arte
Mama, ya doma
una madre coraggiosa e la ragione di
Stato
di Leila Tavi
Мама, я дома (Mama,
ja doma) è un film del regista e attore
russo Vladimir Bitokov (Владимир
Артурович Битоков), presentato nella
sezione Orizzonti Extra della 78.
Mostra Internazionale d'Arte
Cinematografica della Biennale di
Venezia.
Racconta il dramma surreale di
un’autista di autobus di linea, Tonja
(Tопя), interpretata in modo convincente
e con patos da Ksenija Rappoport
(Ксе́ния Алекса́ндровна Раппопо́рт), che
vive a Nal'čik (Нальчик) nel Caucaso,
alla quale un giorno le autorità locali
comunicano che suo figlio Ženja (Женя), contractor in
Siria, è stato ucciso durante un
combattimento. Il suo corpo sembra sia
esploso, non c’è più nulla di lui da
riportare in patria.
Il giorno delle sue esequie con rito
ortodosso nella bara del figlio di Tonja
giace il bomber del ragazzo. Alla madre
è comunicato che si è scelto
quell’oggetto simbolico per
rappresentare l’unico effetto personale
rinvenuto alla famiglia.
Perché non mettete una birra, che mio
figlio adorava, nella bara? Perché fate
un funerale ortodosso quando mio figlio
era musulmano? Con queste parole di
sfida al sistema pronunciate da Tonja,
inizia la sua battaglia per riavere il
corpo di suo figlio. Rifiuta addirittura
un risarcimento dalla polizia locale,
cosa che fa irritare il suo ex marito,
che invece vorrebbe prendere i soldi e
chiudere la questione.
Tonja intraprende una sfida coraggiosa
nei confronti dei gangli della
burocrazia dell’esercito russo, che non
riconosce il figlio di Tonja come
soldato che è morto per la patria. Si
tratta di un mercenario e, pertanto,
considerato un civile che è morto in
un’area di crisi.
L’umile autista non si lascia intimidire
dalle minacce, sciopera occupando
l’autobus che guida a oltranza, persino
ostacolando i lavori di ristrutturazione
di un palazzo storico in rovina dove ha
soggiornato Stalin che il comitato di
benvenuto del sindaco vuole rimettere a
nuovo per un’importante delegazione da
Mosca. Ricorda l’estenuante lotta per
rendere giustizia alla figlia stuprata e
uccisa di Mildred Hayes (Frances Louise
McDormand) in Three Billboards
Outside Ebbing, Missouri di Martin
McDonagh.
Nel film russo, però, troviamo un
effetto sorpresa surreale, una sera
Tonja torna a casa e ad aspettarla non
ci solo l’altra figlia con suo nipote,
che è muto a seguito di uno shock
riportato dopo che bambini più grandi di
lui lo hanno gettato nel fiume,
l’abbraccia un ragazzo sconosciuto
(Ю́рий Алекса́ндрович Бори́сов), che
sostiene di essere suo figlio ritornato
dalla Siria. «Мама, я дома», le
sussurra, mamma sono a casa. A questo
punto il film alterna il dramma alla
satira e al thriller psicologico,
ricordando a tratti Changeling di
Clint Eastwood. Tra Tonja e il presunto
figliol prodigo si instaura un ambiguo
rapporto di disprezzo e diffidenza, ma
che lentamente si trasforma in
comprensione, solidarietà e complicità
non tra madre e figlio, ma tra uomo e
donna.
Mama, ja doma è
il secondo film del giovane Vladimir
Bitokov, diplomato al laboratorio di
Aleksandr Sokurov (Алекса́ндр
Никола́евич Соку́ров) nella
Cabardino-Balcaria
(Кабарди́но-Балка́рская Респу́блика),
Caucaso, dove anche il film è
ambientato.
Oltre alla storia personale raccontata
dal film, va ricordato che dal punto di
vista delle relazioni internazionali
l'intervento militare a sorpresa della
Russia in Siria, che è lanciato il 30
settembre 2015, ha rappresentato un
importante obiettivo strategico-militare
di Mosca, che ha mutato le relazioni
della Russia con i diversi attori
globali e regionali coinvolti, in varia
misura, in Siria: gli Stati Uniti, in
primis, ma anche l'Iran, la Turchia, gli
Stati del Golfo, l'Egitto e Israele.
L’intervento militare in Siria ha
rappresentato, inoltre, una sorta di
show-off della forza e
dell'equipaggiamento militare
modernizzato delle truppe russe. Nel
giro di poche settimane, la Russia è
riuscita a far pendere la bilancia delle
forze nel teatro siriano a favore del
regime di Assad, nonostante le sue
risorse militari relativamente limitate,
che consistono in diverse decine di
aerei da combattimento, una nuova base
aerea a Khmeimim, nella provincia di
Latakia, combinata con la struttura di
supporto navale a Tartus, e lo
spiegamento dei sistemi di difesa
terra-aria S-300 e S-400.
Il teatro di guerra siriano ha visto,
infine, l’intervento di nuove e diverse
forze di spedizione impegnate sul fronte
che combattono accanto alle forze armate
regolari russe, ovvero le Forze
Aerospaziali (VKS - Воздушно-космические
силы Российской Федерации) e la Marina,
la Voenno-morskoj flot o VMF
(Военно-морской флот).
La Siria rappresenta il primo vero campo
di battaglia in cui la Federazione Russa
ha, in modo coordinato e su larga scala
militare, schierato e attivato un
contingente di forze di spedizione, tra
cui le Forse Speciali (SSO - Силы
специальных операций) e diverse altre
categorie come gli Specnaz (Cпецназ);
la polizia militare di recente creazione
(VP - Военная полиция России);
consulenti e personale tecnico, così
come "volontari", i contractor e
altri paramilitari, che lavorano per
conto di società militari private (i PMC
del gruppo Wagner - ЧВК Вагнера). Tra di
loro molti sono veterani delle due
guerre cecene e dei conflitti georgiano
e ucraino, così come un numero
significativo di combattenti musulmani
sunniti del Caucaso del Nord, che nella
maggior parte dei casi provengono dalle
forze armate di Ramzan Kadyrov (Рамза́н
Ахма́тович Кады́ров), il capo della
Repubblica cecena. Alcune forze sono
state utilizzate in Siria fin dal luglio
2015, due mesi prima dell'entrata
ufficiale della Russia nel conflitto
siriano. Con l'intensificazione della
presenza militare della Russia in Siria
a fine agosto/inizio settembre 2015, il
numero di truppe militari e paramilitari
russe sul campo è cresciuto in modo
esponenziale. |