N. 87 - Marzo 2015
(CXVIII)
LUBECCA, LA REGINA DELL’HANSA
COMMERCIO E NAVIGAZIONE TRA BALTICO E MARE DEL NORD TRA x E xiii SECOLO
di Carlo Moggia
“Universi
mercatores
Imperii
Romani
Gotlandiam
frequentantes”.
Così
Enrico
il
Leone,
duca
di
Baviera
e
Sassonia,
definiva,
nel
1161,
la
comunità
di
mercanti
tedeschi
- o
Easterlings
come
erano
chiamati
nelle
fonti
-
che
frequentavano
l’isola
di
Gotland.
A
seguito
di
questa
prima
“università”
mercantile
uscirà
una
delle
massime
potenze
economiche
e
politiche
del
Medioevo:
la
Hansa,
meglio
conosciuta,
successivamente,
con
il
nome
di
Lega
Anseatica.
La
Hansa
-
termine
medio
tedesco
per
definire
una
società
o
una
corporazione
commerciale
-
costituiva,
tra
XI e
XII
secolo,
un’associazione
di
mercanti
tedeschi
residenti
in
una
città
straniera.
In
genere
tale
associazione
aveva
lo
scopo
di
difendere
i
beni
della
comunità
mercantile
di
fronte
a
possibili
eccessi
delle
autorità
o
delle
popolazioni
locali.
Con
la
costituzione
di
una
vera
e
propria
“università”
di
mercanti
sotto
l’egida
del
duca
di
Baviera,
la
Hansa
tedesca
assunse
finalità
-
non
più
di
salvaguardia
economica
-
bensì
di
espansione
commerciale,
con
l’apertura
di
nuove
rotte
commerciali
-specie
verso
i
paesi
Scandinavi
e i
paesi
Baltici-
e la
fondazione
di
numerosi
avamposti.
Furono
costituite
varie
Hanse
di
mercanti
tedeschi
e
fiamminghi:
quella
di
Londra,
quella
di
Bruges
nelle
Fiandre,
quella
di
Novgorod
nella
Russia
Bianca,
quella
di
Danzica
in
Polonia.
Alla
fine
del
XIII
secolo
si
passò
gradualmente
ad
una
lega
di
carattere
politico
tra
le
principali
città
tedesche:
quest’organismo
politico
e
commerciale
nacque
ufficialmente
nel
1283.
Lubecca
fu,
dal
1361,
la
sua
“capitale”.
Alla
fine
del
XIV
secolo
la
Lega
Anseatica
riuniva
ben
77
città.
Facevano
parte
dell’associazione,
oltre
a
Lubecca,
centri
importanti
come
Francoforte,
Magdeburgo,
Colonia,
Amburgo,
Brema,
Königsberg,
Stettino,
Danzica,
Cracovia,
Riga,
Tallin,
Oslo,
Bergen
e
Stoccolma.
Dopo
il
riconoscimento
di
una
prima
universitas
di
mercanti
tedeschi,
nel
1161
ed
in
breve
volgere
di
tempo,
si
stabilisce
a
Visby,
sull’isola
di
Gotland,
una
colonia
sedentaria
di
commercianti.
Ben
presto
la
nuova
comunità
domina
il
vasto
e
ricco
mercato
russo
di
Novgorod:
nel
1189
il
principe
Jaroslav,
con
un
trattato
commerciale,
assicura
grandissimi
vantaggi
ai
mercanti
tedeschi
di
Gotland.
Sempre
alla
fine
del
secolo,
ottenendo
ampi
privilegi
nelle
grandi
fiere
di
Skanör
-
località
della
Svezia
meridionale
soggetta
ai
Danesi
- i
mercanti
tedeschi
controllano
i
principali
porti
della
Svezia
e
della
Norvegia.
Alla
fine
del
XII
secolo
i
mercanti
tedeschi
sono
attivi
a
Londra
-
dove
Enrico
II
accorda
loro
una
protezione
commerciale
molto
vantaggiosa
per
l’esportazione
della
lana
-,
in
Norvegia
(esportando
vino
e
importando
legno,
pece,
catrame),
in
Svezia
(importando
sale
e
rame)
e
nelle
Fiandre,
dove
acquistano
i
celebri
panni
fiamminghi
ed
esportano
pellicce,
cere,
miele
e
spezie
dei
mercati
orientali
(per
le
vie
di
Bisanzio,
Kiev,
Smolensk).
L’attività
commerciale
dei
mercanti
dell’Hansa
- di
concerto
con
l’attività
missionaria
-
promuove
anche
la
fondazione
di
nuove
città,
avamposti
mercantili
dei
traffici
su
larga
scala:
Riga
nel
1201,
Reval
nel
1230,
Rostock
nel
1218,
Wismar
nel
1228,
Elbing
nel
1237
e
Stoccolma
nel
1250.
Nel
pieno
XIII
secolo
i
mercanti
tedeschi
dominano
il
commercio
scandinavo
da
Bergen
a
Stoccolma
e
conquistano
ampi
privilegi
a
Londra
e
Bruges.
Si
insediano
anche
in
Polonia,
dove
fanno
adottare
-
nel
corso
del
XIII
secolo-
nelle
città
da
loro
commercializzate,
il
diritto
tedesco.
Questa
forma
di
diritto
-
suddiviso
in
varietà
locali
tra
cui
quello
di
Lubecca,
adottato
nella
regione
polacca
della
Pomerania
-
favorisce
l’attività
economica,
sancendo
tuttavia
la
preminenza
dell’influenza
tedesca.
Di
pari
passo
si
sviluppa
una
legislazione
commerciale/marittima,
che
regola
le
dispute
delle
navi
e
del
trasporto
delle
merci:
nel
Baltico
si
diffondono
sotto
il
nome
di
“Wisbysches
Seerecht”
(diritto
marittimo
di
Visby)
promosso
dai
mercanti
tedeschi.
Ma
furono
le
città
affacciate
sul
Mare
del
Nord
e
sul
Mar
Baltico
ad
avvantaggiarsi,
ben
presto,
della
nuova
situazione
commerciale.
Comincia
a
costituirsi
quella
che
è
definita
l’Hansa
delle
Città.
Togliendo
a
Gotland
il
sigillo
dei
mercanti
anseatici
nel
1299,
e
soppiantando
la
città
di
Visby,
quale
centro
primario
dei
commerci,
si
gettarono
le
basi
del
futuro
predominio
commerciale
e
politico
della
Lega
Anseatica.
La
struttura
organizzativa
della
Lega
si
imperniava
sulle
assemblee
o
diete
(Hansetage)
delle
città,
che
si
tenevano
periodicamente
a
Lubecca.
Vi
si
trattavano
questioni
politiche,
commerciali
e di
guerra.
Le
città
anseatiche,
sebbene
divise
da
rivalità
commerciali,
seppero
fare
fronte
comune
contro
le
minacce
esterne.
Quando
nel
1368,
Valdemaro
IV
di
Danimarca,
che
controllava
gli
stretti
tra
il
Mare
del
Nord
e il
Baltico,
giunse
a
minacciare
gli
interessi
mercantili
dell’Hansa,
si
giunse
alla
guerra.
Il
re
di
Danimarca,
sconfitto,
fu
obbligato,
a
seguito
della
pace
di
Stralsunda
(1370),
a
cedere
alla
lega
le
piazzeforti
del
Sund.
L’egemonia
della
Lega
Anseatica,
ancora
fiorente
nel
XV
secolo,
andò
indebolendosi
sempre
più
nel
corso
del
secolo
successivo.
La
spietata
concorrenza
commerciale
degli
inglesi
e
degli
olandesi,
ma
soprattutto
l’espansione
politica
degli
stati
nazionali
limitrofi
-
Svezia,
Polonia,
Russia
-
limitarono
la
potenza
delle
città
tedesche,
dilaniate
dalle
rivalità
interne.
La
fine
dell’alleanza
anseatica
è
collocata
nella
seconda
metà
del
XVII
secolo.
Nel
1669
fu
convocata
infatti
a
Lubecca
l’ultima
dieta
della
Lega.
“I
mercanti
di
tutto
il
mondo
si
incontrano
a
Brema”,
scrisse
alla
fine
dell’XI
secolo
–con
un
po’
di
esagerazione-
il
cronista
Adamo
di
Brema.
Se
Brema
(e
Amburgo)
rappresentarono
due
tra
i
centri
più
importanti
-
per
volume
di
affari-
del
commercio
tedesco,
Lubecca
può
essere
definita,
a
ragione,
la
“regina”
dell’Hansa.
La
piccola
città,
per
la
sua
posizione
strategica,
crocevia
tra
est
e
ovest,
e
per
il
suo
rapporto
privilegiato
con
l’imperatore,
assunse
nel
XIII
secolo,
il
ruolo
guida
dell’espansione
commerciale
tedesca
nell’Europa
del
Nord.
La
fondazione
di
Lubecca,
avvenuta
alla
metà
del
XII
secolo,
sulla
base
di
un
insediamento
di
coloni
slavi
alla
confluenza
dei
fiumi
Trave
e
Schwartau,
ci è
nota
grazie
al
cronista
tedesco
Helmold,
che
nel
1171,
all’interno
della
Chronica
Slavorum,
illustrò,
con
dovizia
di
particolari,
lo
sviluppo
del
movimento
urbano
della
città.
Fu
Adolfo,
conte
di
Holstein,
a
costruire
il
primo
nucleo
di
Lubecca,
imperniato
sul
castello
di
Segeberg.
In
seguito,
dopo
un
opera
di
popolamento
che
attirò
-
afferma
Helmold
nella
sua
cronaca
-
gente
dalla
Fiandre,
dall’Olanda
e
dalla
Vestfalia,
il
conte
costruì
la
città
ed
il
porto
che
chiamò
Lubecca.
La
città,
posta
sulla
riva
orientale
di
una
linea
di
terra
che
separa
il
Baltico
da
Amburgo
era
in
posizione
ideale
per
costituire
un
perfetto
anello
di
congiunzione
tra
le
due
metà
del
Mare
del
Nord.
Lubecca
sviluppò
ben
presto
una
fiorente
attività
mercantile
che
attirò
i
mercanti
di
tutta
la
Germania,
che
guardavano
alla
città
come
al
perno
dei
loro
traffici.
Lo
sviluppo
subì
tuttavia
una
battuta
d’arresto,
nel
1157:
la
città
fu
distrutta
da
un
incendio.
Fu
il
duca
Enrico
il
Leone,
tra
1158
e
1159,
a
ri-fondare
la
città
su
un
nuovo
sito,
a
dotarla
della
chiesa
e
delle
mura
e ad
avviare
il
grande
sviluppo
commerciale
di
Lubecca.
Offrendo
libertà
di
transito
e di
accesso
nella
sua
città
ai
mercanti
danesi,
svedesi
e
norvegesi,
coniando
una
moneta
e
stabilendo
una
dogana
cittadina,
il
duca
contribuì
a
fare
di
Lubecca
il
centro
tedesco
più
importante
del
Baltico
e
del
Mare
del
Nord.
Per
ripopolare
la
città,
il
duca
Enrico
assegnò
ad
ogni
mercante
che
vi
si
sarebbe
stabilito,
un
appezzamento
di
terreno
di
25
piedi
di
larghezza
e
100
di
lunghezza.
Nel
giro
di
pochi
anni
dalla
distruzione
per
opera
del
catastrofico
incendio,
Lubecca
risorse.
A
seguito
della
privazione
dei
feudi
di
Enrico
il
Leone,
nel
1183,
Lubecca,
per
volere
dell’imperatore
Federico
I
Barbarossa,
divenne
città
imperiale
(Reichstadt)
e,
dopo
la
parentesi
della
dominazione
danese
-
tra
1201
e
1225
- fu
elevata
da
Federico
II
di
Svevia,
nel
1226,
al
rango
di
città
libera
(Freie
Stadt).
Da
allora
Lubecca
conobbe
uno
sviluppo
urbanistico
senza
eguali,
che
la
portò,
in
poco
tempo,
a
divenire
una
delle
città
più
grandi
della
Renania,
seconda
solo
a
Colonia.
Essa
arrivò
a
contare,
alla
fine
del
XIII
secolo,
più
di
25.000
abitanti.
Lo
sviluppo
del
suggestivo
centro
storico
di
Lubecca
si
realizzò
proprio
nel
XIII
secolo.
Gran
parte
delle
storiche
costruzioni
–
ancora
oggi
visibili
nel
loro
tipico
aspetto-
furono
realizzate
in
mattone.
Tra
1256
e
1271
la
città
fu
infatti
nuovamente
devastata
da
due
gravi
incendi:
il
consiglio
municipale
decise
allora
di
autorizzare
la
costruzione
degli
edifici,
non
più
in
legno
bensì
attraverso
l’uso
del
mattone,
meno
vulnerabile
al
fuoco.
L’evoluzione
politica
di
Lubecca
andò
di
pari
passo
con
la
crescente
influenza
economica
e
mercantile
della
città
nel
Mar
Baltico.
Lo
status
di
Città
Libera
nonché
la
protezione
imperiale,
garantirono
a
Lubecca
vantaggiosi
privilegi
economici
come
il
pagamento
di
dazi
sulle
merci
in
transito
nel
suo
porto
e il
godimento
di
particolari
franchigie
commerciali
nei
principali
kontor
o
yarde,
gli
avamposti
anseatici
del
Baltico:
Londra,
Bruges,
Bergen
e
Novgorod.
Nel
1188
l’imperatore
Federico
I
concesse
alle
“gentes
orientales”
- i
mercanti
“slavi”,
vale
a
dire
polacchi,
russi,
baltici
- la
franchigia
doganale
sulle
merci
esportate
a
Lubecca,
favorendo
così
l’afflusso
delle
preziose
merci
orientali
(materie
prime)
nella
città.
La
sfera
d’influenza
mercantile
di
Lubecca
era
assai
vasta,
spaziando
dal
Golfo
di
Finlandia
al
Mar
Baltico
e
dalla
Danimarca
alla
Turingia.
Nel
suo
pieno
sviluppo,
tra
XIII
e
XIV
secolo,
Lubecca
rappresentava
il
maggior
centro
di
importazione
e
stoccaggio
del
sale
proveniente
dalla
Svezia
, ed
in
particolare
dal
sito
di
Lüneburg.
Nelle
cronache
medievali,
così
come
Brema
era
definita
la
“casa”
della
birra,
Amburgo
la
“casa”
dei
cereali,
Colonia
la
“casa”
del
vino,
Lubecca
era
denominata
la
“casa”
del
sale.
Ancor
oggi
i
vasti
magazzini
di
raccolta
del
sale
- i
Salzpeicher
-,
lungo
le
sponde
del
fiume
Trave,
testimoniano
l’importanza
di
questo
commercio
per
l’economia
cittadina.
Lubecca
rappresentava
inoltre
il
crocevia
delle
rotte
commerciali
da e
verso
le
città
Baltiche
(Riga,
Reval,
Tallin)
e la
Russia
(Novgorod),
che
fornivano
pellicce,
miele,
legname,
pece;
da e
verso
i
paesi
Scandinavi
(Stoccolma,
Visby,
Bergen,
Aalborg)
che
fornivano,
oltre
al
sale,
anche
il
prezioso
ferro,
estratto
dal
1280
nelle
miniere
svedesi
di
Falun.
Importante
ruolo
rivestiva
per
la
città
di
Lubecca
anche
il
commercio
delle
aringhe,
di
cui
i
mercanti
della
città
costituivano
i
maggiori
compratori.
Il
commercio
delle
aringhe
salate
aveva
il
suo
epicentro
a
Skanör,
in
Svezia:
nel
1368
il
loro
acquisto
da
parte
della
città
di
Lubecca
sfiorò
i
trentaquattromila
barili,
ma
aumentò
rapidamente
nei
decenni
successivi.
Da
Lubecca
transitavano
infine,
in
senso
opposto,
verso
est
e
verso
nord,
i
cereali
e il
vino
della
Germania
centrale,
i
panni
fiamminghi
dalle
Fiandre,
la
lana
dalle
Isole
Britanniche.
L’importanza
della
città
nel
panorama
del
traffico
marittimo
internazionale
è
testimoniata
dalla
diffusione
di
una
vera
e
propria
lingua
“commerciale”,
coniata
proprio
a
Lubecca,
sulla
base
del
dialetto
tedesco
lì
parlato,
ma
presto
adottata
come
linguaggio
universale
degli
scambi
tra
la
koinè
dei
mercanti
baltici.
La
creazione
di
un
vero
e
proprio
impero
commerciale
tra
il
Mare
del
Nord
e il
Mar
Baltico,
fu
determinata
anche
dalla
superiorità
di
Lubecca
e
delle
altre
città
anseatiche,
in
fatto
di
imbarcazioni.
Per
adeguarsi
al
trasporto
di
una
maggiore
quantità
di
merci,
talvolta
voluminose
e
pesanti
(sale,
vino,
legname,
cereali,
pelli),
le
navi
aumentarono
di
dimensioni.
Nei
primi
anni
del
XII
secolo
appave
e si
diffuse
rapidamente
un
rivoluzionario
tipo
di
imbarcazione,
che
nel
corso
del
Duecento
divenne
quella
tipica
dei
mercanti
anseatici:
il
kogge.
Queste
imbarcazioni
avevano
una
capacità
di
circa
100
“last”,
ovvero
200
tonnellate.
Diversamente
dalle
imbarcazioni
mediterranee,
le
galee,
i
koggen
anseatici
avevano
forma
meno
slanciata,
ma
più
arrotondata
e
una
chiglia
diritta,
un
albero
alto
-
sovente
due
-, e
una
grande
vela
quadrata.
Alla
fine
del
XIII
secolo
il
kogge
adottò
anche
il
timone
di
poppa,
che
permetteva
una
maggiore
stabilità
e
conduzione
della
nave
nei
burrascosi
mari
nordici.
La
“cocca”,
imitazione
mediterranea
della
“kogge”
anseatica
compare
a
Venezia,
per
la
prima
volta,
solo
nel
1315.
La
grandezza
commerciale
e
politica
di
Lubecca,
divenuta,
tra
XIII
e
XIV
secolo,
capofila
dell’espansione
mercantile
anseatica
nel
Europa
Settentrionale
e
Orientale,
è
testimoniata
dai
grandiosi
edifici
pubblici
e
religiosi,
che
furono
edificati
in
questo
periodo
nel
cuore
dell’Alstadt,
il
suo
centro
storico.
In
primis
la
chiesa
cattedrale
di
S.
Maria
(Marienkirche).
Voluta
e
finanziata
dai
membri
della
Lega
Anseatica
e
costruita
tra
1250
e
1350,
con
i
suoi
altissimi
campanili
gemelli,
costituisce
il
simbolo
della
potenza
mercantile
di
Lubecca.
La
chiesa
di
S.
Pietro
(Petrikirche),
edificata
nel
XIII
secolo,
il
Rathaus
o
palazzo
del
comune
(edificato
nel
1230),
sede
delle
assemblee
o
diete
della
Lega
Anseatica.
Uno
dei
simboli
della
città
e
della
grandezza
di
Lubecca
rimane
tuttavia
l’Holstentor,
un
possente
edificio
difensivo
risalente
al
1478,
porta
d’ingresso
alla
città.
L’Holstentor
divenne
celebre,
nel
corso
del
XX
secolo,
per
aver
prestato
la
sua
effigie
alle
monete
da
50
marchi.
Sulla
sommità
del
suo
ingresso,
delimitato
dalle
possenti
torri,
è
incisa
la
scritta
S.P.Q.L.,
Senatus
Populusque
Lubecensis,
ad
imitazione
della
più
celebre
sigla
di
Roma.
La
città
delle
7
Torri
d’oro
-come
fu
definita
dai
cronisti
dell’epoca-
conservò
il
suo
splendore
per
secoli,
fino
a
quando
durante
il
Secondo
Conflitto
Mondiale,
nel
1942,
subì
gravissime
distruzioni
a
seguito
dei
bombardamenti
alleati.
Gran
parte
delle
opere
architettoniche
risalenti
al
Medioevo,
furono
rase
al
suolo
(comprese
le
chiese).
La
ricostruzione,
avvenuta
nell’immediato
Dopo
Guerra,
e
completata
in
pochi
anni,
ha
restituito
all’Umanità
(dal
1987
Lubecca
è
stata
dichiarata
Patrimonio
Unesco)
le
testimonianze
del
passato
glorioso
e
regale
di
Lubecca,
la
regina
de
Baltico.
Insieme
all’Holstentor,
un
altro
dei
monumenti-simbolo
della
città
di
Lubecca
è
senza
dubbio
rappresentato
dalla
cattedrale,
la
cosiddetta
Marienkirche.
Le
sue
torri
affilate
verso
il
cielo
–
che
toccano
i
125
metri
- in
perfetto
stile
gotico,
costituiscono
un
marchio
architettonico
indelebile
nell’immaginario
della
città
anseatica.
Fondata
nel
1173,
per
volere
del
duca
Enrico
il
Leone,
ed
in
seguito
ampliata
nella
seconda
metà
del
XIII
secolo
per
volere
dei
membri
della
Lega
Anseatica,
la
cattedrale
(dotata
di
una
navata
alta
ben
40
metri)
rappresentò
il
simbolo
della
potenza
e
della
ricchezza
della
città
baltica,
nonché
il
fulcro
della
vita
religiosa
cittadina.
Per
la
sua
mole
imponente
e la
sua
presenza
slanciata
fu
presa
a
modello
dagli
architetti
tedeschi
per
la
costruzione
di
altri
edifici
religiosi
cittadini
- la
chiesa
di
Sant’Egidio,
quella
di
San
Pietro,
l’Ospizio
dello
Spirito
Santo
- e
di
numerose
chiese
nei
paesi
del
Baltico.
Non
a
caso
chiese
e
cattedrali,
dalla
tipica
forma
massiccia
in
mattone
rosso
e
dalle
torri/campanili
appuntite
-
costruite
a
modello
di
quella
di
Lubecca
-,
si
ritrovano
nelle
maggiori
città
anseatiche:
a
Brema,
Colonia,
Amburgo,
Danzica,
Stoccolma,
Riga,
Cracovia.
Il
termine
hansa
era
comunemente
usato
nell’Europa
settentrionale
–fin
dal
X
secolo
-
per
designare
generalmente
libere
associazioni
di
mercanti
-,
anche
se
il
suo
significato,
in
origine
sembra
riferirsi
a
“convogli
armati”
a
sottolineare
l’importanza
che
il
fattore
militare
aveva
nei
commerci.
Tali
convogli
erano
organizzati
in
cavalli
e
carri
provvisti
di
sacchi
e
colli,
scortati
da
uomini
armati
alla
cui
testa
camminava
un
portabandiera,
un
capo:
l’Hansgraf
o
anziano,
che
esercitava
la
sua
autorità
sulla
compagnia.
Quest’ultima
–
connotata
da
una
mutua
e
forte
solidarietà-
si
componeva
di
vari
membri
legati
da
una
sorta
di
giuramento
di
fedeltà.
Le
merci
erano
comprate
e
vendute
in
comune
e i
benefici
ripartiti
secondo
l’apporto
economico
dato
da
ogni
singolo
membro
alla
compagnia.
Le
associazioni
mercantili
denominate
“hanse”,
comparvero
più
decisamente
nel
corso
del
XIII
secolo
in
vari
centri
della
costa
meridionale
del
Mare
del
Nord.
La
vera
e
propria
“Lega
Anseatica”
fu
istituita
solo
nel
1369,
quando
Colonia
e
altre
città
tedesche
si
unirono
in
una
alleanza
economica
e
militare.