.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


.

antica


N. 76 - Aprile 2014 (CVII)

Lisippo di Sicione: l’Apoxyòmenos
La
mobilità espressione dell’umano
di Dorotea Feliciotto

 

Con l’alleanza imposta alla Grecia da Filippo di Macedonia nel 338 a.C. (lega di Corinto), inizia per i greci un periodo di decadenza in cui sono contraddetti i valori nei quali fino allora si era creduto.

 

Per tutto il VI e parte del V secolo a.C. la scultura e l’architettura greca si sono rivolte alla ricerca dell’assoluto, della perfezione ideale dell’uomo, trovando un punto d’incontro tra umano e divino.

 

Nel IV secolo a.C., invece, l’attenzione dell’artista si concentra sull’uomo e sul suo ambiente disponendo la figura libera nello spazio, luogo indispensabile per la vita. Si preferisce, quindi, all’immobilità, espressione del divino, il movimento, manifestazione dell’umano.

 

Uno dei maggiori scultori del IV secolo a.C. è Lisippo di Sicione (370 – 300 a.C.), lo scultore di Alessandro Magno. A differenza di Prassitele, predilige il corpo maschile immortalandolo in movimento nel bronzo.

 

Fra le sue opere più note ricordiamo l’Apoxyomenos (“colui che si deterge”) databile tra il 330 – 320 a.C. Si tratta di una statua di bronzo - oggi conosciuta attraverso una copia marmorea di età imperiale - che rappresenta un’atleta al termine di una gara mentre, con lo strigile, si deterge il corpo.

 

Lo scultore sceglie un momento comune sia al vincitore sia al vinto: la pulizia. Gli atleti, infatti, erano soliti cospargersi di olio il corpo prima di una gara al fine di rendere più elastici i muscoli; al termine dovevano ripulirsi dallo strato di unto, reso sporco dal sudore e dalla polvere, mediante lo strigile, uno strumento di ricurvo, metallico, provvisto di un manico.

 

Nelle rappresentazioni classiche, gli atleti erano raffigurati nella loro perfezione ideale; gli scultori non avevano mai rappresentato la sofferenza, lo sforzo o, peggio ancora, la sporcizia. Così, invece, lo mostra Lisippo.

 

Nel realizzare la statua, Lisippo non dimentica la legge della ponderazione di Policleto secondo il quale l’equilibrio stabile si otteneva attraverso un gioco di rapporti, quindi immutabile; cambiare, anche una sola parte, significherebbe arrivare a un nuovo equilibrio. Lisippo lo rinnova, raggiungendo un equilibrio instabile.

 

Infatti, nell’Apoxyomenos, la gamba destra flessa si allontana posteriormente e lateralmente dalla gamba sinistra portante. Il movimento in avanti delle braccia indica una definitiva rottura con l’arte greca, in cui si preferiva la frontalità. è per questo che, per apprezzarla appieno, bisogna girargli intorno e considerarla come la prima scultura greca a tutto tondo.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.