iL LUPO DI ANSBACH
Storia di un particolare caso di
licantropi
di Lorenzo Bruni
Il licantropo, conosciuto anche come
lupo mannaro o uomo lupo, è una
creatura leggendaria, una sorta di
lupo antropomorfo con tendenze
primordiali che sfociano
nell’omicidio e nella brama del
sangue umano. Al giorno d’oggi
questa mostruosa figura mitologica
popola per lo più serie televisive e
film, così come i racconti
dell’orrore e una particolare
categoria di romanzi d’amore, ma
l’uomo lupo può essere ritrovato in
culture ben più antiche di quelle
cui si potrebbe pensare.
Già nella prima età del bronzo era
venerato come una divinità presso
gli Arii, simbolo di fertilità e
augurio di buona caccia, così come
tra alcuni popoli dell’Anatolia;
ancora un rimando al canide
antropomorfo può essere riscontrato
nella mitologia egizia, considerata
la presenza del dio Anubi, il dio
dei morti con il corpo da uomo e la
testa da sciacallo, così come in
quella greca, dato che sia Zeus che
Apollo erano capaci di trasformarsi
in lupo.
Con il perdersi dello zoomorfismo
nelle religioni, però, la figura del
licantropo acquista sempre più
accezione negativa: si inizia a
ritenere che per trasformarsi in
lupo un uomo debba essere vittima di
una maligna maledizione, oppure un
adoratore di Satana. Proprio per
tale motivo la persecuzione alla
licantropia, in età medievale, può
essere fatta rientrare nel più ampio
ambito della caccia alle streghe: si
calcola che tra il XIV e il XVII
secolo, in Europa, soprattutto in
Francia e Germania, siano state
giustiziate circa centomila persone
con l’accusa di licantropia.
Le modalità di esecuzione dei poveri
malcapitati erano decisamente crude,
ma fra queste un caso spicca come
emblematico del clima di paura
collettiva vissuto in quel periodo.
Nel 1685 il Principato di Ansbach,
in Baviera, divenne triste teatro di
continui attacchi di un lupo ai
danni degli allevamenti locali. Tale
evento non era certo una novità, ma
la situazione precipitò quando la
creatura iniziò ad aggredire e
uccidere numerosi bambini nel giro
di pochi mesi. Si iniziò così a
diffondere il timore che non si
trattasse di un normale lupo, bensì
di un licantropo, pratico delle
mistiche arti oscure.
I contadini locali, nel tentativo di
spiegare la crudeltà della bestia,
arrivarono alla conclusione che si
trattasse del detestato borgomastro
di Ansbach, Michael Leich, che per
anni aveva assoggettato la cittadina
con sistemi crudeli e fraudolenti ed
era morto da poco: mentre alcuni
giuravano di averlo visto, da vivo,
ad assistere al suo stesso funerale,
così come altri dichiararono che un
lupo si aggirava nella sua
abitazione il giorno stesso in cui
morì, in città si iniziò a mormorare
che Leich fosse sopravvissuto alla
morte e avesse trasferito il suo
spirito nel corpo di un lupo.
Cacciare il lupo si trasformò,
quindi, dall’essere un’azione volta
unicamente a proteggere la prole di
Ansbach a una missione vendicativa
verso l’odiato borgomastro, portando
gli abitanti della città ad
acquisire non soltanto
determinazione, ma anche ferocia. Il
9 ottobre dello stesso anno, dopo
aver appositamente allestito un
wolfsgrube, una trappola per lupi a
forma di pozzo nel quale era stato
gettato un gallo come esca, una
battuta di caccia riuscì a stanarlo
in prossimità del bosco vicino a
Neuses e a farlo cadere nel
tranello, dove rimase intrappolato e
venne ucciso con sassi e bastoni. La
vendetta, però, era ben lungi
dall’essere conclusa.
La carcassa del lupo venne fatta
sfilare per la cittadina di Ansbach,
mostrando agli abitanti come il male
fosse stato estirpato e il demone
sconfitto. Dopodiché questo venne
spellato, gli fu tagliato il muso e
apposta al suo posto una maschera
con le fattezze di Leich; gli venne
messa addosso una parrucca e un
mantello, poi venne impiccato a una
forca eretta apposta su un colle
vicino, di modo che fosse visibile
anche da lontano.
La volontà di mettere in scena tale
spettacolo aveva doppia valenza: da
un lato si voleva mostrare a Satana
come il suo teatrino non avesse
avuto successo, come l’animale
diabolico sotto le spoglie umane
fosse stato riconosciuto e
sconfitto; dall’altro, non avendo
potuto vendicarsi in vita, i
cittadini di Ansbach erano stati
così in grado di avere la propria
rivincita sul terribile Leich.
C’è anche chi sostiene che questo
non fosse altro che un piano della
cittadina per impressionare il nuovo
borgomastro, intimorirlo di modo che
le sue azioni fossero meno turpi di
quelle del predecessore; altri,
invece, ritengono che l’intera
vicenda fosse stata abilmente
orchestrata proprio dal nuovo
borgomastro, col preciso intento di
accaparrarsi le simpatie della
popolazione e mostrarsi contrario
all’operato di Leich. Comunque si
siano svolti i fatti, dopo alcuni
giorni la carcassa del lupo venne
rimossa dalla forca, impagliata e
conservata per qualche tempo
all’interno del museo cittadino.