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N. 123 - Marzo 2018 (CLIV)

L’impresa dei Mac Alpin
sulLa costruzione della Scozia - Parte I

di Roberto Conte

 

Oggi la Scozia ci appare come un paese dalla forte identità nazionale, in grado di resistere a ogni tentativo di omologazione e forte di una grande coesione interna.

 

Tuttavia, la sua costruzione richiese l’opera di generazioni e il superamento di notevoli divisioni di carattere etnico, religioso e culturale; ancora ora, del resto, restano evidenti le differenze tra la gente delle Highlands e quella delle Lowlands.

 

Nel corso dell’età classica i Romani avevano imposto per qualche tempo il loro dominio su queste ultime, ma non erano riusciti a mantenere una propria presenza stabile a nord del Firth of Forth, osteggiati sempre pervicacemente dagli indigeni, da essi denominati Caledoni, e poi, dal 297, Pitti; probabilmente i primi costituivano, o avevano costituito, la tribù principale e dominante dell’intera popolazione. Non è ancora del tutto chiara l’origine etnica di questa gente: oggi si tende prevalentemente a considerarla di stirpe celtica, con un linguaggio appartenente al ramo brittonico, ma con forti elementi di origine pre-indoeuropea.

 

La zona che si stendeva tra il vallo antonino, costruito nel 145 e abbandonato nel 180, e il vallo di Adriano, che ricalca in buona misura l’attuale confine tra Scozia e Inghilterra, era abitata da genti di stirpe britanna, che conobbero saltuari periodi di controllo romano sino al ritiro delle legioni, all’inizio del V secolo. Dopo tale evento si costituirono due regni principali, quello di Alt Clut, a ovest, e quello di Gododdin, a est.

 

I Pitti continuarono a controllare il territorio a nord del Firth of Forth, ma a quanto pare erano divisi in almeno sette reami, il più importante dei quali, il Fortriu, sembra esser stato incentrato intorno al Moray Firth. Inoltre nell’attuale contea di Argyll, a ovest, dal IV secolo si erano stanziati gli Scoti, tribù gaelica proveniente dall’Irlanda, che avevano fondato il regno di Dal Riata; oltre a queste principali entità politiche, esistevano anche comunità più piccole, forse gruppi pitti nel Galloway e genti di varia estrazione nelle attuali contee di Stirling e Linlithgow.

 

In questo scenario frammentato si vennero a inserire prepotentemente gli Angli, invasori germanici che, dopo aver costituito il regno di Bernicia in Inghilterra settentrionale, lanciarono una serie di devastanti attacchi contro i Britanni, travolgendo infine nel 638 il Gododdin e assicurandosi il controllo dell’attuale Lothian.

 

La situazione rimase così cristallizzata per diverso tempo, con i vari regni in continua lotta tra loro per stabilire l’egemonia sull’intera regione, a volte uniti in precarie alleanze per contrastare quello tra loro che sembrasse assumere un’eccessiva potenza.

 

All’inizio erano stati gli Angli, che unendo la Bernicia alla Deira avevano fondato il regno di Northumbria, a dare l’impressione di poter imporre la loro autorità su tutti gli altri, dopo le vittorie di Degsastan contro gli Scoti (603) e dei Due Fiumi contro i Pitti (671); poi questi ultimi, e precisamente gli uomini del Fortriu, si erano ribellati alla loro egemonia e avevano ottenuto il grande successo di Nechtansmere (685), scalzandoli nel ruolo di potenza dominante dell’area.

 

Sotto il regno di Oengus mac Fergusa (731-760) a quanto sembra essi si assicurarono il controllo del Dal Riata, ma Alt Clut continuò a resistere ad ogni tentativo di assoggettamento, riportando anche notevoli successi, come quello di Mocetaug nel 750, battaglia in cui trovò la morte Talorgan, fratello di Oengus.

 

La supremazia pitta sulla regione, dunque, non fu mai incontrastata, e, oltre alle resistenze delle altre genti del luogo, dalla fine dell’VIII secolo essa si trovò a dover far fronte alle sempre più devastanti incursioni dei pirati vichinghi.

 

Costoro, dopo essersi assicurati il possesso delle Shetland e delle Orcadi, iniziarono a razziare le coste della Scozia vera e propria, assumendo anche il controllo delle sue zone più periferiche. Furono proprio loro a dare il colpo di grazia alla dinastia creata da Oengus e, indirettamente, a favorire l’ascesa di un casato che sarebbe infine riuscito a unificare tutte le popolazioni a nord del Tyne nel regno di Alba.

 

Infatti, nell’839 il re di Fortriu, Uen mac Oengusa, guidò l’esercito pitto in una battaglia contro i Vichinghi che terminò con una disfatta rovinosa: egli stesso, suo fratello Bran, il re cliente di Dal Riata Aed mac Boanta e tantissimi altri notabili del regno caddero in questo scontro, e si aprì subito una lunga e sanguinosa lotta per la successione al trono.

 

Da questa contesa uscì infine vincitore Cinaed mac Ailpin (Kenneth mac Alpin), in seguito considerato il fondatore della Scozia, ma la sua identità e la maniera con cui riuscì a cingere la corona sono ben lungi dall’essere così lineari come appare nella tradizione scozzese.

 

Questa lo considera figlio di un re del Dal Riata, Ailpin, che però non appare in nessuna delle liste dei re più antiche. Lo stesso Cinaed è assente da esse, ma viene ricordato come tale in una voce degli Annali dei Quattro Maestri, cronaca irlandese del XVII secolo, per l’anno 834: “Gofraid mac Fergus, capo di Airgialla, giunse a Alba per rafforzare il Dal Riata, su richiesta di Cinaed mac Alpin”. Anche la Cronaca dei Re di Alba, che costituisce la principale fonte sulla storia della Scozia sino al X secolo, ricorda che costui assunse il trono di Dal Riata due anni prima di ottenere quello di Fortriu. Il resto delle notizie su Cinaed proviene da fonti risalenti al massimo al XIII secolo, molto più tarde quindi rispetto ai fatti descritti, e che più che la realtà illustrano i desideri e le convinzioni di chi tali opere scriveva o commissionava.

 

In particolare, va rigettata l’idea che con questo sovrano gli Scoti assoggettassero i Pitti o addirittura li sterminassero: tanto costui quanto i suoi immediati successori sono ricordati nelle fonti più antiche sempre come re dei Pitti, mai di Alba (come in seguito verrà denominato il regno) o tanto meno degli Scoti. Se Cinaed avanzò pretese sul trono del Fortriu, potè farlo solo in quanto imparentato, in quale grado non è possibile stabilirlo, con la casa regnante. In precedenza, c’erano già stati sovrani del Fortriu di origine gaelica, come Causantin mac Fergusa (789-820) e suo fratello Oengus II (820-834), così come c’erano stati regnanti di derivazione angla (Talorgan mac Eanfrith) e britanna (Bridei mac Beli).

 

In verità, le particolari e complesse regole di successione presenti presso la monarchia pitta favorivano situazioni di questo genere. Per lungo tempo si è pensato che esse fossero basate sul principio della matrilinearità, e questo ha spinto molti studiosi a vedervi una prova dell’origine pre-indoeuropea dei Pitti, ma sembra che si fondassero invece sulla cosiddetta tanistry, in vigore anche presso altre comunità celtiche e che prevedeva che i principali esponenti di un clan o di un regno designassero come successore del leader defunto non necessariamente uno dei suoi figli, ma qualsiasi membro della sua famiglia che reputassero più degno della corona.

 

Poteva anche accadere, quindi, che l’erede al trono fosse il figlio di una figlia del monarca in carica, andata in sposa a un re straniero. Questa regola aveva il vantaggio di evitare la possibilità che divenisse re un minorenne, con tutti i rischi di instabilità che una simile situazione avrebbe potuto causare, ma d’altro canto rendeva molto concreto il pericolo di aprire dissidi tra i vari rami della casata al potere, dissidi che poi effettivamente si palesarono in tutta la loro virulenza nella successiva storia della nazione.

 

La gaelicizzazione dei Pitti non fu un fatto traumatico e improvviso, ma piuttosto un lunghissimo processo culturale, avviato già dal periodo della conversione al cristianesimo del re pitto Bridei mac Maelchon, nel 565. Anche la toponomastica conferma questo dato: solo per fare un esempio, già nel 739 gli Annali dell’Ulster chiamano la regione intorno a Perth Atholl, che significa “Nuova Irlanda”.

 

Da ciò è possibile dedurre che i Pitti si fusero lentamente con i gaelici Scoti, culturalmente a essi superiori e quindi in grado di imporre infine la loro lingua e anche il loro nome su tutto il regno. Probabilmente questo processo avvenne prima nelle parti meridionali della Pittavia, attraverso l’Atholl sino al Fife, come sarebbe dimostrato dal fatto che i Mac Alpin mantennero in queste zone la loro roccaforte nei decenni seguenti.

 

Cinaed prese lo scettro nell’843, ma per almeno cinque anni dovette ancora lottare contro altri pretendenti al trono, prima di essere unanimemente accettato come sovrano, e per il resto della sua vita fu continuamente impegnato nel combattere i propri vicini, in un periodo particolarmente convulso e caotico.

 

La Cronaca dei Re di Alba, la fonte più antica e credibile, riferisce che il nuovo re invase per sei volte la Northumbria, dove diede alle fiamme Dunbar e prese Melrose. Forse gli Angli dovettero cercare il sostegno dei Britanni di Alt Clut, perché subito dopo sempre la Cronaca afferma che questi ultimi diedero alle fiamme Dunblane.

 

I principali problemi erano comunque causati dai pirati vichinghi, che, approfittando anche dell’anarchia in cui era piombato il Fortriu, avevano incentivato le loro incursioni lungo le coste, e avevano anche assunto il completo controllo di vaste zone della regione.

 

Il fatto che nell’849, secondo la Cronaca dei Re di Alba, le reliquie di san Colomba, l’evangelizzatore della Scozia, venissero trasferite dall’isola di Iona a Dunkeld fa capire che non era più possibile mantenere il controllo delle coste occidentali, e infatti tutte le isole Ebridi, il Caithness e probabilmente persino l’Argyll, finirono in questo periodo nelle mani dei predoni scandinavi; sempre la Cronaca riporta che essi devastarono la Pittavia sino a Clunie e a Dunkeld.

 

Si trattava certamente di una situazione molto fluida, con alleanze che si creavano e si disfacevano a seconda delle occasioni, e in cui i confini tra i vari potentati erano tutt’altro che ben definiti. La base del potere di Cinaed e successivamente del suo casato sembra essere stata la zona dello Strathearn, quindi più a sud di quella del Fortriu pitto, ma non è possibile determinare fino a dove e con quanta efficacia si estendesse la sua autorità.

 

La morte, causata da un tumore, lo colse il 13 febbraio 858 nel palazzo di Cinnbelachoir, località non ancora ben identificata, ma che probabilmente non si trovava distante da Scone. Egli lasciò de figli maschi, Causantin e Aed, e due femmine, una dal nome ignoto data in sposa a Rhun, figlio del re di Alt Clut Arthgal, e Mael Muire, coniugata invece con l’ard righ d’Irlanda Aed Finliath. A succedergli, tuttavia, sempre in base alle regole della tanistry, fu il fratello Domnall (Donald).

 

Data forse anche la brevità del suo regno, poco viene detto su questo personaggio: secondo la Cronaca dei Re di Alba egli stabilì sul regno i diritti e le leggi di Aed Find, qualsiasi cosa ciò possa significare, e la Cronaca di Melrose lo definisce un soldato vigoroso, virtù del resto irrinunciabile per chi avesse voluto regnare in tempi come quelli.

 

Le fonti non sono neanche tutte d’accordo sulla causa della sua morte: per la Cronaca di Melrose venne assassinato a Scone, mentre la Profezia di Berchan, una storia in versi dell’XI secolo presentata come una serie di profezie, imputa a una malattia la causa del suo decesso. La Cronaca dei Re di Alba si limita a fornire il luogo (il palazzo di Cinnbelachoir) e la data di questo evento, l’aprile dell’862, concordando in questo con quanto riportato dagli Annali dell’Ulster.

 

Sembra che Domnall non lasciasse figli maschi, e in ogni caso il trono passò a Causantin (Costantino), il primogenito di Cinaed, che ben presto si trovò a dover affrontare una nuova, terribile invasione di Vichinghi.

 

Mentre la cosiddetta Grande Armata Pagana metteva a ferro e fuoco i regni anglosassoni del sud, annientando la Northumbria e l’East Anglia, occupando gran parte della Mercia e mettendo a dura prova il Wessex, altre bande normanne, condotte da Amlaib (Olaf) e Auisle, probabilmente due fratelli, si riversarono con tutta la loro virulenza sulla Pittavia meridionale, dove permasero dal gennaio dell’866 al giorno di san Patrizio, il 17 marzo, ritirandosi poi in Irlanda solo dopo la consegna di tributi e ostaggi.

 

C’è addirittura la possibilità che una sorella del sovrano pitto venisse data in sposa a Amlaib, poiché alcune fonti affermano che nell’867 costui uccise Auisle a causa di una disputa su sua moglie, “figlia di Cinaed”; è da chiarire se questo Cinaed sia da identificarsi con il padre di Causantin o non piuttosto con il re irlandese di Brega, Cinaed mac Conainb.

 

La tregua concessa dai Vichinghi agli abitanti della Scozia durò solo pochi anni: già nell’870 Amlaib, insieme al famigerato Ivarr, in passato uno dei capi della Grande Armata Pagana, attaccò Alt Clut e cinse d’assedio Dumbarton Rock, la principale località del regno britanno. Questa resistette per quattro mesi prima di essere espugnata dai Normanni, che tornarono in Irlanda con molti prigionieri “Angli, Britanni e Pitti”, come evidenziano gli Annali dell’Ulster, il che suggerisce che costoro avessero effettuato razzie anche nei territori circostanti.

 

La caduta di Dumbarton ebbe conseguenze importanti per i Britanni, poiché essi spostarono la loro capitale a Govan, e il loro regno prese la denominazione di Strathclyde al posto di quella di Alt Clut.

 

Questi disastri a catena non devono far credere che Causantin assistesse passivamente ai continui, furiosi attacchi contro il suo regno. Quando Amlaib tornò in Scozia, pare alla testa di 100 navi, per estorcere nuovi tributi, il re lo affrontò e lo uccise (871 o 872), come si legge nella Cronaca dei Re di Alba. Connessa forse a questo evento è la notizia, riportata tanto dagli Annali dell’Ulster quanto dal Chronicon Scotorum, dell’uccisione nell’872 del re di Strathclyde Arthgal “su istigazione di Causantin figlio di Cinaed”: forse Arthgal, completamente sconfitto nell’870, aveva dovuto appoggiare, volente o nolente, i Vichinghi nelle loro incursioni in Pittavia, attirandosi le ire del suo sovrano, o Causantin stava semplicemente portando avanti le mire egemoniche, che erano già state proprie dei re del Fortriu, sul piccolo ma coriaceo stato britanno, e tentava di approfittare del suo particolare momento di debolezza.

 

Una eco di questa controffensiva di Causantin è rilevabile nella Profezia di Berchan, che ricorda come questo sovrano riportò tre vittorie sui Vichinghi e una sui Britanni. In ogni caso, sullo Strathclyde iniziò a regnare Rhun, cognato di Causantin, che potrebbe non essere stato estraneo all’eliminazione del padre.

 

La riscossa pitta, se effettivamente ci fu, ebbe comunque un effetto temporaneo: nell’875 una nuova ondata di razziatori dubgall (o stranieri neri, come erano indicati i Danesi), guidata probabilmente da Halfdan Ragnarsson, provenendo da sud, dove aveva contribuito all’abbattimento definitivo della Mercia, si riversò sulla Pittavia e a Dollar inflisse una terribile disfatta a Causantin, con “grande strage dei Pitti”, come affermano gli Annali dell’Ulster.

 

Il sovrano non ebbe neanche il tempo di riprendersi da questa batosta che l’anno successivo, o l’altro ancora, una nuova orda di Vichinghi (stavolta Finngall, cioè stranieri bianchi, e quindi Norvegesi) sciamò sulla bassa Pittavia: non è ben chiaro se Causantin sia caduto in battaglia o sia stato catturato e decapitato, né il luogo in cui questo avvenne (Fife Ness, Inverdovat, Black Cave), ma di certo perse la vita, lasciando il suo regno nel caos più completo. Il trono passò a suo fratello Aed, che venne soprannominato l’alipede o il piede bianco, ma oltre a ciò poco è noto di lui.

 

La Cronaca dei Re di Alba informa che fu ucciso dopo solo un anno di regno nella sconosciuta località di Nrurim (forse Inverurie), ma non rivela l’identità del regicida. Gli Annali dell’Ulster, che datano la sua morte all’878, ne danno la responsabilità ai “suoi associati”, mentre l’Orygynale Cronykil of Scotland di Andrew di Wyntoun asserisce che Aed fu ucciso nello Strathallan da Giric mac Dungail.

 

A questo punto si apre per la Scozia un periodo particolarmente oscuro nella sua già poco documentata storia, periodo che tuttavia dà l’impressione di essere stato fondamentale per l’evoluzione successiva del regno.

 

La Cronaca dei Re di Alba afferma che il trono venne occupato da Eochaid, figlio del re di Strathclyde Rhun e di una sorella di Causantin e Aed, ma che altri sostenevano che regnasse Giric, “figlio di un altro”, che era “alumnus ordinatorque” del primo. Cosa volesse indicare il cronista con questa espressione e chi fosse questo Giric sono stati gli argomenti di un lungo dibattito tra gli storici.

 

Per quel che riguarda le parole in latino, esse sono solitamente tradotte come “maestro e primo ministro”, ma c’è stato chi ha voluto rendere alumnus come tutore, o chi addirittura vi ha voluto leggere un errore di trascrizione per avunculus, nel qual caso Giric sarebbe stato uno zio di Eochaid, e questo porta alla seconda questione oggetto di contesa tra gli storici.

 

Nelle fonti Giric viene detto figlio di Dungal (mac Dungail), ma nulla si sa di questo padre; per essere uno zio dell’altro sovrano, egli avrebbe dovuto essere figlio di una figlia (un’ulteriore anonima, dopo quella sposa di Rhun e l’altra presunta moglie del vichingo Amlaib) di Cinaed mac Ailpin, a meno che, come pure è stato proposto, non si sia verificato un altro errore di trascrizione, e Dungail debba essere letto come Domnall, il sovrano dell’858-862.

 

In questo caso, ci troveremmo di fronte al tentativo di un ramo secondario della casa reale di assurgere al trono. Tuttavia, la Profezia di Berchan soprannomina il sovrano che si è voluto identificare con Giric (in quest’opera nessun re è chiamato per nome) con l’epiteto di mac Rath, ovvero figlio della fortuna, che si adatterebbe meglio a un individuo del tutto estraneo alla dinastia regnante, e del resto, leggendo le parole della Cronaca dei Re di Alba in modo imparziale, si può arrivare alla conclusione che Eochaid fosse il legittimo detentore del trono, ma che, forse a causa della giovane età, fosse sotto la tutela di un abile uomo di guerra che glielo aveva assicurato sconfiggendo e uccidendo Aed e che aveva tanto potere da sembrare a molti il vero sovrano, per quanto non appartenesse alla casa Mac Alpin.

 

Non c’è neanche accordo sulla precisa origine etnica di Giric: alcuni ritengono che si trattasse di un pitto, altri di uno scoto. A favore di quest’ultima ipotesi c’è la notizia, riportata dalla Cronaca di Melrose, nella sua versione D, che egli “fu il primo a dare libertà alla chiesa scozzese, che a quel tempo era in servitù, sotto i costumi e le usanze dei Pitti”.

 

Alcuni studiosi hanno proposto che egli fosse un membro del Cenel Loairn, un clan scoto rivale del Cenel nGabrain, quello dal quale derivavano i Mac Alpin, che aveva il suo centro di potere nella Pittavia settentrionale, e che in seguito avrebbe dato vita alla dinastia dei mormaers del Moray, per lungo tempo rivali della casa regnante scozzese.

 

Per quanto riguarda gli eredi dei Mac Alpin, probabilmente tanto il figlio di Aed, Causantin, quanto suo cugino Domnall, figlio di Causantin I, trovarono rifugio presso la loro potente zia Mael Muire, in Irlanda, dove furono traslate anche le reliquie di san Colomba, e questo spiegherebbe anche il silenzio che tutti gli annali irlandesi mantengono tanto su Eochaid quanto su Giric, evidentemente considerati degli usurpatori.

 

Se le fonti più antiche sono piuttosto avare di notizie su Eochaid e Giric, quest’ultimo ha particolare risalto in quelle più tarde (segnatamente la Orygynale Cronykil of Scotland e la Cronaca di Melrose), dove viene addirittura indicato come il conquistatore dell’Irlanda (Hibernia) e di gran parte dell’Inghilterra.

 

Dietro queste iperboliche asserzioni c’è forse il fatto che in realtà tanto la Pittavia/Alba quanto lo Strathclyde recuperarono posizioni lungo la frontiera meridionale, soprattutto se nella Cronaca di Melrose in luogo di Hibernia si voglia leggere Bernicia, come pure appare in alcune sue versioni.

 

In effetti, alcuni indizi lasciano ritenere che lo Strathclyde riuscisse a inglobare alcuni territori nel Cumberland in precedenza in mano ai Northumbri, portando i suoi confini meridionali al fiume Eamont.



 

 

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