero, che dal cuore dell’Europa
tocca a sud il Golfo di Guinea e più
a est il Medio Oriente.
Dopo aver approfondito le
caratteristiche e gli interessi
degli attori strategici – potenze
globali e regionali – impegnati su
questo decisivo scacchiere, Molinari
individua le aree di crisi più
calde, ricorrendo allo strumento
delle mappe per raccogliere su
un’unica tavola i fattori militari,
economici, sociali che determinano
le tensioni esistenti. Senza
dimenticare i fenomeni che più sono
destinati a segnare il nostro
futuro: il terrorismo, i cambiamenti
climatici, le risorse energetiche,
la demografia, le libertà
individuali e politiche, i flussi
migratori. Uno scenario in continua
ridefinizione, un nuovo Grande Gioco
in cui l’Italia, per geografia e non
solo, si trova al centro. Ancora una
volta Molinari ci offre un volume
illuminante, “un manuale per
comprendere e un compagno per
viaggiare in ogni angolo del nostro
mare”.
Il libro è diviso in tre parti:
all’Introduzione dello stesso
autore, in effetti seguono la I
parte dedicata agli “Attori
strategici” cioè ai Paesi
interessati allo spazio mediterraneo
e alle loro strategie politiche, la
II parte riguardante “fattori
globali” che influenzano la
situazione politica mondiale, infine
la III parte sulle Mappe d’Identità
delineanti le situazioni degli stati
in rapporto a parametri economici,
giuridici e politici. Tra un
capitolo e l’altro sono inserite
dettagliate schede e carte
geografiche sulle aree di crisi del
“Mediterraneo allargato”.
Senz’altro nel corso degli anni
numerosi scritti sono stati dedicati
da tanti autori a quello che i
Romani chiamarono “Mare Nostrum”,
quasi sempre luogo di conflitti più
che di dialogo. E secondo Molinari
oggi più che mai di centrale
importanza appare “il progetto dei
Patti di Abramo che intende creare
una contiguità commerciale tra
India, Medio Oriente e Europa e che
per gli Stati Uniti ha una valenza
strategica perché è il progetto
rivale della via della Seta. Ma
trova un rivale anche nell’Iran, il
quale ha un progetto geopolitico
alternativo, che intende creare una
mezzaluna sciita fra Iraq, Siria,
Libano e Iran stesso”.
E quello che Molinari chiama
“Mediterraneo allargato” è ora il
luogo in cui si confrontano le
potenze mondiali e si concentrano
grandi progetti strategici:
un’analisi geopolitica molto
documentata, quasi didattica, che si
propone di far chiarezza su problemi
complessi, poiché ogni Paese è
guidato da differenti obiettivi, tra
smanie di potere, ambizioni,
desideri, paure e motivazioni di
vario genere.
«Il Mediterraneo ha tre punti di
accesso: Gibilterra, Suez e i
Dardanelli» – scrive Molinari – «Chi
li controlla ha le mani su una delle
maggiori rotte del commercio
planetario senza il quale nessuna
potenza, reale o velleitaria, può
perseguire i propri interessi. La
recente scoperta di giacimenti di
gas naturale nelle acque orientali –
contese fra Turchia, Cipro, Grecia,
Israele e Libano – aumenta la
rivalità fra i Paesi rivieraschi,
così come il transito delle rotte
dei migranti dall’Africa all’Europa
e la basi dei gruppi jihadisti dal
Sahel al Corno d’Africa disegnano i
contorni di una polveriera dalle
dinamiche imprevedibili».
E alla fine noi lettori, comuni
cittadini non addentro alle “segrete
cose” dei contorti circuiti politici
internazionali, ci chiediamo che
fine farà l’Umanità e la Vita stessa
sulla Terra in uno scenario mondiale
intricato in cui ci sembra si parli
troppo di orrori, guerre, fame e
malattie, disastri climatici e
pericoli del nucleare, ma uno
scenario nel quale ben poco
purtroppo si cercano soluzioni,
dialogo tra popoli e soprattutto
Pace.