[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

171 / MARZO 2022 (CCII)


storia & sport

SIR LEWIS HAMILTON

QUANDO LA STORIA E LO SPORT SI UNISCONO

di Giada Semenzato

 

Quando parliamo di Storia pensiamo sempre a quella disciplina che si occupa interamente e unicamente dello studio del passato, delle sue fonti e di tutte quelle testimonianze che possono aiutarci a veicolare il sapere. Essa però non circoscrive i suoi confini solo al periodo più antico, ma ingloba anche le vicende moderne e contemporanee escludendo però da sé tutto ciò che non riguarda direttamente il suo campo di studio.

 

Ma allora cosa rimane? Chi è meritevole di questi tempi di essere l’oggetto d’indagine della Storia? Da sempre troviamo citate le grandi figure del passato, coloro che si sono guadagnate il diritto di entrare nei memoriali e a lasciare un segno indelebile per le generazioni successive, ma adesso chi può vantare una tale importanza? Chi può avere l’onore di affiancare i grandi in questo pantheon di celebrità?

 

Certo, ci sono figure come Elisabetta II, la sovrana più longeva di tutti i tempi, figure che promuovono la pace nel mondo o politici che si battono per il riconoscimento dei diritti civili nelle parti del mondo che ancora questo passo non lo hanno fatto e tanto altro.

 

E se la Storia cominciasse a guardarsi intorno e a riconoscere di avere più branchie di quelle più comuni e conosciute? L’obiettivo di quest’articolo è proprio quello di mostrare il legame che intercorre tra la storia e lo sport, focalizzandosi su un’atleta che ha contribuito a rendere grande e vincente il suo sport: Lewis Hamilton, pilota di Formula 1.

 

Lewis Hamilton è stato indicato come il più grande pilota di F1 della storia di questo sport, di cui detiene ben 7 titoli mondiali, al pari di Michael Schumacher, serie interrotta recentemente dopo aver sfiorato l’ottavo titolo, vinto, non senza poche polemiche, dal rivale Max Verstappen.

 

I record infranti gara dopo gara dimostrano che siamo di fronte a un pilota all’apice della sua carriera e che ha una continuità di risultati fuori dal comune. Solo in questa stagione ha regalato emozioni e spettacolo, mostrando doti, qualità tecniche e perseveranza che solo un pluridecorato campione del mondo può avere. Basti pensare al gran premio del Brasile dove Lewis sconta 10 posizioni di penalità in griglia di partenza, riuscendo a ottenere una brillante vittoria fatta di sorpassi uno più bello dell’altro.

 

Lo stesso Hamilton nel corso delle interviste non ha mai fatto mistero di quanto questa stagione sia stata più dura e competitiva, probabilmente anche a causa dell’effetto long-Covid che lo ha molto provato in occasione del gran premio d’Ungheria, lasciandolo completamente spossato durante la cerimonia del podio.

 

Senza dubbio è stato uno dei mondiali più avvincenti degli ultimi anni, complice una Red Bull più competitiva che mai, che ha tenuto viva la lotta fino all’ultimo appuntamento, quello più atteso : Abu Dhabi. Qui Lewis Hamilton e Max Verstappen arrivano a pari punti, rendendo già le qualifiche territorio di caccia, perché entrambi sanno che, in questo circuito più di altri, chi scatta in pole position è considerato il favorito per la vittoria. Ancora una volta però il 7 volte iridato cambia le carte in tavola: il giorno della gara a partire in pole è il rivale ma per poco perché subito alla prima curva è la sua freccia d’argento a mettersi al comando.

 

Dopo una gara completamente dominata dalla Mercedes, alla fine è la Red Bull a tagliare il traguardo per prima, togliendo l’ottavo titolo in carriera a Lewis Hamilton e con esso la possibilità di diventare il pilota con più titoli mondiali nella storia della competizione.

 

Tralasciando le polemiche e le voci in merito a quanto successo ad Abu Dhabi, è indubbio che anche senza questo titolo Hamilton resti il più grande pilota di sempre, i suoi successi e i suoi numeri lo confermano a mani basse.

 

Tra le sue qualità troviamo uno stile di guida aggressivo, una predisposizione a guidare sul bagnato e una solidità in termini di passo gara senza eguali, a cui si aggiunge un’innata predisposizione.

 

Questi record appartengono a una vasta gamma di categorie. Innanzitutto il numero di titoli mondiali, il cui numero è condiviso con Michael Schumacher per un totale di 7.

 

Abbiamo poi la sezione dedicata alle vittorie, che possiamo dividere in tre sottocategorie : quelle totali, ovvero quelle ottenute da Hamilton nel corso della sua intera carriera e che a conclusione di questa stagione arrivano a quota 103, troviamo poi 82 vittorie con lo stesso costruttore ovvero Mercedes e infine la terza sezione relativa al numero di trionfi nel proprio Gran Premio di casa (Silverstone) con ben 8 successi.

 

Altra classe in cui Lewis Hamilton detiene un record è quella relativa al numero di Pole Position. 103 sono le Pole Position totali firmate dal campione del mondo e 77 sono quelle legate allo stesso costruttore (Mercedes). Sono 8 invece le Pole collezionate nello stesso Gran Premio (Australia e Ungheria) e 7 quelle del proprio Gran Premio di casa.

 

Per quanto riguarda i giri veloci vediamo che è in suolo italiano che Hamilton sigla un altro traguardo, arrivando a un totale di 7.

 

La categoria dei podi vede un record di 182 contro 48 secondi posti. Troviamo poi 133 podi ottenuti con la medesima scuderia (Mercedes) e 11 nel Gran Premio di casa.

 

Oltre a questo riscontriamo dei dati sbalorditivi anche in merito ai punti ottenuti, con un totale di 4165,5 e con un record di 48 Gran Premi consecutivi fruttati punti, striscia però interrotta a causa della sua positività al Covid che lo obbliga a saltare la prima gara della sua carriera. Sono 249 invece i Gran Premi a punti.

 

Hamilton inoltre vanta anche il record di numero di prime file di partenza ovvero 173.

Per la categoria di “leader di gara” i numeri sono strabilianti con ben 396 giri percorsi in testa e con un totale di 27482 chilometri mantenendo la leadership. Sono invece 177 i Gran Premi con almeno un giro in testa di cui 18 sono i Gran Premi consecutivi con almeno un giro in testa.

 

Tra i record multipli troviamo il maggior numero di vittorie partendo dalla Pole Position (61) e 23 gare percorse in prima posizione dal primo all’ultimo giro.

 

Nella stagione 2020 Lewis Hamilton colleziona anche il record di maggior velocità media nel giro di qualifica con 264,362 km/h nel Gran Premio d’Italia.

 

Insomma appare evidente che non è un altro titolo mondiale a sminuire questo pilota, anzi. Tuttavia dal Gp di Abu Dhabi Hamilton è caduto in un silenzio assordante che sa di delusione, di amarezza e di bisogno di ritrovare la motivazione e la voglia di combattere per affrontare una nuova stagione caratterizzata dalla presenza in griglia della nuova generazione di cui proprio Max Verstappen fa parte.

 

Non è però la prima volta che il 7 volte iridato si trova a perdere un titolo mondiale: dobbiamo tornare nel lontano 2016 quando è stato proprio il suo ex compagno di squadra, Nico Rosberg, a trionfare. Quella stagione è sicuramente ben impressa nella memoria degli appassionati di Formula 1 perché mai due teammate si sono scontrati e contesi fino all’ultimo la corsa al mondiale.

 

Da quella sconfitta Lewis Hamilton è cambiato, ha dovuto ritrovare se stesso e la motivazione per tornare a vincere ed è quello che speriamo possa fare anche durante questa pausa, incassare la sconfitta e tornare più forte e determinato di prima. Tra i suoi pregi c’è sicuramente il fatto di saper riconoscere la grandezza degli avversari con cui si confronta in pista e il fatto che dopo essersi visto portare via il titolo, lui si sia congratulato con il suo rivale dimostra quanto non sia un titolo a definire e renderti un campione, ma sia la personalità e l’essere un vero e proprio sportivo a fare la differenza.

 

Still I Rise” ecco il suo motto ben impresso su tutta la schiena e che spesso abbiamo visto comparire anche nella grafica del suo casco, è questo il suo obiettivo e il suo mantra, ciò che lo spinge a continuare e a scalfire anno dopo anno record che di diritto lo inseriscono tra i grandi piloti di questo sport.

 

Lewis Hamilton però oltre ai suoi record, detiene una serie non indifferente di riconoscimenti tra cui quello di personalità sportiva dell’anno e altri titoli simili, ma due in particolare costituiscono un enorme privilegio e che soprattutto non possono essere attribuiti a chiunque. Si tratta delle onorificenze di “Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico - Per il prestigio reso agli sport motoristici britannici” (31 dicembre 2008) e del “Knight Bachelor - Per meriti sportivi” (31 dicembre 2020).

 

La prima è un ordine cavalleresco istituito da re Giorgio V nel 1917 e rientra tra le più alte onorificenze del Regno Unito. Durante il regno di Elisabetta II l’ordine acquisisce ancora più notorietà, soprattutto perché si iniziano a premiare coloro che conferiscono al Regno Unito e al Commonwealth, in ambito artistico, culturale, economico, sportivo, scientifico ed educativo, un ampio prestigio. Lewis Hamilton ottiene questo privilegio grazie alla vittoria del primo titolo mondiale della sua carriera.

 

Il Knight Bachelor, sempre inserito tra le onorificenze britanniche, viene concesso direttamente dal monarca. La nomina risale a dicembre 2020, ma a causa dell’avvento del Covid la cerimonia per il cavalierato è avvenuta soltanto il 15 dicembre 2021 e per mano del Principe Carlo.

 

La nomina comprende sia i meriti sportivi sia quelli civili, in quanto Lewis Hamilton è sempre in prima linea per la difesa dei diritti civili e umani, in particolar modo per la lotta contro le discriminazioni razziali. È anche in questo che il pilota si distingue dalla massa: è il primo pilota nero a gareggiare e a vincere in Formula 1.

 

Lewis Hamilton in qualche modo rappresenta un collante tra la Storia e lo Sport: i suoi successi, le sue lotte, il suo impegno verso il prossimo, lo rendono meritevole di accedere a quel pantheon di figure illustri di cui la Storia si occupa ma allo stesso tempo ci insegna a non rimanere legati al passato perché ogni record sportivo e ogni barriera culturale può essere abbattuta.

 

Questo è Sir Lewis Hamilton, una persona che ha contribuito a fare la storia del suo sport e che allo stesso tempo è riuscito anche a fare la storia, ottenendo uno dei massimi riconoscimenti reali britannici e a essere l’unico nero ad averlo mai ricevuto.

 

 

Riferimenti Bibliografici:

 

M. Sangiorgio, Lewis Hamilton. Figlio del vento, Kennes 2019.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]