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N. 142 - Ottobre 2019 (CLXXIII)

lou von salomé

UNA FEMMINISTA ANTE LITTERAM

di Giovanna D'Arbitrio

 

Lou von Salomé, anche nota come Lou Andreas-Salomé, scrittrice e psicoanalista tedesca di origine russa, nata il 12 febbraio 1861 a San Pietroburgo nella famiglia di un generale russo, unica femmina di sei figli, a soli 17 anni conosceva già francese e tedesco e aveva ricevuto un’accurata istruzione in filosofia, teologia, letteratura francese e tedesca.

 

Nel 1882 a 21 anni Lou conobbe Friedrich Nietzsche (all’epoca trentottenne) e con lui e lo scrittore Paul Rée iniziò una convivenza che destò grande scandalo all’epoca, anche se in realtà era sorta come una piccola “trinità" filosofico-intellettuale, poiché a lungo ella rinunciò a matrimonio e maternità per non finire alle dipendenze di un uomo, rifiutando fin dalla prima giovinezza rapporti sessuali, cedendo in seguito solo agli “assalti lirici” di Rainer Maria Rilke.

 

Rée e Nietzsche entrambi innamorati di lei, le proposero più volte di sposarla, ma ottennero solo rifiuti. Più tardi Lou sposò lo scrittore Friedrich Carl Andreas: un matrimonio di convenienza, una sorta di contratto che le consentiva di non rinunciare alla sua libertà.

 

Senz’altro più significativa fu la lunga relazione con il poeta Rainer Maria Rilke con il quale a 36 anni ebbe le sue prime esperienze sessuali di cui scrisse in Erotica, un libro che divenne un vero best seller nei paesi europei.

 

Lou ebbe in seguito molti amanti e conobbe molti personaggi eminenti dell’epoca, tra i quali il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, e ammirò le opere di Ibsen, Tolstoj, Turgenev, Wagner e di altre personalità. Si interessò a lungo di psicoanalisi, rimase in contatto con i diversi circoli culturali e con alcuni dei più noti psicoanalisti dell’epoca, tra i quali Sándor Ferenczi e Viktor Tausk, con cui ebbe una relazione sentimentale.

 

Il recente film Lou Von Salomé diretto dalla regista tedesca Cordula Kablitz-Post, ha riportato alla ribalta questa pioniera dell’emancipazione femminile che con il suo fascino e la sua personalità combattiva fece innamorare Rilke, Nietzsche, Freud, ma è ricordata più nelle loro biografie che per le sue numerose opere.

 

 “Nella mia ricerca di figure femminili”, ha affermato la regista Cordura-Kablitz Post, “mi sono imbattuta già da adolescente in una biografia di Lou von Salomé. Allora mi ha molto sorpreso e anche impressionato che già in quell’epoca una donna potesse amare così tanto la libertà e potesse condurre una vita così indipendente. Era vista quasi come una pazza, perché conduceva una vita troppo diversa, del tutto lontana dall’immaginario morale della società del suo tempo. Era considerata scandalosa perché non si preoccupava proprio di quello che gli altri pensavano di lei. Lei faceva e basta”.

 

Il film inizia a Gottinga nel 1933, quando Lou vive reclusa in casa, assistita dalla sua unica figlia, mentre i nazisti bruciano i libri in piazza e proclamano la psicanalisi una scienza ebraica illecita. Alla sua porta bussa Ernst Pfeiffer, germanista in crisi professionale e coniugale, che le chiede aiuto.

 

Lou decide di assisterlo in cambio di un favore: quasi cieca a causa del diabete, chiede a Ernst di battere a macchina le sue memorie. Comincia allora il racconto di un’esistenza tormentata fin dai tempi di San Pietroburgo che si estende poi alle relazioni travolgenti con Nietzsche, Rilke e Freud: una vita intellettuale tutta spesa tra il XIX e il XX secolo, combattendo contro i pregiudizi dell’epoca con la fede incrollabile delle sue idee, cercando sempre di preservare la propria indipendenza.

 

Il film l’accompagna nei circoli intellettuali di Roma, Berlino, Vienna, San Pietroburgo, incurante dei pregiudizi di sua madre e delle convenzioni borghesi. È attraverso i suoi discorsi e le sue azioni che la regista tedesca ne mette in evidenza le idee, svelando quel conflitto interiore tra desiderio di autonomia e sentimenti che caratterizzerà le sue scelte di vita.

 

Grandi occhi blu, capelli biondi, fronte alta, intelligente, spirito libero e cosmopolita, a differenza degli uomini illustri che ha affascinato, Lou von Salomé è finita nell’oblio. Pioniera della storia dell’indipendenza femminile, autrice di diari, memorie, racconti, poemi, romanzi, articoli, saggi su Nietzsche, lettere aperte a Freud e contributi illuminanti alla psicanalisi nascente, oggi purtroppo è meno conosciuta degli spiriti che ha infiammato.

 

Ci sembra giusto ricordare almeno una parte dei suoi scritti, tra i quali La materia erotica, Scritti di psicoanalisi, Nietzsche-Una biografia intellettuale, I miei anni con Freud-Diario 1912-1913, Eros e conoscenza, Lettere 1912-1936 con Sigmund Freud, Epistolario con Rainer Maria Rilke, L’erotismo, L’umano come donna, Fenička- Dissolutezza, Rodinka, Un ricordo di Russia, Riflessioni sull’amore, In Russia con Rainer, Uno sguardo sulla mia vita, Figure di donne. Le figure femminili nei sei drammi familiari di Henrik Ibsen, Spettri, L’anitra selvatica, Rosmersholm, La donna del mare, Hedda Gabler.

 

Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1937 a Gottinga, Andreas la descrisse così nel suo saggio My sister, my spose: “Fu un Faust in gonnella, poco interessata a gingillarsi con parole vuote. Quello che voleva era scoprire la forza nascosta che regge il mondo e ne guida la corsa: conoscerla, farla propria, amarla”.



 

 

 

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