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N. 24 - Maggio 2007

LIBANO: ISRAELE NON HA USATO ARMI SPORCHE

Quando i media nascondono la verità

di Daniel Arbib Tiberi

 

La notizia è di quelle che dovrebbero essere scritte a titoli cubitali sulle prime pagine di tutti i quotidiani italiani.

 

Israele, lo Stato forse più quotidianamente accusato di atti di “terrorismo”, non ha usato “armi sporche” nella guerra del Libano di questa estate.

 

La sentenza non proviene da una famigerata lobby ebraica che, attraverso un uso oculato dei media, diffonde notizia false e tendenziose.

 

No, il giudizio perentorio arriva direttamente dalla AIEA (l’Agenzia Atomica delle Nazioni Unite) che, attraverso un panel di esperti appositamente inviato in Libano, il 27 febbraio scorso ha tenuto una conferenza a Beirut per negare quello che in Europa è oramai un dato considerato vero come se fosse il vangelo.

 

Sin dalla fine della guerra nel sud del paese dei Cedri, numerosi leaders internazionali si scatenarono pubblicamente accusando Tel Aviv di aver lanciato sopra le teste dei libanesi bombe “non convenzionali”.

 

Capofila di questa “mandria di esperti in armamenti” fu da subito l’ex Segretario Generale dell’Onu Kofi Annan (uno strano vincitore del Premio Nobel per la Pace corresponsabile, con il suo silenzio, del genocidio rwandese e di quello di Srebreniza). Le varie denunce ovviamente non poterono che essere recepite volentieri nel nostro paese.

 

Il servizio di Maurizio Torrealta su Rainews24 e le conferenze anti-israeliane che quelli del PdcI organizzarono alla Camera dei Deputati ne rappresentano ancora oggi un fulgido esempio.

 

Come si dice spesso però tutti i nodi, gira che ti rigira, vengono al pettine. La cosa comica è però che stavolta i nodi al pettine ci sono arrivati solo grazie ad un importante quotidiano libanese e ad un blogger italiano.

 

E’ stato infatti il Daily Star (con una notizia in stile Ansa di cinque righe a firma di Nour Samaha) a riportare il risultato finale del lavoro svolto dai rappresentanti Onu (insieme tra l’altro a l’Oms e alla Commissione libanese per l’energia atomica) e successivamente un blogger di nome Stefano Illuminati a darne conoscenza al pubblico di casa nostra.

 

Insomma, la morale di questa “favola” sembra essere quella che prende atto del fatto che, nonostante la presenza di “loschi complotti per favorire Israele”, ne esistono altri ben più potenti per denigrarlo. Forse sarebbe ora che qualcuno cominciasse a chiedere scusa.

 

Data la democrazia dei nostri mezzi di informazione non c’è però da sperarci. Che questo fatto almeno serva da lezione a coloro che, troppe volte, hanno voluto vedere cattivi lì dove c’erano solo ragazzi costretti a combattere per la sopravvivenza delle loro famiglie e del loro paese (il nostro Ministro degli Esteri in tal senso docet).

 

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